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DALVRA BASSA (m 919) CIMA SOSPIRI (m 1266) CIMA DELLA SELVA (m 1278) PUNTA DELLA BROSA (m 1288)
Una lunga dorsale montuosa delimita la sinistra orografica della Valle di Bondo. E’ una zona che fu interessata da aspri combattimenti all’epoca della Prima guerra mondiale quando si fronteggiarono Italia ed Impero Austro-ungarico; ne resta traccia nei numerosi manufatti militari e nelle strade che furono realizzate in quel periodo per rifornire la linea del fronte. Un percorso ancora in eccellenti condizioni è senz’altro la lunga Strada militare Angelini che sale da Vesio al Passo Nota costeggiando le cime della catena sviluppandosi parallelamente alla strada che percorre il fondo della Valle di Bondo. La strada resta sotto crinale ma numerose deviazioni permettono di raggiungere senza difficoltà parecchie cime affacciandosi in magnifiche visioni sul Lago di Garda e sulla catena del Monte Baldo. L’itinerario che vi raccontiamo ne risale ben quattro ed è percorribile per gran parte dell’anno sebbene sia da evitare l’estate per le temperature e l’umidità troppo elevate nonché il periodo invernale in presenza di ghiaccio o di eventuale innevamento. I cambiamenti climatici stanno comunque determinando con preoccupante ricorrenza lunghe fasi secche anche nella stagione fredda concedendo con crescente frequenza la possibilità di salire queste elevazioni senza incontrare ostacoli anche in pieno inverno. L’escursione in breve: Vesio (m 657) – Piazzale Angelini (m 700) – Dalvra Bassa (m 919) – innesto sentiero n° 213 – Bocca Sospiri (m 999) – Cima Sospiri (m 1266) – Strada militare Angelini – Sella Roccolo della Brosa (m 1230) – Cima della Selva (m 1278) – Sella Roccolo della Brosa – Punta della Brosa (m 1288) – rientro alla partenza lungo la Strada militare Angelini. Dati tecnici: Partenza da Vesio (m 657): Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale ad eccezione della breve deviazione che dalla Sella Roccolo della Brosa conduce sulla Cima della Selva. Dislivello assoluto: m 631. Acqua sul percorso: assente. Accesso alla partenza: La partenza avviene poco a monte della frazione di Vesio. Chi proviene da nord può raggiungere Vesio da Limone sul Garda su comoda provinciale. Arrivando da sud si segue la Gardesana Occidentale superando Salò, Gardone Riviera, Toscolano Maderno, Gargnano e Campione sul Garda. Un paio di km dopo il bivio per Campione si raggiunge la deviazione, a sinistra, per Pieve di Tremosine. La strada risale spettacolarmente la stretta Forra di Brasa sino all’altopiano ove è posto il paese di Pieve. Volgiamo a destra con la provinciale che da Pieve raggiunge senza difficoltà la frazione di Vesio. Sia che si provenga da nord o da sud, una volta raggiunto il paese di Vesio si sale verso l’alveo del Lago di Bondo quindi si volge a destra tra i prati raggiungendo in poche centinaia di metri un ampio parcheggio dove lasciare l’auto. Subito oltre di separa, sulla sinistra, un’evidente sterrata: è la vecchia strada militare Angelini che percorreremo nella prima parte di cammino. Descrizione del percorso: Seguiamo l’ampia Strada militare Angelini che si sviluppa verso sinistra in debole salita alla base di alcune pareti rocciose. In breve raggiungiamo l’ampio Piazzale Angelini (m 700) con annesso sacrario che può essere risalito con una breve scalinata. Il nostro percorso procede lungo la strada bianca che con una serie di tornanti rimonta più ripidamente il versante occidentale della Dalvra Alta. In coincidenza di un tornante verso sinistra la vista si apre grandiosa sulla piana che ospita il paese di Vesio nonché su un piccolo lembo del Lago di Garda. In direzione opposta notiamo la piramide per lo più rocciosa del Corno della Marogna, una delle cime più alte nell’ambito del Parco dell’Alto Garda Bresciano. Procediamo in progressiva salita sino ad un ulteriore tornante verso sinistra in coincidenza del quale notiamo separarsi il bel sentierino segnalato dal cartello con indicazioni per la Croce Dalvra data a 10 minuti di distanza e la località Fornaci a 50 minuti di cammino. Abbandoniamo pertanto il proseguo della carrareccia militare per muovere sul sentiero quasi pianeggiante che si sviluppa nella densa ed ombrosa pineta. Una breve galleria artificiale permette di superare uno sperone roccioso affiorante. Poco oltre siamo al bivio con indicato a sinistra il sentiero per la località Fornaci. Per il momento ignoriamo la segnalazione procedendo in piano con il panorama che si apre in direzione della parte centrale del Lago di Garda. In breve guadagniamo il magnifico pianoro sommitale della Dalvra Bassa (m 919 – ore 1 dalla partenza). Si tratta di una posizione panoramica eccellente. Alle spalle dominiamo il piccolo altipiano che ospita Vesio oltre ad osservare, molto ravvicinata, la vetta boscosa della Dalvra Alta. Verso sud, al di là dell’inconfondibile cupola del Monte Cas, notiamo l’estremità meridionale del Lago di Garda con visibile, nei giorni tersi, l’istmo di Sirmione. Nelle giornate più limpide chiude l’orizzonte la lunga catena appenninica tosco-emiliana, spesso coperta di neve sino a primavera inoltrata. Tornando nelle immediate vicinanze notiamo la parte centrale della catena del Monte Baldo mentre a nordest non fatichiamo nel riconoscere Monte Stivo e il più basso Monte Biaena. Dopo una meritata sosta torniamo per qualche minuto sui nostri passi sino al bivio segnalato, a destra, per località Fornaci. Seguiamo questa possibilità con la traccia che resta nettamente sotto crinale traversando sul lato che guarda il Lago di Garda. Il sentiero confluisce nel segnavia 213 che, seguìto verso destra, porterebbe in discesa alla località Fornaci. Nel nostro caso volgiamo a sinistra con cartello indicante “Bocca Sospiri”. Il percorso diviene a tratti ripido ma ben marcato; in coincidenza di un tornante verso sinistra la vista si apre alle spalle in una splendida visione del Lago di Garda dominato in sequenza dal Monte Altissimo di Nago, dalla Colma di Malcesine e dalla parte centrale del Monte Baldo culminante nella Cima Valdritta. Nel proseguo godiamo di un ulteriore colpo d’occhio sulla prospiciente Cima Sospiri e dall’alto sul paese di Limone sul Garda, mentre più distanti notiamo le pareti rocciose del Monte Carone e sullo sfondo il Bondone e Monte Stivo. Il sentiero raggiunge la marcata Bocca Sospiri (m 999 – ore 0,40 dalla Dalvra Bassa – ore 1,40 complessive) dove chi lo desidera può interrompere l’escursione calando nell’altro versante sino a raggiungere, 5 minuti più in basso, la Strada militare Angelini che percorsa verso sinistra riporterebbe alla partenza. Nel nostro caso raggiunta la Bocca Sospiri manteniamo il sentiero segnato godendo degli ultimi scorci sul Lago di Garda, passiamo infatti nel versante rivolto verso la Val di Bondo. In moderata salita restiamo nel folto del bosco raggiungendo un nuovo bivio segnato: volgiamo a destra con cartello indicante “Degà” . Manteniamo questo tracciato in falsopiano per non più di 2 minuti: poco oltre troviamo infatti, sulla sinistra, il sentiero per Cima Sospiri. Purtroppo non è presente alcun cartello indicatore. Si osserva tuttavia un evidente sentiero che si separa rettilineo in sensibile salita con un segnavia in vernice su un albero a lato del tracciato ad eliminare ogni ambiguità. Il sentiero, indicato erroneamente come difficile in alcune cartine sul mercato, non presenta alcun problema. Dopo un primo tratto lineare segue una lunga sequenza di tornanti nel folto del bosco che permettono di guadagnare quota sino a guadagnare il punto più alto (m 1266 – ore 0,45 dalla Bocca Sospiri – ore 2,25 complessive). La densa alberatura caratterizza l’intero settore sommitale tuttavia, raggiunto il punto più elevato, è sufficiente proseguire oltre per pochi metri al fine di raggiungere una provvidenziale schiarita nell’alberatura. Il paesaggio concede, ancora una volta, un interessante scorcio sul settore centrale e settentrionale del Lago di Garda; da rilevare inoltre la vista ravvicinata della calotta sommitale della Cima della Selva, elevazione che raggiungeremo successivamente. Ritorniamo sui nostri passi calando sino all’innesto sul sentiero che a sinistra procede verso Degà e a destra verso la Strada militare Angelini. Scegliamo quest’ultima possibilità ignorando dopo un paio di minuti il sentiero sulla sinistra usato precedentemente per salire dalla Bocca Sospiri. Procediamo sino a raggiungere la Strada militare che possiamo ora seguire verso destra in debole salita. Nel proseguo guadagniamo un’importante biforcazione (m 1073). Sulla destra, in parte chiusa da una sbarra di ferro e con un vecchissimo cartello indicante la Cima della Selva, si separa un’ampia carrareccia a fondo ghiaioso; scavalcata la sbarra ne seguiamo i tornanti guadagnando quota sino a raggiungere il crinale in coincidenza della Sella Roccolo della Brosa (m 1230). E’ ora possibile in breve tempo raggiungere due cime posizionate rispettivamente a destra e a sinistra della sella. Partiamo dal lato destro salendo sulla Cima della Selva. Il percorso non è segnato la traccia è tuttavia abbastanza evidente. Le uniche difficoltà di orientamento sono proprio in coincidenza della Sella: è infatti presente una traccia, probabilmente ciò che resta di una vecchia trincea, che svia dal sentiero vero e proprio traversando a destra della linea di cresta. La via di salita ricalca invece il crinale per poi scostarsene lievemente a sinistra e quindi sul lato che guarda il Lago di Garda. Si prosegue attraverso una rampa erbosa estremamente ripida ma breve e non esposta che permette l’accesso diretto al punto più alto (m 1278 – ore 0,10 dalla Sella Roccolo della Brosa – ore 3,30 dalla partenza). Il paesaggio appare grandioso, spalancato su un ampio tratto del Lago di Garda sino a scorgere a sud il promontorio di Sirmione. Notevole la vista sull’intera catena del Monte Baldo, sui monti Altissimo di Nago, Biaena, Stivo e sul più distante Monte Bondone. Sempre verso settentrione spicca il Monte Carone e subito prospiciente il Corno Nero parzialmente occultato dalla Punta della Brosa che saliremo successivamente. Verso ovest il paesaggio è dominato dal Corno della Marogna e a sudovest dalle possenti pendici del Monte Caplone. Rientriamo a ritroso alla Sella Roccolo della Brosa. Passiamo ora all’ultima cima dell’escursione: si tratta della Punta della Brosa che raggiungiamo seguendo inizialmente il sentiero con indicazioni per il Corno Nero. In una decina di minuti dal valico, traversando a destra della linea di crinale, passiamo circa 15 – 20 metri al di sotto della cima caratterizzata da una curiosa antenna metallica. Per guadagnare il punto più alto lasciamo il tracciato segnato per rimontare a sinistra il ripidissimo pendio erboso senza via obbligata. In breve raggiungiamo il punto più alto (m 1288 – ore 4 dalla partenza). Al pari della precedente Cima della Selva la vista appare grandiosa grazie al fatto che anche in questo caso la sommità è del tutto libera da alberatura. Rispetto alla precedente cima appare migliore la vista del vicinissimo Corno Nero in quanto libera da ostacoli. Verso occidente un occhio attento noterà, tra il Corno della Marogna e il Monte Caplone, la sommità del Monte Tremalzo mentre verso sud osserviamo la coppia Cima della Selva – Cima Sospiri entrambe salite nel corso dell’escursione. Il rientro avviene a ritroso transitando dapprima per la Sella Roccolo della Brosa per poi calare sulla carrareccia a fondo naturale che riporta sulla Strada militare Angelini. Percorsa verso sinistra la strada riconduce lungamente alla partenza evitando le vette precedentemente salite. In ultimo rientriamo al parcheggio presso Vesio per un totale di circa 6 ore di cammino. Cenni sulla flora:
Da rilevare la presenza di un’interessante flora che comprende la bella Violaciocca alpina (Matthiola fruticulosa) osservabile nelle rocce a lato della Strada militare Angelini nel primissimo tratto compreso tra Vesio e il Piazzale Angelini. Tra gli endemismi osservabili ricordiamo la splendida Primula meravigliosa (Primula spectabilis), con areale esteso dalla Val Camonica sino ai monti del Grappa e caratterizzata da un’appariscente corolla con petali tra il rosso e il violetto. Nelle rupi possiamo osservare i fiori bianchi della Potentilla caulescente (Potentilla caulescens) mentre nel sottobosco calcareo e nei prati fiorisce, nell’ultima parte dell’inverno, la splendida Rosa di Natale (Helleborus niger). Ad inizio primavera sono moltissime le fioriture che si avvicendano tra cui ricordiamo i cuscinetto rosati dell’Erica carnea (Erica carnea), il Bosso strisciante (Polygala chamaebuxus) e la Vedovella alpina (Globularia nudicaulis).
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