Cinghio Sermidiano - Spigolino

CINGHIO SERMIDIANO (m 1630)

 SPIGOLINO (m 1827)

Normalmente lo Spigolino è una montagna che viene raggiunta e superata traversando lungo il crinale, giungendo dal Passo della Croce Arcana oppure dal lago Scaffaiolo. La via di salita che andiamo a proporvi è meno battuta e diretta, eppure permette un’escursione in un ambiente più appartato e solitario, di maggiore interesse naturalistico. Da notare che si raggiunge lo spartiacque principale dapprima portandosi sulla sinistra orografica della Val di Gorgo, quindi salendo sino all’esile crinaletto della Riva che divide la Valle del Dardagna ad est dalla Valle del Torrente Fellicarolo a ovest. Rimontiamo poi, verso meridione, il filo di cresta guadagnando la rocciosa sommità del Cinghio Sermidiano. Si prosegue in ambiente prativo d’altitudine e con un’ultima impennata si conquista la cima dello Spigolino, importante elevazione posta sul confine tra Emilia e Toscana. Un’escursione molto consigliabile, che impegna per mezza giornata, ma che può facilmente essere allungata a piacimento con l’aggiunta di una o più cime posizionate lungo il filo di cresta (vedi note sotto). Un percorso percorribile di solito tra maggio e novembre (innevamento talvolta persistente sino a stagione molto avanzata) con particolare annotazione per la tarda primavera, quando i fiori coloreranno e rallegreranno la vostra ascensione.

Dati tecnici:

Dalla Baita del Sole (circa m 1500): Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 331; il dislivello realmente coperto è superiore per i numerosi saliscendi. Acqua sul percorso: abbondante fonte presso la partenza (Fonte Polla); da notare che i numerosi rifugi presso la partenza sono aperti durante la stagione sciistica mentre in estate sono normalmente chiusi!

Accesso alla partenza:

Provenendo da Bologna si risale la statale Porrettana passando per Sasso Marconi, Marzabotto, Vergato e Riola. Presso Silla la deviazione segnalata indica a destra la provinciale per Lizzano in Belvedere. Provenendo da Pistoia si segue la statale Porrettana passando per Porretta Terme sino a raggiungere Silla e volgendo infine a sinistra per Lizzano. Tre chilometri oltre Lizzano, nella piccola frazione di Villaggio Europa, troviamo l’ulteriore bivio a sinistra che conduce a Vidiciatico, La Cà e infine a Madonna dell’Acero, in pratica l’ultima frazione prima di portarci nel settore dell’alto Appennino subito sotto il crinale principale tosco emiliano. Oltre il paese procediamo per un paio di chilometri sino al lago del Cavone (m 1415); la strada supera lo specchio d’acqua e risale in breve sino al suo termine presso la Baita del Sole – Ristorante del Cardinale in coincidenza del Capo Scuola per gli sciatori. In estate i rifugi sono chiusi e abbondano le possibilità di parcheggio.

Descrizione dell’itinerario:

L’itinerario ha inizio presso la Baita del Sole; la superiamo tra i prati (campi di sci) trovando dietro di essa, sulla destra, i cartelli che segnalano il sentiero per i laghi Scaffaiolo e Pratignano. Seguiamo il tracciato in questa prima parte su ampia sterrata che traversa con scarsi dislivelli: notiamo già, davanti a noi, qualche scorcio in direzione del crinale che dallo Spigolino digrada nei monti della Riva. Poco oltre entriamo nel folto della faggeta; procediamo verso ovest quindi raggiungiamo un pronunciato tornante della sterrata che volge bruscamente a sinistra divenendo sensibilmente ripida. Il percorso si assottiglia e diviene un buon sentiero mentre i faggi lasciano posto ad una piccola abetaia. Di fronte a noi notiamo il bosco divenire più rado e possiamo già scorgere, non distante, il crinale appenninico. Subito oltre siamo all’aperto: la prateria d’altitudine sostituisce il bosco e raggiungiamo un importante bivio. Lasciamo il tracciato per il Lago Scaffaiolo volgendo a destra su sentierino in direzione del Passo del Lupo (cartelli segnaletici appesi ad un abete). Il tratto che segue è particolarmente suggestivo: procediamo tra i prati, in facile saliscendi, andando a scavalcare un bel torrente d’acqua limpida. Siamo nella cosiddetta Val di Gorgo dominata a sud e a occidente dalle cime appenniniche. Il percorso obliqua a destra portandosi al limite tra il bosco e la zona prativa in un settore dove abbondano le piante di mirtillo. Subito oltre siamo di nuovo nella faggeta con percorso che perde per un breve tratto quota andando a scavalcare un altro fosso con torrente. Risaliamo la costa opposta entrando nel folto del bosco su comodo fondo terroso. Con pendenza moderata saliamo lungamente sino a guadagnare il soprastante crinale in coincidenza di una marcata selletta; pochi metri prima d’essa si stacca a sinistra il nostro itinerario, segnalato da un cartello posto a terra ben visibile solo arrivando dalla direzione opposta. Consigliamo comunque una breve digressione sino alla sella dalla quale, in pochi minuti, si può volgere a destra sul sentiero di crinale, con ampie vedute verso lo spartiacque principale, portandosi così al Passo del Lupo (m 1496 – ore 0,50 dalla partenza). Notiamo la presenza di un antico pilastro confinario in pietra arenaria; il crinale dei monti della Riva era infatti, fino all’unità d’Italia, il confine di stato tra il Ducato di Modena e lo Stato della Chiesa. Lungo i crinali della zona non è raro imbattersi in queste antiche pietre cilindriche, mute testimoni delle divisioni politiche che caratterizzarono il medioevo nel nostro paese.

Torniamo comunque a ritroso sino alla selletta e quindi al bivio che permette di salire, nel bosco, subito a sinistra del crinale (segnavia 401). E’ questa una frazione particolarmente ripida del nostro itinerario: rimontiamo faticosamente il pendio sino ad uscire improvvisamente dalla faggeta raggiungendo la cima rocciosa del Cinghio Sermidiano (m 1630 – 1,15 ore dalla partenza). Il panorama dalla cima è ampio e avvincente. Ad oriente abbiamo l’inconfondibile sagoma del Corno alle Scale; i suoi pendii appaiono purtroppo irrimediabilmente rovinati dagli impianti di sci e dalle relative piste. Volgendo verso sudest notiamo l’ampio dorso del monte Cornaccio e il profilo acuminato del Cupolino, mentre a sud svetta il monte Spigolino che raggiungeremo nel proseguo dell’escursione. Verso occidente lo sguardo è attratto dal profilo piramidale del monte Cimone, che con i suoi 2165 metri è la massima elevazione dell’Emilia e dell’intero Appennino Settentrionale.

Riprende il nostro cammino verso meridione scendendo dalla sommità del Cinghio Sermidiano e affrontando un breve dirupato tratto di cresta: a sinistra abbiamo il bosco che lambisce la linea di crinale, a destra cala invece una scarpata detritica libera dall’alberatura. Uno sguardo alle spalle permette di apprezzare l’inconfondibile cocuzzolo roccioso del Cinghio Sermidiano: è una visione insolita in un panorama appenninico che raramente presenta affioramenti rocciosi. Poco oltre siamo ad un bivio: il sentiero a sinistra (segnavia 401 – vecchio cartello di legno) cala nella testata della Val di Gorgo, la nostra pista (segnavia 411) prosegue invece arrampicandosi sul pendio prativo di fronte a noi. Saliamo su fondo morbido ed erboso quindi traversiamo a sinistra aggirando in questo tratto il crinale che si eleva alla nostra destra in un tozzo cupolone quotato sulle cartine 1688 metri. Si allarga il panorama all’ampio settore di crinale compreso tra il Corno alle Scale e lo Spigolino passando per il Cornaccio e il Cupolino. Il percorso volge nuovamente verso destra riportandosi sul crinale; lo raggiungiamo in coincidenza di una selletta dalla quale la sagoma del soprastante Spigolino desta soggezione per via della sua enorme mole; osserviamo inoltre, verso occidente, l’inconfondibile profilo del monte Libro Aperto.

Siamo ora attesi dall’ultima ripida salita dell’escursione: il percorso rimonta, in forte pendenza, il crinale che conduce in vetta allo Spigolino. Il percorso è già ben visibile e segue fedelmente la cresta nord della montagna senza comunque che si debbano affrontare particolari difficoltà. Si amplia progressivamente la vista sia a destra, dove al di là dei ripetitori del passo della Croce Arcana andiamo a scorgere le cime dell’abetonese, sia a sinistra con il Corno alle Scale e, in primo piano, il Cupolino (è visibile anche il Rifugio Duca Degli Abruzzi). L’ultimo tratto dell’ascensione è il più ripido e faticoso: i paletti segnavia indicano l’ultima frazione su fondo detritico sconnesso che concede infine l’accesso al punto più elevato (m 1827 - ore 0,45 dal Cinghio Sermidiano - ore 2 dalla partenza). Dalla cima ampio panorama ovviamente anche sul versante toscano, siamo infatti sullo spartiacque principale dell’Appennino Settentrionale. La particolare angolazione permette inoltre di scorgere, ai piedi del non distante Cupolino, le acque del lago Scaffaiolo.

Rientro a valle

Oltre al rientro a ritroso sono possibili numerose altre soluzioni per ritornare alla partenza godendo di nuovi ampi panorami. Ne suggeriamo di seguito due.

Prima possibilità:

Si torna per un tratto a ritroso: seguiamo l’affilata cresta nord dello Spigolino, aggiriamo a destra l’ampio dosso erboso quotato 1688 metri e raggiungiamo la selletta che precede la breve risalita sulle rocce del Cinghio Sermidiano. Abbandoniamo a questo punto il segnavia 411 che procede sul crinale dei monti della Riva per volgere a destra sul sentiero 401 (cartello in legno con indicazione per la Val di Gorgo). Il sentiero traversa inizialmente in piano, dapprima tra i prati quindi nell’abetaia, mantenendosi un centinaio di metri al di sotto della vetta del Cinghio Sermidiano. Volgiamo verso sudest con panorama sullo Spigolino. Il sentiero esce definitivamente dal bosco entrando nell’ampia testata prativa della Val di Gorgo; cominciamo a perdere quota tra la prateria obliquando a sinistra con bella visione, di fronte a noi, del Corno alle Scale. Scendiamo moderatamente solcando ampi settori dove abbondano le piante di mirtillo. Arriviamo a guadare un bel torrente d’acqua limpida quindi risaliamo brevemente la costa opposta sino al bivio indicato da cartelli. A destra si sale al Lago Scaffaiolo mentre noi scegliamo la sinistra. Caliamo brevemente sino a riportarci sul sentiero utilizzato all’andata: a sinistra si sale al Passo del Lupo mentre a destra si rientra alla partenza ricalcando a ritroso il sentiero usato in salita. In breve siamo nuovamente alla Baita del Sole (circa m 1500 – ore 1,30 dalla vetta dello Spigolino – ore 3,30 complessive)

Seconda possibilità: (non evidenziata nella cartina sottostante)

Dalla vetta dello Spigolino si segue verso oriente il crinale principale (segnavia 00) che cala dapprima al pronunciato Passo della Calanca (m 1737) per poi risalire al Lago Scaffaiolo (m 1775) presso le cui sponde sorge il Rifugio Duca degli Abruzzi (m 1800). Si scende a questo punto a valle seguendo l’ampia gipponabile di servizio al rifugio (chiusa al traffico turistico). Raggiunte le sottostanti Malghe Baggioledo (m 1620) si procede oltre la briglia semicircolare per passare su ampia carrareccia. In meno di un’ora dal Lago Scaffaiolo raggiungiamo la provinciale asfaltata presso lo Chalet (m 1500). In breve, seguendo la strada verso sinistra, siamo alla partenza presso la Baita del Sole (ore 1,30 dalla cima dello Spigolino).

Note:

Se l’escursione dovesse apparire troppo breve è facile allungarla a piacimento aggiungendo altre cime poste lungo il crinale principale. Dalla vetta dello Spigolino, camminando verso est, possono essere aggiunte agevolmente le vette del Cupolino (m 1853), Cornaccio (m 1881) e infine il Corno alle Scale (m 1945). Sono tutte quante elevazioni del crinale principale dell’Appennino Settentrionale ad eccezione del Corno alle Scale, la più alta e importante, che risulta spostato leggermente a nord della linea spartiacque. 

Cenni sulla flora:

A maggio, con il disgelo, l’ascensione al Cinghio Sermidiano e allo Spigolino offre una splendida varietà di fiori a rallegrare il cammino. Nella prima parte, dalla partenza al Passo del Lupo è facile osservare, nelle praterie d’altitudine, Croco (Crocus vernus), Farfaro (Tussilago farfara), Scilla bifoglia (Scilla bifolia), Anemone bianca (Anemone nemorosa), Viola con sperone (Viola calcarata), Calta (Caltha palustris) lungo i torrenti e nelle zone umide o acquitrinose, Valeriana trifogliata (Valeriana tripteris) e Orchidea maculata (Dactylorhiza maculata). Raggiunto il crinale che dal Passo del Lupo conduce allo Spigolino possiamo osservare altre specie tipiche di quest’altitudine. Proprio in coincidenza della vetta del Cinghio Sermidiano troviamo, tra le bancate rocciose che ne caratterizzano il piccolo cocuzzolo sommitale, un bellissimo endemismo apuano – nord appenninico; si tratta della Vedovella delle Apuane (Globularia incanescens) dagli inconfondibili capolini globosi di colore celeste. E’ una pianta dotata di una sorprendente versatilità: nelle Alpi Apuane è piuttosto diffusa e scende fin quasi al mare nella zona di Massa e nel promontorio di Monte Marcello. Nell’Appennino Tosco Emiliano è invece una pianta d’altitudine che predilige i settori di crinale insediandosi tra le fasce rocciose come nel caso del Cinghio Sermidiano. Presso la vetta notiamo altre piante tipiche di questi settori: Arenaria di Bertoloni (Arenaria bertolonii), Arabetta alpina (Arabis alpina), Sassifraga alpina (Saxifraga paniculata) con le sue caratteristiche rosette di foglie carnose e Doronico di colonna (Doronicum columnae) con i suoi appariscenti gruppi di fiori gialli osservabili anche da considerevole distanza.  Lungo il crinale compreso tra il Cinghio Sermidiano e lo Spigolino osserviamo due tipi di genziana: Genziana di Koch (Gentiana acaulis) e Genzianella (Gentiana verna), entrambe con corolle di colore blu intenso. Sono inoltre presenti la splendida Orchidea sambucina (Dactylorhiza sambucina) nelle due varianti di colore giallo oppure rosso porpora, il Geo montano (Geum montanum) e la piccola Bugola (Ajuga reptans).

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