Cime Bianche di Telves

CIME BIANCHE DI TELVES  (TELFER WEIßEN - m 2588)

Una lunga dorsale montuosa divide la Val Ridanna dalla Val di Fleres. Spostandosi verso oriente l’ultima elevazione rilevante è Monte Cavallo preceduto dalle più elevate ed appariscenti Cime Bianche di Telves. Mentre Monte Cavallo è risalito, fin quasi in cima, dagli impianti di risalita permettendone il raggiungimento senza troppa gloria, ben diversa è invece l’ascensione alle Cime Bianche. Il sentiero è nettamente più lungo ma anche molto più ricco di spunti d’interesse. Incredibile come in rete non si trovi praticamente nulla di una montagna così spiccata e dalla salita senza dubbio rimunerativa. Da sottolineare la presenza, quasi in vetta, di una frazione attrezzata piuttosto esposta comunque adatta ad un escursionista con esperienza; chi ha timore dovrà accontentarsi di raggiungere l’anticima oppure si potrà procurare imbragatura, caschetto e moschettoni per assicurarsi agli infissi comunque presenti. Da rilevare l’affioramento, piuttosto inusuale nella zona, di rocce calcaree poste proprio in coincidenza della vetta. In conclusione un’avventura adatta al periodo estivo, percorribile in un solo giorno sfruttando la funicolare.

L’escursione in breve:

Stazione a monte della funivia di Monte Cavallo (m 1870) – Kuhalm (m 1897) – Ochsenscharte (m 2168) – anticima (m 2566) – Cime Bianche di Telves (Telfer Weißen – m 2588).

Dati tecnici:

Partenza dalla stazione a monte della funivia di Monte Cavallo (m 1870): Difficoltà: EEA (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 718. Acqua sul percorso: due fonti prima della Kuhalm; una terza fonte, con lavatoio, nella salita all’Ochsenscharte.

Accesso alla partenza:

Usando l’autostrada A22 si esce a Vipiteno quindi si prosegue sulla SS12 in direzione Brennero. Appena usciti dal paese di Vipiteno si trova, a sinistra della strada, la stazione a valle della funivia di Monte Cavallo. Abbandoniamo l’automezzo per utilizzare la funicolare e guadagnare la stazione a monte della stessa (informarsi preventivamente sui giorni e gli orari di apertura).

Descrizione del percorso:

Dalla stazione a monte della funivia (m 1870) si volge a sinistra seguendo il bel sentiero che si articola, quasi piano, nel bosco di conifere (segnavia 23). Da notare alcuni splendidi scorci sulla sottostante Val d’Isarco. Nel nostro caso abbiamo percorso questo itinerario in un giorno in cui giaceva sul fondovalle un compatto mare di nebbia offrendo un panorama di rara suggestione. Dopo nemmeno 15 minuti di cammino guadagniamo una bella apertura prativa nella quale è presente un capanno in legno. Tralasciamo il sentiero che, in coincidenza della costruzione, cala a sinistra mantenendo invece la facile mulattiera che alterna frazioni erbose con altre nel bosco rado. In debole salita aggiriamo le pendici del Monte Cavallo portandoci sui pascoli che ne rivestono il versante meridionale. Da notare l’ottimo scorcio sulla Val Ridanna mentre di fronte a noi osserviamo, per la prima volta, le Cime Bianche di Telves. In breve, in ambiente ampio e prativo, confluiamo in un’ampia sterrata. La seguiamo verso sinistra proseguendo in un lungo quanto comodo traverso.

Da rilevare la presenza, a destra del tracciato, di una bella fonte con lavatoio in legno. Si prosegue sino a portarsi a breve distanza dalla Kuhalm. Poco prima della costruzione troviamo il bivio a destra che ci porterà in vetta (ore 0,50 dalla partenza). Abbandoniamo pertanto la sterrata per seguire il ripido sentiero con cartelli in legno indicanti il valico Ochsenscharte a 50 minuti e la cima a ore 2,10 di marcia. In sensibile salita rimontiamo il pendio su sentiero scavato nel manto erboso; soprattutto alle spalle godiamo di una veduta molto ampia sulla vallata nonché sulla sottostante Kuhalm, punto di ristoro gestito nella bella stagione che, in caso di necessità, può essere raggiunto con una breve digressione non obbligatoria. Nel proseguo torniamo ad osservare davanti a noi le Cime Bianche di Telves: inconfondibile il culmine caratterizzato, così come suggerito dal toponimo, da affioramenti di roccia calcarea di colore chiaro.

Il percorso si fa estremamente ripido per quanto ben tracciato nel prato. Da rilevare come questa frazione sia del tutto rivolta al sole di mezzogiorno risultando, nei giorni estivi, molto faticosa per il caldo intenso nonostante la quota non irrilevante. Un ultimo sforzo concede l’accesso all’Ochsenscharte (m 2168 – ore 1,40 dalla partenza), marcato intaglio compreso tra il Monte Cavallo a destra e le Cime Bianche di Telves a sinistra. Da rilevare l’ampia visione della vallata che scende verso nordest in fondo alla quale è presente la Wallimingalm. Tralasciamo il sentiero che cala in questa direzione così come la traccia che, separandosi a destra, muove verso Monte Cavallo. Nel nostro caso volgiamo a sinistra, mantenendo ancora una volta il segnavia 23.

Rimontiamo l’esile crinale ascendente rimanendo poco a destra del suo bordo caratterizzato da una lunga staccionata di filo spinato. In coincidenza del filo di cresta ammiriamo a sinistra un ampio paesaggio sulla profonda Val Ridanna mentre a destra dominiamo l’ampia conca erbosa che accoglie il modesto Gruben Lacke. Tralasciamo il segnavia 24 che si separa in questa direzione mantenendo il percorso lungo lo spartiacque sino ad un modesto avvallamento occupato da una pozza d’acqua stagnante. Ancora una breve frazione quindi il sentiero abbandona il filo del crinale volgendo a destra per affrontare una lunga diagonale ascendente. Da rilevare come alle nostre spalle si stagliano, all’orizzonte, alcune cime delle Alpi Aurine.

Su fondo ben scavato nel manto erboso superiamo ancora una volta una recinzione quindi proseguiamo eseguendo un ampio semicerchio attorno alla sottostante conca occupata da una serie di piccole pozze e laghetti. Il prato comincia a lasciar posto ad alcuni affioramenti di roccia calcarea piuttosto inusuali per la zona a cui si aggiunge la vista, di fronte a noi, di una strapiombante rupe priva di vegetazione. Il sentiero prosegue cambiando direzione: volgiamo verso occidente in pendenza accentuata affrontando il pendio con una serie di tornantini. La quota ormai significativa concede un panorama sempre più ampio verso la Val d’Isarco, sulle propaggini dei Monti di Fundres e sull’estremità occidentale delle Alpi Aurine. Su fondo in parte detritico passiamo a sinistra della linea di cresta aggirando alcuni spuntoni rocciosi. In coincidenza di un intaglio del crinale ci affacciamo verso settentrione osservando la magnifica sagoma, dal sapore quasi dolomitico, del Tribulaun. Alternando brevi affioramenti rocciosi con frazioni erbose guadagniamo infine l’anticima delle Cime Bianche di Telves (m 2566 – ore 2,40 dalla partenza) a termine della frazione adatta a tutti gli escursionisti.

Osserviamo a breve distanza il punto culminante della montagna: per guadagnarlo si affrontano gli ultimi 20 minuti di tracciato su percorso attrezzato adatto a chiunque abbia un minimo di dimestichezza con vie ferrate di bassa difficoltà. Il tratto si articola in due sezioni: una prima ripida discesa in un profondo spacco verticale e una rapida risalita sino al punto più alto. Come anticipato caliamo dapprima in un angusto camino attrezzato con fune metallica laterale. Il passaggio è, in un punto, piuttosto stretto e occorre fare attenzione a non incastrarsi con uno zaino troppo capiente. Gli appoggi non mancano grazie alla roccia ben articolata e in breve, persi una ventina di metri di dislivello, si esce alla base del caratteristico spacco. Si segue per qualche metro la cengetta che ne segue prestando attenzione all’esposizione a sinistra quindi afferriamo nuovamente la fune metallica per affrontare la seconda parte attrezzata che conduce direttamente al punto più alto. In ripida salita le attrezzature guidano attraverso l’unico punto debole della struttura sommitale: un canale detritico esposto perfettamente assicurato con le funi fisse. E’ un tratto che impegna per pochi minuti sino all’uscita sull’esile pianoro sommitale (m 2588 – ore 3 dalla partenza).

Notevole appare il panorama di vetta; si ripete la vista verso la Val d’Isarco e la Val Ridanna così come la visione di un ampio tratto delle Alpi Aurine osservandone la massima elevazione, il Gran Pilastro. Verso settentrione è sempre ben visibile il Tribulaun mentre ad ovest si ammirano le grandi cime ghiacciate delle Breonie di Levante come Cima Libera e Il Capro. Nell’immediato circondario spiccano le curiose guglie calcaree circostanti da cui deriva il nome al plurale di “Cime Bianche”. Il rientro avviene a ritroso prestando la massima attenzione all’esposto tratto sommitale. In totale l’escursione impegna per 5 ore complessive coprendo km 9,9 di percorso.

Cenni sulla flora:

L’intera zona delle Cime Bianche di Telves presenta una notevole ricchezza di specie floreali grazie all’ambiente selvaggio per lo più trascurato dagli escursionisti e soprattutto a causa del curioso incontro tra affioramenti di rocce calcaree con altri di natura silicea. Elenchiamo le principali specie osservate in occasione della nostra ascensione avvenuta verso la metà del mese di agosto.

1)      Iberidella alpina (Hornungia alpina)

2)      Sassifraga solcata (Saxifraga exarata)

3)      Sassifraga di Seguier (Saxifraga seguieri); endemismo alpico tipico dei valloncelli nivali endemico della zona alpina compresa tra la Valle d’Aosta e il Veneto. Presente con frequenza in Svizzera, è pianta più rara in Italia. Si può osservare immediatamente prima del culmine dell’anticima.

4)      Sassifraga setolosa (Saxifraga sedoides)

5)      Sassifraga verde azzurro (Saxifraga caesia)

6)      Sassifraga gialla (Saxifraga aizoides)

7)      Primula nana (Primula minima); magnifico endemismo delle Alpi Orientali dai petali rosati in fioritura nel mese di agosto.

8)  Minuartia sedoide (Minuartia sedoides)

9)      Camedrio alpino (Dryas octopetala)

10)   Acino alpino (Acinos alpinus)

11)   Astro alpino (Aster alpinus)

12)   Silene a cuscinetto (Silene acaulis)

13)   Campanula di monte (Campanula scheuchzeri)

14) Ormino dei Pirenei (Horminum pyrenaicum)

15)   Carlina segnatempo (Carlina acaulis)

16)   Cardo spinosissimo (Cirsium spinosissimum)

17)   Crepide dorata (Crepis aurea)

18)   Achillea moscata (Achillea moschata)

19)   Borracina verde scura (Sedum atratum)

20)   Piede di gatto (Antennaria dioica)

21)   Spillone alpino (Armeria alpina)

22)   Erba viperina comune (Echium vulgare)

23)   Prunella delle Alpi (Prunella grandiflora)

24)   Trifoglio bruno (Trifolium badium)

25) Brugo (Calluna vulgaris)

26)   Rododendro ferrugineo (Rhododendron ferrugineum)

27) Sassifraga alpina (Saxifraga paniculata)

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