Cima Tauffi - Lancino - Cervinara -  Libro Aperto

VISTA DEL PARADISO (m 1704)

I BALZONI (m 1752)

CIMA TAUFFI (m 1799)

MONTE LANCINO (m 1702)

MONTE CERVINARA (m 1776)

LIBRO APERTO (m 1937)

MONTE MAIORE (m 1561)   

Il lungo tratto di crinale compreso tra il Passo della Croce Arcana e il Passo dell’Abetone presenta caratteristiche di isolamento e solitudine con pochi eguali nell’ambito dell’Appennino Tosco Emiliano. Mentre gli escursionisti conoscono senz’altro i vicini Monte Cimone e Corno alle Scale pochi sono invece quelli che si cimentano in questa traversata lungo il filo dello spartiacque sia per la lunghezza del percorso che per gli scarsi punti d’appoggio. L’ambiente è impervio e selvaggio quanto affascinante con il percorso che segue pressoché fedelmente la linea di crinale. L’unica cima famosa che si tocca è il Monte Libro Aperto mentre il panorama che si apre alla vista nei giorni tersi è di grande vastità, esteso dall’arcipelago toscano a sudovest sino all’arco alpino verso settentrione. Consigliamo la scelta di una giornata stabile nei mesi compresi tra maggio e ottobre evitando di incamminarsi a primavera troppo anticipata per via del consistente innevamento. Un altro pericolo può essere dato dalle nebbie che spesso si formano lungo le creste e soprattutto il vento che nei giorni di burrasca raggiunge, sulle cime dell’Appennino Settentrionale, l’intensità di una violenta tempesta. Da notare che l’escursione, così come descritta, richiede necessariamente l’uso di due automobili dovendone lasciare una all’arrivo in coincidenza del Passo dell’Abetone. Avendo a disposizione un solo automezzo si consiglia di raggiungere il Monte Libro Aperto rientrando poi a ritroso sino a riprendere l’auto.

L’escursione in breve:

Passo di Croce Arcana (m 1675) – Vista del Paradiso (m 1704) – Colle di Piaggiacalda (m 1668) – I Balzoni (m 1752) – Colle Acquamarcia (m 1631) – Cima Tauffi (m 1799) – Passo della Morte – Monte Lancino (m 1702) – Cervinara (m 1776) – Libro Aperto (m 1937) – Foce Verginetta (m 1492) – Monte Maiori (m 1561) – Passo dell’Abetone (m 1388)

Dati tecnici:

Partenza dal Passo di Croce Arcana (m 1675): Difficoltà: E (Breve tratto EE in coincidenza del Passo della Morte) (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 306; il dislivello realmente coperto è molto superiore essendovi parecchi saliscendi. Acqua sul percorso: soltanto verso fine escursione, poco oltre il Monte Maiore, si individua un’abbondante fonte.

Accesso alla partenza:

Punto di partenza è il Passo della Croce Arcana (m 1675) il più alto valico rotabile dell’Appennino Settentrionale. Chi proviene dal versante emiliano sale al passo da Fanano per strada dapprima comoda che raggiunge e supera il paese di Ospitale procedendo più stretta sino al Rifugio Capanno Tassoni. Superata la struttura l’asfalto lascia spazio ad una sterrata a tratti in pessime condizioni che richiede attenzione e cautela sino ad accedere al valico (consigliabile un mezzo 4x4). Chi proviene dal versante toscano sale da Cutigliano alla Doganaccia con una strada stretta ma asfaltata lunga 12 km che transita per la frazione denominata Il Melo. Raggiunta la località Doganaccia bisogna forzatamente abbandonare l’automobile in quanto il proseguo della strada è chiuso al traffico. Si procede pertanto a piedi sino al Passo della Croce Arcana seguendo in alternativa il sentiero che permette in circa mezz’ora di guadagnare il valico.

P.S. Da notare che chi vuole evitare i 12 km di strada stretta può salire in località Doganaccia con la funivia che parte da Cutigliano (informarsi sui giorni e gli orari di apertura).

Descrizione del percorso:

Dal valico seguiamo verso occidente (a destra per chi sale dal versante emiliano, sinistra per chi sale dalla Toscana) il sentiero di crinale che manterremo per l’intera escursione contrassegnato dal segnavia 00 di displuviale. Una breve salita conduce alla prima modesta elevazione senza nome (m 1702) riconoscibile da un paletto posto proprio in vetta. Da rilevare il paesaggio aperto davanti a noi in direzione del Monte Libro Aperto e del Cimone, massima elevazione dell’Appennino Settentrionale. Alle spalle osserviamo, al di là dei deturpanti ripetitori posti presso il Passo di Croce Arcana, la piramide del Monte Spigolino e le sagome del Corno alle Scale e del Monte Nuda già in territorio bolognese. Procediamo, dopo un debole avvallamento, sino all’ampio dorso identificato dal toponimo Vista del Paradiso (m 1704 – ore 0,10 dalla partenza). Il sentiero procede su tratturo scavato nel prato d’altitudine assecondando un secondo avvallamento per poi salire in pochi metri sull’erboso culmine senza nome quotato m 1706. Osserviamo di fronte a noi la vetta dei Balzoni, nostra prossima meta, inconfondibile perché sulla destra, protesa in territorio emiliano, presenta un’anticima caratterizzata da un affioramento roccioso.

Per guadagnare la cima principale dobbiamo dapprima calare, tra comode ondulazioni erbose, sino al marcato Colle di Piaggiacalda (m 1668). Superata questa evidente sella di crinale l’esile sentierino riprende quota debordando nel versante toscano. La salita resta moderata e su fondo prativo nel complesso comodo sino a raggiungere l’ampia sommità dei Balzoni (m 1752 – ore 0,40 dalla partenza). Splendido il paesaggio con particolare riferimento al proseguo del crinale. Il sentiero riprende ora il filo dello spartiacque calando al Colle Acquamarcia (m 1631 – ore 0,55 dalla partenza – paletto con cartelli segnaletici). Si tratta addirittura del punto più basso del lungo settore di crinale compreso tra Porta Franca e l’Abetone. Trae il suo nome dai modesti specchi paludosi posti in prossimità del valico che tendono a prosciugarsi completamente con l’avanzare della stagione estiva.

Da questa sella l’itinerario assume caratteristiche d’alta montagna per la solitudine degli ambienti attraversati. Si sale ripidamente alla soprastante elevazione aggirando a destra le arenarie affioranti che caratterizzano la sommità. Procediamo lungo un crinale che diviene più stretto ed articolato affacciandosi sul dirupato salto che caratterizza il versante pistoiese. Assecondate alcune facili ondulazioni in piena cresta andiamo ora ad osservare la tozza sagoma di Cima Tauffi. Per guadagnarne il punto più alto perdiamo brevemente  quota sino al sottostante avvallamento di crinale per poi risalire la china erbosa che caratterizza il versante orientale della vetta. In breve, senza alcuna difficoltà, raggiungiamo il culmine della Cima Tauffi (m 1799 – ore 1,20 dalla partenza). Dal punto più alto possiamo osservare verso oriente il Passo della Croce Arcana dove la nostra avventura ha avuto inizio mentre verso ponente si sviluppa l’ardito crinale che conduce al Monte Libro Aperto. Più a destra è la grande piramide del Monte Cimone a dominare la scena.

Dalla sommità di Cima Tauffi il crinale scende scosceso e dirupato sulla sinistra; si aggira questo tratto col comodo sentiero a destra che in pochi minuti riguadagna, senza difficoltà, il crinale. Inevitabile è invece il passaggio successivo in ripida discesa per il Passo della Morte, 3 – 4 metri attraverso un’esile sella in esposizione su entrambi i versanti. Prestando tutte le attenzioni del caso superiamo questo che costituisce il punto più difficile dell’escursione, per proseguire poi su sentiero particolarmente stretto e ardito. Aggiriamo alcuni pinnacoli più erti tra cui il Monte Lancino (m 1702 – ore 1,45 dalla partenza). Subito oltre il sentiero si riduce a una strettissima striscia tra prateria e mirtilleti. Il crinale, particolarmente dirupato, presenta una spettacolare sequenza di piccoli picchi rocciosi senza nome pressappoco alti uguale (circa 1700 m). Ancora qualche facile roccetta e siamo alla sella che precede l’ultima salita dell’escursione: rimontiamo dapprima il rilievo di M.Cervinara (m 1776) per poi puntare direttamente alla vetta principale del Libro Aperto nota come Monte Rotondo (m 1937- 3 ore dalla partenza). Dalla cima osserviamo verso sudovest l’altra “pagina”, un po’ più bassa del Libro Aperto (Monte Belvedere - m 1896). Godiamo del panorama più vasto ed avvincente dell’escursione: osserviamo, verso settentrione, il lungo crinale che, passando per Monte Lagoni culmina nel Cimone. Nelle giornate limpide notiamo immediatamente a destra del Cimone, all’estremo orizzonte, un tratto delle Alpi Centrali. Volgendo a oriente possiamo osservare un lungo tratto dello spartiacque principale dell’Appennino Tosco Emiliano. Tra le principali cime spicca l’arrotondata cupola del Monte Cervinara quindi, allontanandosi verso est, Monte Lancino, Cima Tauffi, I Balzoni e infine la sagoma del Corno alle Scale. Alla sinistra del Corno alle Scale, spostata a nord del crinale, notiamo la cima di Monte Nuda. A occidente, al di là del crinale appenninico, spiccano le rocciose cime delle Alpi Apuane.

La nostra escursione procede calando alla sella che divide la due "pagine" del Libro Aperto (Selletta del Libro Aperto - m 1857) per poi proseguire in sensibile discesa tra la prateria, su percorso ora frequentato, sino alla Foce Verginetta (m 1492 – 4 ore dalla partenza) dove è presente, sulla sinistra, un piccolo rifugio. E’ questo un importante crocevia di numerosi sentieri: manteniamo il segnavia 00 penetrando finalmente nel bosco e bordeggiando nel folto della faggeta la cima interamente boscata di M. Maiori (m 1561). Poco oltre il sentiero diviene una comoda carrareccia: si transita presso un’abbondante fonte sino a raggiungere l’Abetone con l’omonimo passo. (ore 5,30 dalla partenza). Per rientrare al Passo di Croce Arcana è possibile scendere con mezzi pubblici o taxi dall’Abetone al paese di Cutigliano. Da qui, una funivia in 2 tronchi permette di raggiungere prima la Doganaccia, quindi il Passo della Croce Arcana dove la nostra escursione aveva avuto inizio.

N.B Per tutto il tracciato sono visibili, in coincidenza del crinale, le antiche pietre confinare in pietra serena che furono poste addirittura nel medioevo per segnare il confine tra il Granducato di Toscana e il Ducato di Modena.

Breve cenno sulla flora:

Sono moltissimi i motivi d’interesse di questa splendida escursione fra cui la grande ricchezza per quanto riguarda la flora; non è un caso se l’intera area è compresa nel Parco Regionale dell’Alto Appennino Modenese. Almeno tre entità sono particolarmente meritevoli di menzione:

1)       Rododendro ferrugineo (Rhododendron ferrugineum). Questo arbusto sempreverde, così comune sulle Alpi, è invece molto raro nell’Appennino Tosco Emiliano dove con tutta probabilità giunse all’epoca delle glaciazioni. Oggi è un “relitto glaciale” che sopravvive in pochissime stazioni della fascia culminale del reggiano e del modenese sempre a quote comprese tra i 1700 e i 2000 metri. Tra i più importanti areali di presenza ricordiamo quelli di Bocca di Scala, Alpe di Mommio, Monte Vecchio, Monte Prado, Alpe delle Tre Potenze e Libro Aperto. Sino ad un secolo fa era noto un ulteriore piccolo areale presso il Monte Spigolino, non distante dal Corno alle Scale. Oggi si ritiene estinta questa piccola stazione ragion per cui l’areale del Libro Aperto è stato ritenuto, per molto tempo, il più meridionale d’Europa. La scoperta nel 2004 di un ulteriore minuscolo areale nelle Alpi Apuane presso Fornovolasco, (ad una quota insolitamente bassa) ha ulteriormente spostato a sud il limite di presenza della specie. Questo nulla toglie all’importanza e alla rarità della specie in Emilia Romagna. Straordinario è lo spettacolo offerto nel periodo della fioritura dalle corolle purpuree della suddetta pianta. Per osservarne alcune piante occorre calare pochi metri al di sotto della cima del Libro Aperto in direzione nord: noterete diversi arbusti lungo la parete orientale della montagna. Le segnalazioni contenute in alcune vecchie pubblicazioni relative alla presenza della specie sul Monte Belvedere (“pagina” più bassa del Libro Aperto) sono da ritenersi errate: la specie è presente solo sul fianco orientale di Monte Rotondo (massima elevazione del Libro Aperto) e unicamente sul versante emiliano. Altri cespugli sono segnalati sulle pendici del Monte Donato, montagna dei dintorni non distante dal sentiero che dal Pizzo delle Stecche sale al Libro Aperto.

2)       Aquilegia alpina (Aquilegia alpina). Presente solo oltre i 1600 metri di quota è una pianta assai rara a livello mondiale con areale limitato alle Alpi Occidentali e all’Appennino Tosco Emiliano. In Emilia Romagna e Toscana limita la sia presenza alla fascia culminale di crinale a cui appartiene il Monte Libro Aperto.

3)       Erba cornacchia di Zanoni (Murbeckiella zanonii). E’ una specie endemica molto importante con centro di distribuzione nell’Appennino Tosco Romagnolo; l’areale di presenza della specie si estende comunque verso occidente sino al modenese e al reggiano. Lungo l’itinerario descritto è presente con sorprendente abbondanza presso il Colle Acquamarcia. In questa stazione la fioritura avviene normalmente nella prima parte del mese di giugno. 

Numerose sono le altre specie floreali, meno rare ma altrettanto pregevoli, osservabili lungo il percorso e in particolar modo nel settore sommitale del Libro Aperto. Citiamo le più importanti:

1)       Cariofillata montana (Geum montanum)

2)       Semprevivo ragnateloso (Sempervivum arachnoideum)

3)       Astro alpino (Aster alpinus)

4)       Anemone narcissino (Anemone narcissiflora)

5)       Sassifraga alpina (Saxifraga paniculata)

6)       Piede di gatto (Antennaria dioica)

7)       Botrichio (Botrychium lunaria)

8)       Carlina segnatempo (Carlina acaulis)

9)       Celoglosso (Coeloglossum viride)

10)   Genziana di Koch (Gentiana acaulis)

11)   Anemone alpino (Pulsatilla alpina)

12)   Mirtillo (Vaccinium myrtillus).

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