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CIMA DEL CACCIATORE (m 2071) MONTE LUSSARI (m 1789)
Una breve escursione di mezza giornata davvero meritevole da associarsi ad una visita alla bellissima frazione di Borgo Lussari, magnifico esempio di borgata sorta attorno ad un santuario risalente al XVI° secolo. Splendida la scelta di mantenere Borgo Lussari isolato dalla rete stradale: si accede alla frazione soltanto a piedi o in funivia; l’unica strada bianca è aperta unicamente ai residenti e agli autorizzati: questa scelta ha reso Borgo Lussari una magnifica oasi posta in un terrazzo naturale spalancato sulle principali cime delle Alpi Giulie. Rimarrete estasiati sin dalla partenza per la grandiosa vista in direzione dello Jôf di Montasio. La salita alla Cima del Cacciatore offre poi l’occasione per una visita piuttosto veloce ad una cima che varca comunque i 2000 metri permettendo senza fatica una bella escursione panoramica tra le rocce calcaree che caratterizzano il gruppo. L’escursione sarà apprezzata anche dagli amanti della botanica che potranno, senza troppa fatica, trovare diverse piante rare alcune delle quali endemiche dell’area. Per la salita, complice la quota e l’esposizione verso nord, suggeriamo il periodo compreso tra metà luglio e fine settembre, la neve tende infatti a permanere a lungo nel circo che si apre sotto la vetta e che viene risalito dal percorso descritto. Dati tecnici: Partenza da Borgo Lussari (m 1760): Difficoltà: EEA – Per gran parte E, solamente gli ultimi 10 minuti prevedono la risalita di un canalino attrezzato che richiede assenza di vertigini e che permette l’accesso alla cresta sommitale (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 356. Acqua: assente ma con numerosi locali e ristoranti alla partenza (Borgo Lussari). Accesso: La presenza dell’autostrada A23 Udine – Tarvisio rende estremamente comodo l’accesso alla partenza. L’uscita migliore è Tarvisio Sud dalla quale si raggiunge in qualche minuto la frazione di Camporosso. Da Camporosso (m 805) una moderna funivia con una lunghezza di 3070 metri e un dislivello che sfiora i 1000 metri conduce direttamente alla stazione a monte (m 1760) presso Borgo Lussari. Descrizione del percorso: L’arrivo alla stazione a monte della telecabina apre ai nostri occhi il meraviglioso scenario del Borgo Lussari, sorto presso la cima dell’omonimo monte. Il panorama appare già di grande interesse: sullo sfondo, subito a sinistra del paese, spicca la grandiosa sagoma del Mangart mentre a destra notiamo le frastagliate rocce della Cima del Cacciatore obiettivo della nostra salita oltre alle spettacolari pareti dello Jôf di Montasio. Caliamo in pochi passi alla selletta sotto l’arrivo della cabinovia quindi risaliamo le caratteristiche viuzze cementate che si articolano nella borgata. Una breve deviazione a sinistra conduce in qualche minuto alla sommità del Monte Lussari (m 1789) appena più alto del paese. La Cima del Cacciatore appare di fronte a noi, quasi a portata di mano mentre la vista, oltre alle cime elencate prima, è completata ad occidente dalla piramide dello Jôf di Miezegnot, boscata fin quasi in vetta. L’itinerario prosegue ora in discesa uscendo dal Borgo Lussari su larga strada bianca che si sviluppa nel bosco di conifere: muoviamo verso la Cima del Cacciatore che permane di fronte a noi. Raggiungiamo in breve un’ampia sella con cappella votiva (m 1715) dove un cartello indicatore segnala la deviazione per la nostra cima (segnavia 613). Siamo nel punto più basso della nostra escursione: abbandoniamo la strada bianca chiusa al traffico per passare su sentiero nel lariceto. La pendenza resta moderata e la difficoltà si limita a qualche facile affioramento roccioso che interrompe la continuità del bosco. Dopo un breve tratto ripido traversiamo a sinistra lungo il dorso alberato con, di fronte a noi, le guglie calcaree della Croce del Poverello. Il sentiero obliqua decisamente verso destra tagliando un vasto ghiaione detritico. Gli amanti della botanica potranno effettuare una breve digressione lasciando il sentiero per rimontare le ghiaie fino alle rocce basali della Croce del Poverello: in agosto inoltrato fiorisce in queste pendici la rara ed endemica Campanula di Zoys (Campanula zoysii) dall’inconfondibile corolla cilindrica di colore azzurro. Superato il ghiaione risaliamo con una serie di stretti tornanti il pendio sassoso accedendo infine al terrazzo erboso posto al margine dell’ampia conca detritica aperta sotto la Cima del Cacciatore. Alle spalle apprezziamo la distanza coperta dal Monte Lussari. Il sentiero segnato prosegue in sensibile salita su pietraia permanendo alla destra dell’ampia conca innevata fino ad inizio estate. Superato il tratto in maggiore pendenza il percorso volge diagonalmente verso sinistra. Tra detriti e qualche pino mugo traversiamo su sentiero ora meno faticoso che decorre parallelamente alle guglie rocciose che ci sovrastano. In ultimo accostiamo le rocce a destra sino ad individuare lo stretto canalino roccioso, chiave manifesta per accedere alla cresta sommitale. Funi metalliche fisse guidano nell’erta rampa rocciosa dove si rende necessario piede fermo e assenza di vertigini. La prima frazione attrezzata sale ripida, per via diretta, all’interno dello spacco. La fune metallica volge poi a destra aggirando una spalla rocciosa al di là della quale si perde qualche metro di quota. Subito oltre riprende la salita per instabile canale franoso con la fune metallica posta sulle rocce a sinistra del colatoio. Senza ulteriori difficoltà accediamo al crinale dove terminano le attrezzature e dove si apre la vista verso le cime a meridione. Un’ultima breve frazione di sentiero rimonta verso destra le rocce sommitali sino ad accedere al punto più alto (m 2071 – ore 1,30 dalla partenza). Immenso e davvero sorprendente appare il panorama nonostante la quota tutt’altro che estrema. L’isolamento della Cima del Cacciatore ne fa un balcone panoramico a 360° aperto sulle principali cime delle Alpi Giulie poste in territorio italiano. In particolar modo lo Jôf di Montasio e lo Jôf Fuart appaiono nella loro interezza non essendovi l’interferenza di altre montagne a occultarli nemmeno parzialmente. A settentrione la vista a modo di estendersi ben oltre Monte Lussari raggiungendo lontane cime in territorio austriaco. Il rientro avviene a ritroso prestando particolare attenzione al tratto attrezzato sommitale. Da notare che il canalino assicurato con funi scarica acqua e detriti direttamente sul tratto di sentiero che precede la frazione attrezzata. Per questa ragione è particolarmente importante prestare attenzione a non smuovere pietre che potrebbero colpire gli escursionisti alla base del salto; l’instabilità del fondo non aiuta nell’operazione è quindi consigliata più che mai prudenza. Cenni sulla flora:
Di grande interesse la flora presente lungo il percorso con particolare riferimento alle piante tipiche dei calcari presenti sulle rocce della Cima del Cacciatore e della Croce del Poverello. Da annotare la presenza di alcune entità endemiche ad impreziosire ulteriormente la biodiversità del settore. Elenchiamo alcune tra le principali osservabili. Piante endemiche: 1) Campanula di Zoys (Campanula zoysii); l’endemismo per eccellenza delle Alpi Giulie con areale esteso al versante sloveno delle Alpi Giulie. E’ una tipica pianta dei detriti e soprattutto delle rocce calcaree dove spesso si insedia in posizioni strapiombanti. La singolarissima forma della corolla la rende del tutto inconfondibile. Nonostante le dimensioni contenute del fiore alcuni esemplari sono identificabili, con attenta ricerca, sulle pendici della Croce del Poverello come anticipato nella descrizione, nonchè sulle prominenze rocciose della Cima del Cacciatore nel tratto che precede la frazione attrezzata. La fioritura è di solito ritardata (agosto e talvolta settembre). 2) Rododendro nano (Rhodothamnus chamaecistus); inconfondibile per i suoi bellissimi fiori rosa, è una pianta tipica di rocce e ghiaioni calcarei ed è endemica del nordest, dalla Lombardia al Friuli. La fioritura è anticipata, di solito in giugno, luglio. 3) Rododendro irsuto (Rhododendron hirsutum). Tipica di rupi e macereti calcarei è una pianta endemica del nordest diffusa dalla Lombardia al Piemonte. Si riconosce agevolmente dal più comune Rhododendron ferrugineum per l’evidente pelosità che ne riveste le foglie. 4) Bonarota gialla (Paederota lutea), endemica del nordest (Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli) ama i ghiaioni e soprattutto le rocce calcaree anche strapiombanti. 5) Millefoglio di Clavena (Achillea clavenae). Tipica pianta di praterie, ghiaioni e pendii aridi su substrato calcareo. E’ un endemismo alpino – dinarico con areale esteso in Italia dalla Lombardia al Friuli. 6) Arabetta del Bohinj (Arabis vochinensis); diffusa su morene e prati sassosi è pianta subendemica del nordest e delle Alpi Dinariche. L’abbiamo osservata nel lariceto che precede il tratto di sentiero sotto la verticale della Croce del Poverello. Altre piante osservabili: 1) Primula orecchia d’orso (Primula auricula), tipica pianta dei calcari che predilige posizione esposte su rocce anche verticali. 2) Camedrio (Dryas octopetala); pianta tipica dei substrati calcarei che forma estesi tappeti striscianti con splendidi fiori dai petali bianchi. 3) Moehringia cigliata (Moehringia ciliata) 4) Genziana d'Esculapio (Gentiana asclepiadea) nel tratto boschivo tra la selletta quotata 1715 metri e la Croce del Poverello. 5) Genziana di Clusius (Gentiana clusii) 6) Linaiola d'Alpe (Linaria alpina) dalle splendide corolle bicolori (arancioni e violette). 7) Iberidella alpina (Hornungia alpina) 8) Potentilla lucida (Potentilla nitida) 9) Luparia (Aconitum lycoctonum) 10) Carlina segnatempo (Carlina acaulis) 11) Sassifraga incrostata (Saxifraga crustata) 12) Sassifraga gialla (Saxifraga aizoides) 13) Sassifraga alpina (Saxifraga paniculata) 14) Arabetta alpina (Arabis alpina) 15) Napello (Aconitum napellus) 16) Gipsofila strisciante (Gypsophyla repens) 17) Graminia di Parnasso (Parnassia palustris) 18) Orchidea delle zanzare (Gymnadenia conopsea) 19) Erba unta comune (Pinguicola vulgaris) 20) Genziana germanica (Gentiana germanica) 21) Genzianella (Gentiana verna) 22) Genziana sfrangiata (Gentianopsis ciliata) 23) Prunella delle Alpi (Prunella grandiflora) 24) Campanula barbata (Campanula barbata) 25) Silene alpestre (Heliosperma alpestre), tipica dei substrati calcarei soprattutto nelle Alpi Orientali.
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