Alpe delle Tre Potenze - Femmina Morta

ALPE DELLE TRE POTENZE (m 1940)

FEMMINA MORTA (m 1881) 

Nell’ambito dell’Appennino Tosco Emiliano è possibile, anche avendo meno di mezza giornata a disposizione, eseguire un itinerario in cresta in grado di donare panorami a perdita d’occhio. Nell’Abetonese ad agevolare tale opportunità vi è la presenza di parecchi impianti di risalita aperti non solo in inverno ma anche nella stagione calda permettendo un rapido accesso alle quote più alte. L’itinerario che segue permette, salendo in seggiovia presso il Passo di Annibale, un accesso non troppo faticoso all’Alpe delle Tre Potenze, massima cima del circondario. L’itinerario descritto, a forma di 8, permette inoltre una comoda visita al Lago Piatto, in assoluto uno dei più alti nell’ambito dell’Appennino Settentrionale. Risaliamo infine il Monte Femmina Morta, cima poco conosciuta e dal curioso toponimo che deriva dal suo profilo osservato a distanza che ricorderebbe il viso di una donna coricata. É bene ricordare che nonostante si tratti di un itinerario relativamente breve richiede ugualmente tempo stabile; il crinale dell’Appennino Tosco Emiliano è talvolta battuto da venti con l’intensità di una violenta tempesta. Consigliamo pertanto di salire in una giornata stabile nel periodo compreso tra giugno e settembre.

 L’escursione in breve:

Stazione a monte seggiovia (m 1807) – sella senza toponimo (m 1810) – Alpe delle Tre Potenze (m 1940) – Passo della Vecchia (Foce del Piatto - m 1775) – Lago Piatto (m 1823) – sentiero 00 – Femmina Morta (m 1881) – Foce a Giovo (m 1674) – Passo di Annibale (m 1797) – stazione a monte seggiovia Passo di Annibale (m 1807)

Partenza dalla stazione a monte della seggiovia per il Passo di Annibale (m 1807):

Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale tranne nella breve frazione iniziale che conduce alla sella compresa tra l’Alpe delle Tre Potenze e la Femmina Morta. Dislivello assoluto: m 266; dislivello realmente coperto in salita: m 372. Acqua sul percorso: una fonte presso la Foce a Giovo.

Accesso:

Chi proviene dalla Toscana raggiunge, con la SS 12, il Passo dell’Abetone quindi procede scendendo nel versante emiliano. Dopo circa 3 km, in località Faidello, abbandoniamo la statale volgendo a sinistra con indicazioni per la Val di Luce. La strada è cieca e la si percorre per 5 km circa fino al suo termine in coincidenza del quale troviamo due funivie solitamente aperte nel periodo estivo. A sinistra abbiamo la seggiovia quadriposto che sale al Monte Gomito mentre a destra abbiamo la seggiovia per il Passo di Annibale. Scegliamo quest’ultima possibilità raggiungendo la stazione a monte dell’impianto a 1807 metri dove ha inizio il nostro cammino. Consigliamo naturalmente di informarsi in anticipo su giorni e orari di apertura dell’impianto. Chi proviene da nord sale da Pievepelago in direzione del Passo Abetone con la SS 12. In questo caso non si raggiunge il valico. Si volge a destra in coincidenza di Faidello quindi la strada procede come indicato sopra.

Descrizione del percorso:

Sin dalla stazione a monte della seggiovia (m 1807) possiamo godere di un eccellente panorama. Guardando verso occidente osserviamo, a breve distanza, il Passo di Annibale mentre in direzione opposta notiamo il Monte Gomito con, alla sua sinistra, il Monte Cimone, massima cima dell’Appennino Tosco Emiliano. Verso settentrione si estende la Val di Luce. Il nostro cammino ha inizio muovendo verso oriente. Il sentiero 519 si sviluppa in direzione del Passo della Vecchia ma lo abbandoniamo subito. Sulla destra notiamo infatti una traccia non segnata ma evidente che, scavata nel prato, guadagna in breve salita il soprastante crinale principale in coincidenza di una selletta (m 1810). Ci troviamo in pieno spartiacque con il paesaggio che si estende sino alle lontane Alpi Apuane. Sulla destra abbiamo le pendici del Monte Femminamorta mentre a sinistra siamo sovrastati dall’Alpe delle Tre Potenze. Muoviamo in quest’ultima direzione con il sentiero che ricalca il filo del crinale caratterizzato da prateria d’alta quota.

Il tracciato guadagna rapidamente quota andando a dominare dall’alto la piccola conca che accoglie il Lago Piatto. Peccato per l’impianto di risalita invernale presente proprio tra noi e lo specchio d’acqua. Deturpa in modo palese l’ambiente: chiudiamo gli occhi e procediamo oltre. L’ascesa conduce ad un’anticima caratterizzata dall’affioramento di alcuni blocchi d’arenaria. Si amplia ulteriormente la vista verso occidente raggiungendo i monti Rondinaio e Giovo. Procediamo con l’ultimo tratto in moderata pendenza che permette l’accesso alla sommità dell’Alpe delle Tre Potenze (m 1940 – ore 0,25 dalla partenza). Si tratta di una delle cime più alte dell’abetonese e trae il suo nome dal fatto che in epoca medioevale costituiva il punto di congiunzione e separazione fra tre nazioni: il Ducato di Modena, il Granducato di Toscana e il Ducato di Lucca.

Il panorama di vetta è assai meritevole su entrambi i versanti. Verso sudovest si ripete la vista verso le Alpi Apuane mentre ad occidente la vista si allarga sino ad includere le cime dell’Appennino Reggiano. Ad oriente notiamo il crinale principale innalzarsi, al di là della depressione del Passo della Vecchia, nelle vette dei Denti della Vecchia, della Fariola e del Monte Gomito. Sono osservabili due laghi d’altitudine: abbiamo già citato il Lago Piatto dalle limpidissime acque al quale andiamo ad aggiungere il Lago Nero dalla caratteristica forma ad “U”. Il nostro cammino può ora proseguire in direzione del sottostante Passo della Vecchia. Il sentiero, scavato in modo evidente nella brughiera a mirtillo, cala restando poco a sinistra dell’evidente salto che caratterizza il versante orientale dell’Alpe delle Tre Potenze. Portandosi in prossimità dello strapiombo osserviamo l’affioramento di alcune bancate di arenaria mentre in fondo alla verticale occhieggia il già indicato Lago Nero con il rifugio presente in prossimità delle sue sponde. La discesa, nel complesso breve, conduce senza difficoltà al Passo della Vecchia talvolta indicato nelle mappe come Foce del Piatto (m 1775).

Siamo ad un importante crocevia di sentieri. A destra cala il segnavia 100 in direzione del Lago Nero mentre di fronte a noi il crinale principale torna ad impennarsi negli impegnativi Denti della Vecchia aggirabili con la variante che ne evita a sinistra la risalita permettendo un più comodo accesso al Passo Fariola e al successivo Monte Gomito. Nel nostro caso volgiamo ancora più a sinistra sul segnavia 519 che traversa in pratica senza dislivello muovendo verso occidente tra i prati. Poco prima che il sentiero passi di al di sotto di un impianto di risalita funzionante di solito in inverno, si osserva sulla sinistra la breve deviazione che conduce in poche decine di metri al Lago Piatto (m 1823 – ore 0,45 dalla partenza). É una deviazione senz’altro raccomandabile. Le dimensioni del laghetto sono contenute ma le acque appaiono limpidissime ed invitano ad una sosta. È consigliabile eseguire il periplo dello specchio d’acqua con un’aggiunta di tempo davvero minima. Ripreso il sentiero proseguiamo inquadrando poco oltre il Passo di Annibale e la vicina stazione a monte della seggiovia dove la nostra avventura ha avuto inizio. In prossimità dell’impianto ripetiamo la deviazione a sinistra già seguita ad inizio camminata per portarsi sul crinale principale. Tornati sullo spartiacque (m 1810) tralasciamo questa volta il proseguo per l’Alpe delle Tre Potenze volgendo verso destra in direzione del Monte Femmina Morta.

Il sentiero guadagna in moderata pendenza un primo risalto sul quale spiccano tre paletti. Subito oltre perdiamo pochi metri sino alla sottostante sella quindi affrontiamo la breve ma ripida salita che porta sulle pendici sommitali della Femmina Morta. Il sentiero (segnavia 00), scavato nella prateria d’altitudine, segue integralmente il filo del crinale sino ad accedere alla cresta erbosa che raggiunge la massima quota di 1881 metri (ore 1,10 dalla partenza). Sotto la cima del Monte Femmina Morta notiamo, nel versante rivolto a settentrione, il Passo di Annibale mentre ad occidente spiccano le vette del Rondinaio e del Monte Giovo caratterizzate da affioramenti di arenaria. Più distanti, a sinistra del Rondinaio, si osservano le principali cime delle Alpi Apuane. Alle spalle si ripete la visione dei monti Gomito, Fariola e del più distante Cimone oltre naturalmente all’Alpe delle Tre Potenze.

L’escursione procede oltre la cima mantenendo il sentiero di displuviale. Perdiamo quota con la traccia che si scosta leggermente nel versante toscano per aggirare alcuni affioramenti rocciosi. La discesa si fa più marcata con la traccia in ogni caso sempre evidente e ben scavata nel manto erboso. Il sentiero si riporta sul filo di cresta con il paesaggio aperto splendidamente su entrambi i versanti. Un breve tratto presenta fondo pietroso sconnesso al quale segue una nuova frazione su fondo ben battuto tra i prati. Compaiono nel versante toscano alcuni alberi di pino che curiosamente riescono a resistere ai fortissimi venti che spirano in cresta nei giorni di burrasca. Poco oltre abbandoniamo il filo di cresta per debordare questa volta nel versante emiliano. Arriviamo all’intersezione con il segnavia 519 che proviene dal Passo di Annibale. Manteniamo il sentiero 00 calando sino all’ampia sterrata che, seguita verso sinistra, conduce in qualche minuto sino alla marcata Foce a Giovo (m 1674 – ore 0,30 dalla cima del Monte Femmina Morta - ore 1,40 dalla partenza). Ci affacciamo nuovamente nel versante toscano mentre in quello emiliano osserviamo uno scorcio sul profilo aguzzo e roccioso del Monte Rondinaio Lombardo. Per completare il nostro itinerario rientrando alla partenza dobbiamo per un breve tratto ritornare a ritroso dapprima lungo la sterrata quindi sul sentiero 00 sino al bivio con il segnavia 519. Per proseguire scegliamo quest’ultima opportunità tralasciando il segnavia 00 percorso in precedenza scendendo dal Monte Femmina Morta. Il segnavia 519 si separa a sinistra presentandosi più dolce rispetto al tracciato di displuviale e soprattutto sviluppandosi ad una quota inferiore. Siamo ugualmente in salita comunque debole e in ambiente prativo ampio e luminoso. Sormontato un dosso osserviamo non distante il Passo di Annibale, inconfondibile per la costruzione presente in sua coincidenza. Per raggiungerlo superiamo nel vaccinieto una frazione un po’ più ripida che permette un accesso diretto al valico (m 1797 – ore 0,30 dalla Foce a Giovo – ore 2,10 dalla partenza).

Curiosa l’etimologia del passo. Trae il suo nome dal celebre condottiero cartaginese Annibale che sarebbe transitato presso il valico che porta il suo nome nella sua avanzata verso Roma. Siamo ormai alla fine della nostra fatica. Il sentiero procede traversando in direzione della stazione a monte della seggiovia, ben visibile sin dal Passo di Annibale. In appena 10 minuti dal valico raggiungiamo l’impianto a termine del nostro itinerario (ore 2,20 complessive).

Cenni sulla flora:

Segue una veloce rassegna delle principali specie botaniche osservate durante la percorrenza dell’itinerario, avvenuta nel nostro caso alla fine del mese di luglio.

1)    Betonica densiflora (Stachys pradica) sul versante toscano del Monte Femminamorta.

2)    Fiordaliso alpino (Centaurea nervosa) molto abbondante sul Monte Femminamorta.

3)    Canapicchia comune (Omalotheca sylvatica) osservata presso il Passo di Annibale.

4)    Cardo di Bertoloni (Cirsium bertolonii). Endemico dell’Appennino Tosco Emiliano e delle Alpi Apuane, è presente tra la Foce a Giovo e il Passo di Annibale.

5)    Acino alpino (Acinos alpinus) presso il Passo di Annibale.

6)    Scorzonera rosea (Scorzonera rosea) presente sul Monte Femminamorta.

7)    Semprevivo maggiore (Sempervivum tectorum)

8)    Sassifraga alpina (Saxifraga paniculata)

9)    Garofanino maggiore (Epilobium angustifolium) presente sul Monte Femminamorta.

10)  Mirtillo nero (Vaccinium myrtillus) presso la partenza.

11)  Cariofillata montana (Geum montanum)

12)  Pedicolare zolfina (Pedicularis tuberosa)

13)  Orchide macchiata (Dactylorhiza maculata)

14)  Genziana di Koch (Gentiana acaulis)

15)  Viola gialla (Viola biflora)

16)  Giglio martagone (Lilium martagon)

17)  Piede di gatto (Antennaria dioica)

18)  Trifoglio alpino (Trifolium alpinum)

19)  Achillea moscata (Achillea moschata)

20)  Erba di San Giovanni Belleval (Hypericum richeri)

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