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SEESPITZE – cima nord (m 2660)
Il Wilder See (Lago Selvaggio) è senz’ombra di dubbio uno dei più vasti e suggestivi laghi d’alta quota presenti in Alto Adige. La sponda occidentale è dominata dall’ampia mole della Seespitze (o anche Kalkgrubenspitz in alcune mappe): è possibile salire senza difficoltà al lago per poi rimontarne la cima nord. Il proseguo sino al culmine sud, punto più alto della montagna, è riservato ad arrampicatori esperti. Il percorso, così come descritto di seguito, include dopo l’ascensione un ampio anello attorno al lago guadagnando l’ulteriore culmine del Rauhtaljoch. Un itinerario in genere poco conosciuto nel quale si trova il silenzio e la meraviglia di un ambiente verdeggiante dominato da forme dolci ed arrotondate. Anche il tratto iniziale presenta i suoi motivi d’interesse con il passaggio in una stretta e suggestiva forra incisa dalle turbolente acque del Rio di Valles. In coda trovate inoltre un ampio resoconto dedicato alla flora della zona: la contemporanea presenza di rocce silicee e calcaree determina infatti una sorprendente varietà di forme vegetali. Nelle lande più alte, subito a monte del Lago Selvaggio, il clima particolarmente rigido per via della quota determina una fioritura spesso ritardata al mese di agosto per la felicità degli amanti dei fiori che scelgono questo mese per le loro vacanze. Dati tecnici: Partenza dalla Fanealm (Malga Fana - m 1739): Difficoltà: EE (Sino al Lago Selvaggio E; breve tratto EE tra il lago e la cima nord della Seespitze; nuovamente E nel successivo tratto lungo l’Alta Via di Fundres e il ritorno al lago) (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale tranne nella breve frazione compresa tra il Lago Selvaggio e la Cima nord della Seespitze lungo la quale il percorso è privo di segnaletica e senza tracce di passaggio. Dislivello assoluto: m 1069. Acqua sul percorso: un torrente tra Labeseben Hütte e il bivio con il sentiero n° 20. Accesso alla partenza: Si accede da Bressanone risalendo per pochi chilometri la Val Pusteria sino al paese di Rio di Pusteria. Abbandoniamo la statale volgendo a sinistra e rimontando la piccola valle di Valles. Raggiunto e superato l'omonimo paese la strada asfaltata diviene molto stretta e scavalca il ripido Salto del Bove raggiungendo il parcheggio a quota 1752 m (la strada è chiusa al traffico alla base del salto nei mesi di luglio ed agosto dalle ore 9 alle 17, occorre quindi arrivare sufficientemente presto altrimenti è attivo un servizio di navetta in partenza da Valles). Descrizione dell’itinerario: Dal parcheggio subito a monte del Salto del Bove procediamo a piedi seguendo il tracciato chiuso al traffico raggiungendo in pochi minuti la Fanealm (Malga Fana – m 1739). Il tranquillo ambiente pastorale, i bellissimi prati che circondano la malga e le vicine casette in legno costituiscono un ambiente sereno e distensivo lontano anni luce dal rumore e dalle attività del fondo valle. Circondati da cime verdeggianti proseguiamo lungo l’ampia strada bianca chiusa al traffico che permane alta e a sinistra rispetto al Rio di Valles (segnavia 17). La valle si stringe sino a divenire angusta con la mulattiera che taglia le pareti calcaree sviluppandosi sulla destra orografica del solco. Notiamo lo spumeggiante torrente al nostro fianco affrontare una serie di salti con una lunga sequenza di spettacolari rapide. Più in alto la valle si allarga sino ad un pianoro con bivio: ignoriamo il proseguo su sentiero per il Rifugio Bressanone volgendo invece a sinistra per affrontare l’ultimo breve tratto su ampia mulattiera. Accediamo senza difficoltà alla Labeseben Hütte (Capanna Pian di Labes - m 2138 – ore 1 dalla partenza), punto di ristoro aperto nella bella stagione. Ha inoltre termine la carrareccia: il segnavia prosegue su sentiero che si sviluppa oltre la malga tagliando a destra il pendio erboso. Comodamente, su percorso ben marcato, assecondiamo uno stretto solco con cascata; subito oltre la pendenza diviene più accentuata e si rimonta un costone sino a guadagnare un’ampia spalla discendente in parte erbosa. La rimontiamo faticosamente sino ad un bivio: ignoriamo la deviazione a sinistra per la Gansörscharte volgendo a destra (segnavia 18 e 20). Sempre tra vasti prati seguiamo in diagonale ascendente il tracciato con panorama che si apre di fronte a noi sulla Cima d’Era. Nei giorni limpidi, verso meridione si stagliano le Dolomiti; nello specifico osserviamo a grande distanza il ghiacciaio della Marmolada; più vicine appaiono le guglie delle Odle, il Sass de Putia e, poco più a sinistra, la grande muraglia rocciosa culminante in Monte Cavallo e Cima Dieci. Ancora più ad oriente un piccolo varco permette di notare le Tre Cime di Lavaredo. Proseguiamo sino ad un tratto su esile cengia lievemente esposta sul salto alla nostra destra. La presenza di funi metalliche per l’assicurazione elimina ogni difficoltà. Immediatamente oltre il tracciato si allarga e conduce in breve alla vasta conca che accoglie il bellissimo Wilder See (Lago Selvaggio – m 2532 – ore 2,30 dalla partenza). Abbandoniamo il segnavia 18-20 che sale al Rauhtaljoch per passare sul percorso che si separa a sinistra. Sebbene non segnato il tracciato appare evidente in quanto segue in pratica la sponda del lago permettendo d’osservarne le limpidissime acque. A breve distanza dall’estremità settentrionale dello specchio d’acqua, abbandoniamo il sentierino per rimontare il ripido pendio erboso posto a sinistra. Non vi è traccia né tanto meno indicazioni, con buona visibilità non vi è in ogni caso rischio di sbagliarsi: muoviamo infatti in direzione del soprastante Sengesjöchl (Passo di Sengas), posto subito a nord del Seespitze. La salita avviene intuitivamente scegliendo sul posto la via migliore per evitare salti e tratti esposti. Il panorama verso il sottostante lago diviene spettacolare e a sud l’orizzonte torna ad essere occupato dalle grandi cime dolomitiche. A poca distanza dalla sella intercettiamo l’Alta Via di Fundres (sentiero 2) che seguiamo verso sinistra sino al valico (Sengesjöchl – Giogo di Sengas – m 2620 – ore 0,15 dal Lago Selvaggio – ore 2,45 complessive). Il panorama si allarga ad occidente estendendosi alle lontane cime ghiacciate delle Alpi Breonie di Ponente (Stubaier Alpen). Possiamo ora risalire brevemente la cresta che conduce senza difficoltà alla sommità settentrionale della Seespitze. Senza indicazioni, ma comunque senza incontrare difficoltà, rimontiamo i macereti che portano sino al punto più alto (m 2660 – pochi minuti dal Giogo di Sengas). L’ambiente aperto e luminoso concede ulteriori splendidi panorami sul sottostante Lago Selvaggio e sulle cime che ne fanno da quinte fra cui ricordiamo la più alta, il Wilde Kreuzspitze (Picco della Croce – m 3135) e il Blickenspitz (Cima della Vista – m 2988) divisi dal marcato valico Rauhtaljoch (m 2808). Un occhio attento oltre alle già citate Stubaier Alpen, (Alpi Breonie di Ponente) noterà verso occidente le grandiose cime del Cevedale, dell’Ortles con i vasti ghiacciai che ne ricoprono le pendici. Il proseguo a piedi sino al punto più elevato della Seespitze è riservato ad escursionisti esperti in grado di affrontare brevi tratti d’arrampicata in quanto il crinale si fa dirupato ed esposto. Nel nostro caso torniamo a ritroso, in qualche minuto, sino al Sengesjöchl. Per descrivere un itinerario circolare scegliamo ora di percorrere un tratto del segnavia 2 che traversa in quota in direzione del Rauhtljoch. Molto alti rispetto al Lago Selvaggio, seguiamo il bel sentiero segnato che si sviluppa con scarsi dislivelli tra lande desolate e prateria d’alta quota. Da notare il bel colpo d’occhio alle spalle sulla Seespitze. L’ambiente d’alta montagna particolarmente solitario rende questa frazione ricca di suggestione: nonostante la presenza della segnaletica è infatti difficile trovare molti escursionisti impegnati nella percorrenza di questo sentiero. Superato un piccolo torrente procediamo con il riferimento del Rauhtaljoch di fronte a noi. La già magra vegetazione, complice la quota e la breve estate alpina, si riduce ulteriormente cedendo il passo ad ampi pendii detritici. L’ultima frazione prima del valico è d’improvviso molto ripida e faticosa per scavalcare un pendio particolarmente erto. Con il Wilder See ormai alle spalle raggiungiamo il caotico pendio di rocce instabili che precede l’arrivo al Rauhtajoch (m 2808 – ore 0,45 dal Sengesjöchl – ore 4 complessive). Il nostro sguardo è inevitabilmente attratto dalla vicina sagoma del Gran Pilastro (m 3510), massima elevazione delle Alpi Aurine, e dai grandi ghiacciai che ne rivestono le pendici. Il Rauhtaljoch è inoltre un importante crocevia di sentieri: chi lo desidera può conquistare, in un’ora dal passo, la Wilde Kreuzspitze seguendo il sentiero che sale a sinistra. Un’altra possibilità è discendere verso nord nell’angusto solco della Rauhtal (Val di Nebbia), spesso innevata sino a stagione molto inoltrata. Nel nostro caso siamo attesi dal lungo rientro a valle seguendo verso meridione il doppio segnavia 18 – 20. In pratica torniamo a muovere in direzione del Lago Selvaggio, dapprima su traccia che taglia gli instabili detriti quindi su sentiero tra macereti e prateria d’altitudine con nuovi spunti per splendidi panorami sul lago. Il percorso traversa alto a sinistra del Wilder See e solo in ultimo cala per portarsi all’estremità meridionale dello specchio d’acqua. Siamo infine al bivio dove in salita avevamo abbandonato il segnavia per cominciare l’aggiramento del lago: abbiamo così chiuso un anello attorno all’ampia conca del Wilder See (ore 0,40 dal Rauhtaljoch – ore 4,40 complessive). Il rientro a valle avviene pertanto ricalcando a ritroso il percorso di salita prestando attenzione alla breve cengia assicurata con funi immediatamente successiva al Lago Selvaggio. Il resto del percorso non presenta alcuna difficoltà e riporta sino al parcheggio presso la Fanealm (ore 7 complessive). Cenni sulla flora:
Abbiamo accennato nell’introduzione all’incontro, in questo settore, di rocce silicee e calcaree. Il risultato è la presenza di una grande biodiversità con piante caratteristiche di entrambi i substrati. Anche il profano avrà modo di gioire nell’osservazione di un grande numero di fiori d’alta montagna. Riportiamo di seguito alcuni tra i più belli ed interessanti notati in occasione della stesura della soprastante relazione (avvenuta intorno alla metà del mese di agosto). 1) Genziana d’Esculapio (Gentiana asclepiadea) nei prati subito a monte della Fanealm. 2) Sassifraga aranciata (Saxifraga mutata) presente in particolar modo lungo le strapiombanti rupi calcaree a monte della Fanealm, nella stretta forra scavata dal Rio di Valles. 3) Sassifraga gialla (Saxifraga aizoides) presente in grandissima quantità ad esempio lungo il Rio di Valles. 4) Celoglosso (Coeloglossum viride) nei prati subito a valle della Labeseben Hütte. 5) Stella alpina (Leontopodium alpinum) nella cengia attrezzata che precede l’arrivo al Wilder See. 6) Genziana bavarese (Gentiana bavarica) lungo le sponde del Lago Selvaggio. 7) Genzianella peduncolata (Gentiana tenella) nelle desolate lande lungo l’Alta Via di Fundres e comunque a monte del lago Selvaggio. 8) Androsace gelsomino (Androsace obtusifolia); questa pianta, nel complesso piuttosto rara, è presente con alcuni esemplari lungo l’Alta Via di Fundres. 9) Sassifraga rossa (Saxifraga oppositifolia) presente in discreta quantità presso il Rauhtaljoch e da non confondere con Saxifraga biflora con la quale condivide lungo questo percorso l’habitat. 10) Sassifraga biflora (Saxifraga biflora), una delle piante più rare ed infrequenti visibili lungo questo itinerario; abbiamo anticipato la sua presenza presso il valico Rauhtaljoch. Solitamente è in fioritura ad agosto essendo una pianta tipica delle alte quote. 11) Androsace alpina (Androsace alpina) presente con pochi esemplari nel tratto di sentiero compreso tra il Rauhtaljoch e il Wilder See. 12) Primula vischiosa (Primula glutinosa), endemica del nordest (Lombardia, Trentino Alto Adige e Veneto) 13) Sassifraga alpina (Saxifraga paniculata) 14) Sassifraga muschiata (Saxifraga moschata) 15) Sassifraga verde azzurro (Saxifraga caesia) 16) Genziana nivale (Gentiana nivalis) 17) Genziana punteggiata (Gentiana punctata) 18) Genziana sfrangiata (Gentianopsis ciliata) 19) Rododendro ferrugineo (Rhododendron ferrugineum) 20) Crepide dorata (Crepis aurea) 21) Ranuncolo dei ghiacciai (Ranunculus glacialis) 22) Astro alpino (Aster alpinus) 23) Orchidea delle zanzare (Gymnadenia conopsea) 24) Ranuncolo alpestre (Ranunculus alpestris) 25) Campanula dei ghiaioni (Campanula cochlearifolia) 26) Prunella delle Alpi (Prunella grandiflora) 27) Cariofillata montana (Geum montanum) 28) Semprevivo montano (Sempervivum montanum) 29) Papavero alpino retico (Papaver alpinum subsp.rhaeticum) 30) Soldanella della silice (Soldanella pusilla) 31) Campanula barbata (Campanula barbata) 32) Rosa canina (Rosa canina) 33) Cardo spinosissimo (Cirsium spinosissimum) 34) Poligono viviparo (Polygonum viviparum) 35) Gipsofila strisciante (Gypsophila repens) 36) Trifoglio bruno (Trifolium badium) 37) Carlina segnatempo (Carlina acaulis) 38) Spillone alpino (Armeria alpina) 39) Sulla alpina (Hedysarum hedysaroides) 40) Piroletta a foglie rotonde (Pyrola rotundifolia) 41) Silene delle fonti (Silene pusilla) 42) Silene a cuscinetto (Silene acaulis) 43) Arabetta alpina (Arabis alpina) 44) Mirtillo (Vaccinium myrtillus) 45) Biscutella montanina (Biscutella leavigata) 46) Genziana germanica (Gentiana germanica) 47) Primula nana (Primula minima)
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