Zatta - Prato Pinello

MONTE ZATTA DI PONENTE (m 1355)

MONTE ZATTA CENTRALE (m 1340)

MONTE ZATTA DI LEVANTE (MONTE ZATTA - m 1404)

MONTE PRATO PINELLO (m 1390)

Il monte Zatta si erge, con le sue tre cime, tra la Val Graveglia, la Valle Stura, la Val di Taro e la Val di Vara. É una montagna massiccia ma con due facce del tutto differenti. Il versante meridionale si presenta ripidissimo, caratterizzato da grandi stratificazioni rocciose. Il versante settentrionale appare invece più dolce ed è rivestito da una delle maggiori faggete della regione Liguria. Non è un caso se la via di salita sfrutta questo lato della montagna rendendola abbordabile a tutti gli escursionisti. Da rilevare il panorama di vetta esteso a gran parte del Levante ligure. Consigliamo la salita in aprile o in maggio quando la neve è ormai scomparsa oppure ad inizio ottobre potendo godere degli sgargianti colori autunnali. In estate le temperature talvolta elevate e la foschia spesso presente nei bassi strati consigliano di portarsi più in quota lasciando l’avventura sul Monte Zatta per altri periodi più miti.

L’escursione in breve:

Passo del Bocco (m 956) – Poggio Buenos Aires (m 1114) – Monte Zatta di Ponente (m 1355) – Monte Zatta Centrale (m 1340) – Monte Zatta (Monte Zatta di Levante – m 1404) – selletta senza nome (m 1372) – Monte Prato Pinello (m 1390) – Fonte Prato Pinello – Passo del Bocco (m 956) 

Dati tecnici:

Partenza dal Passo del Bocco (m 956): Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà). Dislivello assoluto: m 448; dislivello realmente coperto in salita: m 538. Segnaletica: totale. Acqua sul percorso: alla Fonte Prato Pinello.

Accesso:

Chi proviene dal versante ligure potrà percorrere l’autostrada A12 uscendo a Chiavari oppure a Lavagna. Si passa sulla SS 225 risalendo la valle del torrente Entella quindi, raggiunto il paese di Carasco, si passa sulla SS 586 risalendo la valle del Torrente Sturla sino a guadagnare Borgonovo Ligure. In coincidenza del paese abbandoniamo la statale per passare a destra salendo sino al Passo del Bocco. Chi proviene dal versante emiliano userà la A15 uscendo a Borgotaro. Si rimonta la Valle del Taro con la SS 523 quindi si passa sulla SP359R sino a raggiungere il Passo del Bocco. In coincidenza del valico è posto il Rifugio Antonio Devoto, posto tappa dell’Alta Via dei Monti Liguri.

Descrizione del percorso:

Partendo dal valico muoviamo in direzione di Varese Ligure trovando, a sinistra della strada, una conca occupata da un piccolo lago artificiale. Dopo circa mezzo km, troviamo sulla destra l’ampia sterrata che conduce all’ex colonia Devoto. Abbandoniamo la strada regionale per muovere in questa direzione. Seguiamo l’ampia forestale per circa 500 metri per abbandonarla e passare sulla mulattiera che si separa a destra con segnavia A10 e AV (Alta Via Monti Liguri). Il tracciato si sviluppa nel folto della lussureggiante faggeta. Dopo circa 20 minuti di marcia dall’inizio del sentiero guadagniamo una cengia che sovrasta una parete di roccia stratificata dove il panorama si apre all’improvviso in direzione del Mar Ligure nonché verso occidente andando a scorgere il Monte Caucaso.

Il sentiero obliqua verso sinistra riportandosi nel bosco per raggiungere rapidamente la spianata del Poggio Buenos Aires (m 1114 – ore 0,45 dalla partenza) dove troviamo una bella area picnic attrezzata con tavoli, panche e braceri. Il toponimo del luogo trae origine da Antonio Devoto, personaggio che ha dato nome, oltre al rifugio presso il Passo del Bocco, alla grande ex colonia presente sul versante settentrionale del Monte Zatta e che emigrò assieme ad altri abitanti della zona in Argentina alla ricerca di una vita migliore. Il tracciato per poche decine di metri segue la sterrata che scende proprio in direzione dell’ex colonia. Non raggiungiamo tuttavia la costruzione in quanto troviamo subito, sulla destra, il proseguo del sentiero AVML che sale ripidamente, a tornanti, nel folto della faggeta. Si tratta di una frazione che si sviluppa prevalentemente all’ombra della fitta foresta sebbene non manchino alcuni splendidi scorci in direzione del mare con in evidenza il promontorio di Portofino. Ignoriamo la deviazione a sinistra per il Faggio Monumentale F40: caduto nel 2005 era all’epoca uno dei più grandi alberi della Liguria. Da allora è stato lasciato, per volontà della direzione del Parco, nella sua posizione lasciando che si decomponga in loco. Il nome F40 pare derivi dal fatto che sotto la sua chioma vi trovarono rifugio 40 persone in un giorno di tempesta. Il nostro percorso procede tra faggi e alcuni abeti sino a guadagnare il culmine del Monte Zatta di Ponente (m 1355 – ore 1,30 dalla partenza) dove converge anche il sentiero A11 che sale da Réppia e San Siro Foce.

Il panorama si apre, vasto e grandioso, verso oriente e verso meridione potendo scorgere, nei giorni tersi, le Alpi Apuane oltre ad un vasto tratto di mare. Proseguiamo spettacolarmente verso sinistra lungo il bordo dei lastroni di arenaria che precipitano verticalmente verso la Val Graveglia. Il sentiero resta in prossimità della linea di crinale lambendo il bordo della faggeta mentre prestiamo attenzione a non sporgerci troppo a destra sul profondo salto. L’ampiezza del sentiero esclude grosse difficoltà in tal senso e siamo ricompensati dal panorama esteso a gran parte del Levante ligure. Nel proseguo ci scostiamo sul versante settentrionale rientrando nella faggeta ma restando comunque a pochi passi dalla linea di cresta. Alcuni esemplari di faggio grandi e contorti destano la nostra ammirazione. Troviamo sulla destra la deviazione non segnalata per il Monte Zatta Centrale (m 1340) che può essere aggiunto al nostro tracciato con una digressione di qualche minuto.

Ripreso il sentiero principale tocchiamo un paio di sellette quindi una breve salita permette l’accesso al Monte Zatta di Levante o più semplicemente Monte Zatta, la vetta più elevata tra quelle toccate dall’escursione (m 1404 – ore 0,30 dal Monte Zatta di Ponente – ore 2 complessive). Si ripete il magnifico panorama potendo osservare alcuni tratti della riviera nel tratto compreso tra Sestri Levante e Chiavari. Andiamo a scendere nel bosco per un breve tratto raggiungendo in qualche minuto la selletta erbosa sottostante (m 1372). Siamo attesi dal rientro a valle calando a sinistra nella faggeta lungo l’evidente sentiero A10, conviene tuttavia eseguire prima una breve digressione. Si tratta di proseguire lungo la linea di crinale per salire in pochi minuti alla vetta del Monte Prato Pinello. É una cima da non tralasciare sia per la facilità d’accesso che per godere dell’ultimo grandioso panorama. L’esile sentierino che raggiunge il punto più alto resta appena fuori dal bordo del bosco e non presenta nessuna difficoltà. Dalla cima (m 1392) osserviamo il proseguo del crinale in direzione del Passo del Biscia e del Monte Porcile mentre alle spalle possiamo notare in un curioso colpo d’occhio tutte le cime risalite in precedenza.

Rientriamo a ritroso sino alla selletta (m 1372 – ore 0,15 dal Monte Zatta di Levante – ore 2,15 complessive) dove il sentiero A10 cala ripido ma ben delineato nella fitta faggeta che caratterizza il versante settentrionale del Monte Zatta. Appena 5 minuti di cammino e siamo alla Fonte Prato Pinello, unica occasione di fare scorta d’acqua lungo tutta la camminata. Si prosegue dapprima in debole salita quindi in discesa che diviene progressivamente più ripida. Ignoriamo la deviazione a sinistra, per altro ben indicata, che porterebbe ancora una volta al faggio F40 (ore 0,20 dalla Fonte Prato Pinello – ore 2,35 complessive). Restiamo sul sentiero A10 e restiamo sorpresi dal bosco. Senza la segnaletica, per altro eccellente, sarebbe davvero un attimo perdersi nell’uniformità della foresta. Scavalchiamo con un ponticello di legno un esile ruscello per confluire infine nella sterrata che proviene dall’ex colonia Devoto (m 1010). Procediamo verso destra e in breve chiudiamo il nostro anello trovando ed ignorando, sulla sinistra, il sentiero seguito all’andata per salire verso il Poggio Buenos Aires (ore 0,20 dal bivio per il faggio F40 – ore 3 complessive).

L’ultimo tratto di percorso ricalca a ritroso il tracciato di andata. Seguiamo la sterrata sino a raggiungere la strada asfaltata che unisce Varese Ligure al Passo del Bocco. In sbrigativo cammino caliamo verso sinistra al valico andando a recuperare l’automobile (m 956 – ore 3,30 complessive – km 9,4 totali di percorso).

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