VIA FERRATA MARIO
ZANDONELLA (SALITA SUD)
(SEXTENER ROTWAND / CRODA ROSSA – m 2936)
Gruppo
montuoso: Dolomiti di Sesto
Grado
di difficoltà globale: DIFFICILE
(Vai
alla scala delle difficoltà).
Difficoltà tecniche: 3
Esposizione: 3
Impegno
fisico: 4
Dislivello assoluto: m 1300
Tempo di
percorrenza: ore 7,30 / 8 complessive (Ferrata Zandonella: circa ore 1 /
1,30; Ferrata Cresta Nord: ore 2,30)
Punti di
appoggio: Kreuzbergpass – Rifugio Berti – Rifugio Prati di Croda Rossa –
Rifugio Rudi
Accesso:
Dal Kreuzbergpass (P.so Monte Croce
Comelico – m 1636) scendiamo lungo la strada asfaltata per un centinaio di
metri in direzione di Moso sino a trovare sulla sinistra il nostro sentiero
(indicazioni per il Rifugio Berti – segnavia n° 124). Saliamo nel bosco per
una ventina di minuti sino alla radura erbosa dove (cartelli) si volge sulla
traccia a sinistra transitando poi a lato del Lago paludoso dell’Orso (Bärensee
- m 1769 - spesso asciutto nella stagione estiva). Si sale sino ad
intercettare più in alto una larga carrareccia in coincidenza di un’ampia
sella prativa ove ci affacciamo sul versante della Val Grande. Seguiamo la
strada bianca in moderata salita verso destra per abbandonarla poco oltre e
volgere sull’esile sentierino (indicazioni per il Rif.Berti) che taglia la
parete sulla sinistra. Prima tra i mughi, quindi con qualche roccetta che
richiede attenzione, traversiamo a mezza costa il pendio prestando
attenzione ad alcuni passaggi un po’ esposti. Raggiunto un anfratto
racchiuso tra imponenti pareti, il tracciato volge deciso nel soprastante
canale. Con l’aiuto di staffe e funi metalliche risaliamo, in salita ripida
ed erta, questo tratto più impegnativo e faticoso sino a raggiungere il
soprastante costone prativo. Quasi in piano transitiamo a lato del Rifugio
Olivo Sala (m 2094 - chiuso) per poi calare, senza ulteriori difficoltà, in
direzione del già visibile Rifugio A. Berti al Popera. Un ultimo comodo
tratto tra i mughi e siamo al rifugio nel bel mezzo dello splendido ambiente
del
Vallon Popera (m 1950 - ore 2,15 / 2,30 dal Kreuzbergpass). La nostra
via di salita procede in moderata salita alle spalle del Rifugio Berti, sul
comodo
sentiero n° 101 (indicazioni per il Passo della Sentinella). Risaliamo
il vasto Vallon Popera sulla sinistra orografica sino al piccolo
avvallamento ove è nascosto il
laghetto del Popera (m 2142). Subito oltre il tracciato si fa più erto:
si sale dapprima a sinistra quindi al centro del vallone su
fondo detritico instabile e quindi più faticoso ma mai difficile. Nel
tratto superiore si passa sul filo della grande morena glaciale creata dal
Ghiacciaio del Popera. A sinistra osserviamo ciò che rimane oggi della
vedretta: pochi lembi di ghiaccio vivo in parte coperti dai detriti. Con
attenzione ci portiamo poco sotto il Passo della Sentinella sino a trovare,
su un masso, le indicazioni a destra per la ferrata Mario Zandonella (m
2550). In breve salita su detriti instabili raggiungiamo una larga cengia
umida e in ombra al mattino dove si aprono alcune ampie cavità (m 2620).
Conviene indossare qui l’imbragatura in quanto la ferrata ha inizio subito
oltre.
Descrizione della ferrata:
Le prime
funi (un po’ lasche e decisamente lunghe – agosto 2005) salgono
diagonalmente sulla sinistra a raggiungere il piccolo pianerottolo
soprastante. Si percorre la breve cengetta a destra portandosi all’interno
dello stretto solco. Un ripido salto a sinistra è scavalcato con una breve
scaletta oltre la quale le funi continuano guidando su
paretine molto
ripide ed
esposte. Su terreno non sempre facile saliamo con il panorama che
si allarga e diviene più aperto verso oriente. Raggiungiamo la base di uno
stretto canalino quasi verticale. La seconda breve scala della via lo supera
in scioltezza, ma subito oltre si affrontano le maggiori difficoltà. La via
ferrata affronta un lungo canale ascendente mantenendosi appena a destra
d’esso per evitarne il fondo detritico instabile. Una rapida successione di
paretine anche
verticali, talvolta
poco appigliate, impegnano notevolmente
gli inesperti sino a raggiungere, a termine del tratto più tecnico, lo
stretto terrazzino ove sono presenti i resti di un fortino italiano in parte
incassato nella parete rocciosa (m 2835 – postazione in muratura della Comp.
Finestrelle - prima guerra mondiale). Da qui parte verso destra la
lunga e stretta cengia detritica poco sotto le cime che, a tratti
esposta, si porta sotto la verticale di uno stretto canale franoso.
Risaliamo quest’ultimo con l’ausilio delle indispensabili funi metalliche e
sebbene questo tratto attrezzato non raggiunga le difficoltà tecniche del
precedente, richiede comunque attenzione per il fondo detritico assai
friabile. Raggiunta la sommità del costone caliamo brevemente sul versante
opposto con le ultime funi della via sino a intercettare la via normale alla
Croda Rossa da nord. Ancora qualche minuto di cammino e
siamo in vetta con
splendido panorama sulla
Val Pusteria e sulle principali cime delle
Dolomiti
di Sesto (m 2936 – ore 1 / 1,30 dall’attacco – ore 3,30 / 4 dalla partenza).
Discesa
(via ferrata Nord) e rientro alla partenza:
Per
effettuare una bella, classica traversata sud-nord della Croda Rossa, è
senz’altro consigliabile la discesa per la ferrata nord già descritta (ma in
salita) all’itinerario n° 21 di questa sezione. Ne ripetiamo la descrizione
in discesa:
Si scende dalla cima tornando in qualche minuto al punto di congiunzione tra
la Ferrata Zandonella (davanti a noi) e
la Ferrata nord, sulla
quale passiamo calando ripidamente a
destra. Un breve tratto e troviamo le prime attrezzature: un ripido camino
verticale assai esposto, alto un ventina di
metri, è disceso con l’ausilio della corda fissa. E’ questo il tratto più
tecnico dell’intera discesa, comunque ben gradinato e assai più semplice
della Ferrata Zandonella. Disceso questo primo tratto si prosegue su comodo
sentiero tra roccette e detriti sino alla vasta conca a nordovest della cima
(m 2700). Il sentiero passa a sinistra calando in una stretta cengia (scale
di legno – qualche fune) per poi risalire brevemente ad un’ampia sella
caratterizzata a destra da moltissimi resti in legno dei baraccamenti che
furono qui portati all’epoca del primo conflitto mondiale (m 2650).
Traversiamo brevemente a sinistra per poi calare in una ripida scarpata di
roccette con un breve tratto attrezzato con fune d’acciaio per superare una
placca inclinata particolarmente liscia. Riprende brevemente il sentiero
sino a un breve solco racchiuso tra due paretine rocciose, un po’
impegnativo ma ben attrezzato con funi metalliche. Subito oltre perdiamo
quota e ignoriamo la deviazione a destra per il Castelliere (cartello
indicatore). Manteniamo la sinistra portandoci sul bordo di alcuni erti
salti rocciosi: li discendiamo con una serie di scale, l’ultima delle quali
particolarmente verticale ed esposta. Subito al di sotto la ferrata nord ha
termine e possiamo quindi liberarci dell’imbragatura. Il proseguo è
caratterizzato dal lungo sentiero che segue grosso modo il Costone di Croda
Rossa debordando sul lato sinistro tra mughi e facili salti per evitarne il
filo particolarmente irto ed impegnativo. Ignorato il bivio a sinistra per
Campo Fiscalino raggiungiamo, dopo un breve tratto nella boscaglia di
conifere, il vasto terrazzo prativo dei Prati di Croda Rossa che accoglie,
poco più in basso, la stazione d’arrivo della funivia che sale da Bagni di
Moso (m 1925 – ore 2,30 dalla cima della Croda Rossa – ore 6,30 complessive;
numerosi punti d’appoggio: Rifugio Rudi – Rifugio Prati di Croda Rossa).
Il rientro al Kreuzbergpass può avvenire su diversi sentieri segnati. Il più
facile e comodo, a degno coronamento di questa bella impresa, è senz’altro
il segnavia n° 18 (chiaro cartello con indicato il numero di sentiero). Su
larga carrareccia traversiamo infatti con deboli pendenze nell’abetaia
digradando lungamente verso il passo. In ultimo, ci portiamo sulla statale
in prossimità del Kreuzbergpass dove avevamo lasciato l’automobile ad inizio
escursione (ore 1/1,15 dai Prati di Croda Rossa – ore 7,30 / 8
complessive)
Osservazioni – Caratteristiche della ferrata:
La via
Mario Zandonella è una ferrata impegnativa a sviluppo prevalentemente
verticale, sicuramente non per neofiti o inesperti. La roccia è salda e
solida, almeno sino alla cengia posta a quota m 2835, presenta tuttavia
paretine lisce e tratti poco appigliati che impegnano fortemente
l’escursionista. Oltre la cengia collare la via si fa più facile con un
canalino tuttavia molto friabile che richiede attenzione nel non smuovere
pietre e detriti. Nel complesso una via ferrata senz’altro difficile ed
esposta con una lunga marcia di avvicinamento e un tratto ferrato di
moderata lunghezza. Da rilevare (estate 2005) le funi a tratti lente e con
ancoraggi a volte troppo distanti l’uno dall’altro.
La ferrata nord, descritta come via di discesa, è molto più facile della
precedente con pochi tratti esposti ben attrezzati, il che la rende un
itinerario adatto anche a nuovi ferratisti senza molta esperienza (vedi
descrizione ferrata Croda Rossa).
In generale, a prescindere dalle difficoltà tecniche, occorre considerare
l’insieme dell’avventura, in quanto particolarmente lunga e faticosa. Per
ridurre l’impegno è possibile, per chi lo desidera, dividere l’escursione
in due giorni percorrendo nel pomeriggio del primo giorno la salita al
Rifugio Berti dedicandosi il secondo giorno alla percorrenza delle due
ferrate con ritorno alla partenza.
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