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Uno dei principali ostacoli per l’escursionista può essere costituito dal vento quando diviene tale da ostacolare la progressione. Il problema può presentarsi nella percorrenza di creste sottili così come nel caso di tratti esposti su esili cenge. E’ bene non sottovalutare il pericolo dato dal vento forte anche perché le correnti in quota sono mediamente molto più sostenute rispetto alla pianura. Come accennato, le zone che richiedono più attenzione sono tutti i settori di crinale, particolarmente se la cresta costituisce un limite meteorologico importante tra due aree a clima differente. A titolo d’esempio indichiamo la catena alpina orientale che divide in modo netto il clima mediterraneo del versante italiano rispetto a quello continentale della parte centrale dell’Europa. Curiosamente è però l’Appennino Settentrionale (settore Tosco-Emiliano) a presentare i più forti venti d’Italia. La sommità di Monte Cimone (m 2165 – massima cima di questo settore appenninico) ha segnalato in alcuni casi vento con velocità prossima a 200 km/h, un valore che eguaglia e supera il vento presente in molti uragani e tempeste tropicali! Sono casi fortunatamente infrequenti ma che in ogni caso evidenziano come questa meteora debba essere considerata anche su montagne più basse e apparentemente innocue rispetto a quelle alpine. Tra gli effetti del vento che l’escursionista dovrebbe conoscere e considerare vi è il cosiddetto “wind chill”. In parole povere il vento ha l’effetto di provocare una percezione falsata della reale temperatura dell’aria. Avremo ad esempio che ad una temperatura reale di 0° con vento a 50 km/h la pelle percepisce una temperatura di -10°; il vento ha quindi un effetto “raffreddante” che dovrebbe essere tenuto in considerazione per non trovarsi in situazioni estreme. Diversi studiosi hanno elaborato tabelle che esprimono la temperatura percepita a causa del cosiddetto wind chill. Ne riportiamo una qui di seguito che riteniamo sufficiente per le esigenze di un escursionista. La tabella riporta i valori di temperatura percepiti in rapporto alla temperatura reale dell’aria e all’intensità del vento (in km/h)
Temperatura
Legenda dei colori:
Naturalmente per poter utilizzare la tabella occorre conoscere la velocità del vento. L’escursionista normalmente non ha gli strumenti per fare questo, tuttavia è possibile una stima indicativa della velocità osservando gli effetti prodotti dal vento. La tabella che segue permette di fare questo (si tratta della scala ideata da Beaufort e utilizzata internazionalmente dai meteorologi) Forza 13: 72 -80 nodi – Forza 14: 81-89 nodi – Forza 15: 90-99 nodi – Forza 16: 100-108 nodi Forza 17: 109-118 nodi Per completezza e precisione è bene sottolineare che il raffreddamento di un qualsiasi corpo immerso in un gas avviene principalmente in tre modi: 1) per irraggiamento 2) per convezione 3) per evaporazione. Naturalmente questa nozione è perfettamente valida nel caso di un escursionista in quanto abbiamo a che fare con un corpo immerso nell’aria (una miscela di gas). Ma approfondiamo maggiormente questa nozione di fisica per capire come proteggerci dal freddo. Innanzi tutto cosa intendiamo con “irraggiamento”? Semplificando molto il concetto possiamo dire che l’irraggiamento è il passaggio di calore da un corpo a temperatura maggiore verso quello a temperatura più bassa. Tutti i corpi infatti, per il semplice motivo che si trovano ad una certa temperatura, emettono onde elettromagnetiche. Quando un corpo espelle in questo modo più energia di quanta ne riceva tende a portarsi ad una temperatura inferiore; al contrario se la superficie del corpo è colpita da più radiazione elettromagnetica di quanta ne espelle la sua temperatura subirà un aumento. In sintesi fra due corpi (che non si toccano) a temperatura differente, si avrà uno scambio energetico fin tanto che non si saranno portati alla medesima temperatura. Un classico esempio d’irraggiamento è dato dal sole che scalda in questo modo la superficie della terra. Trasferendo questo concetto nel mondo dell’escursionismo e dell’alpinismo, possiamo senz’altro dire che l’irraggiamento è un fattore di cui tenere conto soprattutto di notte e con cielo completamente sereno. Di giorno infatti il corpo del nostro camminatore o scalatore riceve dal sole più radiazione di quanta ne espelle, di notte l’irraggiamento diviene invece massimo con conseguente rapido raffreddamento. Parliamo ora della convezione. La “convezione” è un processo attraverso cui, due corpi a temperatura differente raggiungono l’equilibrio termico grazie al rimescolamento della materia che li costituisce. E’ un processo di solito molto rapido che interessa esclusivamente i fluidi (liquidi e gas). Un semplice esempio di convezione può essere osservato in una pentola d’acqua bollente. Lo strato d’acqua a contatto con la base del contenitore sale verso l’alto riscaldando così gli strati d’acqua superiori. Il riscaldamento avviene quindi per spostamento di materia all’interno del contenitore. La convezione, come anticipato, interessa anche i gas e quindi non fa eccezione l’aria che respiriamo. Soprattutto in presenza di vento la convezione si rivela efficace in quanto viene continuamente rimosso lo strato d’aria prossimo alla pelle riscaldata dal corpo stesso. In condizione di calma di vento la convezione è invece ridotta o annullata in quanto l’aria in queste condizioni è un ottimo isolante.
Anche il processo di evaporazione
porta ad un rapido raffreddamento. Si parla di evaporazione quando, a
temperature inferiori a quella dell’ebollizione, una sostanza allo stato liquido
passa a quello gassoso. Quando le molecole contenute nel liquido hanno
sufficiente energia per vincere le forze di attrazione interne al liquido stesso
passano infatti, in forma gassosa, nel soprastante strato d’aria. Il risultato
sarà una diminuzione dell’energia del liquido con risultante raffreddamento.
Dopo questi cenni essenziali di fisica possiamo senz’altro dire che difendersi dal raffreddamento per convezione o irraggiamento è facile scegliendo indumenti che trattengano uno strato d’aria tra essi e il corpo a patto che si tratti di fibra impermeabile all’aria esterna. Il ragionamento non cambia per il raffreddamento determinato dall’evaporazione. Occorre non trovarsi nella situazione di dover camminare bagnati e quindi un buon impermeabile deve sempre, tassativamente trovare posto nello zaino anche in condizioni apparentemente stabili nelle quali un temporale può sembrare un’ipotesi improbabile.
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