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TIERGARTENSPITZ (m 3068) SCHWARZKOPF (m 3002)
Nel nostro vagabondare per creste e cime abbiamo più volte riscontrato come le vette più belle e selvagge siano molto spesso sconosciute. Il Tiergartenspitz appartiene a questa folta schiera di montagne nascoste in un anonimato quasi assoluto. Siamo non lontani dal Lago di Resia, ben noto al turismo per la sua bellezza, ma la via di salita ha inizio nella vicina piccola Vallelunga (Langtauferertal) posizionata parallelamente al crinale principale in posizione nascosta e appartata. Il risultato è un percorso nel quale godrete di un ambiente isolato e selvaggio; al tempo stesso troverete gratificante poter guadagnare una cima superiore ai 3000 metri senza affrontare nessun passaggio che sia esposto o in arrampicata. Inutile sottolineare l’importanza di scegliere un giorno dal tempo prevedibilmente stabile, soprattutto in considerazione del fatto che siamo estremamente vicini al crinale di confine tra Italia e Austria, un’area nel periodo estivo particolarmente bersagliata dai temporali. La salita avviene inoltre sul versante settentrionale dove la neve tende a permanere a lungo, consigliamo pertanto l’ascensione tra luglio e settembre. Dati tecnici: Partenza da Maseben (Rist. Atlantis der Berge - m 2267): Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 801. Acqua: assente. Accesso:
Si accede alla partenza risalendo la Val Venosta in direzione del Passo di Resia.
In coincidenza di Curon Venosta, sulla sponda
orientale del Lago
di Resia,
si abbandona la statale per volgere a destra nella piccola Vallelunga (Langtauferertal).
La risaliamo quasi per intero sino a raggiungere la base della funivia per
Maseben. L’impianto di risalita consente di portarsi comodamente sino ai 2267 m
del Ristorante Atlantis der Berge dove ha inizio la nostra escursione. Descrizione del percorso: Accennavamo nell’introduzione al sorprendente isolamento di questo settore montuoso. L’unica traccia umana è data proprio dalla seggiovia e dai piccoli skilift presenti presso Maseben. In inverno questi pendii si trasformano infatti in una piccola stazione sciistica ma basterà meno di mezz’ora di cammino per trovarsi immersi in una natura del tutto incontaminata. Ad ogni modo sin dall’arrivo della seggiovia il panorama si rivela d’eccezionale interesse grazie alla vicina presenza, verso oriente, del “gigante” delle Alpi Venoste. Si tratta della Palla Bianca (Weißkugel) la cui slanciata cima raggiunge i 3739 m. Altre cime appaiono rivestite da ghiacciai perenni rendendo la visione particolarmente suggestiva. Lasciamo alla nostra sinistra i ghiacciai e le cime maggiori e alle nostre spalle il Ristorante Atlantis der Berge per risalire su comodo sentierino (segnavia 19) in direzione del vasto vallone glaciale che si apre a sinistra del Tiergartenspitz (cartello indicante la cima). Da notare che la vetta è visibile sin dalla partenza; il punto più alto appare illusoriamente vicino, in realtà dobbiamo coprire 800 metri di dislivello su percorso comunque alla portata d’ogni buon camminatore. La prima frazione si articola su sentierino che sale a destra degli impianti di sci. Il fondo erboso morbido e privo di salti rocciosi rende il cammino facile e comodo. Si guadagna quota moderatamente, senza improvvisi cambi di pendenza, in ambiente erboso molto distensivo. Lasciamo alle nostre spalle gli impianti nonché un piccolo specchio d’acqua molto probabilmente artificiale. In salita un po’ più ripida raggiungiamo un bel piano prativo caratterizzato dalla presenza di alcuni isolati massi rocciosi. Non è raro in estate trovare in questo pianoro erboso mandrie di mucche al pascolo. Il segnavia porta ad attraversare la conca sino a portarsi presso il ripidissimo pendio che domina la scena verso sud. Ha ora inizio il tratto più impegnativo dell’ascensione: una caratteristica del percorso sarà la pendenza a tratti molto forte del percorso sebbene non vi sia mai esposizione né tanto più passaggi d’arrampicata. Frecce sulle rocce e ometti guidano in progressiva risalita tra prati sempre più poveri complice la quota ormai significativa e la sfavorevole esposizione verso nord. Una lunga sequenza di tornantini permettono di guadagnare quota con il pendio che diviene estremamente faticoso. In pendenza molto forte entriamo nel regno delle rocce e dei detriti: il fondo erboso lascia spazio ad un caotico accatastamento di pietre instabili tra le quali si insedia una flora strisciante molto particolare, in grado di resistere alle temperature estreme e ai forti venti legati all’altitudine. Si allarga il panorama sia verso nord in direzione dello spartiacque alpino (confine Italia – Austria) che verso oriente dove torniamo ad osservare cime e ghiacciai della Palla Bianca e dei monti circostanti. In grandioso ambiente d’alta quota la pendenza finalmente decresce sino a guadagnare, intorno ai 2900 metri, un vasto pianoro detritico a termine del settore più faticoso. Compare di fronte a noi la tozza piramide sommitale del Tiergartenspitz ormai piuttosto vicina. Possiamo prenderci il tempo d’esplorare questo piccolo altipiano d’altitudine dall’aspetto desolato e solo all’apparenza privo di vita. E’ il regno della Linaria alpina, della Genziana bavarica e soprattutto della bellissima Androsace alpina, piccola pianta pulvinante che fiorisce nel mese di agosto tra le pietre facendo rivivere anno dopo anno un pendio altrimenti coperto di neve da novembre a giugno. Il percorso volge verso occidente in direzione della cresta che cala dalla cima a nordovest, tuttavia eseguiamo prima una breve digressione. Sulla destra notiamo infatti la poco pronunciata elevazione dello Schwarzkopf caratterizzata da un ometto posto sulla sua sommità. L’ascensione avviene senza indicazioni tuttavia con buona visibilità appare del tutto priva di rischi e pericoli articolandosi in debole pendenza tra desolate pietraie. In breve traversiamo intuitivamente tra i detriti sino a guadagnare l’ampio pianoro sommitale (m 3002). La vetta dello Schwarzkopf offre una particolare angolazione del Tiergartenspitz che rivolge in nostra direzione l’elegante cresta sulla quale si articolerà tra breve la via di salita. Un occhio attento noterà infatti i tornanti della via normale subito a sinistra del filo del crinale. Accennavamo all’ampio pianoro sommitale dello Schwarzkopf: proteso verso nordovest è presente in esso un secondo grande ometto di pietre dal quale il panorama si estende sino ad includere un piccolo settore del bellissimo Lago di Resia. Per il resto ribadiamo l’ampia visione dello spartiacque alpino e del settore più elevato delle Alpi Venoste. Dobbiamo ora raggiungere il punto culminante della nostra ascensione: la vetta del Tiergartenspitz. Abbandoniamo lo Schwarzkopf ritornando a ritroso sino al vasto pianoro detritico. Come anticipato la via normale si sviluppa grosso modo lungo la cresta nordoccidentale della montagna. Nella prima frazione il percorso resta sotto crinale sulla sinistra articolandosi su fondo detritico ripido ma mai difficile. Sono presenti più tracce che possono essere usate indifferentemente. Nel proseguo si guadagna un intaglio della cresta dal quale ci affacciamo sul Lago di Resia mentre lo Schwarzopf è ora alle nostre spalle. Il tratto sommitale dell’ascensione è di indescrivibile bellezza: il sentierino segue fedelmente il crinale in ambiente aperto e luminoso. Tra massi di granito, in bell’equilibrio tra i due versanti, si raggiunge infine il punto più elevato caratterizzato da alcuni ometti di pietra (m 3068 – ore 2,45 compresa l’ascensione allo Schwarzkopf – libro di vetta). Lasciate che lo sguardo indugi dalla cima sull’orizzonte circostante: il Tiergartenspitz permette uno splendido panorama sul mondo ghiacciato delle Alpi Venoste senza tuttavia toccare neve o ghiaccio nella sua ascensione, a patto di non salirvi ad estate troppo anticipata. Osserviamo la sinuosa cresta usata per la salita distendersi in direzione della sottostante Langtauferertal mentre alla sinistra rifulge sotto il sole il Lago di Resia. Le acque di colore turchese del lago sono un soggetto fotografico particolarmente attraente; sullo sfondo di stagliano le cime delle Alpi Svizzere. Verso meridione dalla cima prosegue un dirupato crinale roccioso che dopo un avvallamento torna a salire fino alla vetta del Mitterloch-Spitze; appena più distante notiamo la sommità della Cima dei Corvi con il suo piccolo ghiacciaio. Sullo sfondo si stagliano le vette del gruppo dell’Ortles. Ad oriente osserviamo per l’ennesima volta Palla Bianca, punto culminante delle Alpi Venoste mentre a nordest è la Punta Lago Bianco a dominare la scena e a spiccare lungo il crinale principale. Il rientro avviene a ritroso. N.B. L’ascensione allo Schwarzkopf può essere omessa dalla via di salita al Tiergartenspitz che impegna in questo caso per circa ore 2,15. Cenni sulla flora:
Gli amanti della flora d’alta quota apprezzeranno senz’altro questo percorso dove la stagione vegetativa è posticipata a luglio o addirittura ad agosto alle quote superiori nelle vallette nivali rivolte a settentrione. Tra le piante che abbiamo osservato ricordiamo le seguenti: 1) Primula vischiosa (Primula glutinosa), endemica del nordest dalla Lombardia al Trentino Alto Adige, è caratterizzata da fiori di colore violetto. 2) Semprevivo montano (Sempervivum montanum). 3) Senecio biancheggiante (Senecio incanus), inconfondibile per i suoi capolini gialli e le foglie dall’aspetto argentato. 4) Ranuncolo dei ghiacciai (Ranunculus glacialis) 5) Androsace alpina (Androsace alpina); una delle piante più rare e pregevoli osservabili lungo questo percorso. Colonizza i macereti alle quote superiori, soprattutto nella piccola conca che si apre subito sotto alla vetta (circa m 2900) dove appare in fiore ad agosto. 6) Genziana bavarese (Gentiana bavarica); al pari della precedente fiorisce ad agosto nelle vallette nivali riparate e colpisce per il suo colore blu intenso. 7) Genziana nivale (Gentiana nivalis) 8) Linaiola d'alpe (Linaria alpina), anch’essa presente nella piccola conca che si apre subito sotto alla vetta (circa m 2900). 9) Veronica alpina (Veronica alpina) presente tra le rocce del settore sommitale e caratterizzata da piccoli fiori azzurri a quattro petali. 10) Silene a cuscinetto (Silene acaulis) 11) Sassifraga zolfina (Saxifraga bryoides) 12) Sassifraga solcata (Saxifraga exarata) presente alle quote superiori. Ne abbiamo trovati diversi pulvini presso la vetta. 13) Azalea alpina (Loiseleuria procumbens) 14) Achillea moscata (Achillea moschata) 15) Cardo spinosissimo (Cirsium spinosissimum) 16) Margherita alpina (Leucanthemopsis alpina) 17) Rododendro ferrugineo (Rhododendron ferrugineum) 18) Napello (Aconitum napellus) 19) Poligono viviparo (Polygonum viviparum) 20) Minuartia sedoide (Minuartia sedoides)
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