VIA FERRATA FAUSTO SUSATTI (CIMA CAPI – m 907)
VIA FERRATA MARIO FOLETTI
Gruppo montuoso:
Alpi di Ledro
Ferrata Fausto Susatti:
Grado di difficoltà globale: POCO
DIFFICILE (Vai
alla scala delle difficoltà).
Difficoltà tecniche: 2-
Esposizione: 2
Impegno fisico: 2
Ferrata Mario Foletti:
Grado di difficoltà globale: FACILE
(Vai
alla scala delle difficoltà).
Difficoltà tecniche: 1
Esposizione:
2-
Impegno fisico: 2
Dislivello assoluto:
m 489
Tempo di percorrenza: ore 4,30 globali
(Ferrata Susatti: ore 1 circa – Ferrata Foletti: ore 0,20)
Punti di appoggio: Biacesa di Ledro -
Bivacco Arcioni
Accesso:
Da Riva del Garda seguiamo la statale che
conduce in Val di Ledro. Attraversate due lunghe gallerie (la seconda quasi
4 km!) si penetra nello stretto solco vallivo sino a raggiungere in breve
l’abitato di Biacesa (m 418). Abbandoniamo l’automobile per procedere a
piedi sulla destra (cartelli indicatori per “Cima Capi”). Camminiamo tra le
ultime case del piccolo borgo sino ad una bella fonte presso il bivio ove i
cartelli indicano lo stradello a sinistra. Lo seguiamo brevemente sino ad
un’ulteriore biforcazione: volgiamo a destra sul segnavia n° 470 (Sentiero
dei Bèch) abbandonando la mulattiera che conduce alla Chiesa di S.Giovanni.
Il nostro tracciato si trasforma in un bel sentierino nel mezzo della
boscaglia; a ore 0,20 dalla partenza attraversiamo una facile cengia con
salto roccioso sulla destra (sottili funi d’assicurazione senz’altro
eccessive considerata la larghezza del tracciato). Si procede con deboli
dislivelli e senza alcuna difficoltà nella boscaglia (da notare la
vegetazione mediterranea con la presenza degli olivi e dell’alloro). A ore
0,35 alcune elementari roccette in discesa richiedono un attimo d’attenzione
per poi proseguire lungamente con saliscendi sino al piccolo belvedere
aperto splendidamente sul sottostante Lago di Garda. Il sentiero volge
quindi a sinistra contornando una bella parete rocciosa ove si aprono alcune
cavità scavate all’epoca del primo conflitto mondiale. Subito oltre una
breve salita conduce ad un magnifico terrazzo (circa ore 1 dalla partenza), dove osserviamo
un panorama incomparabile: a sinistra i paesi di
Riva del Garda e Arco sovrastati da Monte Stivo;
più a destra
Torbole e il fiume Sarca nel punto in cui
si getta nel Lago di Garda. Spostandosi ulteriormente verso sud notiamo il
Monte Altissimo di Nago e la lunga
catena del Baldo dominare dall'alto le
acque del Garda;
siamo inoltre sovrastati dalla poderosa parete rocciosa di
Cima Capi. Trascurato il bivio segnalato che cala a destra in direzione di
Riva del Garda (segnavia n°405), raggiungiamo in breve il primo salto
impegnativo. Rimontiamo un camino roccioso grazie all’ausilio di alcuni
pioli di ferro che fungono da valido appoggio per mani e piedi. Subito oltre
segue una frazione di sentiero normale sino a guadagnare l’attacco vero e
proprio della ferrata Susatti presso una piccola caverna (cartello indicante
“sentiero difficile”).
Descrizione delle
ferrate:
Alcune
roccette non attrezzate richiedono un attimo d’attenzione sino ad
afferrare la
prima fune metallica della ferrata Fausto Susatti. Saliamo senza
eccessiva difficoltà lungo l’esile cresta godendo alle spalle di una
magnifica visione del blu intenso del Lago di Garda.
Le difficoltà si mantengono contenute con
funi metalliche pressoché continue e con
pochi passaggi impegnativi. Tre punti risultano particolarmente belli.
Il primo è costituito da una piastra di roccia rimontata con l’ausilio di
due staffe metalliche; subito oltre si traversa per qualche metro a destra
su sottile cengia larga pochi centimetri ove i piedi trovano provvidenziale
appoggio.
Più in alto si affronta il
punto più caratteristico dell’escursione: le funi metalliche raggiungono il
sottilissimo
filo di cresta; le
difficoltà tecniche non sono eccessive, ma risulta
notevole l’esposizione sul
baratro a destra che precipita direttamente nel lago posto
700 metri più
in basso. Oltre questo tratto, molto spettacolare ed esposto, la via deborda
sul versante meridionale della montagna sino al terzo punto interessante del
percorso attrezzato: la fune risale, obliquando verso sinistra, un breve
salto verticale. Una roccia prominente costringe ad esporsi nel vuoto.
Occorre portare senza timore il piede sinistro al di là dell’ostacolo per
poi procedere nel
facile camino che segue. Subito oltre troviamo gli ultimi facili
spezzoni di fune sino all’innocuo sentierino nel bosco posto a termine della
via. Saltiamo due brevi spacchi che interrompono il cammino per guadagnare
infine la
sommità di Cima Capi (m 907 – ore 2,20 dalla partenza – bandierina e
libro di vetta) con grandioso panorama in direzione del Garda con in bella
evidenza i paesi di
Riva del Garda e
Torbole.
L’escursione procede a
questo punto lungo l’esile filo di cresta non attrezzato e sempre con
impressionante strapiombo sulla nostra destra (spettacolare panorama sulla
testata del lago di Garda). Prestando molta attenzione al tratto
esposto, guadagniamo la piccola forcellina ove lasciamo a destra il tratto
attrezzato per Riva del Garda; volgiamo a sinistra (cartello indicatore per
Biacesa), camminando tra la parete a destra e un muro in cemento armato
sulla sinistra che poco oltre scavalchiamo per raggiungere l’attacco della
Ferrata Foletti (ore 0,15 da Cima Capi).
Più breve rispetto
alla via F.Susatti, il sentiero Mario Foletti ha inizio con un
traverso su
lisce placche rocciose inclinate attrezzate con fune metallica ben tesa,
in
esposizione sulla ripida scarpata posta a sinistra. Nei punti più lisci
sono state aggiunte alcune barre metalliche che permettono un solido
appoggio anche per i piedi. Dopo questo breve tratto pressoché orizzontale,
la ferrata volge con decisione verso l’alto risalendo ripidamente un canale
roccioso ben appigliato (scorcio
verso il Garda). Le funi guidano poi in falsopiano sino ad un salto
in discesa un po’ più impegnativo. Si perde nuovamente quota prestando
attenzione agli appigli in un paio di punti esili sino al
termine della ferrata ove troviamo (sulla destra) la lapide che ricorda
Mario Foletti.Rientro alla
partenza:
A termine di ogni
difficoltà si cala con bel sentiero nel bosco guadagnando in breve il
Bivacco Arcioni (m 845). Più che di bivacco sarebbe logico parlare di
rifugio non gestito ma sempre aperto con tanto di cucina e tavoli. Dopo una
ritemprante pausa procediamo oltre passando presso la chiesa di S.Giovanni.
La segnaletica indicante “Biacesa” ci permette di calare evitando alcune
biforcazioni verso destra. Restiamo nel bosco fino ad uscirne nel fondovalle
in prossimità del paese. Chiudiamo il nostro anello quando raggiungiamo il
bivio segnato, questa volta a sinistra, per il sentiero dei Bèch (segnavia
470). Passando tra le case di Biacesa siamo in breve al punto di partenza
(ore 2 circa da Cima Capi; ore 4,30 complessive)
Osservazioni
– Caratteristiche della ferrata:
Nel complesso due ferrate
non difficili sebbene la via Fausto Susatti sia a tratti
molto aerea e non del tutto elementare essendo un caratteristico
itinerario che segue quasi fedelmente il filo di cresta. Più semplice e
breve risulta la ferrata Foletti. Entrambi i tratti attrezzati sono adatti
anche ai neofiti per i quali consigliamo la presenza di una persona più
esperta nell’affrontare la Ferrata Susatti. Si consiglia attenzione nel
tratto di sentiero che dalla sommità di Cima Capi conduce all’attacco della
ferrata Foletti: la frazione non è difficile ma risulta priva di
assicurazioni nonostante la consistente esposizione a destra. L’esperto,
nonostante le scarse difficoltà tecniche, troverà soddisfacente il magnifico
panorama sulla testa del Lago di Garda. Un itinerario percorribile quasi
tutto l’anno stante il clima mediterraneo determinato dalla presenza del
lago; sconsigliabile è invece la percorrenza delle ferrate nella stagione
estiva quando l’umidità e soprattutto le temperature possono raggiungere
valori molto elevati. Da rilevare la mancanza d’acqua sull’intero itinerario
ad eccezione di un paio di fonti alla partenza, nell’abitato di Biacesa.
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