Stella alpina dell'Appennino

Nome scientifico: Leontopodium nivale (Ten.) Huet ex Hand.-Mazz. (Sinonimo: Gnaphalium nivale Ten.)

Famiglia: Asteraceae

Habitat naturale: Rupi calcaree molto spesso in ambiente di cresta, detriti sassosi tra 1900 e 2900 metri di quota. Raro subendemismo segnalato in Italia nell’Appennino Centrale. Nella penisola balcanica (Montenegro) sono segnalate alcune stazioni disgiunte. L’areale italiano è circoscritto a poche catene montuose; è osservabile 1) sui Monti Sibillini (ad esempio alla Sella delle Ciaule, sul Monte Vettore, alla Sella di Palazzo Borghese ecc…); 2) sul Gran Sasso d’Italia (ad esempio sul Monte Brancastello, sul Monte Tremoggia, sul Monte Aquila ecc…); 3) sulle cime dei Monti della Laga; 4) sulle vette della Maiella. Altre segnalazioni sono relative al Monte Terminillo, al Pizzo di Sevo e al Monte Greco. Le regioni interessate dalla presenza della specie sono 4: Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo. E’ pianta protetta ai sensi della L. R. 45/79 della Regione Abruzzo ed è inclusa nella Lista Rossa delle piante minacciate d’estinzione in Italia.

Periodo di fioritura: Da giugno ad agosto

Descrizione della pianta: Pianta erbacea perenne alta fino a 8 -10 cm con breve fusto. Le foglie sono spatolate con lamina da oblanceolata a subrotonda, biancastre in quanto ricoperte da una fitta pelosità che difende la pianta dalla traspirazione molto accentuata per la quota. L’infiorescenza è data da 4 - 6  capolini giallastri di forma tubulosa (uno centrale con altri minori) circondati da una rosetta di 9 – 12 foglie.

Note: Notevole la somiglianza con la più nota stella alpina (Leontopodium alpinum) della quale è stata ritenuta per molto tempo una sottospecie. Ultimamente prevale la linea di considerarla una specie a sé stante. La Stella Alpina dell’Appennino rispetto a quella alpina propriamente detta presenta dimensioni ridotte e una pelosità molto più accentuata; i due areali sono ben distinti e non si sovrappongono impedendo la confusione tra le due specie.

Il nome generico deriva dal greco “lèon” cioè “leone” e “poùs” ovvero piede e quindi “piede di leone” per la forma dell’infiorescenza

Dove l’abbiamo osservata: Tutte le fotografie sono state realizzate presso la vetta del Monte Brancastello (m 2380 - Gran Sasso d'Italia - Appennino Abruzzese).

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