Spilech

MONTE SPILECH (m 1731)

Poco noto e ancor meno salito, il Monte Spilech è un’elevazione minore nell’ambito del Gruppo della Vigolana. Nonostante questa premessa presenta un panorama di vetta davvero notevole grazie alla sua particolare conformazione protesa in modo deciso verso il Lago di Caldonazzo. É un’escursione che si sviluppa ad una quota medio bassa permettendone la percorrenza sin dal mese di maggio mentre in piena estate le temperature elevate consigliano la scelta di intinerari più in quota. La prima parte della salita è coincidente con la via normale al Becco di Filadonna andando a toccare fra l’altro il bel rifugio Casarota.

L’escursione in breve:

Ristorante Sindech (m 1092) – Rifugio Casarota Livio Ciola (m 1578) – Albi (m 1600) – Monte Spilech (m 1731)

Dati tecnici:

Partenza dal Ristorante Sindech (m 1092): Difficoltà: E con breve tratto EE tra Albi e la cima (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 639. Acqua potabile sul percorso: assente

Accesso:

Dalla città di Trento si segue la SS 349 in direzione di Vigolo Vattaro e Pian dei Pradi salendo in direzione del Valico della Fricca. Poco prima della sella troviamo a sinistra l’Albergo Ristorante Sindech (m 1092) presso il quale lasciamo l’automobile mentre sulla destra troviamo, indicato dai cartelli, l’inizio del sentiero segnato (segnavia 442).

Descrizione del percorso:

Il sentiero sin dall’inizio si sviluppa all’ombra della faggeta. Un paio di cartelli sono di guida in due punti altrimenti ambigui eliminando qualsiasi problema d’orientamento. In coincidenza di un canalone il bosco lascia spazio ad uno scorcio in direzione delle soprastanti pendici rocciose. Subito oltre siamo nuovamente nel folto con rari scorci tra le frasche. La salita è continua ma costante, senza eccessivi sbalzi. Intorno ai 1400 metri il bosco lascia spazio ad un esile pulpito dove il panorama si apre verso il fondovalle. Il sentiero volge deciso verso sinistra, indicato dalla segnaletica, rientrando nel folto per affrontare il tratto che precede l’arrivo al Rifugio Casarota. Con una serie di svolte ci portiamo sino al magnifico terrazzo naturale aperto verso il fondovalle nel quale sorge la struttura del rifugio, sempre aperto nella bella stagione (m 1578 – ore 1,15 dalla partenza – sino qui km 2,66 di marcia).

Splendida appare la posizione grazie alle incombenti quinte della Vigolana caratterizzate da ardite guglie e grandi pareti calcaree. Più a sinistra il crinale appare coperto da una fitta boscaglia a pino mugo. Il nostro percorso prosegue mantenendo il segnavia 442 con la segnaletica indicante il Becco di Filadonna a due ore di marcia. É ancora presente una rilevante alberatura, sono tuttavia più frequenti le aperture con splendidi scorci sia sulla vallata sottostante che sulle guglie che ci sovrastano. In breve siamo al bivio in località Albi (m 1600) dove ignoriamo il sentiero 432 che scende a desta con cartello indicante il Rifugio Paludei. Manteniamo il segnavia 442 trovando, subito oltre, una nuova importante biforcazione. Questa volta, guidati dai cartelli, abbandoniamo il tracciato principale che procederebbe in direzione del Bus de le Zole e del Becco di Filadonna per volgere a destra con cartello indicante il Monte Spilech.

Seguiamo l’esile traccia tagliando il fianco della montagna sino a raggiungere una zona che diversi anni or sono fu interessata da un grande incendio del quale rimangono ancora le tracce: rami contorti e disseccati testimoniano in silenzio quella che fu l’azione del fuoco. Su tracciato non difficile ma nel complesso assai stretto andiamo a superare un’evidente grande canalone detritico. L’incendio ha reso il fondo instabile richiedendo un minimo di attenzione e piede fermo. Superato l’ostacolo il sentiero diviene più facile e comodo riportandosi nel contempo nel folto della vegetazione. Procediamo in salita affrontando in ultimo una fitta e ombrosa abetaia. L’uscita dal bosco è improvvisa e avviene a poca distanza dalla cima. Il sentiero rimonta la splendida prateria sommitale in vista del punto più alto. Occorre osservare che la croce posta sulla destra non identifica il punto più alto. Il suo raggiungimento permette in ogni caso un eccellente scorcio sul fondovalle. Troviamo la vetta vera e propria poco a sinistra, contraddistinta da un cartello riportante il toponimo della montagna e la quota. Gli ultimi metri sono su traccia che ricalca l’affilata cresta sommitale. L’arrivo sul punto più alto offre un paesaggio di inattesa vastità (m 1731 – ore 0,35 dal Rifugio Casarota - ore 1,50 dalla partenza).

Possiamo notare un ampio tratto della Valsugana con, in evidenza, il Lago di Caldonazzo. Curiose le evidenti e slanciate guglie calcaree interposte fra noi e il lago. Alle spalle appare notevole il paesaggio sulle grandi pareti rocciose della Vigolana. Un occhio attento inoltre riuscirà sicuramente ad osservare il Rifugio Casarota presso il quale siamo transitati salendo in vetta. Il rientro avviene a ritroso per un totale di ore 3,15 di cammino.

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