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COL CUCO (m 1827) LAGO SORAPISS - FORCELLA MARCOIRA
Andiamo a narrarvi un'escursione ad anello di straordinaria bellezza che vi permetterà di penetrare all'interno del Massiccio del Sorapiss. Un'avventura molto bella, soprattutto in autunno quando i larici assumono colorazioni sgargianti. L'itinerario contempla inoltre la visita ad una meravigliosa gemma: il Lago Sorapiss, famoso per la sua colorazione quasi irreale. La tinta turchese dello specchio lacustre, del tutto atipica nelle Alpi, deriva dalla sospensione delle polveri rocciose trasportate dalle acque in uscita dal ghiacciaio che alimenta il lago. Consigliamo questa straordinaria camminata a tutti gli escursionisti di media esperienza, capaci di affrontare facili frazioni attrezzate senza avere problemi di vertigini. Il tracciato può divenire pericoloso in caso di gelate, esperienza che abbiamo vissuto in prima persona effettuando l'escursione a metà ottobre. In questi casi la prudenza è d'obbligo con specifico riferimento alle frazioni rocciose esposte. Occorre infine sottolineare l'importanza di non cambiare il verso descritto dell'escursione. É vero, si tratta di un percorso ad anello, tuttavia la ripidissima frazione su ghiaie che precede la Forcella Marcoira è senz'altro pericolosa se eseguita in discesa e quindi all'inverso rispetto alla descrizione che segue. Con le dovute cautele si tratta di un'esperienza straordinaria che vi lascerà il magnifico ricordo di un ambiente dolomitico imponente. Concludiamo con l'ultima avvertenza, quella di evitare i mesi centrali dell'estate quando le rive del lago sono purtroppo prese d'assalto da scomposte schiere di escursionisti non sempre rispettosi di un ambiente fragile come quello delle Dolomiti. L'escursione in breve: Passo Tre Croci (m 1805) - bivio di Terdeiba (m 2129) - sentiero 216 - Forcella Marcoira (m 2302) - innesto sentiero 215 (m 1885) - Rifugio A. Vandelli (m 1928) - Lago di Sorapiss (m 1923) - bivio sentieri 215/216 (m 1885) - Col Cuco (m 1827) - Passo Tre Croci (m 1805) Dati tecnici: Partenza dal Passo Tre Croci (m 1805): Difficoltà: EEA (numerose frazioni attrezzate non difficili ma piuttosto esposte che richiedono piede fermo e assenza di vertigini). (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 497. Acqua sul percorso: assente. Accesso: Si accede alla partenza comodamente in quanto il Passo Tre Croci è attraversato dalla SR 48 delle Dolomiti. Si può salire al valico dal paese di Cortina d'Ampezzo oppure da Auronzo di Cadore o da Misurina. Descrizione del percorso: Con partenza dal Passo Tre Croci (m 1805) seguiamo la mulattiera contrassegnata dal segnavia 213 che si separa sulla destra subito prima del grande hotel posto in coincidenza del valico per chi sale da Cortina d'Ampezzo. Chi proviene da Misurina o da Auronzo troverà il sentiero sulla sinistra immediatamente dopo l'albergo. Senza fatica il tracciato segnato conduce nel suggestivo bosco del Ciampo Marzo alternando lievi salite a frazioni pianeggianti. Dopo 15 minuti circa di cammino troviamo una prima fonte (circa m 1850) seguìta da una seconda a mezz'ora dalla partenza (m 1950). Da rilevare il magnifico panorama che si apre alle nostre spalle permettendo di ammirare le cime del massiccio del Cristallo. Proseguendo nell'ascesa la vista si estende ulteriormente abbracciando le vette delle Tofane. Ad un'ora di cammino guadagniamo l'importante bivio di Tardeiba (m 2129), dove abbandoniamo il proseguo del sentiero 213 per volgere a sinistra sul sentiero n° 216 che muove in direzione della Forcella Marcoira. Pochi minuti di marcia e l'ambiente cambia radicalmente portandosi alla base della ripida salita che ci permetterà di accedere alla sella appena indicata. Ancora una volta godiamo dell'eccellente scorcio sul gruppo del Cristallo mentre alla nostra destra possiamo osservare la frazione di sentiero appena percorsa. Andiamo ad affrontare la frazione più delicata dell'intera escursione; la salita diviene assai erta affrontando un ripidissimo canalone caratterizzato da un fondo ghiaioso particolarmente instabile. Si rivela necessaria molta attenzione per scegliere il punto migliore e meno scivoloso; è una frazione particolarmente faticosa che costringe più volte ad una sosta per prendere fiato. Ad ore 1,30 dalla partenza raggiungiamo il vertice del ghiaione in coincidenza della Forcella Marcoira (m 2302) a termine della frazione più ripida. Il paesaggio si apre, consigliamo comunque di risalire brevemente poco sopra la sella per godere della migliore vista possibile sulla Marmolada e verso le cime dell'immediato circondario. La nostra escursione prosegue muovendo in direzione del Lago Sorapiss con il panorama che in breve si apre ulteriormente in direzione delle Dolomiti di Sesto andando a scorgere il lontano Lago di Misurina e le Tre Cime di Lavaredo. Poco oltre affrontiamo un facile tratto attrezzato quasi pianeggiante a cui ne segue un secondo altrettanto breve e semplice in coincidenza di alcune roccette esposte. A termine di questa frazione il sentiero comincia a perdere quota tra roccia affiorante e macchia a pino mugo scendendo in direzione del bellissimo Lago Sorapiss. Sebbene a distanza osserviamo già la particolarissima colorazione che ha dato notorietà allo specchio d'acqua. Si prosegue tra balze non difficili ma piuttosto scivolose per via della roccia ormai unta per il frequente passaggio degli escursionisti. La vegetazione diviene progressivamente più densa sino al termine della discesa dove andiamo a confluire nel sentiero n° 215 (m 1885). É assolutamente d'obbligo la breve digressione a destra (cartelli) salendo in pochi minuti sino alla sponda del Lago Sorapiss (m 1923 - ore 3 dalla partenza). Nelle immediate vicinanze si erge il Rifugio Antonio Vandelli (m 1928), ottimo punto di appoggio aperto nella bella stagione. Merita più di un cenno il lago, posto com'è in una bellissima conca circondata dagli imponenti contrafforti del Sorapiss. A spiccare è senz'altro la slanciata vetta denominata “dito di Dio”, uno spuntone davvero elegante ed inconfondibile così denominato per la sua particolare conformazione. La conca è aperta solo verso settentrione e di conseguenza è caratterizzata da un microclima particolarmente rigido rispetto al circondario. L'estensione dello specchio d'acqua raggiunge il suo massimo subito dopo il disgelo, solitamente nei mesi di maggio e giugno, mentre tende a ridursi in modo considerevole alla fine dell'estate quando gran parte del lago si prosciuga con l'acqua che rimane confinata nel settore nord-orientale dello stesso. A partire dall'autunno e sino a primavera inoltrata tutto il lago è coperto da uno spesso stato di ghiaccio in attesa del nuovo disgelo. Consigliamo agli escursionisti di prendersi il tempo per eseguire il periplo del lago senza per altro incontrare alcuna rilevante difficoltà. Solo sulla sponda orientale si incontrano alcune rocce a picco che possono essere comodamente aggirate scostandosi dalla sponda per risalire i ripidi pendii sulla destra. Da rilevare gli scorci aperti verso settentrione andando ad osservare le guglie dei Cadini di Misurina e poco più distanti le Tre Cime di Lavaredo. La nostra escursione ad anello procede rientrando a ritroso dal lago tra una fitta selva a pino mugo e larici che si rivestono nella seconda metà di ottobre dei mille colori dell'autunno. Arretriamo sino al bivio con il sentiero 216, itinerario dal quale siamo giunti in precedenza (m 1885). Ignoriamo la biforcazione mantenendo questa volta il segnavia 215. Il tracciato si sviluppa prevalentemente nel bosco con una placca rocciosa che viene discesa con una scala metallica inclinata. La vista alle nostre spalle include ancora le grandiose quinte strapiombanti del Sorapiss. Una breve frazione tra roccette inclinate taglia diagonalmente la fitta mugheta. Subito oltre affrontiamo una stretta cengia esposta opportunamente assicurata con cavi metallici fissi. Il paesaggio è aperto verso settentrione permettendo ancora una volta la vista delle Tre Cime di Lavaredo. Subito oltre siamo nuovamente tra il pino mugo traversando con deboli dislivelli sino ad un salto roccioso strapiombante. L'ostacolo sarebbe insormontabile se non fosse stata aggiunta una provvidenziale scala di ferro seguita da una costola rocciosa inclinata ben assicurata dal cavo metallico fisso. Terminato questo passaggio siamo alla fine delle maggiori difficoltà del percorso. Proseguiamo lungamente, senza affrontare ulteriori tratti esposti, su sentiero ben marcato; la vista si estende ad oriente verso le guglie che caratterizzano la catena delle Marmarole mentre volgendo progressivamente verso nordovest cominciamo ad osservare gli avamposti del gruppo del Cristallo. Diviene più densa l'alberatura con la fitta macchia a pino mugo che cede il passo agli abeti e ai larici. Un ghiaione di detriti instabili viene tagliato dal sentiero quindi siamo nuovamente nel folto sino a raggiungere il bivio ben segnalato dai cartelli in legno. Chi lo desidera può eseguire la breve digressione a destra (cartello indicante "Valbona") abbandonando poco oltre il percorso segnato salendo a sinistra, senza via obbligata, lungo le pendici del Col Cuco sino a raggiungere la cima. Il nostro itinerario ad anello prosegue sul segnavia 215 che si sviluppa nel bosco rado con deboli dislivelli. La vista verso i contrafforti del Cristallo diviene sempre più imponente rivelandosi il motivo dominante di questa parte finale dell'escursione mentre alle spalle abbiamo gli ultimi scorci in direzione dei Cadini di Misurina. In ultimo il sentiero lascia spazio ad un'ampia e comoda mulattiera tra i prati che infine confluisce nella SR 48 delle Dolomiti. Poche decine di metri verso sinistra e siamo al Passo Tre Croci (m 1805) a chiusura del nostro itinerario circolare (ore 5 complessive).
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