Sobretta

MONTE SOBRETTA (m 3297)

Il Monte Sobretta, da qualsiasi lato lo si osservi, appare sempre come un colosso tozzo e possente a dividere la Valdisotto ad ovest dalla Valle dell’Alpe, tributaria della Valfurva, verso oriente. Curiosamente non presenta una cima definita bensì un lungo crinale che si estende dai 3271 metri della massima elevazione meridionale ai 3297 metri del culmine vero e proprio posizionato più a settentrione. Vecchie guide turistiche e siti in rete definiscono l’ascensione al Sobretta come un itinerario difficile con una frazione su ghiacciaio e una di cresta. In realtà è stato recentemente realizzato un sentiero del tutto facile che si sviluppa più a destra rispetto alla via del ghiacciaio, per altro ormai ridotto ai minimi termini, permettendo ad ogni buon escursionista di guadagnarne il culmine. Le uniche difficoltà, essendo il sentiero ben segnato ed evidente, sono date dalle condizioni meteorologiche in quanto si arrivano a sfiorare i 3300 metri oltre all’eventuale presenza, anche in piena estate, di ampi nevai o frazioni ghiacciate. È inoltre necessaria buona visibilità in quanto il percorso attraversa lande desolate in un ambiente nel complesso molto uniforme e con pochi punti di riferimento. Con tempo stabile e fondo asciutto il Monte Sobretta offre una grandiosa avventura d’alta quota all’altezza d’ogni buon escursionista. L’escursione prevede inoltre una breve digressione ad un magnifico lago glaciale ad aggiungere un ulteriore elemento d’interesse al cammino. Da rilevare che il percorso descritto è attualmente il più breve e facile per guadagnare la vetta costituendo una valida alternativa alla “classica” salita dal Ponte dell’Alpe.

L’escursione in breve:

Sunny Valley (m 2642) – Laghetto dell’Alpe (m 2740) – laghetto senza nome (m 2956) – lago glaciale (m 3100) – Ghiacciaio di Alpe Sud – Monte Sobretta (m 3297)

Dati tecnici:

Partenza dal Rifugio Sunny Valley (m 2642): Difficoltà: E con tempo buono e fondo asciutto (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 655. Acqua potabile sul percorso: assente

Accesso:

Da Bormio si risale la Valfurva con la SS 300 raggiungendo il paese di Santa Caterina. All’ingresso dell’abitato troviamo sulla destra la stazione a valle della funivia che sale dapprima alla Costa Sobretta (m 2715) per poi calare in breve sino al suo termine in prossimità del rifugio albergo costruito nel 2007 denominato “Sunny Valley Kelo Mountain Lodge” (m 2642).

Descrizione del percorso:

Scesi dalla funivia volgiamo verso destra in direzione opposta rispetto al rifugio Sunny Valley. Un cartello escursionistico indica il “Sentiero naturalistico” che seguiamo tra dossi erbosi muovendo verso occidente. Passiamo sotto un impianto di risalita lasciando alla nostra sinistra, sotto di noi, una modesta pozza d’acqua. Da rilevare lo scorcio alle spalle sul Pizzo Tresero. In moderata pendenza assecondiamo le deboli ondulazioni del terreno sino a guadagnare la piccola conca occupata dal Laghetto dell’Alpe (m 2740 - ore 0,20 dalla partenza). Si tratta di un modesto specchio d’acqua d’origine naturale esteso per circa 1700 mq alimentato da una piccola sorgente posta sulla sponda settentrionale.  

Lasciamo il laghetto alla nostra destra proseguendo lungo il sentiero ben tracciato andando a confluire poco oltre nel tracciato che sale dal Ponte dell’Alpe. Troviamo il cartello indicante il Monte Sobretta segnalato a 2 ore di marcia seguendo il segnavia 560. Muoviamo in questa direzione senza incontrare i problemi di orientamento che un tempo erano segnalati dalle guide; siamo infatti guidati da paletti segnavia e ometti di pietre ad escludere qualsiasi problema d’orientamento. Il sentiero è stato inoltre allargato risultando ben evidente. Tra prati magri d’altitudine procediamo quasi in piano sino ad inquadrare davanti a noi un pendio detritico che appare solcato dai tornanti del proseguo del sentiero. Perdiamo qualche metro per guadare il modesto torrente sottostante quindi ha inizio la salita lungo il pendio appena citato. La pendenza diviene pertanto più sostenuta ma nonostante ciò il fondo ben battuto rende l’ascesa non troppo faticosa. Da notare la vista alle spalle che raggiunge i contrafforti del Cevedale. In breve siamo al soprastante ripiano dove troviamo gli ultimi lembi erbosi. Immediatamente oltre il sentiero arrampica un grande pendio detritico che la traccia supera tagliandolo verso sinistra. Desta impressione la vista sulla nostra sinistra del grande “sandur” del Monte Sobretta, termine islandese che designa una piana o conca ghiaiosa d’evidente origine glaciale. Il sandur del Sobretta è uno dei più notevoli nell’ambito delle Alpi Retiche.

Il sentiero prosegue lungamente, con ambiente detritico molto uniforme che potrebbe apparire monotono. Abbondano nella distesa piccole pozze d’acqua e modesti ruscelli di fusione. Ad allietare il cammino è la vista alle spalle progressivamente più ampia andando a intravedere Monte Pasquale e la vetta del Cevedale. Scavalcato un ennesimo sbalzo siamo ad una sorta di terrazzo che accoglie, poche decine di metri a destra del sentiero, un piccolo laghetto (m 2954). Chi lo desidera può raggiungerne la sponda senza via obbligata. Il sentiero segnato prosegue senza difficoltà in moderata pendenza tra lo sfaticcio varcando la soglia dei 3000 metri, indicata come aiuto psicologico al cammino su un grande macigno. Il laghetto offre ora un bel colpo d’occhio dall’alto. Osserviamo di fronte a noi, non molto distante, ciò che resta del Ghiacciaio di Alpe Sud lungo il quale saliva, fino a non molti anni fa, la via normale alla vetta. Come anticipato nell’introduzione il sentiero è stato recentemente ritracciato sviluppandosi nettamente più a destra di prima. Il tracciato, palesemente artefatto, sale moderato sino al bivio segnalato dal cartello che conduce a sinistra al laghetto glaciale posto sotto ciò che resta della vedretta mentre verso destra prosegue la nuova via normale. Consigliamo vivamente la breve digressione che conduce al lago in appena una decina di minuti di cammino. Scegliendo questa opportunità si cala per pochi metri al pianoro sottostante dove sono stati costruiti diversi ometti di pietre. Subito oltre riprendiamo ripidamente quota verso sinistra su traccia nel pendio morenico quindi volgiamo verso occidente in vista dei lembi terminali del Ghiacciaio dell’Alpe Sud. Il lago, dalle acque verdastre, compare all’improvviso (m 3100) offrendo un magnifico contrasto con la soprastante distesa ghiacciata. Vale senz’altro la pena d’aggirare la sponda orientale dello specchio d’acqua per ammirarne la colorazione che deriva senz’altro dalla sospensione del limo glaciale. Altrettanto interessante è raggiungere ciò che resta del ghiacciaio. In occasione della nostra salita (agosto 2022) la vedretta si presentava purtroppo in piena fusione con numerosi corsi d’acqua superficiali: restava comunque una piccola estensione di ghiaccio scoperto in pratica senza crepacci oltre a godere ancora una volta del colpo d’occhio sul lago glaciale alimentato proprio dai torrenti in uscita dal ghiacciaio.

Andiamo ora a riprendere il sentiero che conduce al Sobretta rientrando a ritroso sino al bivio. Il nuovo sentiero prosegue in facile ascesa tra lo sfaticcio in direzione della soprastante conca a sua volta sovrastata dalla vetta. Non è affatto facile scorgere la cima in quanto il Sobretta è caratterizzato da una lunga dorsale sommitale e non da un culmine ben marcato. In occasione della nostra salita era stata tuttavia issata una bandiera in piena cresta a breve distanza dal culmine. Il sentiero si porta nella conca sotto la sua verticale (m 3140) quindi rimonta il faticoso pendio terminale tra rocce rotte, pietrisco e ghiaie. L’ultima frazione è di commovente bellezza aprendosi lo sguardo in direzione dell’Ortles e del Cevedale oltre a scorgere un settore del Ghiacciaio dei Forni immediatamente alle spalle del Pizzo Tresero. Siamo infine in coincidenza della croce e della bandiera osservata dal basso (m 3294), posta presso la propaggine più a nord del crinale sommitale. La vetta vera e propria si raggiunge in appena un paio di minuti seguendo verso sinistra la cresta sino al dosso roccioso che la caratterizza (m 3297 – ore 2,30 dalla partenza – ore 3 considerando la digressione al laghetto sotto il Ghiacciaio dell’Alpe Sud).

La posizione relativamente isolata della montagna e la notevole altitudine fanno sì che il paesaggio sia notevolissimo in tutte le direzioni. Nello specifico il Monte Sobretta sovrasta la Valfurva al di là della quale svettano Ortles, Zebrù e Gran Zebrù. Più a oriente si scorge la Val Cedec, il Ghiacciaio dei Forni con le cime del Cevedale, del Pizzo Tresero e la Punta di San Matteo. Non è da meno il paesaggio verso occidente offrendo un eccellente visione della distante Cima Piazzi e del più ravvicinato Monte Vallecetta con i cosiddetti “Bei Laghetti” ai suoi piedi. Sotto la verticale della cima notiamo ciò che rimane del Ghiacciaio del Sobretta Nordovest. Il rientro avviene a ritroso e impegna per due ore circa (ore 5 complessive tra andata e ritorno).

Cenni sulla flora:

L’intera escursione si sviluppa in alta quota permettendo l’osservazione di alcune specie tipicamente alpine in fioritura spesso posticipata a luglio o addirittura ad agosto. Segue un breve estratto delle specie che abbiamo potuto riconoscere in occasione della nostra salita avvenuta nella prima parte del mese di agosto.

1)    Sassifraga gialla (Saxifraga aizoides)

2)    Sassifraga zolfina (Saxifraga bryoides)

3)    Sassifraga stellata (Saxifraga stellaris)

4)    Silene a cuscinetto (Silene acaulis)

5)    Piumino rotondo (Eriophorum scheuchzeri)

6)    Senecio della Carnia (Senecio incanus subsp. carniolicum), endemico delle Alpi Orientali.

7)    Azalea alpina (Loiseleuria procumbens)

8)    Semprevivo montano (Sempervivum montanum)

9)    Canapicchia glaciale (Omalotheca supina)

10)  Linaiola d’alpe (Linaria alpina)

11)  Achillea nana (Achillea nana). É una specie endemica delle Alpi Occidentali e Centrali ricoperta da un inconfondibile tomento lanoso bianco argenteo.

12)  Pedicolare di Kerner (Pedicularis kerneri)

13)  Margherita alpina (Leucanthemopsis alpina)      

14)  Genziana bavarese (Gentiana bavarica)

15)  Ranuncolo dei ghiacciai (Ranunculus glacialis)

16)  Primula vischiosa (Primula glutinosa); bellissimo endemismo del nordest dai fiori violetti raccolti in piccoli grappoli. Colonizza i macereti d’altitudine e le rupi.

17)  Stella alpina (Leontopodium alpinum)

18)  Trifoglio bruno (Trifolium badium)

19)  Veronica alpina (Veronica alpina)

20)  Spillone alpino (Armeria alpina)

21)  Minuartia sedoide (Minuartia sedoides)

22)  Poligono viviparo (Polygonum viviparum)

23)  Ambretta strisciante (Geum reptans)

24)  Cardo spinosissimo (Cirsium spinosissimum)

25)  Arabetta alpina (Arabis alpina)

26)  Eufrasia minima (Euphrasia minima)

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