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SENTIERO ATTREZZATO DEGLI SCALONI (DOS TONDO – m 507) SENTIERO DELL’ANGLONE (SENTIERO ANGIOM)
Gruppo montuoso: Alpi di Ledro Grado di difficoltà globale: FACILE (Vai alla scala delle difficoltà). Difficoltà tecniche: 1 Esposizione: 2 Impegno fisico: 2 Dislivello assoluto: circa m 400 Tempo di percorrenza: ore 3,30 (via ferrata: ore 1) Punti di appoggio: Alla partenza nel paese di Ceniga; a metà percorso al Bivacco Crozolam; verso fine percorso nel paese di Dro. Accesso: Dal paese di Rovereto si percorre la statale in direzione di Riva del Garda. Raggiunto il centro di Nago, in coincidenza di una rotonda, si abbandona il proseguo per il Lago di Garda volgendo a destra e calando rapidamente sino ad Arco, splendido paese dominato dal caratteristico castello posto sulla sommità di uno sperone roccioso. Proseguiamo per qualche km seguendo le indicazioni per Dro e trovando, a breve distanza dal paese, la deviazione a sinistra che in breve conduce a Ceniga. Possiamo lasciare l’automobile in uno qualsiasi dei parcheggi in centro alla frazione. Da notare la presenza dei cartelli indicanti il percorso attrezzato sin dal centro di Ceniga. Descrizione della ferrata: Il cartello indicatore indica lo stretto vicolo che cala brevemente tra le ultime case di Ceniga (m 117). Lo percorriamo a piedi sino a scavalcare il fiume Sarca con il caratteristico ponte romano. Subito al di là del fiume confluiamo nell’ampia ciclabile che, praticamente in piano, percorriamo verso destra. In breve siamo ad un ulteriore biforcazione: in coincidenza del Maso Lizzone (m 122) abbandoniamo il proseguo parallelo al fiume della ciclabile per volgere a sinistra. Su stretta stradina passiamo tra vigneti ed ulivi sino ad un terzo bivio segnalato da cartello: lasciamo la strada cementata per passare a destra finalmente su sentiero. Si comincia ad apprezzare il panorama sulla valle dominata a nordest dalle pendici del Bondone, a oriente dal Monte Stivo e a sud dalla cupola del Doss del Clep. Saliamo nel bosco accostando la strapiombante parete rocciosa per poi guadagnare rapidamente l’attacco del percorso attrezzato. Per afferrare la prima fune rimontiamo un corto canalino roccioso che presenta numerosi appoggi quindi cominciamo a seguire le attrezzature su ripido tracciato a tornanti con splendidi scorci sulla Valle dei Laghi. Volgiamo a sinistra su cengia stretta ed esposta ma sempre ben assicurata. In coincidenza di uno spacco è presente un caratteristico ponticello che permette di superare in scioltezza l’ostacolo. Proseguiamo apprezzando il valore paesaggistico dell’itinerario: i ridenti paesi di Dro e Ceniga appaiono dall’alto distesi tra vigne ed uliveti in un ambiente dai connotati quasi mediterranei. Nei mesi freddi, il contrasto con le soprastanti cime innevate offre una visione insolita quanto suggestiva. In breve raggiungiamo la base degli “scaloni” che danno evidentemente nome al percorso. Siamo infatti sovrastati da una formidabile parete strapiombante che non potrebbe essere altrimenti superata se non con l’ausilio dei ripidi gradoni in legno che tagliano diagonalmente l’ostacolo. Le funi guidano come corrimano in questa spettacolare frazione. Il percorso volge a sinistra ancora più ripido e faticoso con un’ulteriore lunga fila di gradini in impressionante esposizione e verticalità rispetto alla sottostante vallata. Magnifico il colpo d’occhio sul Bondone e sul corso del Fiume Sarca che si snoda tranquillo tra le coltivazioni. La lunga gradinata esposta lascia spazio ad uno stretto passaggio tra la parete a destra ed uno sperone roccioso a sinistra. Subito oltre risaliamo una ripida placca rocciosa inclinata nella quale sono stati intagliati diversi gradini artificiali. La fune a sinistra assicura il tratto ancora una volta esposto ma sorprendentemente facile, da un punto di vista tecnico, grazie ai solidi appoggi per i piedi. Raggiungiamo un ulteriore gendarme roccioso che viene aggirato a destra dalle funi quindi la difficoltà decresce lasciando spazio ad un innocuo sentiero con ulteriori brevi spezzoni di fune nelle poche frazioni in parziale esposizione. Da rilevare come il panorama si estenda con la quota includendo non più soltanto la Valle dei Laghi e il Monte Bondone: verso sud compare infatti la catena del Monte Baldo con, in primo piano, il Monte Altissimo di Nago; appare inoltre la testata del Lago di Garda parzialmente coperta dal Monte Brione. Il percorso attrezzato offre ancora un tratto che richiede attenzione: una nuova, breve cengetta, sovrasta una placca che si affaccia, in grande esposizione, sulla sottostante vallata. Dro appare sotto la nostra verticale quasi a volo d’angelo, ma sono le ultime vere difficoltà del Sentiero degli Scaloni che ha definitivamente termine poco oltre (contenitore in legno con libro della ferrata da firmare). Procediamo su innocuo sentierino passando subito a sinistra della “Cavra del Lizon”. Le “cavre” sono cavalletti in legno che sorreggono funi metalliche un tempo utilizzate come teleferica per calare a valle la legna. Nel proseguo del percorso ne osserveremo altre come in un museo a cielo aperto. In coincidenza della Cavra del Lizon ammiriamo inoltre una bella visione del prospiciente Monte Stivo. Poco oltre siamo ad un importante bivio in coincidenza del poco pronunciato Dos Tondo (m 507 – ore 1,15 dalla partenza). Tralasciamo il proseguo per S. Antonio volgendo a destra, sul segnavia 428B, in direzione dei Lastoni. Il sentiero entra nel bosco in debole saliscendi per poi bordeggiare alcune cavità e paretine rocciose subito a sinistra del percorso. Raggiungiamo una radura attrezzata con panchine in legno dalla quale, muovendo pochi passi verso oriente, possiamo guadagnare un bel pulpito panoramico aperto in direzione del Lago di Garda. Il proseguo si articola nuovamente nel bosco rado sino ad intercettare un’ampia carrareccia a fondo ghiaioso. Per un breve tratto seguiamo verso destra la forestale oppure possiamo scegliere il sentiero scavato nel manto erboso quasi parallelo alla strada per poi ricongiungerci ad essa. Subito oltre, i cartelli indicano il punto dove si abbandona la forestale per calare su sentierino a sinistra portandoci presso il bel Bivacco Crozolam. Procediamo oltre, nel fitto bosco, con un’altra breve digressione a destra per raggiungere un terrazzino panoramico posto proprio sulla verticale del paese di Dro. La vista verso la testata del Lago di Garda è ancora più completa e possiamo scorgere lo sperone roccioso sul quale si erge il castello di Arco. In ultimo siamo in località Lastoni (m 445 – ore 1 dal Dos Tondo – ore 2,15 complessive), importante crocevia di sentieri. Scegliamo di calare a Dro con il sentiero attrezzato dell’Anglone (Angiom). Pur senza la continua esposizione del sentiero degli Scaloni, presenta comunque frazioni attrezzate che richiedono piede fermo e assenza di vertigini. La parte superiore concede belle visioni sulla Valle dei Laghi mentre un occhio attento noterà, verso nordest, l’abitato di Drena con l’omonimo castello. Tratti di normale sentiero si alternano a cengette esposte attrezzate con funi metalliche e qualche staffa. In vista ormai del paese di Dro, ci portiamo in prossimità del salto roccioso che strapiomba nella piana sottostante. L’ultima frazione di percorso è la più ardita: uno stretto canale scende tra la parete a destra ed un evidente pinnacolo a sinistra. La fune metallica fissa e i gradini scavati nella roccia assicurano la ripida discesa nel colatoio e nel successivo traverso in diagonale discendente. Accostiamo ancora una volta il grande paretone quindi traversiamo sotto un poderoso strapiombo sfruttando un tratto visibilmente costruito a mo’ di cengia. Subito oltre segue la sbrigativa discesa che immette infine, tra prati e ulivi, nella piana del Sarca. Raggiungiamo le prime case di Dro (m 123 - ore 0,45 dai Lastoni – ore 3 complessive) dove confluiamo in una strada asfaltata. Per rientrare alla partenza seguiamo l’asfalto verso destra, per un centinaio di metri, sino a trovare il cartello che segnala il ritorno al Sentiero degli Scaloni. Scegliamo questa opportunità camminando lungo la mulattiera quasi piana che si mantiene a destra del Fiume Sarca. E’ comune incontrare in questa frazione numerosi ciclisti attratti dalla possibilità di pedalare lungo un facile percorso dove non si incontrano automobili. In ultimo torniamo al maso Lizzone dove chiudiamo il nostro percorso ad anello. Ignorata la salita a destra per il Sentiero degli Scaloni, l’ultima frazione è comune all’andata: torniamo al ponte romano che scavalca il Sarca quindi siamo a Ceniga dove recuperiamo l’automobile (m 117 - ore 3,30 complessive). Osservazioni – Caratteristiche della ferrata: Il percorso, così come descritto, costituisce un magnifico itinerario circolare che nasce dall’idea di percorrere in una sola volta i due sentieri attrezzati degli Scaloni e dell’Anglone. Si tratta di un percorso molto adatto per i neofiti alle prime esperienze su via ferrata: le attrezzature sono infatti più che sufficienti e gli appoggi non mancano di certo. E’ bene comunque non sottovalutare l’esposizione, a tratti vertiginosa, soprattutto della prima parte (Sentiero degli Scaloni): è in ogni caso sempre possibile assicurarsi alle funi metalliche che accompagnano ottimamente tutte le frazioni più aeree. Il senso di percorrenza descritto è senza dubbio il migliore in quanto concentra le maggiori difficoltà nella prima parte. Il sentiero dell’Anglone, utilizzato per la discesa, appare più facile, pur con diverse frazioni attrezzate, permettendo una veloce discesa a valle. La felice posizione del percorso, a pochi km dal Lago di Garda e ad una quota contenuta, ne permette la percorrenza in pratica per tutto l’anno. Le nevicate sono infatti generalmente brevi ed episodiche, mentre sarebbe meglio evitare il periodo estivo per le temperature troppo elevate. Da rilevare l’importanza storica dell’intero percorso. Il Sentiero degli Scaloni è stato realizzato dagli austriaci nel 1909 per salire al bosco soprastante per ottenerne preziosa legna. Il sentiero dell’Anglone fu invece realizzato da uno scalpellino locale ed è stato utilizzato per anni, dai contadini di Dro, per coltivare alcuni campi sopra la parete. Lungo il tratto compreso tra il Dos Tondo e il sentiero dell’Anglone si osservano poi le cosiddette “Cavre”, costruzioni in legno che ad inizio 900 sostenevano le teleferiche per il trasporto della legna. Alcune sono state lasciate a lato del sentiero permettendo un bel tuffo nel passato.
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