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CRODA ROSSA (ROTBACHLSPITZE - m 2895)
Il Passo di Vizze segna il punto in cui si uniscono e si separano le Alpi Breonie di Levante dalle Alpi Aurine. La prima catena montuosa presenta linee per lo più dolci con vasti pendii erbosi; le Alpi Aurine costituiscono invece una grandiosa catena caratterizzata da ghiacciai e grandiose vette rocciose. Una delle poche eccezioni è data dalla prima elevazione del gruppo: a sorpresa è raggiungibile dall’escursionista con relativa facilità incontrando pendii d’instabili sfasciumi ma non pareti rocciose ne tanto più distese ghiacciate. Il panorama offerto dalla vetta è uno dei più belli e coinvolgenti tra quelli immaginabili nella zona. Fondamentale resta la scelta di una giornata dal clima stabile e limpido cosa non semplicissima in estate quando l’intero settore, a cavallo tra l’Europa Centrale e l’Italia, presenta un’estrema instabilità soprattutto pomeridiana legata allo scontro tra le masse d’aria mediterranee provenienti da meridione con quelle più fresche in discesa dal nord Europa. Se saprete cogliere il giusto varco questa escursione rimarrà nel vostro cuore regalandovi un ambiente alpino incontaminato e di rara suggestione. L’escursione in breve: Quarto tornante della strada per il Passo Vizze (m 1806) - sent n°4 - Pfitscher Joch Haus (Rifugio Passo di Vizze - m 2276) - Rotbachlspitze (Croda Rossa - m 2895) - Rifugio Passo di Vizze (m 2276) - sent n°3 - ritorno alla partenza (m 1806) Dati tecnici: Partenza dal quarto tornante della strada per il Passo di Vizze (m 1806): Difficoltà: EE (Vai alla scala delle difficoltà). In prevalenza E; breve tratto EE nel settore sommitale per via del fondo instabile e della forte pendenza. Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 1089. Acqua sul percorso: assente. Accesso alla partenza: Con partenza da Vipiteno si risale per intero la bellissima e solitaria Valle di Vizze. Nel settore sommitale, superata l’ultima frazione di Sasso (Stein), la strada diviene stretta e a fondo naturale. In coincidenza del quarto tornante (i tornanti che salgono al Passo di Vizze sono cinque), il proseguo al traffico è precluso dal divieto di transito. Si prosegue a piedi oppure si può guadagnare il passo con il servizio di pulmini talvolta in vigore nei mesi estivi (informarsi sul sito internet del Rifugio Passo di Vizze). Descrizione del percorso: La salita alla Croda Rossa avviene transitando per il Passo di Vizze. Sconsigliamo tuttavia la percorrenza a piedi della statale oltre il quarto tornante in quanto il percorso risulta in questo modo noioso ed inutilmente lungo. Molto più interessante e rapida è l’ascensione lungo il segnavia n° 4. Ne troviamo l’inizio subito oltre il divieto di transito che chiude il proseguo della statale alle automobili. Il sentiero si stacca alla sinistra rimontando il pendio tra prati e bosco rado con splendido scorcio sulla testata del valloncello laterale racchiuso tra Cima Grava e Haupenhöhe. Saliamo tra bosco di conifere progressivamente più rado con i prati che infine prendono il sopravvento. Rimontiamo un piccolo valloncello caratterizzato a destra dall’affioramento di alcune rupi rocciose. Alle spalle cominciamo ad abbracciare una magnifica visione della Valle di Vizze mentre nel proseguo si osserva per la prima volta la grandiosa mole della Croda Alta (Hohe Wand-Spitze – m 3269). In ambiente idilliaco e solitario procediamo nel pascolo scavalcando il torrente per poi, con un’ultima breve salita, intercettare nuovamente il tratto chiuso al traffico della statale del Passo di Vizze a poca distanza dal valico. Volgiamo a sinistra lungo la strada a fondo naturale bordeggiando alcuni laghetti dalle acque limpidissime. Le pendici orientali della Croda Alta permettono di apprezzare quanto, negli ultimi decenni, sia stato accentuato il processo di deglacializzazione delle Alpi. Notiamo infatti le grandi morene laterali del ghiacciaio Stampflkees oggi ritiratosi ben più in alto e ridotto oramai ad un esile fazzoletto di ghiaccio. Osserviamo di fronte a noi la vecchia casermetta dismessa posta proprio in coincidenza del Passo di Vizze al confine tra Italia e Austria. Poco prima di raggiungerla volgiamo a destra guadagnando in pochi passi lo splendido Rifugio Passo di Vizze (Pfitscher Joch Haus - m 2276 – ore 1,20 dalla partenza), posto subito al di sopra di un altro caratteristico specchio d’acqua. Passiamo ora alla via normale per la Croda Rossa. Subito al di sotto del rifugio troviamo, lungo la strada, il bivio a destra per la vetta segnalato dal cartello. Il sentiero sale evidente tra facili balze erbose; la cima appare proprio di fronte a noi e non fatichiamo a capire l’origine del suo toponimo: la lontana cresta sommitale è infatti caratterizzata da detriti di color rosso ruggine. La pendenza resta moderata con il panorama che si fa progressivamente più ampio e suggestivo allargandosi, a settentrione, sulla profonda vallata che dal Passo di Vizze cala in territorio austriaco; alle spalle occhieggiano, suggestivi, i piccoli laghetti presso il valico. Il nostro percorso decorre in pratica presso il confine di stato notiamo infatti numerosi piastrini confinari. Bordeggiamo una modesta conca quindi guadagniamo un poggio dal quale si apre un bellissimo panorama in direzione della Cima Grava (Hochferner – m 3470). Il crinale appare ora ampio e ben percorribile: il sentiero ne asseconda le modeste ondulazioni prative quindi aggira a sinistra una fascia rocciosa più scoscesa. Al di sopra bordeggiamo un piccolo specchio d’acqua temporaneo che tende a prosciugarsi ad estate avanzata. Il tracciato prosegue con il cotico erboso che diviene progressivamente più povero, complice la quota e i forti venti che spesso si abbattono lungo la linea di crinale. Rimontiamo un pendio un po’ più ripido dal quale osserviamo alle spalle un magnifico colpo d’occhio sulla Valle di Vizze mentre di fronte a noi appaiono grandiose le serraccate che caratterizzano il versante nordoccidentale della Cima Grava. Al di sopra il crinale, per un breve tratto, appare piano con il sentiero che ne ricalca fedelmente il bordo. Il contesto d’alta montagna e il paesaggio caratterizzato da grandiose vette e ghiacciai rendono la frazione di grande suggestione. Subito oltre la cresta diviene decisamente più impervia e stretta. In un sottile gioco d’equilibri ricalchiamo l’affilato crinaletto tra instabili sfasciumi e caotici accatastamenti di massi. Nel proseguo bordeggiamo a sinistra un impressionante salto verticale: provvidenzialmente il sentiero resta a distanza di sicurezza dallo strapiombo ed in pratica non vi è esposizione. Subito oltre, per un brevissimo tratto, siamo quasi in piano per guadagnare poi la base del ripidissimo pendio finale chiave manifesta per raggiungere la vetta. Cominciamo a rimontare il fondo detritico caratterizzato dalle rocce rossastre che danno nome alla montagna. Facendo attenzione al salto sulla destra passiamo tra due caratteristiche lame di roccia inclinata. In uno scenario di grandiosa imponenza procediamo su fondo a scagliette progressivamente più instabile e più ripido. Sulla sinistra notiamo un contrafforte della Croda Rossa che spicca per le sue rocce dall’insolito colore chiaro. Una lunga sequenza di tornantini permette di guadagnare rapidamente quota. L’ultima frazione è estremamente faticosa; il detrito appare mobile e la pendenza assai rilevante: le nevi della lunga stagione invernale e le acque dilavanti dei temporali estivi modificano continuamente la fisionomia della cuspide sommitale rendendo il percorso assai instabile. Con piede fermo ed estrema cautela nel non smuovere sassi che potrebbero colpire chi è più in basso di noi raggiungiamo infine il bellissimo culmine sommitale (m 2895 – ore 2 dal Rifugio Passo di Vizze - ore 3,20 dalla partenza). Indimenticabile per bellezza e vastità appare il panorama di vetta. Ancora una volta l’occhio è subito attratto dalla Cima Grava (Hochferner): non possiamo far a meno di restare impressionati dalle grandi lingue di ghiaccio che precipitano lungo le sue pendici con numerosi crepacci e seracchi. Più a sinistra appare il curioso profilo dell’Hochsteller le cui rocce scure colpiscono per le insolite stratificazioni disposte quasi verticalmente. La vista si allarga a settentrione verso cime e massicci in territorio austriaco mentre ad occidente si distende sotto di noi la lunga Val di Vizze. Il rientro avviene a ritroso prestando ancora una volta attenzione, nel tratto sommitale, a non smuovere detriti che potrebbero rotolare pericolosamente lungo la via normale di salita. Consigliamo una modifica al percorso di rientro. Rientrati al Rifugio Passo di Vizze trascuriamo il segnavia 4 permanendo per un breve tratto lungo la statale chiusa al traffico. In ambiente prativo vasto e riposante perdiamo moderatamente quota sino a notare, sulla destra, il segnavia n° 3. Abbandoniamo la strada seguendone il facile percorso che asseconda le sottostanti dolci ondulazioni pascolive. Possiamo dominare dall’alto un lungo settore della Valle di Vizze. Scesi al di sotto dei 2000 metri le ampie distese erbose cedono il passo al bosco di conifere. Nel folto perdiamo quota più ripidamente sino a riprendere il tratto chiuso a traffico della strada. La seguiamo verso destra rientrando in pochi minuti sino al parcheggio presso il quarto tornante (m 1806 – ore 5,30 complessive). Cenni sulla flora:
Gli amanti della flora alpina troveranno numerosi spunti d’interesse lungo la salita, complice un ambiente selvaggio ed incontaminato. Il clima particolarmente rigido della zona fa sì che la stagione vegetativa sia piuttosto breve, concentrata essenzialmente tra luglio e settembre periodo in cui potrete osservare un discreto numero di specie floreali. Segue una lista parziale delle principali specie osservate in occasione della nostra salita avvenuta nel periodo di ferragosto. 1) Garofano glaciale (Dianthus glacialis). Forse la pianta più pregevole tra quelle osservabili lungo questo percorso. E’ una specie molto rara presente sulle Alpi Centro-orientali e sui Carpazi. In Italia è segnalata, sporadicamente, solo in Lombardia e in Trentino Alto Adige. Qualche esemplare è osservabile lungo il sentiero di cresta che dal Rifugio Passo di Vizze conduce alla cima. Resterete meravigliati nell’osservarne le corolle rosate proprio in pieno crinale, in posizioni impervie battute dal forte vento anche alle quote maggiori (oltre i 2300 – 2400 metri). 2) Primula vischiosa (Primula glutinosa); bellissimo endemismo del nordest dai fiori violetti raccolti in piccoli grappoli. Colonizza i macereti d’altitudine. 3) Primula nana (Primula minima) endemica delle Alpi Orientali. 4) Senecio biancheggiante (Senecio incanus), inconfondibile per i suoi capolini gialli e le foglie dall’aspetto argentato. 5) Rododendro ferrugineo (Rhododendron ferrugineum) Mel mese di luglio la fioritura regala una magnifica visione grazie alle migliaia di fiori color porpora. 6) Veronica alpina (Veronica alpina) presente tra le rocce del settore sommitale e caratterizzata da piccoli fiori azzurri a quattro petali. 7) Genzianella peduncolata (Gentiana tenella); questa piccola genziana, poco appariscente per le sue limitate dimensioni, è in generale una pianta artico alpina assai rara, meritevole di rispetto e protezione. 8) Azalea alpina (Loiseleuria procumbens) 9) Sassifraga gialla (Saxifraga aizoides) 10) Trifoglio bruno (Trifolium badium) 11) Mirtillo (Vaccinium myrtillus) 12) Piumino rotondo (Eriophorum scheuchzeri) 13) Sassifraga alpina (Saxifraga paniculata) 14) Campanula barbata (Campanula barbata) 15) Billeri alpina (Cardamine bellidifolia) 16) Orchide macchiata (Dactylorhiza maculata) 17) Silene a cuscinetto (Silene acaulis) 18) Genziana bavarese (Gentiana bavarica) 19) Arnica (Arnica montana) 20) Linaiola d’alpe (Linaria alpina) 21) Astro alpino (Aster alpinus) 22) Cardo spinosissimo (Cirsium spinosissimum) 23) Ranuncolo dei ghiacciai (Ranunculus glacialis) 24) Graminia di Parnasso (Parnassia palustris) 25) Sassifraga solcata (Saxifraga exarata) 26) Ambretta strisciante (Geum reptans) 27) Semprevivo ragnateloso (Sempervivum arachnoideum) 28) Semprevivo montano (Sempervivum montanum) 29) Cavolaccio alpino (Adenostyles alliariae) 30) Piede di gatto (Antennaria dioica) 31) Erica carnea (Erica carnea) 32) Margherita alpina (Leucanthemopsis alpina) 33) Romice scudato (Rumex scutatus L.)
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