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MONTE ALBANO (m 1669) MONTE ROMECCHIO (m 1702)
Il lungo crinale appenninico Tosco Emiliano si presta sia a grandi traversate della durata di molte ore o addirittura di giorni che a veloci escursioni adatte a chi ha disposizione anche solo mezza giornata. Tra le ascensioni brevi è senz’altro da annoverare la salita ai monti Albano e Romecchio a patto di trovare aperta la vecchia seggiovia che da S.Anna Pelago raggiunge il Rifugio Poggio Scorzatello accorciando considerevolmente il tracciato. Negli ultimi anni la funicolare è stata aperta nei fine settimana di luglio e agosto; resta comunque consigliabile informarsi sulla sua accessibilità. Lungo l’escursione si percorre un breve settore dello spartiacque appenninico godendo di una vista davvero suggestiva soprattutto in direzione delle lontane Alpi Apuane. Nel complesso si tratta di un itinerario ad anello che può eventualmente essere allungato a piacimento aggiungendo altre cime di crinale. L’escursione in breve: Rifugio Poggio Scorzatello (m 1380) – Monte Albano (m 1669) – Bassa del Saltello (m 1599) – Monte Romecchio (m 1702) – Bassa del Saltello (m 1599) – Fontana dell’Alpino (m 1450) – Rifugio Poggio Scorzatello (m 1380) Dati tecnici: Partenza dal Rifugio Poggio Scorzatello (m 1380): Difficoltà: nel complesso E (EE nel primo tratto per l’assenza di segnaletica ma senza reali difficoltà tecniche; per il resto E con lunga frazione di difficoltà T dalla Bassa del Saltello sino al rientro passando per la Fontana dell’Alpino) (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: del tutto assente nella prima frazione sino al Monte Albano; totale nella frazione che segue. Dislivello assoluto: m 322; dislivello reale superiore di un centinaio di metri. Acqua sul percorso: alla Fontana dell’Alpino nell’ultima frazione di percorso a meno di mezz’ora dal termine dell’escursione descritta. Accesso: Si accede alla partenza da Pievepelago seguendo per alcuni km la statale in direzione del Passo delle Radici sino a raggiungere S.Anna Pelago. Nel piccolo paese troviamo il bivio a sinistra che conduce in 300 metri alla stazione a valle della seggiovia presso la quale lasciamo l’automobile. Descrizione del percorso: La seggiovia conduce in breve al Rifugio Poggio Scorzatello (m 1380) gestito nella bella stagione. L’escursione ha inizio presso la struttura sviluppandosi lungo l’ampia sterrata che prosegue subito oltre l’impianto a fune. Trascuriamo la deviazione che incontriamo dopo 300 metri e che si separa a sinistra; la percorreremo al ritorno trattandosi di un itinerario circolare. Procediamo oltre raggiungendo il breve lo skilift, ovviamente chiuso nella stagione estiva, che sale a sinistra in direzione del crinale. La nostra escursione abbandona l’ampia sterrata seguendo la funicolare. Non vi è una traccia: saliamo senza sentiero e senza indicazioni avendo come riferimento l’impianto a fune. La pendenza è consistente ma non vi sono particolari difficoltà avendo l’accortezza di aggirare poco a destra o a sinistra, i punti più impegnativi per la pendenza o per la vegetazione troppa folta. In breve siamo alla stazione a monte dalla quale appare ormai vicino il crinale principale e presso la quale l’alberatura si dirada permettendo un’ampia visione verso oriente estesa sino all’inconfondibile piramide regolare del Monte Cimone, la più alta elevazione dell’Appennino Settentrionale. Identifichiamo una traccia di sentiero non segnata ma evidente che traversa diagonalmente verso sinistra tra prati e distese di mirtillo per poi tornare verso destra sino a guadagnare senza alcuna difficoltà lo spartiacque dove corre il confine amministrativo tra Emilia e Toscana. Il panorama si apre imponente verso le non distanti Alpi Apuane inconfondibili per gli affioramenti rocciosi; incrociamo inoltre il sentiero 00, ovvero il percorso segnato che percorre fedelmente il crinale. Una veloce digressione verso destra permette di guadagnare in qualche minuto la sommità del Monte Albano (m 1669 – ore 1 dalla partenza). Mantenendo il percorso di crinale muoviamo ora verso oriente con la vista che si allarga ad una lunga sequenza di cime: il Monte Romecchio, le Cime di Romecchio, la Cima dell’Omo e il Monte Giovo per indicare le più importanti. Il sentiero deborda a sinistra della linea di spartiacque per aggirare il Monte Saltello. Per un tratto entriamo in una fitta ed ombrosa faggeta quindi, sempre nel folto, ci riportiamo sull’ampio crinale in coincidenza di una sella dove ignoriamo il tracciato segnato che cala a destra nel versante toscano. Il sentiero diviene ora un’ampia mulattiera che infine esce dal bosco per raggiungere l’ampia sella denominata Bassa del Saltello (m 1599). Si tratta di un importante crocevia di percorsi. Nel nostro caso manteniamo il segnavia 00 procedendo di nuovo in salita tra prati battuti dai forti venti che spesso soffiano impetuosi lungo il crinale. Guardando davanti a noi appare evidente come il versante emiliano sia boscato fin quasi sulle vette mentre più ripido e del tutto scoperto appare quello toscano. Il sentiero resta grosso modo lungo il filo di cresta rientrando solo per un breve tratto nella faggeta. Al di sopra debordiamo sul versante toscano scavalcando una breve frazione particolarmente ripida e faticosa. In ultimo raggiungiamo la cuspide sommitale e infine il punto più alto del Monte Romecchio (m 1702 – ore 1,40 dalla partenza) in ambiente ampio ed erboso. Merita senz’altro un cenno il paesaggio che appare esteso in tutte le direzioni. Verso ponente notiamo i vicini monti Saltello e Albano mentre a maggior distanza spiccano, già in territorio reggiano, due grandi cime che varcano i 2000 metri di quota: si tratta dei monti Prado e Cusna. Volgendo a settentrione il paesaggio si estende sino a scorgere un lungo settore della Pianura Padana con, all’estremo orizzonte, la vista nei giorni più tersi dell’imponente catena alpina. Spostandoci ad oriente notiamo, oltre al Cimone, il proseguo del crinale con i monti Giovo e Rondinaio parzialmente occultati dalle Cime di Romecchio e dalla Cima dell’Omo. Il giro d’orizzonte si conclude a meridione dove si stagliano i rocciosi profili delle Alpi Apuane. Il rientro avviene a ritroso fino alla Bassa del Saltello (m 1599). In coincidenza della sella abbandoniamo il segnavia 00 usato in precedenza per passare sull’ampia strada bianca che cala a destra con cartello in legno indicante il Rifugio Poggio Scorzatello. Questa soluzione per rientrare alla partenza permette di descrivere un anello e soprattutto elimina il tratto non segnato compreso tra il Monte Albano e la stazione a monte della seggiovia. Si segue in moderata discesa l’ampia carrareccia rientrando nell’ombra della faggeta. Proseguiamo lungamente con panorama ostacolato dalla fitta alberatura. Dopo una buona mezz’ora di marcia dalla Bassa del Saltello raggiungiamo un punto caratterizzato da alcune panche in legno; poco oltre siamo alla Fontana dell’Alpino (m 1450), l’unica sorgente che si incontra lungo l’itinerario descritto. Ancora una breve frazione nel bosco che diviene più rado permette infine di intercettare la carrareccia seguita all’andata per passare dal Rifugio Poggio Scorzatello allo skilift. Passiamo a destra praticamente in piano riportandoci, in pochi minuti, alla stazione a monte della seggiovia dove si conclude il nostro itinerario ad anello (ore 2,45 complessive).
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