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MONTE ROEN – VIA ATTREZZATA (MONTE ROEN – m 2116)
Gruppo montuoso: Alpi della Mendola Grado di difficoltà globale: FACILE (Vai alla scala delle difficoltà). Difficoltà tecniche: 1 Esposizione: 1 Impegno fisico: 1 Dislivello assoluto: m 343 Tempo di percorrenza: 4,15 ore circa proseguendo con il tratto escursionistico indicato nella descrizione (Via ferrata: ore 1 circa) Punti di appoggio: Malga Roèn e Rifugio Oltradige Accesso: Dalla Val di Non, presso l’abitato di Cavareno, si trova il bivio per il paesino di Amblar. Raggiunto l’abitato si prosegue sulla forestale che in 8 km conduce alla Malga Roèn; la strada inizialmente asfaltata diviene bianca, con fondo battuto comunque ben percorribile in automobile. Il tratto transitabile della forestale ha termine come detto presso la Malga Roèn, nota anche come Malga Romero (m 1773). Si prosegue sulla carrareccia chiusa al traffico in direzione del Überetscher Hütte (Rifugio Oltradige). Traversiamo in falsopiano sul versante della Val d’Adige tra bosco rado di conifere sino a raggiungere il rifugio (m 1775 – ore 0,20 dalla partenza). Ignoriamo l’indicazione per il Gemsensteig (Sentiero dei Camosci) per volgere invece a destra in ripida salita, (indicazione “Via ferrata Roèn” – segnavia n°523) sino a portarci in pochi minuti dal rifugio sotto la parete rocciosa dove troviamo l’attacco della ferrata. Descrizione della ferrata: La via ha inizio con un’esile cengia su fondo sabbioso che contorna un breve tratto della soprastante parete rocciosa. Le funi metalliche guidano poi verso destra su placche rocciose inclinate piuttosto ripide ma ben appigliate e gradinate. Subito sopra si volge nuovamente su cengia in parte assicurata verso sinistra (da notare la vista sul sottostante Rifugio Oltradige) sino ad un piccolo salto. Aiutati dalle funi e da una staffa metallica non abbiamo difficoltà nel vincere l’ostacolo, possiamo quindi proseguire brevemente sino al ripido valloncello detritico che scende direttamente dal soprastante crinale. La ferrata risale ora integralmente il solco con pendenza costante e funi metalliche pressoché continue. Ripidamente acquistiamo quota sino al passaggio chiave: un’esile paretina meno appigliata e più esposta che viene comunque vinta con facilità grazie alla provvidenziale aggiunta di un gancio di ferro come ulteriore appoggio. Subito oltre prosegue la salita assicurata su balze ripide ma ben appigliate sino a portarci a poca distanza dal crinale soprastante. Si abbandona a questo punto il canale detritico, con le funi metalliche che volgono sulla destra. Seguiamo in pendenza più debole la cengia assicurata con funi sino alla soprastante spalla. Si volge di nuovo a sinistra sino a un piccolo salto roccioso che vinciamo con le ultime funi metalliche della via guadagnando poco oltre l’erboso crinale. Abbandonata l’imbragatura non resta che risalire a sinistra tra prati e pini mughi (cartello segnaletico) sino alla cima del Monte Roèn (m 2116 – ore 1,40 dalla partenza). In una giornata limpida il panorama è sconfinato. Si osservano le Dolomiti di Brenta, l’Adamello e il Carè Alto, l’Ortles, le Alpi Breonie, le Alpi Aurine, un ampio settore delle Dolomiti, il Lagorai oltre al panorama sul fondo della Val d’Adige con la grande città di Bolzano. Rientro alla partenza Chi lo desidera può rientrare alla Malga Roèn in appena 45 minuti con facile mulattiera. Consigliamo invece di restare in quota per raggiungere su facile sentiero una seconda cima. Dalla vetta del Roèn si può infatti proseguire comodamente lungo il crinale in direzione sud (sentiero n°500) tra verdeggianti pascoli costellati in tarda primavera di splendidi fiori. In un panorama idilliaco, aperto e luminoso soprattutto in direzione della Val di Non, perdiamo brevemente quota sino ad una forcella. Si prosegue traversando in falsopiano tra i pini mughi, qui particolarmente numerosi a creare un vero e proprio bosco. In debole discesa ci riportiamo in prossimità del crinaletto posto a sinistra che precipita direttamente sulla Val d’Adige. Il sentiero sfrutta il versante della Val di Non in direzione della quale la montagna degrada più dolcemente. Si risale brevemente sino alla sommità del costone dal quale osserviamo, dall’alto, la nostra meta: la cima denominata Testa Nera o anche Grande Cerva in alcune cartine (enorme croce sulla sommità). Per raggiungerla perdiamo quota in una fastidiosa ma breve scarpata dove il sentiero cala con fondo detritico instabile. Paradossalmente guadagniamo così la sommità perdendo quota sino a raggiungere l’ampia radura prativa che caratterizza la cima (m 1960 – cartello indicante il toponimo della cima - ore 1 circa dalla Cima di Monte Roèn – ore 2,40 complessive). Da notare la splendida vista sul sottostante Lago di Kalter (Caldaro) e sull’abitato di Tramin (Termeno), posto proprio sotto la verticale della cima. Per rientrare alla partenza si può seguire il Gemsensteig (Sentiero dei Camosci) che transita per il Rifugio Oltradige. Considerando tuttavia la bellezza del panorama e il sentiero davvero comodo, può essere preferibile tornare a ritroso sino alla vetta di Monte Roèn concedendoci ancora una volta la meraviglia di un panorama a 360° su gran parte del Trentino Alto Adige. Dalla cima del Roèn, come già detto, si scende in ore 0,45 alla Malga Roèn. Il sentiero (sempre segnavia n°500), dapprima tra spazi prativi e gruppi di mughi, lascia spazio ad un’ampia mulattiera che scende in un bosco di conifere progressivamente più fitto sino a rientrare alla partenza (ore 4,15 complessive) Osservazioni – Caratteristiche della ferrata: Senz’altro un itinerario molto adatto per addestrare i neofiti in vista di imprese più impegnative. La ferrata è indubbiamente facile, ben gradinata, sebbene a tratti assai ripida. Tra i pregi deve essere sottolineata la rapidità con cui si raggiunge l’attacco (dalla partenza una mezzora circa). Molte guide suggeriscono di partire dal Passo della Mendola portando il tempo necessario per raggiungere l’attacco addirittura a oltre 2 ore. La descrizione di questa giuda permette invece un più immediato raggiungimento dell’attacco dando così la possibilità di dilungarsi in quota tra pascoli e splendidi panorami. Nel complesso si tratta di un itinerario poco frequentato e noto; la cima raggiunta è addirittura eccezionale per il panorama che offre e compenserà ampiamente il ferratista che preferiva un percorso più impegnativo. L’itinerario trekking indicato sopra, a seguito della ferrata, è vivamente consigliato per godere a lungo di un panorama davvero vasto e coinvolgente soprattutto se paragonato ad altre cime di pari altitudine.
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