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VIA FERRATA MASARE’ (PUNTA DEL MASARE’ – m 2585) VIA FERRATA RODA DI VAEL (RODA DI VAEL – ROTWAND – m 2807)
Gruppo montuoso: Dolomiti – Gruppo del Catinaccio Ferrata del Masarè: Grado di difficoltà globale: DIFFICILE (Vai alla scala delle difficoltà). Difficoltà tecniche: 3 Esposizione: 3 Impegno fisico: 3 Ferrata Roda di Vael: Grado di difficoltà globale: FACILE (Vai alla scala delle difficoltà). Difficoltà tecniche: 1 Esposizione: 1 Impegno fisico: 3 (in traversata dopo la ferrata del Masarè altrimenti 2 salendo dal P.so Vaiolon) Dislivello assoluto: m 682 Tempo di percorrenza: ore 6 globali (circa ore 3 – 3,30 le due ferrate) Punti di appoggio: Rif. Paolina – Rif. Roda di Vael Accesso: Si accede alla partenza dall’abitato di Carezza, raggiungibile da Bolzano risalendo la Val d’Ega. Il paese è posto subito a monte dell’omonimo lago. Un’altra possibilità consiste nel raggiungere la partenza dalla Val Fassa. In questo caso, in coincidenza del paese di Vigo di Fassa si abbandona la statale che segue la valle per salire verso occidente a scavalcare il Passo di Costalunga per poi calare fino all’abitato. Da Carezza una comoda funivia, aperta nella stagione estiva, conduce al Rif. Paolina (m 2125) dove la nostra escursione ha inizio. Il panorama che si gode dalla stazione a monte della funivia, in coincidenza del Rifugio Paolina, è un buon anticipo di quanto potremo osservare nel proseguo: panorami a perdita d’occhio e visioni prative idilliache. Verso occidente, nei giorni più tersi, scorgiamo addirittura i lontani ghiacciai del Cevedale e dell’Ortles mentre verso meridione, nelle immediate vicinanze, il nostro sguardo è attratto dalle rocciose cime del Latemar. Tra meravigliosi prati fioriti seguiamo il sentiero che, in moderata pendenza, sale verso destra. In breve giungiamo a sovrastare dall’alto il Passo di Costalunga con il panorama che si allarga ad oriente verso la Val Fassa e le distanti cime delle Pale di S.Martino. La facile salita procede sino ad immetterci nel soprastante sentiero 549. Lo seguiamo quasi in piano verso destra, in direzione del Rifugio Roda di Vael, raggiungendo in breve il monumento a Christomannos (m 2349 – ore 0,20 dalla partenza). Una grande aquila di bronzo ricorda, come anticipato, Theodor Christomannos (1854 – 1911), colui che per primo ebbe l’intuizione di costruire la grande strada delle Dolomiti unendo Bolzano a Cortina d’Ampezzo e aprendo di fatto la zona al turismo. Superato il monumento la mulattiera prosegue pressoché piana con esposizione al sole di mezzogiorno per poi volgere tra splendidi prati verso nordest. Alla sinistra siamo sovrastati dalle quinte dolomitiche della Punta del Masarè mentre verso settentrione notiamo la lontana, precipite parete meridionale della Marmolada. In ambiente idilliaco assecondiamo le deboli pendenze del sentiero sino a guadagnare l’assolato terrazzo ove sorge il Rifugio Roda di Vael (m 2280 – ore 0,45 dalla partenza). Si tratta di un ottimo punto d’appoggio che invita alla sosta, sempre aperto e gestito nella bella stagione. Parecchi sentieri convergono alla struttura che non a caso è un crocevia assai frequentato e conosciuto nei periodi di massimo afflusso turistico. Da notare il marcato cocuzzolo roccioso del Ciampac che sovrasta a destra il rifugio. Il panorama regala inoltre uno splendido colpo d’occhio sulla sottostante Val di Fassa sino a scorgere l’altopiano roccioso del Sella e l’inconfondibile piramide sommitale del Piz Boè. Presso il rifugio troviamo, sulla sinistra, il bivio chiaramente segnalato per la ferrata. Un breve tratto e siamo ad un nuovo bivio: a destra si sale direttamente alla sommità della Roda di Vael, noi procediamo invece sulla sinistra, sempre su sentiero segnato, puntando verso le propaggini meridionali della Punta del Masarè. Ad una forcella della cresta (m 2570) ci affacciamo nuovamente sul versante del Rif. Paolina: troviamo qui l’attacco della ferrata (ore 1,30 dalla partenza). Descrizione della ferrata: Le prime funi guidano sul versante occidentale. L’itinerario prosegue cambiando ripetutamente di versante con numerosi saliscendi e parecchi tratti tecnicamente impegnativi. La via è caratterizzata infatti da una sequenza di stretti camini verticali assai esposti ma ben attrezzati con corde fisse e pioli di ferro nei punti più scoscesi. Si risale la Punta del Masarè (m 2585) per poi scendere, tra canalini e costole rocciose attrezzate che richiedono sempre molto impegno, sino all’uscita della ferrata in una conca erbosa. Chi è stanco, trova qui, sulla destra, il bivio ben segnalato da cartello per il Rif. Roda di Vael. La nostra escursione procede invece in salita su ghiaioni in direzione della cima. Raggiunta la sommità di un costone, ci affacciamo sulla stretta Forcella del Diavolo, che raggiungiamo scendendo una liscia parete verticale attrezzata unicamente con la fune metallica ben tesa. Il passaggio è molto esposto su rocce e spigoli precipiti, rappresentando quindi il passaggio chiave dell’intera via. Raggiunta l’angusta sella (m 2650) risaliamo ora, su comodo sentiero, sino alla sommità della Roda di Vael (m 2807 – libro di vetta – ore 2,30 dall’inizio della ferrata – ore 4 dalla partenza). Da notare lo splendido panorama dalla vetta sul Latemar, sulla Marmolada, sul Catinaccio, sull'altopiano del Sella e, nei giorni tersi, sulle vette delle Alpi Centrali. La discesa avviene sulla facile ferrata Roda di Vael che, con funi metalliche praticamente continue, guida in ripida discesa al Passo del Vaiolon (m 2560 – ore 1 dalla sommità della Roda di Vael – ore 5 dalla partenza). N.B La ferrata Roda di Vael senza attrezzature sarebbe una salita di I° grado. In coincidenza del Passo del Vaiolon ha termine il tratto attrezzato dell’escursione. Discesa: Dal Passo Vaiolon scendiamo, verso ovest, nello stretto canalone ghiaioso racchiuso ai lati da strapiombanti pareti rocciose. Il sentiero è segnato e, nell’unico punto severo in coincidenza di un balzo roccioso di 5 – 6 metri, è attrezzato con una breve scaletta metallica. All’uscita del canalone incontriamo il comodo sentiero del Masarè che, con un lungo traverso ci riporta, verso sinistra, al Rifugio Paolina per ampi spazi prativi su terreno con scarsi dislivelli. Completiamo così un magnifico anello ampiamente percorribile in 6 ore circa dall’esperto ferratista. Osservazioni – Caratteristiche delle ferrate: La ferrata del Masarè è un itinerario piuttosto difficile caratterizzato da una sequenza di fessure e camini verticali attrezzati con funi e spuntoni metallici. La via, a tratti molto esposta, richiede esperienza ed è sconsigliabile ai neofiti. Il tratto di discesa alla Forcella del Diavolo (diviso dalla ferrata vera e propria da un lungo tratto di sentiero) è senza ombra di dubbio il settore più impegnativo dell’intero itinerario. La liscia placca verticale, quasi senza appigli, richiede forza di braccia (la si percorre in opposizione) oltre ad assoluta assenza di vertigini. La ferrata della Roda di Vael, proposta qui in discesa, è invece un itinerario attrezzato molto semplice adatto anche agli inesperti. Il fondo è ben gradinato, poco esposto, e con funi metalliche praticamente continue. Percorsa all’inverso permette di salire alla Roda di Vael senza percorrere la ben più impegnativa Ferrata del Masarè.
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