Renato Salvatori (Forato)

VIA FERRATA RENATO SALVATORI

(MONTE FORATO – m 1223)

Gruppo montuoso: Alpi Apuane

Grado di difficoltà globale: MEDIAMENTE DIFFICILE (Vai alla scala delle difficoltà).

Difficoltà tecniche:  2

Esposizione:           3

Impegno fisico:       2

Dislivello assoluto: m 700

Tempo di percorrenza: 5 ore circa (Via ferrata: ore 1 circa)

Punti di appoggio: solo alla partenza (abitato di Fornovolasco)

Accesso:

Saliamo da Fornovolasco per un km circa in direzione della Grotta del Vento. Senza arrivare alla cavità turistica troviamo, a sinistra della strada asfaltata, uno stretto solco vallivo risalito dal sentiero n° 6 (cartello con indicazioni per Monte Forato e Foce di Petrosciana). Parcheggiata l’auto (circa m 550) proseguiamo a piedi e dopo pochi passi lasciamo la strada bianca che supera il torrente per volgere a destra sulla ripida mulattiera lastricata. Guadagniamo quota rispetto al fondo del fosso sino a guadagnare dopo 10 minuti dalla partenza un bivio: a destra sale ripido il sentiero 12, manteniamo invece il segnavia n° 6 che perde quota riportandoci a lato del fragoroso torrente. Camminiamo nel fresco del sottobosco accompagnati da numerosi salti d’acqua sino ad un antico mulino in stato d’abbandono in coincidenza del quale scaturisce il torrente. Si prosegue per poi attraversare verso sinistra il fondo quasi asciutto con buone condizioni del fosso quindi si risale la costa opposta transitando subito sotto una vecchia casa. Poco oltre intersechiamo l’ampia gipponabile. La seguiamo verso destra per un brevissimo tratto per passare poi sulla larga mulattiera a sinistra che sale con pendenza moderata in direzione del crinale. La mulattiera lascia spazio a un ripido sentiero che sale con serpentine nel bosco rado. Trascurato il bivio a sinistra (sent. n° 137) resta l’ultimo breve tratto boschivo prima di accedere alla Foce di Petrosciana (m 961 - ore 1,40 dalla partenza). Siamo in pieno crinale e la vista si allarga splendidamente in direzione del litorale versiliese e del Mar Ligure. Questa visione, se la giornata è sufficientemente limpida, ci accompagnerà sino alla sommità di Monte Forato. Da notare anche, in direzione sud, la bizzarra cima a “panettone” di Monte Procinto sovrastato a sinistra dall’erboso Monte Croce.

Descrizione della ferrata:

In coincidenza della Foce di Petrosciana una grande targa in marmo recante il nome della ferrata (Renato Salvatori) indica in ripida salita sulla destra l’accesso alla ferrata. Tralasciamo quindi il sentiero più basso, che traversa al di sotto del crinale e quindi della ferrata. Saliamo tra roccette non difficili mantenendoci in coincidenza del crinale e affrontando dislivelli poco marcati. Un breve traverso attrezzato con fune metallica fissa è solo il preludio alla ferrata vera e propria. Subito oltre si prosegue nella boscaglia sino ad un bivio. Si ha qui la possibilità di rinunciare alla ferrata nel caso il tempo dovesse improvvisamente mutare: è infatti possibile proseguire con il facile segnavia n°110 che prosegue nel bosco raggiungendo il M.Forato con un normale tracciato trekking. Chi vuole invece affrontare la via attrezzata volge a sinistra (indicazione per la “ferrata” scritta con vernice azzurra su una roccia). In breve saliamo lungo il crinale sino ad un alto torrione che interrompe la continuità della cresta. La ferrata affronta l’ostacolo salendo molto ripida ed esposta nel punto “debole” della parete: un ripido diedro attrezzato con catena e fune metallica. 15 metri più in alto un breve pianerottolo e un salto su un piccolo spacco precedono un’ulteriore paretina delicata con pochi appigli, esposta sul versante versiliese. La doppia fune metallica scavalca l’ostacolo accedendo al terrazzino soprastante segnando così il termine del passaggio chiave della via. Si prosegue con le funi sino ad un esile ballatoio dove una scaletta alta circa 5 metri scavalca una parete altrimenti invalicabile. Il proseguo della via è più semplice ma in grande esposizione con la fune metallica ancorata a numerosi fittoni che funge da corrimano lungo un crinale che in alcuni tratti si assottiglia a meno di mezzo metro di larghezza. Non vi sono ulteriori difficoltà tecniche sino al termine delle attrezzature dove troviamo anche, in senso opposto, un cartello che segnala la difficoltà del percorso. Possiamo ora proseguire lungo la traccia di sentiero (non segnato) che mantenendo ancora l’esile crinale raggiunge un bel punto panoramico nella cima sud di M.Forato (m 1223 – ore 0,50 dalla Foce di Petrosciana). Da qui osserviamo dall’alto il grande arco naturale che ha reso famosa questa cima. Vi sono ora difficoltà nel reperire le tracce che permettono di calare all’arco: per evitare inutili ed infruttuose ricerche del sentiero consigliamo di arretrare sui propri passi sino alle ultime funi della ferrata. A questo punto è sufficiente calarsi nel bosco sul versante garfagnino per 30 – 40 metri intercettando senza difficoltà, in qualche minuto, il sottostante sentiero segnato n° 110. Lo seguiamo verso sinistra sino alla base dell’imponente arco naturale largo 32 metri e alto 26 (Passo di Monte Forato – m 1150 – ore 1,10 dalla Foce di Petrosciana). I più temerari proveranno senz’altro ad avventurarsi sull’arco che presenta uno spessore massimo di 6 / 8 metri e una larghezza addirittura inferiore. L’ultima breve salita ci porta in qualche minuto alla cima nord di Monte Forato (m 1209 – libro di vetta – ore 1,15 dalla Foce di Petrosciana – ore 3 complessive) dove godiamo della splendida vista a occidente sul mar Ligure, a nord sulla grande mole della Pania della Croce e verso oriente sul crinale principale dell’Appennino Tosco-emiliano.

Rientro alla partenza:

In pochi minuti scendiamo a ritroso sino alla base dell’arco (Passo di Monte Forato). Per rientrare descrivendo un anello possiamo ora seguire il segnavia n° 12 che cala tra i prati sul versante della Garfagnana (cartello in legno con indicazione per Fornovolasco).  Dopo un primo tratto prativo il sentiero volge a destra entrando nel fresco della faggeta. Procedendo tralasciamo il bivio sulla destra che ricondurrebbe alla Foce di Petrosciana (segnavia n° 131) mantenendo il sentiero 6 e passando in coincidenza di una casa (Casa del Monte – m 923). Incrociamo in breve, per due volte, una larga strada bianca. In occasione del secondo incrocio risaliamo la strada per pochi metri sulla sinistra sino a ritrovare il segnavia che traversa a destra su esile sentierino nel bosco. Nel tratto che segue si procede in falsopiano, senza perdere quota, sino ad un’ulteriore casa che il sentiero aggira senza difficoltà (Casa Felice – m 844). Si perde ora bruscamente quota scendendo ripidamente nell’ombrosa boscaglia. Transitiamo presso le cosiddette “Casette” per poi immergerci nuovamente nella vegetazione. Nell’ultimo tratto possiamo scorgere tra la vegetazione il fondo del fosso sino ad intercettare il sentiero 6 utilizzato per la salita alla ferrata. Gli ultimi 10 minuti sono comuni al sentiero d’andata: su larga mulattiera riguadagniamo il parcheggio dell’auto a conclusione di un itinerario piacevole e non troppo lungo (ore 1,45 dalla cima di M.Forato – circa 5 ore complessive)

Osservazioni – Caratteristiche della ferrata:

Senz’altro un bell’esempio di ferrata in cresta; lo sviluppo complessivo del crinale compreso tra la Foce di Petrosciana e Monte Forato è di 1250 metri dei quali 330 attrezzati. Nel complesso la via ferrata appare molto aerea, di media difficoltà ed è decisamente sottovalutata nei libri di testo. Non ci sentiamo di consigliarla ai neofiti senza esperienza. Il giudizio è condizionato dalla ripidissima ed esposta parete d’attacco; il tratto successivo è molto esposto, sul filo del crinale, ma non difficile e la via risulterebbe senz’altro di modesta difficoltà se non fosse così selettivo il diedro d’attacco. Si tratta comunque di un ottimo esempio di ferrata su crinale con un grande pregio: si sviluppa a bassa quota permettendone la percorrenza quasi tutto l’anno salvo recenti nevicate. La sconsigliamo in estate per le temperature troppo elevate e l’assenza d’acqua e di punti d’appoggio. Attenzione alla segnaletica assente a termine del tratto attrezzato (aprile 2007): seguendo le indicazioni fornite nella descrizione non dovrebbero esservi difficoltà d’orientamento.

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