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PUNTA DELL’ORTO (m 1001)
La modesta Punta dell’Orto sovrasta con il suo profilo gli abitati di Iseo e Pilzone. Al pari di molte altre cime poste nella regione insubrica, la sua salita diviene attraente all’inizio della primavera o alla fine dell’autunno quando le più elevate cime alpine sono inaccessibili agli escursionisti per la presenza della neve. Talvolta la salita è possibile anche in inverno; l’innevamento nel settore sommitale potrebbe tuttavia costringere, per via della pendenza marcata e di eventuali tratti ghiacciati, all’uso dei ramponi. Gli inesperti faranno quindi bene a scegliere un periodo secco e asciutto. Dicevamo che si tratta di un’elevazione nel complesso modesta eppure il panorama di vetta è incomparabile grazie alla posizione dominante su gran parte del Lago d’Iseo. Scontato l’avvertimento di scegliere per l’ascensione una giornata davvero tersa potendo contare su una vista che raggiunge senza difficoltà le Alpi Orobie. L’escursione in breve: Pilzone (m 195) – Eremo di San Fermo (m 489) – Punta dell’Orto (m 1001) Dati tecnici: Partenza da Pilzone (m 195): Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 806. Acqua sul percorso: assente. Accesso alla partenza: Si risale la sponda bresciana del Lago d’Iseo superando l’omonimo paese per raggiungere infine la frazioncina di Pilzone. Si parcheggia lungo la statale. Descrizione del percorso: L’escursione ha inizio in coincidenza della piazza Basilio Cittadini che si affaccia sul lato destro della statale per chi proviene da Iseo. Superata la piazza imbocchiamo Via Silano seguendola sino al suo termine quindi volgiamo sulla stradina che sale a sinistra in direzione di San Fermo. Poco oltre si passa su mulattiera con il fondo che diviene acciottolato e con percorso piuttosto ripido e faticoso. Il segnavia 242 ascende nella boscaglia descrivendo un tornante verso destra. Volgiamo quindi verso meridione con rari scorci tra la vegetazione in direzione del lago. Guadagniamo infine, in marcata pendenza, l’ampia radura prativa ove è posto l’Eremo di San Fermo (m 489 – ore 0,40 dalla partenza). Da rilevare, al limite del prato, la torre campanaria presso la quale possiamo godere del primo grandioso panorama dell’ascensione. Nello specifico godiamo di uno splendido scorcio sul Monte Isola, massima isola lacustre italiana, oltre al modesto isolotto di San Paolo. Verso nordest la grande calotta del Monte Guglielmo domina e appiattisce tutte le vette circostanti. Riprende il nostro percorso con il cartello indicante la Punta dell’Orto. Manteniamo pertanto il segnavia 242 transitando poco oltre a destra di due modeste case in cemento ancora una volta con buon scorcio verso il lago con Monte Isola e il Monte Guglielmo, quest’ultimo ammantato di neve spesso sino a primavera avanzata. Subito oltre siamo nella densa boscaglia sempre in salita a tratti marcata affrontando qualche balza rocciosa un po’ più erta ma mai difficile. L’ascensione conduce ad un marcato quadrivio: il sentiero 290 interseca infatti il nostro itinerario. Ancora una volta non abbiamo difficoltà d’orientamento, la chiara segnaletica indica infatti il proseguo davanti a noi senza cambiare segnavia. La pendenza resta forte ed in pratica caratterizza l’intera ascensione senza concedere mai tregua. In ultimo siamo al soprastante crinale dove a sorpresa guadagniamo un’ampia strada sterrata che seguiamo verso sinistra. Il bosco lascia spazio ad uno scorcio in direzione dell’estremità meridionale del Lago d’Iseo nonché sulla non distante Pianura Padana. Subito oltre abbiamo due possibilità che si ricongiungono: possiamo scegliere tra l’ampio sentiero a sinistra e il mantenere la sterrata a destra. I due percorsi si riuniscono procedendo tra capanni e postazioni di caccia. Tra le frasche possiamo già intravedere il cocuzzolo sommitale della Punta dell’Orto, ormai non distante e solo in apparenza boscato fino sulla sommità. In coincidenza di un’ultima postazione di caccia la vista si fa avvincente in direzione delle non distanti Torbiere del Sebino, una zona acquitrinosa oggi riserva naturale grazie alla presenza di una preziosa flora e fauna. Siamo alla frazione finale: la pendenza è la massima dell’intero percorso. In faticosissima ma breve risalita guadagniamo il caratteristico prato posto proprio in coincidenza della vetta. Sono trascorse circa ore 2,20 dalla partenza e ci troviamo a 1001 metri di quota. La natura ha gentilmente concesso, sulla cima, il più grandioso dei panorami trattandosi dell’unico punto della salita del tutto libero dall’alberatura. Il Lago d’Iseo, in particolare, si rivela anche nel suo tratto settentrionale, e la particolare angolazione fa sì che il Monte Corna Trentapassi sia allineato con il più distante massiccio della Presolana, già nelle Alpi Orobie. La sponda occidentale del Lago d’Iseo appare sovrastata dalla grande piramide del Monte Bronzone e dalla più modesta Punta Alta mentre notiamo a distanza il paese di Vigolo. Volgendo a sudovest osserviamo i lontani paesi di Sarnico e Paratico all’estremità inferiore del lago. Si ripete la vista nelle più immediate vicinanze delle Torbiere del Sebino e del Monte Isola, nonché sull’immensa calotta sommitale del Monte Guglielmo. La discesa avviene a ritroso in tempo minore rispetto alla salita per un totale di circa 4 ore complessive di cammino.
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