Punta Almana

 PUNTA ALMANA (m 1390)

Una bella dorsale di montagne divide il Lago d’Iseo dalla Val Trompia; stiamo parlando di una zona prealpina priva di grandi cime, eppure la quota contenuta non toglie davvero nulla alla grande bellezza di una zona ingiustamente trascurata dagli amanti del trekking. Punta Almana concede una salita per tutti con un panorama mozzafiato sul Lago d’Iseo e verso nord sulle Alpi Orobiche. Fra le altre notevoli prerogative di questa salita non deve essere trascurata la flora con la possibilità di osservare piante tipicamente alpine ad una quota insolitamente bassa. L’altitudine contenuta rende talvolta possibile l’escursione già da marzo, sempre che la neve non sia appena caduta nel settore superiore della salita. D’estate è troppo caldo per cui il periodo primaverile è senz’altro il migliore per godere dei meravigliosi colori successivi al disgelo.

Dati tecnici:

Partenza da Portole (m 560): Difficoltà: EE (Vai alla scala delle difficoltà). Suddivisione delle difficoltà in base ai tratti: sino alla Forcella di Sale: T – Dalla Forcella di Sale a Punta Almana: E – Da Punta Almana alla Croce di Pezzuolo: EE – Dalla Croce di Pezzuolo a Portole: E. Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 830. Acqua: una fonte lungo lo stradello che conduce alla Forcella di Sale dopo mezzora di cammino; un’altra fonte presso le Sorgenti di Giaive a mezz’ora dal termine dell’escursione.

Accesso:

Lungo la statale 510 risaliamo la sponda bresciana del Lago d’Iseo (lato orientale del lago). Superiamo il paese di Sulzano e procediamo in direzione di Sale Marasino. Poco prima di quest’ultimo paese, in coincidenza di una rotonda, volgiamo a destra e risaliamo la stretta stradina asfaltata che conduce al Ristorante Portole. Il tratto percorribile in auto è di qualche chilometro e termina proprio in coincidenza del ristorante dove troviamo qualche spazio a lato della strada per parcheggiare (evitare ovviamente di utilizzare il parcheggio del ristorante e cercare di arrivare presto considerata la scarsità di spazio per posteggiare). 

Descrizione del percorso:

La prima ora e mezza d’escursione è indubbiamente la meno bella e interessante ma comunque ha il pregio d’eliminare immediatamente la frazione più ripida. Parcheggiata l’auto presso il ristorante Portole (m 560) si prosegue infatti a piedi lungo la carrareccia chiusa al traffico che in sensibile salita condurrà alla Forcella di Sale. Dopo un quarto d’ora siamo al bivio che a destra sale a Pezzuolo: il nostro ritorno avverrà proprio da quella direzione in quanto l’escursione è circolare per cui manteniamo la sinistra. Evitiamo per un breve tratto la strada con uno sterrato per guadagnarla nuovamente più in alto proseguendo verso sinistra lungo una frazione particolarmente ripida e faticosa; si apre alle spalle una bella veduta del Lago d’Iseo con la sua isola lacustre (Montisola) che risulta essere la più grande d’Europa. Transitiamo presso una bella fonte con tavolo e panche in legno per i pic-nic, quindi proseguiamo alternando tratti a fondo naturale con altri cementati. Purtroppo questa frazione è aperta al traffico locale con i fuoristrada che rovineranno in parte la vostra quiete. Chiudete gli occhi e fate finta di nulla: dalla Forcella di Sale in poi sarete in montagna, quella vera! Ad ogni modo, passati presso alcune case isolate e dopo un tratto prevalentemente boschivo, raggiungiamo una bella zona prativa ondulata a quasi 1000 metri di quota dove si rinnova alle spalle una magnifica vista sul lago. Transitiamo presso casa Opolo (m 1009) e con un ultimo ripido tratto siamo infine alla Forcella di Sale (m 1108 – ore 1,30 dalla partenza) a termine della noiosa frazione iniziale. In coincidenza di questa sella godiamo del primo vero panorama di montagna: il verde dei pascoli è infatti dominato a oriente dalla grande sagoma del Monte Guglielmo (m 1948), la montagna “di casa” dei bresciani, spesso ammantata di neve sino a primavera inoltrata. A destra osserviamo le propaggini rocciose di Punta Almana risalite, proprio in questo versante, da un esposto sentiero attrezzato che permette, volendo, di guadagnare la vetta con un percorso molto aereo (un cartello indica questa soluzione). Chi come noi vuole invece proseguire lungo la via normale ignora questa possibilità e in coincidenza della marginetta posta sulla sella lascia la mulattiera che porterebbe a sinistra alla Malga Casere per procedere sullo sterrato a destra. Abbandoniamo così la visione del Lago d’Iseo per procedere sul versante della Val Trompia che colpisce immediatamente i nostri occhi con i suoi splendidi e verdeggianti boschi.

Per qualche minuto scendiamo di quota sino ad una casa nel bosco oltre la quale, un chiaro cartello indicatore e la segnaletica bianco-azzurra indicano il punto in cui si passa a destra sul bel sentierino che comincia a risalire la dorsale della montagna. Passiamo attraverso un fittissimo bosco d’abeti dove la luce del sole fatica a filtrare, ma si tratta di un breve tratto al di là del quale siamo nuovamente all’aperto in una zona meravigliosa per la sua varietà di piante e fiori, particolarmente ad inizio primavera (aprile – maggio). Il proseguo è sempre all’aperto andando a bordeggiare un salto roccioso dove sono state aggiunte alcune funi come corrimano ad eliminare qualsiasi difficoltà legata all’esposizione. Nel proseguo, il sentiero, ben tracciato e sempre molto panoramico in direzione del Monte Guglielmo e dei monti della Val Trompia, va a tagliare diagonalmente la montagna salendo da destra verso sinistra. Il fondo, ben scavato nella vegetazione, risulta tutto sommato comodo e nel complesso molto meno ripido rispetto alla frazione iniziale che ci ha condotti alla Forcella di Sale. L’alberatura si limita a pochi alberi di betulla e faggio che non ostacolano mai la visione delle splendide montagne circostanti. Un ultimo tratto un po’ più ripido sale, sempre su fondo erboso, a guadagnare un’ampia spalla discendente direttamente dalla cima. Da qui la vetta appare vicina ed invitante e non occorre certo la segnaletica per capire quale direzione seguire; ignoriamo la traccia che cala verso Gardone Val Trompia per seguire l’evidente sentierino che sale in direzione del punto più alto. In ultimo ci portiamo quasi sul filo della crestina sino ad una selletta dove d’improvviso ricompare in una visione di grande bellezza il Lago d’Iseo. Pochi passi e siamo sulla cima vera e propria (m 1390 – ore 2,40 dalla partenza – libro di vetta). Una pausa è d’obbligo per godere di un panorama immenso che dalle Alpi raggiunge la Pianura Padana. Sotto i nostri piedi l’azzurro del Lago d’Iseo non può non attrarre la nostra attenzione. La visione è notevolissima nonostante l’altitudine non particolarmente elevata in quanto il lago giace ad appena 200 metri di quota; da Punta Almana si precipiterebbe quindi per oltre 1000 metri per raggiungere il grande specchio d’acqua. Particolarmente chiara risulta la visione di Monte Isola e della sponda bresciana con i due paesi di Sulzano e Sale Marasino; verso nord la vista si perde, quando il cielo è limpido, verso l’arco alpino con le Alpi Orobiche in primo piano. Verso oriente è ancora Monte Guglielmo, con la sua ampia e tozza sagoma a fare bella mostra di sé.

La nostra escursione ad anello procede a questo punto scendendo dalla cima lungo la sinuosa cresta che cala lungamente sino alla Croce di Pezzuolo. L’intero tratto risulta altamente panoramico in quanto la cresta anche in questo caso è per gran parte scoperta dall’alberatura per cui l’occhio ha continuamente modo d’osservare il blu del Lago d’Iseo mentre lentamente perdiamo quota. Il tratto superiore della discesa risulta dapprima semplice ed erboso con bel colpo d’occhio alle spalle verso la cima; procedendo il tracciato si fa ripido ed erto con fondo che diviene scomodo e pietroso. Nonostante questo non vi sono reali problemi: il sentiero non risulta mai esposto in quanto la cresta non si assottiglia eccessivamente. Possiamo osservare davanti a noi l’intero sviluppo del sentiero che segue quasi fedelmente il filo di cresta debordando a sinistra nei punti più scoscesi. Nel settore inferiore il tracciato si fa più semplice pur mantenendosi sul crinaletto grazie al fondo che torna ad essere erboso. Sempre splendida la vista a destra sul Lago d’Iseo mentre compare a sinistra il paese di Gardone nel fondo della Val Trompia. Per un breve tratto riprendiamo debolmente quota ed è apprezzabile la vista alle spalle su Punta Almana con ben visibile l’intero filo di cresta appena disceso. Siamo sulla modesta sommità della Corna Busa al di là della quale caliamo definitivamente di quota; anche in quest’ultima frazione di crinale siamo rallegrati sulla destra dalla splendida visione dei pascoli e del Lago d’Iseo; infine guadagniamo l’ampia sella della Croce di Pezzuolo (m 937), al termine del tratto più spettacolare della nostra escursione. Siamo ad un importante crocevia di numerosi sentieri: nel nostro caso per rientrare comodamente alla partenza caliamo a destra andando a bordeggiare per un breve tratto un fittissimo bosco di conifere. Torniamo immediatamente all’aperto tra i prati scendendo all’agriturismo Pezzuolo (m 850). Il sentiero lascia così spazio alla carrareccia che da Pezzuolo scende in direzione di Portole con le ultime vedute sulla soprastante Punta Almana. La discesa è sbrigativa e transita presso le Sorgenti di Giaive dove è possibile far rifornimento d’acqua. Manca tuttavia poco alla conclusione della nostra fatica: la stradicciola finisce infine col confluire nella cementabile per la Forcella di Sale: chiudiamo così il nostro itinerario circolare. L’ultimo breve tratto è comune all’andata: scendiamo a sinistra sino a rientrare al parcheggio presso Portole (m 560 – ore 2,20 dalla cima di Punta Almana - ore 5 complessive)

Nota: L’escursione, essendo circolare, può naturalmente essere percorsa anche in senso inverso, tuttavia consigliamo la direzione descritta in quanto si elimina nella prima ora e mezza di cammino il tratto più ripido dell’escursione coprendo buona parte del dislivello finchè le energie sono maggiori. La direzione descritta permette inoltre di percorrere in discesa lo stretto sentiero di cresta tra Punta Almana e la Croce di Pezzuolo che sarebbe certamente molto più duro se percorso in salita.

Cenni sulla flora:

Particolarmente degna di nota è la flora osservabile in questo trekking; per redigere questa relazione abbiamo percorso il sentiero alla fine di aprile osservando un considerevole numero di specie interessanti che comprendono fra l’altro alcuni rari endemismi protetti. Fra tutti ricordiamo la Pedicolare primaticcia (Pedicularis acaulis Scop.) osservabile in pochi esemplari sia nella salita da Portole alla Forcella di Sale che nella cresta che da Punta Almana cala alla Croce di Pezzuolo. Altro importante endemismo è dato dalla Primula meravigliosa (Primula spectabilis Tratt) che riveste, con i suoi petali rosso - violacei, i prati nel tratto compreso tra la Forcella di Sale e la vetta. Sebbene non endemiche altre specie sono notevoli: nella salita da Portole numerosi sono gli esemplari di Aquilegia mentre presso la Forcella di Sale troviamo alcuni esemplari di Soldanella alpina (Soldanella alpina L.) e il Dente di cane (Erythronium dens-canis L.); nella fascia sommitale compresa tra la vetta e la Croce di Pezzuolo si incontra la Dafne odorosa (Daphne cneorum L.) e nelle rupi calcaree più riparate e di difficile accesso la Primula orecchia d’orso (Primula auricula L.). Non mancano le immancabili genziane a colorare di blu, subito dopo il disgelo, i prati ancora bruciati dalla neve e dal gelo. Questi sono solo alcuni dei bellissimi fiori che, come noto, caratterizzano con le loro bellissime fioriture la fascia prealpina all’inizio della primavera. Inutile ribadire che consigliamo questo percorso particolarmente dopo lo scioglimento della neve per poter godere delle bellissime fioriture primaverili.

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