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Buona parte di questo sito
amatoriale è dedicato alle vie ferrate percorse e accuratamente descritte dal
Club Aquile Rampanti. E’ bene chiarire alcuni aspetti tecnici relativi alle ferrate stesse allo
scopo di fornire utili indicazioni a chi si sta avvicinando per le prime volte a
questa particolare forma di alpinismo. Cos’è una via
ferrata: Si tratta di un percorso su
roccia modificato per facilitarne la percorrenza grazie all’aggiunta di
infissi artificiali (funi metalliche, scale di ferro, singoli gradini talvolta
intagliati nella roccia o più spesso metallici, staffe, pioli, ganci, a volte
ponti sospesi anche di tipo tibetano ecc…) Difficoltà di una
ferrata: La varietà di utilizzo per
ciò che concerne l’uso degli infissi, la differente lunghezza ed esposizione
degli itinerari rende assai variabile la difficoltà delle ferrate, se
paragonate tra loro. Ne consegue la necessità, quando si organizza
un’escursione del genere, di conoscere le reali difficoltà che si
incontreranno così da non correre inutili rischi su itinerari non alla propria
portata. Buona parte delle pubblicazioni in commercio sull’argomento,
riportano un’indicazione globale relativa alle difficoltà delle singole
ferrate. Lo abbiamo fatto anche noi, tuttavia abbiamo creato un’ulteriore
suddivisione delle difficoltà distinguendo tra tecnica, esposizione ed impegno
globale, come potrete riscontrare nella pagina iniziale relativa ai percorsi su
ferrata. Riteniamo in questo modo di dare un’informazione che scenda
maggiormente nei dettagli senza trarre involontariamente in inganno l’ignaro
escursionista. Come esempio tipico riportiamo quello relativo alla ferrata
dell’Amicizia (Cima SAT) nella zona del Lago di Garda: il grado globale di
difficoltà è basso (poco difficile) stante la mancanza di passaggi davvero
tecnici, l’esposizione è invece estrema considerata la verticalità delle
lunghissime rampe di scale. Il valore relativo all’esposizione indicato in
questo sito informa puntualmente il ferratista dell’esposizione molto forte. Quale equipaggiamento
occorre nella percorrenza di una ferrata: Cominciamo con i pezzi
essenziali e irrinunciabili: 1)
un imbracatura completa di cosciali singola o in due pezzi (pettorale e
bassa) da unire con un nodo delle guide. 2)
un cordino di diametro 11 mm lungo circa m 3,5. 3)
un’altro eventuale cordino da 11 mm lungo un metro e mezzo per unire le
due parti dell’imbracatura se non singola. 4)
due moschettoni a ghiera con chiusura automatica a scatto 5)
un caschetto 6)
un dissipatore di energia N.B. Attualmente si trovano
in commercio kit già preparati che comprendono l’imbracatura, il dissipatore,
il cordino da 11 mm e i moschettoni a scatto. Questi kit già preparati
facilitano e velocizzano le operazioni eliminando il problema del dover
preparare e fissare il cordino all’imbracatura: non è un caso se sono sempre
più popolari. Ulteriori accessori: 1)
un paio di guanti (di cuoio ad esempio) che lascino libera la punta della
dita al fine di avere una maggiore presa. Sebbene non indispensabili li
consigliamo vivamente in quanto anche una piccola ferita o graffio può rendere
difficoltoso, se non addirittura pericoloso, il proseguo dell’arrampicata. 2)
un eventuale moschettone di scorta in caso di guasto. Non abbiamo indicato un
paio di solidi scarponi impermeabili da montagna e uno zaino capiente in quanto
si dà per scontata la presenza di questi oggetti indispensabili in qualsiasi
attività abbia a che fare col muoversi su terreno impervio e/o roccioso.
Come utilizzare
l’equipaggiamento da ferrata: Si indossa l’imbracatura
e si infila il cordino nel dissipatore in modo da creare due tratti di lunghezza
più o meno uguale alle cui estremità si agganciano i moschettoni con un nodo
delle guide oppure un nodo inglese doppio. Nel caso di un’imbracatura divisa
in due parti, il dissipatore deve essere posto nell’anello di cordino che unirà
il cosciale alla parte pettorale. Il dissipatore è una
piastra metallica con fori all’interno dei quali il cordino, in caso di caduta
scorre frenando il salto ed impedendo la rottura dell’imbracatura stessa. La
piastra di dissipazione è quindi particolarmente importante nel caso di vie a
forte sviluppo verticale. Occorre tenere presente che la corda libera tra il
dissipatore e il moschettone all’estremità dev’essere almeno di un metro
circa altrimenti non sarà disponibile sufficiente corda per frenare la caduta.
Naturalmente affinché il dissipatore possa funzionare deve essere usato un solo
moschettone; l’altro capo lasciato libero sarà quello in grado di scorrere
nel dissipatore in caso di ipotetica caduta. Fondamentale è non
scordare di indossare il caschetto che protegge dal pericolo tutt’altro che
raro che possano precipitare pietre o ghiaia dall’alto; la gravità trasforma
anche piccoli sassi in veri e propri proiettili in grado di stordire e
sbilanciare il ferratista col grave pericolo di perdere l’appiglio: in
quest’ottica occorre non intraprendere MAI nessuna ferrata in assenza del
casco. Come avviene la
progressione su ferrata: Su corda fissa si applica
un moschettone alla fune metallica e lo si accompagna sino al primo ancoraggio.
A questo punto si applica il secondo moschettone al di là dell’ancoraggio per
poi staccare il primo; questo semplice sistema garantisce la massima sicurezza
in quanto si è sempre legati agli infissi. Nel caso di una scala o di
una fila di staffe, l’autoassicurazione avviene applicando i moschettoni
direttamente ai gradini stessi. Anche in questo caso prima di staccare un
moschettone si applica l’altro il più in alto possibile in modo da essere
sempre e comunque legati agli infissi in parete. N.B Molte rampe di scale
presentano anche una fune metallica a lato della stessa permettendo di scegliere
se assicurarsi ad essa o ai gradini. Prestare inoltre
attenzione, nel caso di staffe, pioli e scale in genere alla posizione dei
piedi: naturalmente vanno appoggiati nel mezzo della suola senza correre inutili
rischi appoggiando ad esempio la punta del piedi al gradino (il rischio che si
corre è evidente). Alcuni importanti
aspetti da ricordare nel percorrere una ferrata: Può sembrare retorico
dirlo ma la percorrenza di una ferrata è subordinata all’assenza assoluta di
vertigini e ad una buona condizione fisica. Questo è il primo, indispensabile
requisito per non correre rischi nella percorrenza di una via attrezzata. Chi si accosta per le prime
volte al mondo delle vie ferrate è vivamente incoraggiato ad iniziare da quelle
più facili senza azzardare pericolose imprese non alla propria portata. La
scala delle difficoltà concepita per questo sito dovrebbe senz’altro essere
utile per scegliere con accuratezza un itinerario alla propria portata. Per ogni
singola ferrata ci siamo sforzati di indicare quali sono i punti “chiave”
nella percorrenza della via: è bene rammentare che non è sempre valido il
concetto che si possa facilmente rientrare nel caso si incontri un punto più
difficoltoso del previsto; in effetti tutte le ferrate risultano assai più
difficili in discesa che non in salita, è quindi molto meglio impegnarsi
gradualmente partendo dalle vie più semplici: si ha così modo di acquisire
un’esperienza che si rivelerà indispensabile per aspirare ad itinerari più
impegnativi senza correre il rischio di dover retrocedere sino alla partenza. In generale il CAR ha
osservato la tendenza nei ferratisti a non avere “il meglio” in termini di
attrezzatura: molti (per non dire troppi) escursionisti trascurano ad esempio di
indossare il casco o non si assicurano in alcuni tratti per la presunzione
d’essere “bravi” non rendendosi conto di mettere a repentaglio non solo la
propria vita ma anche quella di altri. Un altro valido consiglio
generale è quello di prestare attenzione a non provocare una caduta di sassi
che si potrebbe rivelare estremamente pericolosa per chi segue. Il pericolo è
tanto più grande, quanto più l’attacco si trova sotto la verticale della
nostra posizione. Un altro classico errore su
via ferrata è quello di ammassarsi in più persone tra due ancoraggi. Questo può
essere estremamente pericoloso in caso di caduta in quanto ad arrestare
l’eventuale scivolata è naturalmente l’ancoraggio inferiore; ovvia
conseguenza è che tra noi ed esso non deve esservi alcuna persona che
altrimenti sarebbe travolta dalla nostra caduta. Una regola ferma deve quindi
essere che tra due ancoraggi vi sia sempre e comunque UNA SOLA PERSONA. Anche se
nessuno cade, troppe persone ammassate significa sollecitare meccanicamente in
modo eccessivo e anormale gli infissi con ovvio rischio di rompere gli stessi.
Lo stesso ragionamento è valido nel caso di rampe di scale che non devono
essere risalite contemporaneamente da troppe persone. Un ulteriore aspetto di
estrema importanza è quello di non affidarsi sconsideratamente agli infissi:
come detto, le sollecitazioni meccaniche, ma anche e soprattutto le intemperie,
il ghiaccio, la caduta di fulmini e di pietre possono facilmente lesionare le
attrezzature in modo non sempre visibile: è quindi bene “provare”, saggiare
la tenuta delle funi, scale, pioli ecc… prima di affidarsi con sicurezza ad
essi (N.B Un buon paio di guanti si rivela prezioso nel caso di funi metalliche
lese). L’ultimo, ma non certo
meno importante consiglio, è quello di informarsi sulle previsioni del tempo prima
di percorrere una ferrata; questo è un consiglio SEMPRE valido anche se la
quota può naturalmente esaltare eventuali rischi.
N.B Tutte le indicazioni
contenute in queste pagine, per quanto accurate siano, NON SOSTITUISCONO IN
ALCUNA MANIERA la presenza di una persona esperta o meglio ancora di una guida
per addestrare il neofita che si accinge a percorrere una via ferrata. |