|
|
MONTE POPENA BASSO (m 2224)
Chi raggiunge il Lago di Misurina in coincidenza dell’omonimo albergo noterà, ad occidente, una grande bastionata rocciosa strapiombante che sembra in apparenza irraggiungibile ai normali escursionisti. Le pareti sono in effetti appannaggio dei rocciatori tuttavia la vetta è alla portata di ogni buon camminatore sfruttando un canalone ghiaioso che permette, a nord della fascia strapiombante, di guadagnare l’ampio crinale sommitale. Un vecchio sentiero di guerra è stato recentemente risistemato e segnato permettendo una salita decisamente semplice. Una breve frazione si articola su ghiaione un po’ instabile ma in pratica non vi è esposizione permettendo una salita che si rivela molto tranquilla per un escursionista di media esperienza. Ci permettiamo di consigliare l’ascensione nel mese di ottobre quando, nelle giornate terse, i larici che caratterizzano la parte inferiore del percorso si rivestono dei colori dell’autunno. Proverete forti suggestioni grazie al silenzio di un percorso ancora poco noto e all’arcobaleno di tinte offerto da una stagione che volge al termine. Resta comunque inteso che il percorso può essere eseguito per tutto il periodo compreso tra maggio e ottobre. Da notare che si tratta di un’escursione che impegna per meno di mezza giornata adatta per raggiungere una bella vetta avendo poco tempo a disposizione o con previsioni del tempo sfavorevoli nelle ore pomeridiane. L’escursione in breve: Lago di Misurina (m 1752) – sentiero 224A - Monte Popena Basso (m 2224) Dati tecnici: Partenza dal Lago di Misurina (m 1752): Difficoltà: E (breve tratto EE a metà salita per la presenza di alcune balze su fondo detritico instabile). (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 472. Acqua sul percorso: assente. Accesso alla partenza: La partenza è quanto mai comoda in quanto avviene presso il Lago di Misurina; lo si raggiunge con la SR 48 delle Dolomiti salendo da Auronzo per chi arriva da sud. La statale segue la sponda occidentale del lago arrivando al grande Albergo Misurina. Poco oltre la struttura si separa sulla sinistra, segnalato da un apposito cartello, il segnavia 224A che conduce alla cima. Come ulteriore riferimento possiamo dire che si individua l’inizio del sentiero pochi metri prima del bivio per le Tre Cime di Lavaredo. Chi proviene da Dobbiaco segue la statale 51 d’Alemagna sino a Carbonin dove la si abbandona passando a sinistra sulla SR 48 per salire sino al Lago di Misurina. In questo caso l’inizio del sentiero sarà a destra appena superato il bivio per le Tre Cime e poche decine di metri prima dell’Albergo Misurina. Descrizione del percorso: Come abbiamo anticipato nell’introduzione la salita sfrutta per gran parte un vecchio sentiero di guerra ancora oggi in ottime condizioni di percorribilità. Per anni il tracciato era stato abbandonato; di recente sono stati apposti i segnavia contribuendo a far conoscere questo luogo sorprendentemente appartato in contrasto con la confusione che spesso regna lungo le sponde del sottostante Lago di Misurina. Nel settore inferiore il tracciato si sviluppa nell’ambito di un magnifico lariceto. L’alberatura non troppo densa permette comunque di cogliere alcuni splendidi scorci. Verso nordest notiamo a tratti le magnifiche pareti rocciose delle Tre Cime di Lavaredo mentre di fronte a noi siamo sovrastati dalle impressionanti verticalità della parete orientale del Monte Popena Basso. Alle spalle cominciano a comparire le quinte rocciose che caratterizzano i Cadini di Misurina. Il sentiero, ampio ed evidentemente artefatto, guadagna progressivamente quota risalendo il facile pendio con una sequenza di comodi tornantini. Progressivamente accostiamo la parete del Popena uscendo nel contempo dal lariceto e con la presenza del pino mugo a sostituire gli alberi ad alto fusto. La vista può ora estendersi liberamente alle magnifiche montagne del circondario. Le verticalità delle Tre Cime di Lavaredo restano il motivo dominante di questa prima parte di cammino; guadagnando quota possiamo tuttavia cominciare a scorgere un’estremità del Lago di Misurina in una visione oltremodo pittoresca. Il sentiero è ora in procinto di cambiare completamente le sue caratteristiche. Accostiamo le soprastanti pareti sino ad individuare uno stretto canalone ghiaioso: l’unico punto debole che permette di salire senza dover affrontare tratti in arrampicata. Il sentiero, inizialmente tranquillo e in moderata pendenza, lascia ora spazio ad un ripido ed instabile canale di sfasciumi mobili che richiede una certa fermezza di piede sebbene non vi siano tratti esposti di reale pericolosità. Un occhio attento noterà sulle rocce a lato del sentiero una flora preziosa che contempla alcuni elementi endemici a cui faremo riferimento in coda alla descrizione. Raggiungiamo una sorta di bivio appena accennato: sulla destra si separa una traccia di sentiero che decorre alla base della soprastante rupe di dolomia muovendo in direzione di un’ardita guglia. La nostra salita si sviluppa tuttavia in direzione opposta: una freccia di vernice rossa indica il proseguo dell’ascensione all’interno dell’angusto e ripido solco di ghiaie. Siamo sovrastati da slanciate guglie rocciose dove non è difficile osservare gli alpinisti alle prese con le tante vie disegnate su queste celebri pareti; ed in effetti il nome “Popena Basso” è più noto nel mondo degli arrampicatori che non in quello dell’escursionismo. La salita prosegue con il fondo che diviene, nonostante le apparenze, più facile grazie alle ghiaie che cedono spazio alla terra battuta. Senza ulteriori difficoltà il percorso accosta un’ulteriore parete strapiombante seguendone la base verso destra, con una breve frazione in falso piano. Da rilevare il paesaggio circostante con il Lago di Misurina osservabile quasi in tutta la sua interezza. Aggirata la rupe si risale ora un ripidissimo canale questa volta erboso e superabile con minori difficoltà rispetto alle apparenze. Una fitta sequenza di corti tornanti permette di rimontarlo direttamente sino ad accedere all’ampio terrazzo inclinato che caratterizza la cresta sommitale. Siamo ora in una fitta mugheta che non impedisce al paesaggio d’allargarsi a nuovi orizzonti. Oltre alle già citate Tre Cime di Lavaredo compare, verso settentrione, l’ampio plateau sommitale del Monte Piana mentre più a sinistra il nostro sguardo è attratto dallo slanciato Picco di Vallandro. Nei giorni più tersi scintillano, all’orizzonte, i ghiacciai delle Alpi Aurine, al confine tra Italia e Austria, mentre cominciamo a scorgere, verso occidente, i contrafforti del Monte Cristallo. La provvidenziale segnaletica indica il punto in cui si volge con decisione verso sinistra risalendo il pendio fittamente rivestito di mughi. Il sentiero, un tempo quasi soffocato dai pini, è oggi ripulito e sembra uno stretto canale nella mugheta. Andiamo a sfiorare in un punto il salto rivolto verso Misurina. Lo sguardo verso il lago è vertiginoso ed è sorprendente notare le due diverse “anime” del Monte Popena Basso: gli strapiombi rivolti ad oriente e il vasto piano inclinato rivestito a mughi che invece caratterizza il versante opposto. Il segnavia guida ancora per un breve tratto in debole pendenza sino ad accedere alla cima, chiaramente identificata dal cartello che riporta il toponimo della vetta (m 2224 – ore 1,30 dalla partenza). Un bel prato si estende proprio sotto il punto più alto sino ad affacciarsi ancora una volta nel salto ricadente verso Misurina. Il paesaggio è avvincente in tutte le direzioni: ribadiamo l’eccellente vista sui Cadini di Misurina, verso le Tre Cime di Lavaredo e soprattutto verso la parte centrale del Gruppo del Cristallo divisa dal Monte Popena Basso dalla profonda Val Popena Alta. Verso meridione si osserva il massiccio del Sorapiss. Il rientro avviene a ritroso per un totale di ore 2,30 di cammino. L’escursione è abbastanza breve da permettere una comoda passeggiata, una volta rientrati al parcheggio, attorno al Lago di Misurina. Potrete apprezzare la bellezza del lago soprattutto fuori stagione quando il chiasso e la scomposta presenza dei turisti è minore rispetto ai mesi di luglio e agosto. Una bella mulattiera turistica ne segue la sponda concedendo ulteriori scorci sulle imponenti montagne circostanti. Cenni sulla flora:
Nonostante un’escursione nel complesso breve gli amanti della botanica potranno ugualmente avere delle soddisfazioni. Si tratta infatti di un percorso ancora poco noto con riflessi positivi per la flora che comprende diverse specie rare alcune delle quali endemiche. Di seguito indichiamo le principali osservate lungo il percorso. Specie endemiche: 1) Rododendro nano (Rhodothamnus chamaecistus), pianta endemica del nord-est, dal fiore particolarmente bello e appariscente per la sua splendida colorazione rosata. 2) Bonarota comune (Paederota bonarota). Specie rupicola per eccellenza, ama le pareti calcaree dolomitiche verticali. E’ un endemismo delle Alpi Orientali caratterizzato in luglio da belle infiorescenze di colore blu. 3) Sassifraga delle Dolomiti (Saxifraga squarrosa); endemica delle Alpi sud orientali appare molto simile, nell’aspetto, a Saxifraga caesia. La distinzione tra le due specie non è affatto semplice e non è d’aiuto l’osservazione dei fiori che in pratica sono quasi identici. Un elemento distintivo risiede nelle foglie, incurvate solo all’apice in S.squarrosa, curve ed aperte su tutta la lunghezza in S.caesia. L’abbiamo osservata nelle rocce che fanno da quinte al tratto mediano su ghiaione. 4) Raponzolo chiomoso (Physoplexis comosa), senz’altro uno degli endemismi più spettacolari delle Alpi Orientali, con areale esteso dalle Grigne in Lombardia sino al Friuli Venezia Giulia e alla Carinzia. E’ un magnifico ornamento per le rupi calcaree strapiombanti. Lungo il nostro percorso è osservabile nelle rocce verticali che precedono l’arrivo in cresta. Altre specie osservate: 1) Sassifraga verde azzurro (Saxifraga caesia) 2) Potentilla caulescente (Potentilla caulescens) 3) Rododendro ferrugineo (Rhododendron ferrugineum) 4) Camedrio alpino (Dryas octopetala) 5) Botton d’oro (Trollius europaeus) 6) Potentilla lucida (Potentilla nitida). Caratteristica nel suo portamento strisciante, offre alcune tra le fioriture più spettacolari delle Dolomiti. 7) Campanula dei ghiaioni (Campanula cochleariifolia) 8) Primula orecchia d’orso (Primula auricula). Inconfondibile per le sue foglie farinose è presente nelle rocce calcaree che sovrastano il sentiero nella parte mediana dell’ascensione.
VISUALIZZA QUI SOTTO LA PHOTOGALLERY DEL TREKKING
|