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PIZ LAD (PIZ LAT - m 2808)
L’estremo lembo nordoccidentale dell’Alto Adige è occupato dal Gruppo Sesvenna. L’ultima elevazione della catena ad essere rilevante muovendo verso settentrione è senz’altro il Piz Lad. Si tratta di una bellissima vetta di confine facilmente raggiungibile grazie ad una comoda via normale che sfrutta in gran parte ampie e facili mulattiere. Solo il settore sommitale si sviluppa su sentiero. E’ comunque possibile rendere ancora più interessante l’itinerario percorrendo un magnifico percorso ad anello potendo così attardarsi lungo un tratto in cresta tra panoramiche vastissime e le splendide colorazioni turchese del sottostante Lago di Resia. Una curiosità: poco a nord del Piz Lad è presente il cosiddetto Dreiländereck punto d’incontro e di separazione tra Italia, Svizzera e Austria facilmente raggiungibile su sentiero che tuttavia non è descritto nel testo che segue essendo al di fuori della via di salita al Piz Lad. L’escursione in breve: Tendreshof (m 1666) - sent n°3 - Reschner Alm (m 2020) - Sesslad Kreuz - sent n°5 - Piz Lad (m 2808) - sent n°5A - Klampertal - Sesslad Kreuz - a ritroso sino alla partenza Dati tecnici: Partenza da Tendershof (m 1666): Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 1142. Acqua sul percorso: lungo il sentiero 3 poco a valle della Reschner Alm. Accesso alla partenza: Si segue la statale della Val Venosta superando il Lago di Resia. Poco prima del confine tra Italia e Austria abbandoniamo la strada principale volgendo a sinistra, con indicazioni per l’agriturismo Tendershof. Raggiungiamo la struttura con una stretta stradina di montagna, comunque asfaltata, che richiede cautela ogni qual volta si incontra un’auto in senso opposto. Presso Tendershof il proseguo è chiuso al traffico dal cartello di divieto di transito (scarse possibilità di parcheggio). Descrizione del percorso: Proseguiamo a piedi lungo l’ampia carreggiata, ora chiusa al traffico, per poi abbandonarla dopo una decina di minuti volgendo a destra sul segnavia n° 3. Saliamo ripidamente nel fitto del bosco di conifere su fondo terroso sino alle prime aperture presso i bellissimi Prati di Gufra. Proseguiamo ulteriormente sino ad intercettare la soprastante ampia sterrata che seguiamo verso sinistra varcando un torrente con bella fontana utile per l’approvvigionamento d’acqua. Confluiamo nuovamente nella strada bianca chiusa al traffico turistico che sale da Tendershof. La seguiamo lungamente, in salita ora modesta, sino al punto in cui si separa a destra il segnavia 5 per il Piz Lad chiaramente indicato dai cartelli in legno. Vale tuttavia la pena d’effettuare una breve digressione mantenendo la strada bianca per qualche minuto fino alla bellissima Malga Reschner (Reschner Alm – m 2020 – ore 1,25 dalla partenza). La struttura è posta in posizione assai panoramica su un terrazzo prativo ondulato appena al di sopra del limite del bosco. Godiamo per la prima volta della bellissima visione del Lago di Resia mentre ad oriente notiamo le marcate cime del Bergkastelspitze e del Plamort Spitze. Torniamo a ritroso per poche decine di metri per abbandonare la carrareccia volgendo sulla via normale al Piz Lad. Il sentiero sale ripido ma senza difficoltà nel bosco sempre più rado godendo del bellissimo scorcio sul sottostante paese di Resia e, alla destra del lago, sulla marcata Cima Undici (Elferspitz). Apprezziamo lo scorcio, da posizione privilegiata, sulle distese prative presso la Reschner Alm. Su fondo terroso morbido e privo di qualsiasi difficoltà guadagniamo rapidamente quota mentre compare alla nostra destra il Piz Lad, inconfondibile per i suoi pendii di roccia e detrito di colore chiaro. Il sentiero asseconda le modeste ondulazioni prative con l’occhio che può soffermarsi non più solo sul Lago di Resia ma anche sulla profonda vallata che cala nel versante austriaco. Scompare completamente l’alberatura quindi possiamo proseguire nel pascolo bordeggiando una marginetta posta su un dosso erboso arrotondato (Sesslad Kreuz). Si tratta di un punto panoramico di prim’ordine dal quale ammirare un panorama di grandiosa vastità. Da rilevare lo scorcio sui ghiacciai posti presso la Palla Bianca (Weißkugel) alla sinistra orografica della Vallelunga (Langtauferer Tal). Il sentiero appare ora visibilmente costruito e si inoltra nel vasto vallone che si apre a sud del Piz Lad. Appare ben visibile il proseguo con il percorso che descrive un ampio semicerchio attorno alla conca per poi traversare verso destra portandosi fin sotto la verticale della vetta. Una caratteristica evidente del settore è data senz’altro dalla vastità del panorama e dall’uniformità del tracciato in debole, costante risalita. Superiamo un canale per lo più roccioso per raggiungere l’ampia spalla che chiude a settentrione la conca. A stretti tornanti cominciamo a salire più ripidamente con alcuni affioramenti rocciosi che interrompono la monotonia del tracciato. Il cammino si fa più faticoso ma nulla turba la facilità con cui risaliamo il pendio. Il pascolo si fa progressivamente più povero: l’ambiente appare particolarmente arido complice la quota e l’esposizione al sole di mezzogiorno. L’ultima frazione è la più impegnativa: la pendenza è notevole con gli ultimi metri d’ascensione su detrito instabile sino ad accedere alla grande croce bianca posta sull’anticima (libro di vetta). Non siamo ancora in vetta ma abbiamo raggiunto il confine di stato tra Italia e Svizzera come evidente dai pilastrini confinari quadrangolari. Impressionante appare il salto roccioso strapiombante che ricade dalla cima nel versante svizzero. Il Piz Lad si rivela così montagna dalle due facce: ardito ed imponente il lato elvetico, dolce e prativo quello altoatesino. La vista rivela nuovi orizzonti aprendosi a nordovest sulle dorsali dell’Engadina (cantone dei Grigioni) mentre verso nord, nordest cala profondo il solco ove è posto il paese austriaco di Nauders. Si ripete il panorama verso il Lago di Resia che ci accompagnerà anche lungo il tratto che segue. Appare ora evidente che per guadagnare la cima vera e propria occorre spostarsi verso sudovest. Il sentiero traversa in questa direzione restando appena a sinistra del profondo salto esposto. In qualche minuto siamo sul punto più alto (m 2808 – ore 3,15 dalla partenza). Il rientro può avvenire a ritroso tuttavia appare molto più interessante il proseguo lungo il crinale che offrirà un ambiente più articolato e vario rispetto all’uniformità del percorso di salita. Proseguiamo così lungo il segnavia n° 5, a cavallo tra la profonda valle che precipita nel versante dell’Engadina e i pendii rivolti verso il Lago di Resia. Perdiamo quota lungo una breve scarpata detritica sino ad una marcata forcella ai piedi di un’elevazione senza nome. La traccia, dopo aver toccato l’esile forcella traversa, sempre sul versante italiano (a sinistra) aggirando senza dislivello la modesta elevazione soprastante. Si amplia ulteriormente la vista a sinistra non solo sul Lago di Resia ma anche in lontananza, abbracciando i ghiacciai delle Alpi Venoste. Tra prati aridi, con affioramenti pietrosi, volgiamo nuovamente verso destra riportandoci in prossimità del crinale che viene ora ripetutamente sfiorato dal sentiero. Siamo infine a monte di un’instabile scarpata di detriti: la discendiamo prestando attenzione a non smuovere qualche pietra mobile sino ad una sella in pieno spartiacque. E’ un punto particolarmente suggestivo in piena estate per le bellissime fioriture d’alta quota. Il percorso cambia ora versante passando in territorio svizzero con bel panorama in direzione delle altre cime del Gruppo Sesvenna. Perdiamo brevemente quota aggirando a destra alcune rocce affioranti impraticabili quindi risaliamo a riprendere la linea di displuviale e il confine di stato riconoscibile per la presenza a sinistra di un pilastrino confinario mentre a destra sono posti alcuni ometti di pietre. Abbandoniamo il sentiero di crinale per calare molto ripidamente nell’esile e poco appariscente traccia che scende in territorio italiano. Purtroppo non vi sono cartelli segnalatori: l’unico riferimento utile è dato proprio dal pilastrino confinario ed è bene prestare estrema attenzione in caso di scarsa visibilità. Poco più in basso diviene ben evidente il solco scavato nel manto erboso. Perdiamo quota nella marcata Klampertal portandoci dapprima verso la destra orografica quindi alla sinistra. La pendenza decresce nel settore inferiore e possiamo già notare dall’alto la via normale al Piz Lad seguita in precedenza come via di salita. Assecondiamo le facili ondulazioni pascolive sino a riprendere il sentiero di salita: abbiamo in questo modo chiuso un piccolo ma suggestivo anello d’alta quota. Il rientro avviene a questo punto seguendo a ritroso il percorso di salita in minor tempo grazie al fondo comodo e privo di salti rocciosi (ore 5,40 complessive). Cenni sulla flora:
Trattandosi di un itinerario con oltre 1000 metri di dislivello, vengono superate diverse fasce altitudinali e vegetazionali. Di conseguenza appare ricca la flora osservabile con alcune specie piuttosto rare. Segue una lista parziale delle principali specie osservate in occasione della nostra salita avvenuta nel periodo di inizio agosto. 1) Semprevivo di Wulfen (Sempervivum wulfenii); bellissimo endemismo alpino con areale esteso dalla Lombardia al Friuli caratterizzato da splendidi fiori giallo oro slargati a stella. Di norma piuttosto raro, è presente negli immediati dintorni della Reschner Alm. 2) Semprevivo ragnateloso (Sempervivum arachnoideum) dalle inconfondibili piccole rosette ricoperte da sottilissimi fili che ricordano l’intreccio di una ragnatela. Condivide l’habitat con la precedente specie tuttavia è più frequente e comune. 3) Semprevivo montano (Sempervivum montanum) 4) Sassifraga zolfina (Saxifraga bryoides) 5) Sassifraga solcata (Saxifraga exarata) 6) Sassifraga a foglie opposte (Saxifraga oppositifolia) 7) Sassifraga di Séguier (Saxifraga seguieri); endemismo alpico tipico dei valloncelli nivali endemico della zona alpina compresa tra la Valle d’Aosta e il Veneto. Presente con frequenza in Svizzera, è pianta più rara in Italia. Si può osservare lungo il crinale del Piz Lad nel tratto di discesa descritto nella relazione soprastante in coincidenza della forcella oltre la quale il sentiero passa, per un breve tratto, in territorio svizzero. 8) Sassifraga androsacea (Saxifraga androsacea) 9) Sassifraga verde azzurro (Saxifraga caesia) 10) Sassifraga alpina (Saxifraga paniculata) 11) Senecio abrotanino (Senecio abrotanifolius); pianta endemica delle Alpi con areale esteso dalla Valle d’Aosta al Friuli caratterizzata da appariscenti capolini arancioni. 12) Androsace gelsomino (Androsace obtusifolia); questa piccola primulacea d’alta montagna, solitamente rara, è presente lungo questo itinerario sul crinale del Piz Lad nel tratto di discesa descritto nella relazione soprastante in coincidenza della forcella oltre la quale il sentiero passa, per un breve tratto, in territorio svizzero. 13) Androsace dei ghiacciai (Androsace alpina); una delle piante più rare e pregevoli osservabili lungo questo percorso. Endemica delle Alpi, colonizza i macereti alle quote superiori. E’ presente lungo questo itinerario sul crinale del Piz Lad nel tratto di discesa descritto nella relazione soprastante in coincidenza della forcella oltre la quale il sentiero passa, per un breve tratto, in territorio svizzero 14) Genziana nivale (Gentiana nivalis) 15) Genziana bavarese (Gentiana bavarica) 16) Genziana punteggiata (Gentiana punctata) 17) Silene a cuscinetto (Silene acaulis) 18) Linaiola d’alpe (Linaria alpina) 19) Rododendro ferrugineo (Rhododendron ferrugineum) Mel mese di luglio la fioritura regala una magnifica visione grazie alle migliaia di fiori color porpora. 20) Astro alpino (Aster alpinus) 21) Draba gialla (Draba aizoides) 22) Genziana di Koch (Gentiana acaulis) 23) Elleborina crestata (Epipactis atrorubens) 24) Piroletta a foglie rotonde (Pyrola rotundifolia) 25) Cardo spinosissimo (Cirsium spinosissimum) 26) Camedrio (Dryas octopetala) 27) Ambretta strisciante (Geum reptans) 28) Borracina verde scura (Sedum atratum) 29) Giglio martagone (Lilium martagon) 30) Veronica pietrosa (Veronica fruticans)
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