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MONTE PICCARO (m 281) MONTE CROCE (m 541) MONTE SOPRA TOIRANO (m 621) MONTE ACUTO (m 748)
Una bella dorsale divide la Valle del Varatella con il paese di Toirano dalla vasta piana di Albenga. Si tratta di un crinale perfettamente percorribile grazie alle forme arrotondate dei rilievi e alla presenza di un bel sentiero che si innalza dalla costa sino alle prime elevazioni. Il panorama, a dispetto della quota contenuta, è di impressionante vastità, specie in direzione del mare sino a scorgere nei giorni tersi la lontana Corsica. Verso nordovest spiccano le principali cime delle Alpi Liguri, spesso innevate sino a primavera inoltrata. E’ un itinerario raccomandabile nella stagione fredda: la neve cade episodicamente e di norma è di brevissima durata grazie all’estrema vicinanza al litorale. Assolutamente da evitare il periodo estivo: gran parte del percorso è del tutto esposto al sole, senza fonti e con temperature ed umidità estremamente alte per via della bassa quota. L’escursione in breve: Ceriale (cimitero – circa m 50) – Castello Borelli – Monte Pìccaro (m 281) – Monte Croce (m 541) – sella senza nome (m 490) – Monte Sopra Toirano (m 621) – Monte Acuto (m 748) Dati tecnici: Partenza dal cimitero di Ceriale (m 50): Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: circa m 700. Acqua sul percorso: assente. Accesso alla partenza: Utilizzando l’autostrada A10 chi proviene da Genova esce a Borghetto Santo Spirito raggiungendo, in coincidenza del paese, la SS1 Aurelia. Si procede in direzione di Imperia guadagnando la periferia di Ceriale. Si supera una rotonda quindi, dopo 300 metri circa, si volge a destra in Via Cadanzo salendo ripidamente sino al cimitero presso il quale possiamo lasciare l’auto. Chi proviene da Imperia esce dall’autostrada ad Albenga quindi raggiunge la SS1 Aurelia e la segue in direzione Genova. In breve si raggiunge e si supera il centro di Ceriale trovando Via Cadanzo questa volta sulla sinistra. Descrizione del percorso: Si prosegue a piedi lungo la strada asfaltata che procede oltre il cimitero seguendo il segnavia “quadrato rosso”. Dopo appena 200 metri volgiamo a destra in Via Piccardone raggiungendo un ultimo condomino di colore rosa. Subito oltre la strada lascia spazio ad una mulattiera che, in debole saliscendi, procede verso oriente con vista aperta su un ampio braccio di mare e, alle spalle, sul tratto di costa lungo il quale si affacciano Ceriale ed Albenga. Il percorso procede tra la macchia e gli olivi quindi nella pineta sino a guadagnare la curiosa costruzione del Castello Borelli (ore 0,20 dalla partenza). Prestando attenzione ai segnavia, comunque sempre presenti, ci destreggiamo tra alcune biforcazioni e, in salita ora ripida, ci portiamo sul versante rivolto in direzione di Borghetto Santo Spirito. La mulattiera diviene un buon sentiero che rimonta, con facilità, le pendici orientali, per lo più boscate, del Monte Pìccaro osservando il paese di Toirano e le soprastanti cime del Varatella e del Monte Ravinet. La salita permette di accedere ad una bella selletta in pieno crinale. Con una breve digressione ci spostiamo verso sinistra raggiungendo in un paio di minuti il bellissimo punto panoramico con cappellina dal quale godiamo della splendida vista su un vasto tratto di riviera arrivando a scorgere Capo Mele verso occidente e Capo Noli ad est. Volgendo con lo sguardo verso settentrione osserviamo un tratto del crinale che andremo ora a rimontare con in evidenza la cima del Monte Piccaro, occupata da alcuni antiestetici ripetitori e, alle sue spalle, il più alto Monte Croce. L’escursione procede pertanto rientrando in pochi passi alla selletta di crinale per poi risalire in breve le deboli pendenze del Monte Pìccaro (m 281 – ore 1,20 dalla partenza). Il sentiero supera le antenne poste in vetta alla modesta elevazione permanendo lungo l’ampia e facile linea di cresta. Con percorso esposto al sole di mezzogiorno camminiamo tra la macchia mediterranea rimontando un modesto dosso arrotondato. Godiamo, soprattutto alle spalle, di una vista sempre più estesa grazie alla quota progressivamente maggiore. Alla nostra destra scorgiamo la cima del Monte Carmo di Loano nonché la sommità della Rocca Barbena. In breve ci portiamo alla base del cono sommitale del Monte Acuto. Tralasciamo la pista che si separa sulla sinistra, non segnata ma evidente, che aggira la sommità per ricongiungersi al nostro sentiero nella selletta al di là della cima. E’ una variante che potremo utilizzare al ritorno per evitare la ripetizione dell’ascesa. Nel nostro caso manteniamo il percorso di crinale che diviene per un breve tratto particolarmente ripido e faticoso. Il panorama nel compenso risulta sempre più ampio andando a cogliere, in lontananza, il Monte Galero. L’ultimo tratto di salita si articola tra rocce calcaree affioranti sino ad accedere al pianoro di vetta (m 541 – ore 2,10 dalla partenza). Si aprono nuovi orizzonti. Si rinnova la visione di un vasto tratto di mare ma è verso settentrione che il paesaggio offre nuovi spunti. In particolare compare alla vista il settore più elevato delle Alpi Liguri mentre nelle immediate vicinanze possiamo osservare il tratto successivo dell’escursione, notiamo infatti il crinale che ci condurrà sino a Monte Acuto. Dominiamo un lungo tratto della valle del Torrente Varatella sovrastata dal monte Ravinet e soprattutto dal Monte Carmo di Loano. Il cammino prosegue abbandonando la sommità di Monte Acuto. Perdiamo quota ripidamente, tra la bassa vegetazione mediterranea, calando in una decina di minuti sino alla selletta (m 490) dove ci riuniamo alla variante precedentemente ignorata che aggira la cima. Procediamo sottopassando alcuni antiestetici tralicci per l’alta tensione quindi il segnavia procede rimanendo grosso modo lungo il filo di cresta caratterizzato in questo tratto da roccette affioranti. Guadagniamo la poco rilevata sommità del Monte Sopra Toirano (m 621). Sebbene la vetta non spicchi molto, la quota ormai rilevante rende la vista estremamente ampia specie alle spalle in direzione del mare aperto. Tra cespugli di macchia mediterranea il sentiero si sviluppa, sempre facile e ben marcato, lungo la linea di crinale. Raggiungiamo la modesta selletta erbosa posta alla base dell’erta salita che ci condurrà sul Monte Acuto. Con un primo tratto in marcata pendenza aggiriamo sulla sinistra un marcato dosso sino a raggiungere l’avvallamento di crinale che lo divide dalla cima vera e propria. Passiamo a destra dello spartiacque con una brevissima frazione nell’alberatura. Subito oltre usciamo su prato arido immediatamente ai piedi del punto più alto che raggiungiamo con un ultimo brevissimo strappo (m 748 – ore 3,15 dalla partenza). Il culmine di Monte Acuto offre il migliore paesaggio dell’escursione, un magnifico connubio tra mare e montagne. A settentrione sfilano le Alpi Liguri con in particolare evidenza il Monte Galero e il Monte Antoroto, quest’ultimo innevato sino a primavera inoltrata. Sotto la verticale della cima osserviamo il paese di Balestrino e la provinciale che lo unisce a Toirano. La riviera di Ponente, nel tratto compreso tra Capo Noli e Capo Mele, occupa il paesaggio verso sud; solamente un breve tratto di litorale non è osservabile in quanto occultato dalla sommità di Monte Croce. Verso sudovest la grande piana di Albenga appare intensamente sfruttata dai vivai mentre poco al largo notiamo l’Isola di Gallinara. Il rientro avviene a ritroso con la possibilità di eseguire due varianti. Abbiamo già fatto riferimento nella descrizione alla possibilità d’aggirare il cono sommitale del Monte Croce con un traverso che ha inizio dalla selletta, scendendo dal Monte Sopra Toirano, che precede la salita alla vetta. In discesa troviamo la variante, non segnalata ma ben evidente, sulla destra. Si tratta di un breve tratto del tutto comodo e piano con grandioso panorama aperto in direzione di Albenga e del Mar Ligure. Tra la rada macchia mediterranea andiamo a riprendere il sentiero segnato subito al di là della vetta senza incontrare apprezzabili difficoltà. La seconda variante può essere eseguita subito dopo aver superato i ripetitori del Monte Pìccaro. Raggiungiamo la selletta dove il sentiero segnato calerebbe a sinistra in direzione del Castello Borrelli. Guardando sulla destra è tuttavia presente una buona mulattiera, anche in questo caso senza segnavia ma ampia e assolutamente evidente, che cala anch’essa in direzione del sottostante castello. E’ una deviazione senz’altro consigliabile in quanto, a differenza della salita, si articola in un versante dove il bosco è decisamente più rado concedendo una magnifica vista in direzione di Borghetto Santo Spirito e del litorale. Nel tratto inferiore sono presenti alcune biforcazioni non indicate ma anche sbagliandosi si cala comunque in direzione della mulattiera che dal Castello Borrelli muove verso Ceriale permettendo di rientrare alla partenza per un totale di circa 5,30 ore di cammino tra andata e ritorno. N.B. Sebbene questo sito dedichi un’ampia sezione alla flora di montagna, facciamo un’eccezione indicando un’interessante specie mediterranea, nel complesso piuttosto rara, osservabile lungo il crinale che unisce Monte Piccaro a Monte Croce. Si tratta dell’Aglio minuscolo (Allium chamaemoly), in fioritura nei mesi invernali. Nel nostro caso abbiamo trovato parecchi fiori alla fine del mese di febbraio.
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