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MONTE PEGGE (m 773) MANICO DEL LUME (m 802)
A dispetto della quota contenuta, il Monte Manico del Lume è una montagna aspra e severa con particolare riferimento al suo versante settentrionale che si eleva con notevoli verticalità per quasi 700 metri di dislivello dal fondo della Valle Fontanabuona. E’ una cima per lo più boscata e la sua natura impervia fa sì che tutti i sentieri che conducono al suo culmine siano piuttosto impegnativi. L’itinerario che andiamo a narrarvi è comunque il più semplice nonché il più veloce per guadagnarne la cima con le difficoltà che si limitano ad un traverso esposto a pochi minuti dal punto più alto. In ogni caso cautela deve essere prestata in presenza di fondo umido o fangoso. Consigliamo l’ascensione nella stagione fredda per via della quota contenuta e con la neve presente nel complesso di rado grazie alla vicinanza del litorale ligure. La salita contempla il passaggio presso la vetta del Monte Pegge sulla cui cima si erge il Rifugio Margherita. Magnifico il paesaggio esteso al promontorio di Portofino e addirittura alle Alpi Marittime nelle giornate più terse. Curioso e inusuale è il toponimo “Manico del Lume” la cui origine è tutt’ora controversa. Il nome sembrerebbe derivare dal latino “lumectum” ovvero “cespuglio”. Altri ritengono invece che, analogamente al vicino Monte Candelozzo, il nome derivi dalle stratificazioni calcaree che ricordano gli strati di cera che si accumulano alla base delle candele. L’escursione in breve: Passo della Crocetta (m 594) – Rifugio Margherita (m 770) – Monte Pegge (m 773) - Passo Giaséa (m 631) – Manico del Lume (m 802) Dati tecnici: Partenza dal Passo della Crocetta (m 594): Difficoltà: EE; in gran parte E, breve tratto EE tra il Passo Giaséa e la cima del Manico del Lume con sentiero ridotto ad una sottile striscia esposta. (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale anche se a tratti frammentaria e scolorita. Dislivello assoluto: m 208; il dislivello realmente affrontato è senz’altro maggiore essendovi alcuni saliscendi. Acqua sul percorso: assente. Accesso alla partenza: Si accede alla partenza dal paese di Rapallo seguendo la stretta e ripida provinciale che conduce a Coreglia Ligure. Dopo alcuni km si tralascia il bivio a destra per il Santuario di Montallegro mantenendo la strada principale. In 10 km circa da Rapallo accediamo al Passo della Crocetta (m 594), in coincidenza del quale parcheggiamo l’automobile. Descrizione del percorso: Dal valico seguiamo la ripida mulattiera che, tra arbusti e bassa vegetazione, rimonta le pendici meridionali della cosiddetta Punta dei Grondoni, in pratica l’anticima orientale del Monte Pegge. La salita, tra cespugli e qualche albero, consente la visione, verso sud, del promontorio e del Monte di Portofino mentre verso occidente si scorgono, nelle giornate più terse, le vette delle Alpi Marittime. Procedendo nel cammino arriviamo ad osservare il marcato cocuzzolo del Monte Pegge sul quale si erge, ben visibile, il Rifugio Margherita. Per guadagnarne il culmine il sentiero, sempre evidente e a tratti artefatto, si porta dapprima sul filo del crinale in parte boscato. In ultimo debordiamo diagonalmente sulla sinistra per poi guadagnare il rifugio e la panoramica vetta del Monte Pegge (m 773 - ore 0,30 dalla partenza). Sempre rilevante appare la vista del Tigullio mentre spostando il nostro sguardo ad occidente osserviamo per la prima volta il cocuzzolo boscoso del Monte Lasagna. Di poco più lontano notiamo il Monte Manico del Lume inconfondibile per la presenza di alcune stratificazioni rocciose poste a sinistra rispetto al punto più alto. Andiamo ora a seguire il ripido sentierino segnato che cala verso nordovest calando nella boscaglia. Nonostante la vegetazione sono presenti aperture panoramiche con ottimi scorci verso le Alpi Occidentali. Il tracciato cala alla sottostante sella che divide il Monte Pegge dal Monte Lasagna. Nel proseguo aggiriamo a sinistra il crinale, in questo tratto piuttosto impervio, evitando di risalire la cima del Lasagna. Il tracciato si sviluppa pertanto nel versante rivolto in direzione del mare permettendo ulteriori scorci panoramici. Perdiamo in questa frazione debolmente quota con il percorso che si riduce ad un sottile solco nell’erba senza affrontare alcuna reale difficoltà. Nel proseguo traversiamo verso destra riportandoci in prossimità del crinale in questo tratto libero dall’alberatura e in grado pertanto di donare un’ottima visione verso oriente con in evidenza le vette dei monti Caucaso e Ramaceto. In breve siamo al Passo Giaséa (m 631), punto più basso del crinale compreso tra il Monte Pegge e il Monte Manico del Lume. La sella è caratterizzata dal curioso affioramento di fasce rocciose inclinate. Il segnavia, in questo tratto poco evidente, taglia orizzontalmente gli strati di calcare marnoso (molto scivolosi con il bagnato) restando qualche metro al di sotto del filo di cresta nel versante rivolto verso il mare. Subito oltre il sentiero è nuovamente ampio e ben visibile, ricavato tra la vegetazione in parte mediterranea che caratterizza le pendici circostanti. Con un tratto sottile ed elegante ci portiamo sotto la verticale della marcata cupola sommitale del Monte Manico del Lume. Appare evidente l’impossibilità di salire in modo diretto verso la cima. Il tracciato obliqua vistosamente verso sinistra per aggirare le strapiombanti rocce che ci sovrastano. Il tratto di sentiero che segue è il più impegnativo dell’escursione: il solco diventa sottile ed aereo, a tratti piuttosto esposto sul salto che precipita a sinistra. La difficoltà è amplificata in presenza di fondo umido o fangoso. Con attenzione e cautela superiamo questo breve traverso raggiungendo in moderata salita la cresta meridionale del Monte Manico del Lume. Andiamo a confluire nel sentiero segnalato con una linea rossa che sale dal paese di Chignero. Volgiamo con decisione verso destra puntando verso la vetta. Superiamo alcuni costoni rocciosi ben appigliati guadagnando in pochi minuti il culmine prativo del Monte Manico del Lume (m 802 – ore 1,15 dal monte Pegge – ore 1,45 dalla partenza). Splendido il panorama di vetta sia in direzione del Mar Ligure con in evidenza il Promontorio di Portofino che verso settentrione andando ad osservare parecchie cime dell’Appennino Ligure. Verso occidente osserviamo, all’orizzonte, le cime delle Alpi Marittime, innevate sino ad inizio estate. Verso oriente si nota l’intero sviluppo della cresta percorsa dal Monte Pegge per guadagnare la cima. Il rientro avviene a ritroso per un totale di ore 3,30 di cammino.
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