Para dai Giai

PARA DAI GIAI (m 2497)

Vive uno strano anonimato questa vetta. Lo possiamo asserire in quanto il Para dai Giai č posizionato a quattro passi dal Rifugio Gardenacia, una delle strutture pių amate e frequentate dai gitanti che scelgono la Val Badia come luogo di vacanza nel mese di agosto. Non si puō nemmeno giustificare la cosa dicendo che si tratti si una montagna poco rilevante. Dal rifugio prima citato il Para dai Giai appare come un immenso vascello di roccia, impressionante per le sue strapiombanti pareti e per quel suo profilo marcato, appariscente, quasi a voler intimorire chi lo osserva. Forse per questa ragione č cosė trascurato per non dire dimenticato: pochi immaginano che sia possibile guadagnarne la cima con relativa facilitā. Di recente č stato invece approntato un bel percorso che ne concede la conquista a patto di avere, negli ultimi 20 minuti di salita, piede fermo e assenza di vertigini per affrontare una cengia e un breve salto attrezzato comunque non troppo difficoltoso. Salite al Para dai Giai tra luglio e settembre e avrete modo di conoscere un angolo delle Dolomiti ancora appartato dove trovare quel silenzio che purtroppo non esiste nelle pių frequentate mete turistiche della Val Badia.

L’escursione in breve:

Stazione a monte della seggiovia Gardenacia (m 1790) – Rifugio Gardenacia (Ütia Gardenacia - m 2050) – Para dai Giai (m 2497)

Dati tecnici:

Partenza dalla stazione a monte della seggiovia Gardenacia (m 1790): Difficoltā: EEA (Vai alla scala delle difficoltā). E per quasi tutto il percorso; EEA negli ultimi 20 minuti di salita per la presenza di una cengia esposta e di un salto attrezzato con funi metalliche. Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 707. Acqua sul percorso: assente ma con un ottimo punto d’appoggio nel Rifugio Gardenacia.

Accesso alla partenza:

Si risale la Val Badia sino al paese di La Villa (La Ila - Stern). Una comoda seggiovia (denominata Gardenaccia) sale dal paese sulla sinistra orografica della vallata guadagnando la stazione a monte posizionata in un comodo terrazzo prativo (m 1790) non distante dalla Malga Ütia Sponata.

Descrizione del percorso:

Le indicazioni presso la stazione a monte della seggiovia indicano il segnavia n°5 per il Rifugio Gardenacia. Il sentiero sale in moderata pendenza nel bosco di conifere con parecchie svolte sino ad accostare le prime pareti dolomitiche. Il paesaggio offre uno scorcio sulle lontane cime delle Vedrette di Ries. Proseguiamo contornando alla base una serie di poderose rupi; non vi č da rilevare alcuna difficoltā in quanto il traverso risulta ampio e ben tracciato. Da segnalare il panorama tra gli alberi, progressivamente pių ampio, sino ad abbracciare la Valle di San Cassiano e la verdeggiante sommitā del Piz La Ila, nonché l’immensa parete rocciosa del Monte Cavallo sulla destra orografica della Val Badia.  Con un ultimo strappo raggiungiamo il bellissimo terrazzo prativo che accoglie il Rifugio Gardenacia (Ütia Gardenacia - m 2050 – ore 0,50 dalla partenza) al di lā del quale spicca la sagoma dolomitica del monte Para dai Giai, nostro obiettivo.

Si tratta di un eccellente punto d’appoggio assai frequentato nella bella stagione grazie all’avvicinamento agevolato dalla funicolare. Subito oltre la struttura l’ambiente si fa decisamente pių solitario in quanto la maggior parte degli escursionisti domenicali fanno del rifugio la loro meta. Procediamo tra prati idilliaci e isolati alberi di larice con scorcio sul distante ghiacciaio della Marmolada. L’alberatura, complice la quota, cede progressivamente il passo al pascolo con l’escursione che si sviluppa, in questa frazione, in ambienti di grande vastitā. La visione si allarga verso sudest sino a scorgere la zona del Passo Valparola con le cime Lagazuoi e Settsass; appena pių a destra si apprezza all’orizzonte la sagoma del Monte Civetta. Alle spalle la vista č sempre dominata dal lungo bastione dolomitico culminante nelle cime Lavarella e Cavallo mentre di fronte a noi siamo sovrastati dai margini dell’altopiano del Puez. L’ambiente diviene progressivamente pių arido con il prato frammisto ad affioramenti sempre pių frequenti di rocce e pietrisco dolomitico. Non č raro incontrare in questa frazione gruppi di cavalli al pascolo. Accostiamo un lungo costone roccioso quindi volgiamo a destra raggiungendo la base in uno stretto valloncello detritico. Ignoriamo il proseguo del sentiero 11 che si separa a destra salendo ripido nel solco: proseguiamo invece lungo il sentiero di sinistra (segnavia n° 15). L’ambiente luminoso ed aperto permette d’osservare il seguito del tracciato: traversiamo in lunga diagonale ascendente alla base di una grande rupe strapiombante. Da notare lo scorcio alle spalle con l’orizzonte che si dilata sino a raggiungere le lontane Alpi Aurine. Obliquiamo a destra in moderata pendenza sino all’evidente cartello in legno che segnala la deviazione a sinistra per il Monte Para dai Giai, obiettivo della nostra escursione; scegliamo pertanto questa possibilitā abbandonando il segnavia 15 che procederebbe altrimenti in direzione della Forcella Gardenacia.

E’ inevitabile domandarsi dove si possa sviluppare la via normale di salita: un’alta muraglia rocciosa invalicabile sembrerebbe precludere la possibilitā di accedere al settore superiore della montagna. In realtā l’ostacolo č aggirato con eleganza, guadagniamo infatti, in moderata salita, la base del paretone per poi traversare a sinistra grazie ad una lunga cengia naturale che contorna in piano i soprastanti strapiombi.  

La traccia č progressivamente pių stretta e infine, nel punto in cui volge a destra, risulta piuttosto esposta sul salto sottostante. Si raccomanda cautela e piede fermo prestando estrema attenzione al fondo detritico in parte instabile e, nella prima parte dell’estate, ad eventuali residui di neve. Da notare, nel punto in cui la cengia volge verso destra, lo splendido scorcio in direzione del Monte Cavallo, del Piz de Lavarela e del Piz dles Conturines con la sottostante Valle di S.Cassiano. Subito oltre compare la grande croce metallica posta sulla sommitā inferiore del Monte Para dai Giai. Per guadagnarla occorre scavalcare un breve salto roccioso alto pochi metri opportunamente attrezzato con una fune metallica assai utile considerata l’esposizione del punto. Subito al di sopra delle attrezzature la difficoltā scompare: gli ultimi metri di cammino sono su facile fondo detritico. Passiamo immediatamente a sinistra di un caratteristico, profondo spacco nella dolomia accedendo all’esile pulpito della vetta inferiore. Si tratta di una posizione panoramica spettacolare e non solo in direzione della Val Badia. Verso sud spicca la grande calotta sommitale del Sass Songher mentre ancora pių distante appare la Marmolada con il suo ghiacciaio. Verso occidente il Monte Para dai Giai esibisce il suo punto pių alto con l’impressionante parete verticale che precipita dalla vetta verso est. Nonostante le apparenze non incontreremo alcuna difficoltā per raggiungerne il culmine.

Si tratta di tornare a ritroso per pochi metri superando il caratteristico spacco nella dolomia a cui abbiamo fatto prima riferimento. Si rimonta quindi il pendio in parte prativo che ascende a destra della cima. Il percorso č ovvio ed intuitivo non mancano comunque ometti di pietra e alcuni vecchi segnavia un po’ sbiaditi. In comoda salita si guadagna l’evidente selletta a destra della sommitā presso la quale si apre una grandiosa vista dell’Altopiano del Puez. Restiamo a ragionevole distanza dal profondissimo salto che precipita alla nostra sinistra quindi risaliamo in ultimo il facile pendio detritico che permette l’accesso al pianoro prativo di vetta (m 2497 - ore 2,30 dalla partenza). Lo spiazzo sommitale appare ampio, č comunque bene restare a distanza di sicurezza dall’impressionante baratro che precipita verso oriente.

E’ un vero peccato che questa cima sia immersa nell’anonimato; in realtā dona una vista grandiosa aperta verso meridione sino a scorgere i monti Civetta, Pelmo, Settsass e Lagazuoi. La grande struttura della Marmolada appare parzialmente coperta dal vicino Sass Songher; possiamo inoltre notare la cima inferiore toccata in precedenza apprezzando come si tratti di un esile pulpito dal quale si precipita verticalmente verso la sottostante Val Badia. Il rientro avviene a ritroso prestando ancora una volta la massima attenzione al tratto attrezzato con fune metallica e alla successiva cengia, in un breve tratto piuttosto esposta. L’intera escursione impegna per non pių di 4 ore.

Cenni sulla flora:

1)       Potentilla lucida (Potentilla nitida). Caratteristica nel suo portamento strisciante, offre alcune tra le fioriture pių spettacolari delle Dolomiti. E’ presente, ad esempio, nelle rupi verticali che sovrastano il sentiero di salita nel tratto compreso tra l’arrivo a monte della seggiovia e il Rifugio Gardenacia.

2)       Potentilla caulescente (Potentilla caulescens). E’ presente in abbondanza nelle rupi verticali che sovrastano il sentiero di salita nel tratto compreso tra l’arrivo a monte della seggiovia e il Rifugio Gardenacia.

3)       Bonarota comune (Paederota bonarota). Specie rupicola per eccellenza, ama le pareti calcaree dolomitiche verticali. E’ un endemismo del nordest italiano caratterizzato in luglio da belle infiorescenze di colore blu.

4)       Sassifraga delle Dolomiti (Saxifraga squarrosa); endemica delle Alpi sud orientali appare molto simile, nell’aspetto, a Saxifraga caesia. La distinzione tra le due specie non č affatto semplice e non č d’aiuto l’osservazione dei fiori che in pratica sono quasi identici. Un elemento distintivo risiede nelle foglie, incurvate solo all’apice in S.squarrosa, curve e aperte su tutta la lunghezza in S.caesia.

5)       Millefoglio di Clavena (Achillea clavenae). Tipica pianta di praterie, ghiaioni e pendii aridi su substrato calcareo. E’ un endemismo alpino – dinarico con areale esteso in Italia dalla Lombardia al Friuli.

6)       Rododendro irsuto (Rhododendron hirsutum). Endemico di un ampio areale centrato essenzialmente sulle Alpi Orientali, č facilmente riconoscibile dal pių comune Rododendro ferrugineo per l’evidente pelositā che ne riveste le foglie.

7)       Valeriana delle rupi (Valeriana saxatilis), subendemica dell’arco alpino, ama le rupi e i pendii a fondo calcareo.

8)       Millefoglio dei macereti (Achillea barrelieri Ten. subsp.oxyloba) endemico delle Alpi centro orientali, presenta il fiore pių grande fra le piante del genere Achillea.

9)       Stella alpina (Leontopodium alpinum) presente ad esempio nelle rupi verticali che sovrastano il sentiero subito prima del Rifugio Gardenacia.

10)   Primula nana (Primula minima); endemica delle Alpi Orientali č presente in consistente quantitā nelle praterie sommitali del Monte Para dai Giai.

11)   Senecio abrotanino (Senecio abrotanifolius); pianta endemica delle Alpi con areale esteso dalla Valle d’Aosta al Friuli caratterizzata da appariscenti capolini arancioni.

12)   Ormino dei Pirenei (Horminum pyrenaicum)

13)   Cavolaccio alpino (Adenostyles alliariae)

14)   Iberidella alpina (Hornungia alpina)

15)   Vulneraria (Anthyllis vulneraria)

16)   Spillone alpino (Armeria alpina)

17)   Camedrio alpino (Dryas octopetala)

18)   Sassifraga setolosa (Saxifraga sedoides)

19)   Crepide dorata (Crepis aurea)

20)   Moehringia cigliata (Moehringia ciliata)

21)   Sassifraga gialla (Saxifraga aizoides)

22)   Campanula dei ghiaioni (Campanula cochlearifolia)

23)   Carlina segnatempo (Carlina acaulis)

24)   Silene a cuscinetto (Silene acaulis)

25)   Napello (Aconitum napellus)

26)   Acino alpino (Acinos alpinus)

27)   Tesio alpino (Thesium alpinum)

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