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PANIA DI CORFINO (m 1603)
Il rilievo della Pania di Corfino è un massiccio calcareo che ricorda molto da vicino le prospicienti Alpi Apuane pur non facendone parte in senso stretto. Geograficamente è posizionato a breve distanza dalla dorsale appenninica tosco-emiliana; quest’ultima presenta tuttavia arenarie di macigno e non rocce calcaree ragion per cui la Pania di Corfino sembrerebbe essere una sorta di “ponte” tra il crinale appenninico e le Apuane. E’ una zona di elevato valore naturalistico recentemente inserita all’interno del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano a proteggerne le emergenze botaniche e faunistiche. La salita, breve ma rimunerativa, offre un panorama sconfinato particolarmente affascinante in tarda primavera quando le prospicienti Alpi Apuane e il crinale appenninico presentano gli ultimi nevai della stagione invernale. La salita, nel complesso non troppo lunga, si presta ad un’escursione di mezza giornata adatta in particolar modo alle mezze stagioni evitando l’estate quando le temperature sono spesso troppo elevate e l’inverno per l’innevamento talvolta molto abbondante. L’escursione in breve: Parcheggio presso Rifugio Isera (m 1193) – Orto botanico (località Piè di Magnano – m 1320) – Pania di Corfino (m 1603) – Sella di Campaiana (m 1499) – sentiero 64 – parcheggio presso Rifugio Isera (m 1193) Dati tecnici: Partenza presso il Rifugio Isera (m 1193): Difficoltà: E. (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 410. Acqua sul percorso: assente. Accesso alla partenza: Chi proviene da Lucca raggiunge Castelnuovo di Garfagnana per poi proseguire sulla SP 72 (ex SS 324) in direzione del Passo delle Radici raggiungendo Castiglione di Garfagnana. Superato il paese, al Km 100,400 si trova il bivio dove volgiamo a sinistra con indicazioni per il Parco dell’Orecchella. Dopo circa 15 km si trova la tabella che indica il confine del parco quindi, dopo pochi metri, si volge a destra con indicazioni per l’”Orto botanico Pania di Corfino” raggiungendo in breve il parcheggio davanti al Rifugio Isera. Chi proviene da Modena scavalcherà il Passo delle Radici quindi scenderà verso Castiglione di Gafagnana. Al bivio posto al km 100,400 si volge questa volta a destra per poi proseguire come indicato sopra. Chi arriva dalla Versilia o dalle città di Massa e Carrara raggiunge Castelnuovo di Garfagnana con la SP del Passo del Vestito o del Cipollaio quindi si prosegue sulla SP 72 verso Castiglione di Garfagnana procedendo come indicato sopra. Descrizione del percorso: Con partenza dal parcheggio presso il Rifugio Isera seguiamo le indicazioni per l’Orto botanico; a raggiungerlo vi è un’ampia sterrata il cui primo tratto è evitabile grazie ad una breve frazione di sentiero nella fitta faggeta. Al di sopra il sentiero confluisce nella forestale che in ultimo si sviluppa immediatamente a destra di un grande bastione calcareo quasi strapiombante. Le rocce chiare contrastano in modo sorprendente con il fitto bosco che si sviluppa ai suoi piedi. In ultimo la sterrata spiana e ha termine in coincidenza dell’ingresso all’Orto botanico in località Pié di Magnano aperto alle visite nel periodo estivo (m 1320 – ore 0,30 dalla partenza). Appare notevole il panorama circostante con particolare riferimento alle Alpi Apuane ammirandone le principali elevazioni come il Monte Pisanino, il Pizzo d’Uccello e il Monte Tambura. La nostra ascensione procede sul sentierino che si separa a sinistra subito prima dell’ingresso all’Orto botanico (cartello indicante la cima). Tagliamo in diagonale ascendente un faticoso pendio di ghiaie calcaree con il bosco che cede il passo ad un terreno aperto, con lo sguardo che può spaziare sulle cime circostanti. La vista alle nostre spalle si allarga ad un tratto della Garfagnana e del settore meridionale delle Alpi Apuane con in evidenza la Pania della Croce, la Pania Secca e il Monte Sumbra. Accostata la base delle rocce calcaree che caratterizzano le pendici occidentali della Pania di Corfino cambiamo improvvisamente direzione descrivendo un pronunciato tornante. Il tracciato prosegue in ripida salita contornando le rocce sovrastanti e godendo di una vista sorprendentemente ampia. Abbiamo la cima della Pania di Corfino e le guglie che ne fanno da contrafforte proprio davanti a noi; non è tuttavia possibile una salita diretta in quanto la montagna rivolge in nostra direzione il suo versante più precipite. Volgiamo pertanto verso sinistra con il segnavia che rimonta un facile canale erboso; accediamo in questo modo ad un’ampia sella prativa compresa tra la cima e il risalto di cresta in parte boscato alla nostra sinistra. La vetta è ormai prossima: risaliamo nell’erba la fascia sommitale sino a guadagnare la grande spianata che caratterizza il punto più elevato (m 1603 – ore 0,40 dall’Orto botanico – ore 1,10 complessive). Il paesaggio appare di insospettabile bellezza: a dispetto di una quota contenuta la vista appare immensa con in evidenza il lungo massiccio delle Alpi Apuane e il pronunciato solco della Garfagnana. Volgendo con lo sguardo verso settentrione possiamo osservare un bel tratto del crinale principale dell’Appennino Tosco Emiliano compresa la lontana piramide del Monte Cimone, massima elevazione della catena. Il crinale principale appare libero dall’alberatura diversamente dai dintorni della Pania di Corfino per lo più rivestiti da una densa faggeta. Provvidenzialmente risulta libera proprio la cima permettendoci di godere un panorama tra i più belli del circondario. Portandoci all’estremità occidentale del pianoro di vetta notiamo sotto la verticale il percorso seguito per salire: nello specifico osserviamo il ghiaione tagliato in precedenza dalla via normale. La nostra escursione può ora proseguire evitando di procedere lungo il crinale che prosegue verso oriente. Scegliamo invece di scendere lungo la traccia che cala a settentrione abbandonando il prato sommitale per portarsi nella fitta faggeta (segnavia e cartello indicatore al limite del bosco). Per un breve tratto siamo nel folto in moderata discesa quindi una nuova, bella schiarita, concede ulteriori splendidi scorci in direzione del crinale appenninico. Il sentiero volge verso sinistra tra spazi prativi popolati a fine primavera dai narcisi e da altre magnifiche fioriture. In falso piano guadagniamo la marcata Sella di Campaiana (m 1499 – ore 0,25 dalla cima della Pania di Corfino – ore 1,35 complessive), importante crocevia di sentieri. Ignoriamo il proseguo del sentiero in direzione della Serra di Corfino e del Passo degli Scaloni; scegliamo invece di calare a sinistra, sempre sul segnavia 64, con cartello indicante il “Centro visitatori”. Per un tratto siamo ancora all’aperto osservando a sinistra le pendici erbose della Pania di Corfino. Subito oltre caliamo nel fitto bosco che ci accompagnerà fino al rientro. Il sentiero appare a tratti ripido ma è sempre ben segnato prestando attenzione al fondo foglioso che nasconde in alcuni punti qualche facile roccetta. Senza eseguire deviazioni il sentiero conduce, come detto, al Centro visitatori presso il Bar Ristorante Orecchiella e quindi più in basso rispetto al Rifugio Isera, dove abbiamo abbandonato l’automobile. Si può evitare di raggiungere il Centro visitatori volgendo a sinistra su traccia di sentiero all’altezza del rifugio per raggiungere con percorso più veloce e logico la partenza (ore 0,40 dalla Sella Campaiana – ore 2,15 complessive). Cenni sulla flora:
La posizione molto particolare della Pania di Corfino, a mezza via tra la dorsale appenninca e la Garfagnana, e quindi in direzione del Tirreno, ha favorito una flora molto diversificata con elementi tipici delle alte quote che crescono assieme ad altre specie più spiccatamente mediterranee. Segue un elenco delle principali fioriture osservate in occasione della nostra salita avvenuta nell’ultima decade di maggio. 1) Peonia selvatica (Paeonia officinalis) presente con parecchi esemplari lungo il tratto di salita compreso tra l’Orto botanico e la cima. E’ una pianta dalla spettacolare fioritura per via dei grandi petali fucsia che caratterizzano la corolla. L’antesi avviene normalmente all’inizio del mese di giugno. 2) Vedovella delle Apuane (Globularia incanescens); endemismo delle Alpi Apuane e dell’Appennino Tosco Emiliano dagli inconfondibili capolini globosi di colore blu che incanutiscono prima della completa sfioritura. E’ presente lungo le rocce toccate dal sentiero di salita. 3) Cicerchia primaticcia (Lathyrus vernus) 4) Croco (Crocus vernus) 5) Orchidea sambucina (Dactylorhiza sambucina) 6) Orchidea maschia (Orchis mascula) 7) Genzianella (Gentiana verna) nei prati sommitali. 8) Sassifraga meridionale (Saxifraga lingulata) lungo le rocce toccate dal sentiero di salita. 9) Sassifraga a foglie rotonde (Saxifraga rotundifolia) 10) Buglossa di Barrelier (Cynoglottis barrelieri) presso l’Orto botanico. 11) Narciso selvatico (Narcissus poeticus) nei prati compresi tra la vetta e la Sella di Campaiana. 12) Scilla bifoglia (Scilla bifolia) 13) Anemone bianca (Anemone nemorosa) 14) Carlina segnatempo (Carlina acaulis) proprio in coincidenza della vetta. 15) Mirtillo nero (Vaccinium myrtillus) 16) Cariofillata montana (Geum montanum) nei prati sommitali. 17) Primula odorosa (Primula veris) 18) Anemone gialla (Anemone ranuncoloides) 19) Asfodelo montano (Asphodelus albus) 20) Bugola piramidale (Ajuga pyramidalis) 21) Acetosella (Oxalis acetosella) 22) Elleboro verde (Helleborus viridis) 23) Fragolina di bosco (Fragaria vesca L.) 24) Dafne laurella (Daphne laureola) 25) Colombina cava (Corydalis cava) 26) Viola silvestre (Viola reichenbachiana) 27) Vesicaria maggiore (Alyssoides utriculata) sulle rocce calcaree che sovrastano il sentiero di salita.
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