Oskar Schuster (Sassopiatto)

VIA FERRATA OSKAR SCHUSTER (SASSOPIATTO / PLATTKOFEL– m 2956)

Gruppo montuoso: Dolomiti – Gruppo del Sassolungo

Grado di difficoltà globale: POCO DIFFICILE (Vai alla scala delle difficoltà).

Difficoltà tecniche: 1

Esposizione:         2

Impegno fisico:     3

Dislivello assoluto: m 776

Tempo di percorrenza: ore 6,30 per l’intero anello. Ore 1,40 la sola ferrata.

Punti di appoggio: Rif. Toni Demetz – Rif. Vicenza

Nel ritorno: Rif. Sassopiatto – Rif. Sandro Pertini – Rif. Fiederich August – Rif. Salei – Rif. Passo Sella.

Accesso:

La partenza è nelle vicinanze del Passo Sella, dal quale ammiriamo uno splendido panorama sul Sassolungo; prendiamo la cabinovia che ci porta al Rifugio Toni Demetz (m 2681) alla Forcella Sassolungo. Da qui proseguiamo a piedi scendendo nell’altro versante all’interno dello stretto e angusto Vallone del Sassolungo. Tra instabili ghiaioni e facili roccette (segnavia n°525) raggiungiamo in discesa la confluenza tra il nostro canalone e il Vallone del Sassopiatto: è qui presente il comodo Rifugio Vicenza (m 2253 – ore 0,45 dal Rif. Demetz). Procediamo ora, in progressiva salita, proprio nel Vallone del Sassopiatto, in ambiente oltremodo suggestivo. Dal margine inferiore sinistro del valloncello, le tracce guidano in obliquo sulla destra risalendo in ripida traversata il ghiaione e mirando al punto più alto di un conoide generalmente innevato, appoggiato alla parete rocciosa (ore 0,50 dal Rif. Vicenza).

Descrizione della ferrata:

Dal vertice del conoide ghiaioso si prosegue aggirando una piccola prominenza rocciosa lievemente esposta sulla destra (prime funi d’acciaio – m 2550). Subito oltre si risale seguendo i segnavia, un ripido canalino con roccette, a tratti esposto ma non difficile. Raggiungiamo così, in ambiente angusto,  una piccola terrazza ghiaiosa (m 2750): qui si apre a destra una stretta forcella, generalmente orlata di neve e ghiaccio, l’unica finestra che permette di guardare all’esterno dello stretto canalone risalito. Pieghiamo a sinistra in un canalino – camino (forte esposizione a destra) attrezzato con funi e ganci metallici. Proseguiamo poi nel labirinto di costole e paretine rocciose alla sinistra, aiutati dagli appariscenti quanto provvidenziali segnali. Poco oltre, un grande masso fessurato nell’ambito di un breve salto mette a dura prova le capacità degli inesperti (punto chiave della via). Superata questa difficoltà, proseguiamo su stretta cengia fin contro una paretina (funi fisse); la superiamo per mezzo dei numerosi appigli accedendo poi ad una ripida gola che rimontiamo sulle roccette del lato destro sino al termine della via ferrata. Resta l’ultimo breve tratto su ghiaie per accedere alla cresta soprastante che, risalita verso destra, ci porta rapidamente sulla Cima di Mezzo del Sassopiatto (m 2956 – ore 2,30 dal Rif. Vicenza – ore 3,15 dalla partenza)

Discesa:   

Dalla vetta scendiamo in direzione del Rifugio Sassopiatto per i ghiaioni del versante meridionale della cima. Superato un primo ripido tratto, il percorso diviene più marcato e su fondo più stabile sino a guadagnare il rifugio (m 2300 – ore 1,30 dalla cima). Ci aspetta ora la lunga traversata tra i prati attraverso il famoso sentiero Federico Augusto (segnavia n° 4). Con scarsi dislivelli, raggiungiamo tra i pascoli il Rifugio S.Pertini e il Rifugio F.August. Raggiunta la Forcella Rodella (m 2298) scendiamo brevemente alla partenza in prossimità di Passo Sella (ore 2 circa dal Rifugio Sassopiatto – ore 6,45 circa per l’intera escursione)

Osservazioni – Caratteristiche della ferrata:

Una ferrata di modesta difficoltà, adatta anche agli inesperti. Qualche problema può essere determinato dalla rimanenza di alcuni tratti ghiacciati che tardano a liberarsi anche in piena estate. Da considerare è piuttosto la discreta lunghezza della via, che pur facile tecnicamente è però abbastanza faticosa se eseguita in un giorno. Ad impressionare nella salita lungo la ferrata è il sorprendente labirinto creato dalle rocce. La segnaletica (segnavia bianco – rosso) è assai efficiente. In assenza di chiare indicazioni sarebbe estremamente facile perdersi tra le innumerevoli paretine e costole rocciose che caratterizzano questa bella ferrata. Nel complesso si tratta di una complicata ma facile via in ambiente oltremodo suggestivo e selvaggio.

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