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MONTE ROSSINI (m 466) MONTENEGRO (m 444)
L’intera area delle Cinque Terre, oggi Parco Nazionale, è notissima agli amanti del trekking. Gran parte dei camminatori si affollano tuttavia sul sentiero che segue in pratica il litorale permettendo di toccare tutti e cinque i paesi. Nel nostro caso, da collezionisti di montagne (anche di modesta altitudine) quali siamo, abbiamo volto il nostro sguardo al di sopra, su quella schiera di elevazioni che fanno da cornice a questo meraviglioso tratto di costa. Abbiamo trovato una frazione panoramicamente molto interessante proprio al margine occidentale delle Cinque Terre. Una dorsale collinare cala infatti dal valico dalla Colla di Gritta sino alla pronunciata Punta del Mesco la quale, protesa nelle acque blu del Mar Ligure, divide le Cinque Terre dal litorale che prosegue verso Levanto e Bonassola. E’ un percorso di elevato valore naturalistico da percorrersi nella stagione fredda, la neve è infatti, in quest’area, una presenza molto rara e tutto il percorso si sviluppa tra pini marittimi e una lussureggiante macchia mediterranea. Per poter godere di un’esperienza davvero piacevole è comunque necessaria la scelta di un giorno terso: sono condizioni che in Liguria si verificano quando soffia la tramontana. Il vento da nord precipita infatti dall’Appennino Ligure determinando condizioni di föhn con aria molto secca e limpida. Configurazioni di questo tipo si verificano spesso in inverno dopo il passaggio di fronti che provengono dal nord Europa. Sarà allora possibile provare il piacere di camminare su sentiero quando invece nelle Alpi e negli Appennini la neve è già caduta segnando la fine della stagione escursionistica. L’escursione in breve: Colla di Gritta (m 330) – Monte Rossini (m 466) – Montenegro (m 444) – Colla Bagari (m 360) – Sant’Antonio al Mesco (m 304) Dati tecnici: Partenza dalla Colla di Gritta (m 330): Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 162. Acqua sul percorso: assente. Accesso alla partenza: Utilizzando l’autostrada A12 Genova – Livorno l’uscita più adatta è quella di Carrodano – Levanto dopodiché si segue la provinciale che in una decina di km, passando per la frazione di Montale, cala a Levanto. Raggiunto il paese troviamo le indicazioni per le Cinque Terre; riprendiamo quota raggiungendo il confine dell’omonimo Parco Nazionale in coincidenza della sella denominata Colla di Gritta. Da notare la presenza di un piccolo ristorante sulla destra. Le possibilità di parcheggio sono piuttosto limitate, per questa ragione è consigliabile eseguire il percorso nella stagione fredda quando il turismo è scarso o quasi inesistente. Descrizione del percorso: Sin dalla partenza, presso la Colla di Gritta, possiamo ammirare un magnifico panorama verso ovest, arrivando ad osservare, nei giorni più tersi, la Riviera Ligure di Ponente e le cime delle Alpi Liguri e Marittime. Il nostro percorso, chiaramente indicato dalla segnaletica escursionistica, segue il segnavia 591 che ha inizio in coincidenza del ristorante posto a lato della strada. Il sentiero sale poco a sinistra della linea di crinale sviluppandosi nel bosco di pino marittimo. Nonostante la fitta alberatura possiamo notare alcuni scorci in direzione del mare. Il tracciato raggiunge l’ampia cresta passando alla sua destra con la pineta che si dirada concedendo un ottima visione verso occidente del Mar Ligure. Perdiamo debolmente quota tagliando il versante di ponente del Monte Molinelli. Un breve tratto di percorso è parzialmente rovinato dalle acque dilavanti; la zona è infatti bersagliata con frequenza, specie in autunno, dalle piogge e dai temporali. In breve caliamo sino ad una modesta selletta dove ignoriamo il percorso che cala a destra. Riprendiamo a salire, questa volta con maggior decisione, inerpicandoci sulle pendici del Monte Rossini. Le difficoltà si limitano ad un breve salto terroso di qualche metro dove l’aggiunta due assi in legno garantisce un migliore appoggio. Per il resto non vi sono da segnalare tratti impegnativi nonostante la sostenuta pendenza con vegetazione caratterizzata da macchia mediterranea. A breve distanza dalla cima si apre un’ampia schiarita sulla sinistra con grandiosa veduta del litorale delle Cinque Terre e, sullo sfondo, in direzione della costa toscana. Appaiono al largo le isole dell’arcipelago toscano. Ancora pochi metri in moderata pendenza e siamo in vetta al Monte Rossini (m 466) dove una bella panca in legno con tavolo invita alla sosta. Riprendiamo il cammino proseguendo verso sud per andare a perdere quota nel bosco rado. Osserviamo tra gli alberi la non lontana cima del Monte Focone (noto anche come Monte Vè) e la Punta del Mesco mentre ad occidente torniamo ad ammirare le lontane Alpi Marittime. Poco oltre una splendida apertura concede una vista ancora più vasta su gran parte del Mar Ligure e della lontana catena alpina; in inverno, nei giorni più tersi, il contrasto tra le acque di colore blu intenso del mare e il bianco abbagliante delle distanti cime innevate è davvero spettacolare. Il sentiero scende ripidamente raggiungendo in breve una forcelletta, quindi prosegue volgendo a destra del crinale aggirando, con un traverso, le pendici occidentali del Montenegro (m 444). Passiamo immediatamente a fianco di due antiestetici ripetitori posti quasi in vetta. Chi lo desidera potrà salire a sinistra, senza via obbligata, sino alla cima, con una deviazione di pochi minuti. L’escursione procede perdendo quota arrivando ad affacciarsi, nelle immediate vicinanze, sul paese di Levanto con la sua piccola cala. Una breve scarpata detritica concede l’accesso alla sottostante Colla Bagari (m 360 – ore 1 dalla partenza), importante crocevia di sentieri. Il sentiero 591 procede, indicato dalla chiara segnaletica, in direzione di S.Antonio al Mesco. Ha di fatto termine la fase caratterizzata da saliscendi; procediamo infatti con un lungo traverso caratterizzato da dislivelli minimi andando a tagliare il bosco che caratterizza il versante orientale del Monte Focone. Il paesaggio offre alle spalle la vista del Montenegro mentre davanti a noi notiamo, seppure tra le frasche, un bel tratto del litorale delle Cinque Terre con il paese di Monterosso quasi sotto alla nostra verticale. Superiamo un ponticello artificiale per scavalcare uno spacco quindi, sempre in piano, terminiamo l’aggiramento del Monte Focone guadagnando nuovamente l’ampio crinale. Il paesaggio si apre magnificamente verso meridione abbracciando un vasto tratto di mare mentre ad ovest ricompare un settore del ponente ligure con le lontane cime delle Alpi. Procediamo nella macchia con la presenza di arbusti di mirto e di corbezzolo a testimoniare l’estrema mitezza del clima. Muoviamo in direzione della Punta Mesco che appare protesa verso il mare aperto con il sentiero che torna ad articolarsi con qualche saliscendi comunque poco faticoso. Lo scorcio verso levante del litorale è un antipasto del grandioso paesaggio di cui godremo fra breve. Ad un bivio ignoriamo la mulattiera che si separa a destra. Procediamo calando in uno stretto solco caratterizzato da rocce inclinate un po’ scomode. In breve siamo alla selletta dove troviamo, a sinistra, la mulattiera che cala a Monterosso. Restano gli ultimi minuti di cammino per raggiungere, volgendo a destra e con cartello segnalatore, le rovine della chiesetta di S.Antonio al Mesco. Poco prima della costruzione si apre a sinistra il panorama più bello dell’intera escursione. La visione delle Cinque Terre è completa sino ad osservare, alla loro estremità orientale, l’isola di Palmaria e il promontorio di Portovenere. Dalla chiesetta (m 304 – ore 1,30 dalla partenza) il panorama è invece particolarmente interessante verso occidente e soprattutto verso meridione con visibile, nei giorni più tersi, l’isola di Gorgona e alle sue spalle l’Isola d’Elba, in pratica quasi allineate, mentre più a destra si scorgono le cime della Corsica. Il rientro avviene a ritroso in 3 ore complessive di comodo cammino.
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