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MONTE DELLE BOCCHE (m 508)
Siamo felici di consigliare questa splendida escursione a tutti coloro che vogliono scoprire il promontorio di Portofino con l’obiettivo di apprezzarne il valore naturalistico. Il tracciato evita volutamente la confusione del paese di Portofino, fin troppo conosciuto e congestionato per gran parte dell’anno. Non dovrete nemmeno percorrere in auto la frazione compresa tra Santa Margherita Ligure, Paraggi e Portofino dove spesso si accalcano file di automobili speranzose di trovare un parcheggio. Il punto di partenza della nostra avventura è invece la località Portofino Vetta, immersa nei boschi che caratterizzano il versante settentrionale del promontorio. Al tempo stesso il cammino cala sino al mare andando a scoprire la splendida insenatura di San Fruttuoso dove sorge l’omonima abbazia per poi riprendere quota nell’ultima parte di marcia rientrando ad anello sino alla partenza. Ci sentiamo di consigliare l’escursione in qualunque stagione diversa dall’estate, se possibile quando il vento soffia da settentrione garantendo sulla riviera ligure condizioni di atmosfera limpida e secca. Anche l’inverno è un ottimo periodo in cui eseguire l’impresa tenendo conto che la comparsa della neve è assai rara e di breve durata. La verde vegetazione mediterranea vi permetterà una splendida avventura quando la neve è invece presente su Alpi e Appennino. L’escursione in breve: Portofino Vetta (m 413) – Gaixella (m 412) – Pietre Strette (m 465) – Monte delle Bocche (m 508) – Bocche (m 454) – Crocetta (m 363) – Olmi (m 279) – Costa della Pineta (m 224) – Prato (m 244) – Base Zero (m 207) – San Fruttuoso (m 5) – Agririfugio Molini (m 218) – Pietre Strette (m 465) – Gaixella (m 412) – Portofino Vetta (m 413) Dati tecnici: Partenza da Portofino Vetta (m 413): Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà); T sino a Costa della Pineta, E tutta la parte successiva sino alle Pietre Strette; nuovamente T dalle Pietre Strette all’arrivo. Segnaletica: totale Dislivello assoluto: m 507. Acqua sul percorso: alle Pietre Strette; altra fonte in salita da San Fruttuoso alle Pietre Strette. Accesso alla partenza: Utilizzando l’autostrada A12 l’uscita più comoda è quella di Recco. Raggiunto il paese seguiamo la SS 1 Aurelia in direzione di Rapallo e La Spezia salendo in pochi km sino all’abitato di Camogli. Procediamo salendo ulteriormente di quota. Subito dopo il bivio a destra per San Rocco (che ignoriamo) la strada guadagna il punto più alto in coincidenza di un tunnel. Nei pochi metri compresi tra il bivio per San Rocco e la galleria, noterete una casa e, alla sua sinistra,una strada che si separa dalla statale delimitata ai suoi lati da altrettante colonne con capitello. Sembrerebbe l’ingresso di una villa privata. L’accesso è in realtà libero: passati tra le colonne si procede in salita a tornanti su strada asfaltata sino a guadagnare la località Portofino Vetta dove ha termine il tratto transitabile e dove possiamo lasciare l’automobile in un ampio parcheggio (m 413). Da notare che i posti macchina tendono ad esaurirsi rapidamente nella bella stagione consigliando di salire piuttosto presto; minori difficoltà si hanno naturalmente nella stagione fredda, specie evitando i festivi. Descrizione del percorso: Come anticipato il tratto transitabile termina presso il parcheggio che precede il grande albergo immerso nella vegetazione. Da rilevare lo scorcio sul sottostante borgo di San Rocco e in direzione di Genova sino a scorgere le lontane Alpi Marittime. Il sentiero, chiaramente indicato dai cartelli e contrassegnato come segnavia da un quadrato rosso, aggira a sinistra l’hotel e supera due grandi ripetitori. Poco oltre siamo in località Gaixella, nota anche come Sella Donzina (m 412). Trascuriamo le deviazioni ben segnate per il Monte di Portofino (segnavia tre pallini rossi) e Sella Toca (segnavia un punto e una linea rossi). Manteniamo il percorso principale che volge verso sinistra in debole salita nel bosco. Si tratta di un’ampia mulattiera che taglia senza difficoltà tutto il versante nordorientale della montagna. L’ambiente boscoso non permette grandi panorami, qualche scorcio tra le frasche è tuttavia osservabile in direzione del Tigullio. In breve guadagniamo il marcato valico delle Pietre Strette (m 465 – ore 0,25 dalla partenza) dove troviamo panche e tavoli per una sosta. La sella trae il suo nome dai grossi massi di conglomerato che lo caratterizzano e che affiorano nel fitto della boscaglia. Si tratta inoltre di un importante crocevia di sentieri; nel nostro caso ha inizio la lunga frazione ad anello volgendo a sinistra per mantenere il segnavia quadrato rosso. Il percorso, ampio e facile, giunge in breve ad un’ulteriore biforcazione dove ignoriamo il sentiero contrassegnato dal triangolo rosso che si separerebbe a destra calando alla Base 0 attraverso le località Felciara e Ghidelli. Una breve digressione facoltativa,sempre a destra ma questa volta in salita, permette di guadagnare in qualche minuto la sommità del Monte delle Bocche (m 508), sempre immerso nel fitto bosco che caratterizza il promontorio. Ripreso il sentiero principale (segnavia quadrato rosso) andiamo ad affrontare la lunga discesa verso Portofino tagliando dapprima il versante settentrionale del Monte delle Bocche. Aggirato il rilievo siamo ad una sella nota come valico delle Bocche o anche Bocche di San Lorenzo (m 454) dove scorgiamo sulla sinistra il paese di Santa Margherita Ligure. La mulattiera cambia ora versante passando sul lato rivolto verso il mare aperto. Tagliamo le pendici meridionali del modesto rilevo del Monte Pollone. Incontriamo una serie di bivi. Per semplicità non li descriviamo in quanto nel nostro caso manteniamo il tracciato principale senza lasciarci sviare dalle varie diramazioni. In breve usciamo finalmente dal bosco con la mulattiera che cala tra muretti a secco entrando in una bella zona caratterizzata da ulivi e villette isolate. Ignoriamo le due digressioni a sinistra, per altro ben segnalate, per il Mulino del Gassetta, oggi ristrutturato e sistemato per servire come punto di ristoro. Il cammino procede su fondo ben lastricato tra ulivi e pini marittimi; il bosco ormai scomparso lascia spazio ad un magnifico panorama in direzione del Tigullio e infine, in località Costa della Pineta, anche verso meridione osservando un ampio tratto di mare. Siamo ad un bivio segnalato (m 224 – ore 0,50 dalle Pietre Strette – ore 1,15 dalla partenza); abbandoniamo il proseguo in direzione di Portofino volgendo a destra sul segnavia contrassegnato da due pallini rossi muovendo in direzione di Prato, Base 0 e San Fruttuoso. Ha inizio il piatto forte del nostro cammino, si tratta infatti di un tratto del lungo percorso che unisce Portofino a Camogli con scorci entusiasmanti sulla sottostante costa rocciosa. Inizialmente camminiamo affrontando dislivelli minimi. La mulattiera si immette, per un breve tratto, in una frazione ripida che termina presso alcune case. Subito oltre procediamo sul sentiero a sinistra che taglia il versante occidentale del promontorio. Sebbene si sviluppi a mezza altezza non mancano diversi punti panoramici che permettono di affacciarsi sulla sottostante costa caratterizzata da calette selvagge e rocce a picco in una magnifica visione mediterranea. In lontananza sfilano le cime delle Alpi Marittime, quasi sempre innevate nella stagione fredda. Il percorso affronta diversi saliscendi e in un tratto si infila in un ombroso valloncello dove andiamo a guadare il modesto Torrente Ruffinale. Subito oltre godiamo di un eccellente scorcio alle spalle arrivando ad osservare un tratto del litorale delle Cinque Terre e addirittura, all’orizzonte, le isole di Palmaria e Tino. Il litorale appare più che mai impervio, caratterizzato da grandi rocce per lo più inaccessibili da terra. Il sentiero volge verso occidente tra lussureggiante vegetazione mediterranea sino alla digressione segnalata (m 220) per il punto panoramico collocato presso la cosiddetta “Base 0”, una postazione che fu utilizzata durante la seconda guerra mondiale. Seguiamo la digressione volgendo a sinistra con il corrimano metallico che assicura il cammino dal grande salto posto sulla destra. Guadagniamo in pochi istanti il pulpito esposto verso il mare aperto (m 207) in una visione, ancora una volta, di grandiosa bellezza estesa nei giorni più tersi sia al levante che al ponente ligure. A breve distanza osserviamo il promontorio sui cui sorge la cosiddetta “Torretta” presso l’insenatura di San Fruttuoso. Il cammino prosegue tornando a riprendere, a ritroso, il segnavia contrassegnato da due pallini rossi. Lo seguiamo verso sinistra cominciando, nel fitto bosco, a perdere quota calando nella scarpata che sovrasta l’insenatura di San Fruttuoso. La densa alberatura non permette per il momento di osservare con chiarezza l’abbazia, possiamo tuttavia intravedere le magnifiche colorazioni del sottostante fondale e ancora una volta la “Torretta”. Andiamo a lambire la stazione di atterraggio degli elicotteri quindi le prime abitazioni anticipano l’arrivo presso l’Abbazia di San Fruttuoso (ore 1,10 dal bivio in località Costa della Pineta compresa la breve digressione alla Base 0 – ore 2,25 dalla partenza). Inutile sottolineare la bellezza dell’insenatura con le sue piccole calette non a caso prese d’assalto dai turisti nella bella stagione. Si tratta di una località raggiungibile via terra solo per sentiero ma i bagnanti scavalcano il problema sfruttando il servizio di battelli che collegano l’insenatura ai principali borghi delle vicinanze con specifico riferimento a Camogli, Portofino e Santa Margherita Ligure. Per questa ragione consigliamo la visita a San Fruttuoso fuori periodo, in inverno ad esempio, quando il silenzio torna ad appropriarsi di questo luogo paradisiaco. Nel mezzo del minuscolo borgo siamo naturalmente nel punto più basso dell’escursione essendo presso la sponda del mare. Troviamo inoltre un importante bivio: abbandoniamo il proseguo del segnavia contrassegnato da due pallini rossi che procederebbe altrimenti verso San Rocco con un tratto impegnativo attrezzato con funi metalliche. Nel nostro caso volgiamo a destra salendo ripidamente guidati dal segnavia contrassegnato da un cerchio rosso vuoto. Passiamo subito alle spalle dell’abbazia e poco sopra rasentiamo la cinquecentesca Torre Doria, posta su un poggio che domina splendidamente l’insenatura. Lasciamo alle spalle il piccolo borgo salendo tra i terrazzamenti coltivati ad olivo. Più in alto siamo nel bosco scavalcando il marcato Fosso di San Fruttuoso particolarmente ricco d’acqua nella stagione fredda. In salita regolare guadagniamo il bellissimo terrazzo occupato in parte dall’Agririfugio Molini (m 218) dove panche e tavoli in legno invitano alla sosta per godere nuovamente della magnifica vista in direzione del mare. Ignoriamo il segnavia contrassegnato dalla “T rossa” che si separa a destra in direzione di Ghidelli mantenendo il ripido sentiero che rimonta il soprastante pendio boscato. Faticosamente, ma senza difficoltà, rientriamo al valico delle Pietre Strette dove si chiude il nostro itinerario ad anello (m 465 – ore 1,15 da San Fruttuoso – ore 3,40 dalla partenza). L'ultimo tratto di cammino è comune all'andata. Dal valico delle Pietre Strette rientriamo alla partenza seguendo a ritroso l'ampia mulattiera contrassegnata dal segnavia quadrato rosso pieno. Passiamo pertanto per il crocevia di Gaixella e, mantenendo il nostro segnavia, bordeggiamo dapprima i ripetitori quindi l'hotel in località Portofino Vetta sino a riprendere il parcheggio dove avevamo lasciato l'automobile (ore 0,20 dalle Pietre Strette . circa 4 ore complessive).
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