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MONTE CARONE (m 1621)
Un itinerario semplice per ogni buon camminatore, con culmine su una delle tante montagne sulle quali, all’epoca della prima guerra mondiale, era presente la linea del fronte tra italiani e austro-ungarici. Lungo il cammino non mancano le testimonianze di questo assurdo conflitto. La vetta del Carone offre un panorama con pochi paragoni per bellezza e vastità, sia sul Lago di Garda che sulla Val di Ledro. Stante la quota non eccessiva è un’escursione particolarmente meritevole nelle mezze stagioni quando la neve è presente alle quote superiori. In estate è sconsigliabile per le elevate temperature. Dati tecnici: Da Leano (m 888): Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale sino alla Malga Vil, assente nella salita da qui sino alla cima del Carone, sebbene su sentiero chiaro ed evidente. Dislivello assoluto: m 733. Acqua sul percorso: assente. E’ bene non utilizzare il torrente nel tratto Leano – Malga Vil in quanto sovrastato dall’alpeggio della malga stessa con possibile contaminazione determinata dalle deiezioni degli animali al pascolo. Accesso alla partenza: Da Riva del Garda si segue la statale della Val di Ledro che raggiunge la valle con due lunghi tunnel. Si oltrepassa l’abitato di Biacesa sino al bivio ben indicato per Prè di Ledro. Guadagniamo questo piccolo paese per poi oltrepassare un ponticello e intraprendere l’avventurosa salita su strettissima strada che condurrà a Leano. Il tracciato si sviluppa su fondo per gran parte ghiaioso; la strada è particolarmente pericolosa per i profondi cigli lungo i quali sale con parapetti di fortuna; occorre prudenza sperando di non incontrare nessuno in discesa visto il tracciato così stretto. Prestando la dovuta attenzione a questo tratto così malagevole, si è premiati accedendo a un luogo davvero unico nel suo genere: una meravigliosa piana prativa nascosta tra le montagne ove è presente un raro esempio di paese senza strade. Siamo a Leano, una manciata di case e una chiesetta tra splendidi pascoli e senza recinzioni tra gli appezzamenti di terreno. Non esiste l’asfalto e le poche macchine sono parcheggiate nei prati antistanti alle case. La sensazione è di essere fuori dal tempo, lontani anni luce dalla confusione delle città. Possiamo parcheggiare qui l’automobile in qualunque prato eventualmente chiedendo il permesso al relativo padrone. Descrizione del percorso: Il nostro cammino ha inizio a Leano e si sviluppa in prossimità della chiesetta del paese (m 888). Si prosegue quasi in piano sull’ampia e comoda mulattiera in direzione della testata della valle di S.Antonio. La carrareccia si inoltra nel bosco in moderata salita e guadagna, in 45 minuti circa dalla partenza, una stretta gola con torrente sulla destra. Si transita attraverso un caratteristico passaggio fra due strette pareti rocciose con un breve tratto cementato in forte pendenza, per poi proseguire in ambiente più aperto e luminoso in quanto il bosco lascia spazio ad uno splendido valloncello prativo. Accompagnati dal torrente siamo in breve alla Malga Vil (m 1109 – circa 1 ora dalla partenza) con abbeveratoio per gli animali presso la costruzione. Procediamo poche decine di metri oltre la malga sino a individuare sulla destra il sentiero che ci porterà sulla cima del Carone. Non è presente alcun cartello segnalatore del bivio ad eccezione di una lapide indicante che il percorso è dedicato ad Agostino Maroni. Il proseguo del percorso non presenta in effetti alcun segnavia, ma il sentiero appare comunque ben chiaro e tracciato escludendo qualsiasi possibilità d’errore. Il primo tratto è ancora su ampia mulattiera e contorna la parte inferiore dei Prati di Guil, volgiamo quindi con maggior decisione verso destra riportandoci nel bosco e prestando attenzione ad un successivo bivio dove manteniamo la mulattiera che volge a sinistra senza lasciarsi fuorviare da un’invitante traccia che prosegue davanti a noi. Il tracciato si assottiglia sino a divenire un bel sentierino nel bosco rado e proseguendo nella salita possiamo apprezzare il dislivello fin qui coperto osservando la quota guadagnata in paragone ai sottostanti Prati di Guil. La pendenza non è mai eccessiva e il percorso si sviluppa su comodo fondo in gran parte terroso con numerosi tornanti a vincere il pendio senza troppi affanni. Raggiungiamo presso uno sperone roccioso i ruderi di un villaggio militare risalente all’epoca della prima guerra mondiale (m 1505), quindi volgiamo con decisione verso sinistra con pendenza più accentuata e col bosco che lascia spazio ad ampi tratti prativi in pendenza. In ultimo la traccia confluisce nel più ampio sentiero proveniente dalla Baita Segala e in pochi minuti guadagna la bella sommità del Carone (m 1621 – poco meno di 3 ore dalla partenza). Subito alle spalle della croce di vetta, alcune roccette in lieve esposizione possono essere facilmente risalite grazie ai numerosi appigli per andare ad osservare un bellissimo panorama sulla Val di Ledro con l’omonimo lago e le Alpi Giudicarie a chiudere l’orizzonte occidentale. Verso est possiamo invece osservare la sottostante dorsale di Cima Nara – Monte Guil. L'orizzonte orientale è dominato dalla lunga catena del Monte Baldo culminante nella Cima Valdritta; inutile sottolineare la splendida veduta sul sottostante Lago di Garda osservabile, nei giorni più tersi, sino all'estremità meridionale con il caratteristico istmo di Sirmione. Per il rientro è ovviamente possibile seguire a ritroso il facile percorso di salita. Suggeriamo tuttavia una modifica per rendere l'itinerario più bello e vario. Dalla cima caliamo con il sentiero per la Baita Segala mantenendo la destra e quindi non deviando sul sentierino di salita. In questo modo il percorso è altrettanto semplice e con numerosi tornanti cala verso valle mantenendosi più a sud rispetto all’itinerario di andata. Ci portiamo sul bordo della spalla discendente dalla cima con bella visione sul roccioso e precipite versante meridionale della montagna che contrasta con il facile pendio prativo utilizzato per la salita. Un cartello segnala il punto in cui il sentiero cala con decisione lungo il versante sud orientale della montagna. Si perde quota sino ad intercettare la larga strada bianca che unisce il Passo di Nota con il Passo Rocchetta (Sentiero Antonioli), percorso molto noto dagli amanti della mountain bike. Lo seguiamo verso sinistra con alcuni scorci molto belli sul Monte Baldo e su un tratto del Lago di Garda. Quasi in piano e quindi con poca fatica, traversiamo verso est sino al Passo di Guil (o Passo Vil – m 1209) ove abbandoniamo la carrareccia per volgere a sinistra oltre il cancello di legno sul segnavia 421. Passiamo attraverso la bellissima prateria dei Prati di Guil quindi cominciamo a perdere progressivamente quota nella Valle di S.Antonio. Chiudiamo il nostro percorso circolare guadagnando in discesa il bivio con il sentiero Agostino Maroni che riporterebbe ovviamente sul Carone. Lasciamo il percorso alla nostra sinistra per guadagnare la Malga Vil e ripercorrere a ritroso il sentiero di salita sino a rientrare senza alcuna difficoltà alla partenza tra gli splendidi prati di Leano. Dalla cima del Carone sino al rientro a Leano sono sufficienti ore 2,30 (l’intera escursione non richiede più di 5,30 – 6 ore complessive considerando un passo moderato)
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