Monesteroli (La Scala Grande)

MONESTEROLI (LA SCALA GRANDE)

Chi ha stabilito che un’escursione “di montagna” deve per forza svolgersi salendo verso l’alto? Non esistono sensi unici e così siamo a suggerirvi qualcosa di assolutamente singolare quanto indimenticabile. Siamo nell’ambito del Parco Nazionale delle Cinque Terre e andiamo a descrivervi l’incredibile, ripidissima discesa al borgo quasi disabitato di Monesteroli. Un tempo, in questa frazione raggiungibile soltanto a piedi vivevano contadini che incredibilmente riuscivano a produrre vino dai ripidissimi pendii che si tuffano direttamente nel Mar Ligure. Furono proprio loro che per calare sino al minuscolo borgo a picco sul mare costruirono quella che tutt’ora è l’unica via d’accesso. Stiamo parlando della Scala Grande, oltre 1100 gradini che dall’alto precipitano letteralmente sino alle case del borgo. Non si può che rimanere stupefatti immaginando i contadini che portavano a spalla l’uva raccolta nei vigneti posti sulle balze terrazzate circostanti rimontando una scala che raggiunge pendenze superiori ai 50 gradi. Non sono pertanto solo “gradini”, ma piuttosto la storia di generazioni che per vivere erano disposte a sopportare sforzi fisici per noi inimmaginabili

Ad oggi solo un paio di famiglie abitano ancora a Monesteroli mentre gran parte delle case sono ad uso vacanze o sono seconde case. La Scala Grande è stata tuttavia restaurata e ogni volta che viene percorsa è come la porta di un museo che si apre permettendo uno sguardo verso il passato. Non abbiamo parole per descrivervi lo stupore provato raggiungendo un luogo così bello quanto singolare. Un’escursione che vi raccomandiamo, un’escursione unica, un’escursione “rovesciata” in quanto la fatica è concentrata nel ritorno quando bisogna tornare forzatamente a ritroso risalendo la faticosissima scalinata per un totale di 2200 gradini. Non lasciatevi ingannare dal valore assoluto del dislivello coperto. Sono solo 400 metri ma vengono risaliti con pendenze degne dei più ripidi itinerari alpini e senza un attimo di tregua. E così ecco uno strano connubio tra il Mediterraneo e un sentiero che per le sue caratteristiche e la pendenza può essere definito di montagna. Non lo definiamo “unico” solamente perché, a pochissima distanza da Monesteroli, esiste un’altra scalinata, quella di Schiara, che presenta, si fa per dire, “solo” 700 gradini, ma che per le pendenze raggiunte risulta a tratti addirittura più impressionante della Scala Grande di Monesteroli. Speriamo possiate come noi estasiarvi di fronte al mare azzurro cobalto e ad una vista che raggiunge addirittura la Corsica e le isole di Capraia e Gorgona. La sensazione che si prova sulla Scala Grande è quella di precipitare nell’immensità del mare. Tutta la scalinata è esposta al sole di mezzogiorno e le temperature sono, durante il giorno, assai elevate; vi consigliamo pertanto questo luogo nella stagione fredda o al massimo nelle mezze stagioni non dimenticandosi di portare una scorta d’acqua nello zaino.

Terminiamo con un’osservazione legata alla difficoltà del tracciato. Spesso indicato nel Web o nelle guide come itinerario per esperti è in realtà un’escursione priva di passaggi difficili. Certo la scala presenta gradini diseguali a tratti assai stretti e scomodi privi di ringhiera protettiva, tuttavia un escursionista alpino è abituato ad itinerari di questo impegno. Per questa ragione lo indichiamo per escursionisti rinnovando l’invito a prestare in ogni caso la debita attenzione alla pendenza e alla fatica legata al ritorno in salita sino alla partenza.

L’escursione in breve:

Spiazzo sterrato prima di Campiglia (m 389) – Campiglia (Chiesa di Santa Caterina – m 399) – Fontana di Nozzano (m 353) – bivio e innesto Scala Grande (m 335) – diramazione per Fossola (m 257) – Monesteroli (m 90) – punto basso (m 35)

Dati tecnici:

Partenza dallo spiazzo sterrato subito prima di entrare a Campiglia (m 389): Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 375, Acqua sul percorso: alla Fontana di Nozzano.

Accesso alla partenza:

Si accede alla partenza dalla città di La Spezia seguendo la provinciale per Portovenere. Si costeggia il perimetro esterno dell’Arsenale Militare raggiungendo in breve la località Acquasanta. Abbandoniamo il proseguo per Portovenere volgendo a destra con indicazioni per Campiglia. La strada, a tratti un po’ stretta ma ben asfaltata, sale in circa 6 km sino ai 400 metri sul livello del mare del crinale che divide il Golfo di La Spezia dal mare aperto. Il punto finale raggiungibile in auto è la piazza di Campiglia dove troviamo il campanile in pietra arenaria e la prospicente chiesa. Il numero di parcheggi disponibili è tuttavia assai limitato e molti sono riservati agli abitanti. Conviene lasciare l’automobile nello spiazzo sterrato a sinistra della strada poche centinaia di metri prima del paese (m 389) raggiungendo Campiglia in nemmeno 10 minuti a piedi.

Descrizione del percorso:

Sin dalla partenza l’itinerario rivela la sua principale caratteristica: quella di offrire panorami sconfinati verso il mare aperto. Il grande terrazzo che si apre davanti alla Chiesa di Campiglia è infatti aperto verso meridione offrendo nei giorni più limpidi un panorama immenso che raggiunge la Corsica. Osserviamo inoltre l’Isola di Gorgona che appare come la più vicina nonché, alla sua destra, l’Isola di Capraia, di poco più distante. Ancora più lontana appare l’Isola d’Elba posta visivamente a sinistra di Gorgona. Procediamo a piedi per poche decine di metri trovando sulla sinistra il vicoletto indicato dal segnavia 535. Il tratto lastricato è brevissimo e lascia spazio ad un buon sentiero che abbandona le case di Campiglia per procedere tra coltivi e tratti prativi. Procediamo verso occidente osservando all’orizzonte le Alpi Marittime e addirittura la piramide del Monte Viso. Compare sotto di noi la minuscola frazione di Schiara nonché lo Scoglio del Ferale inconfondibile per il suo aspetto roccioso e posto proprio ai piedi della frazione. Alle spalle notiamo le isole di Palmaria e di Tino.

Nel proseguo restano contenuti i dislivelli con il tracciato che traversa tra campi coltivati e frazioni nel folto della vegetazione. Andiamo ad intercettare la strada asfaltata chiusa al traffico turistico che raggiunge le case di Schiara (ore 0,30 dalla partenza). La seguiamo calando verso sinistra con cartello in legno indicante la Fontana di Nozzano e il bivio per Monesteroli. Il tratto su strada è molto breve: scendiamo fino al successivo tornante dove abbandoniamo l’asfalto per volgere sul sentiero che prosegue a destra senza perdere ulteriore quota. Ancora una volta la segnaletica esclude qualsiasi errore con il bivio per Monesteroli indicato a circa 15 minuti di cammino. Il sentiero riprende quota nel folto sino a raggiungere la Fontana di Nozzano (m 353). La fontana fu costruita nel 1805 dai soldati napoleonici che sorvegliavano la costa sottostante contro il blocco navale inglese. In seguito le donne di Campiglia e Biassa usarono per decenni il lavatoio realizzato in pietra arenaria per fare il bucato.

In coincidenza del lavatoio notiamo un importante bivio. Abbandoniamo il sentiero principale per calare a sinistra sul segnavia 535 (cartello poco evidente) inizialmente nel folto della vegetazione quindi godendo di alcuni scorci in direzione dello Scoglio del Ferale. Passiamo tra alcuni terrazzamenti con muri a secco costruiti dai contadini raggiungendo in breve l’ulteriore bivio segnalato dai cartelli (ore 0,10 dalla Fontana di Nozzano – ore 0,45 dalla partenza). Sulla destra prosegue il sentiero selciato in direzione di S. Antonio (segnavia 536) mentre sulla sinistra prosegue il nostro percorso con cartelli indicanti Fossola e soprattutto Monesteroli a 35 minuti di marcia.

La prima frazione di sentiero serpeggia ancora una volta tra brevi frazioni boscose e piccoli coltivi con il fondo a tratti lastricato o cementato. Da rilevare lo scorcio esteso nei giorni limpidi fino alla Riviera di Ponente e alle Alpi Marittime. Subito oltre affrontiamo i primi gradini della straordinaria e vertiginosa Scala Grande che permette di calare spettacolarmente al borgo di Monesteroli. Ignorato il bivio a destra per Fossola andiamo ad affrontare la ripidissima gradinata che scende verso la frazione. Monesteroli appare dall’alto come uno sparuto gruppetto di case proteso su una spalla precipite nel mare sottostante. Verso oriente andiamo invece a scorgere le isole di Palmaria e Tino mentre ancora più distanti si stagliano le Alpi Apuane a sovrastare la costa versiliese. Nelle immediate vicinanze si ripete lo scorcio sullo Scoglio Ferale. Non si può che rimanere stupefatti pensando alla fatica che può avere comportato la costruzione di questa ripidissima scalinata da parte di semplici contadini. Naturalmente la difficoltà è relativa: un escursionista alpino è abituato a frazioni ben più difficili, tuttavia l’assenza di una ringhiera e i gradini a tratti piuttosto alti e stretti consigliano in ogni caso una certa attenzione soprattutto se il fondo dovesse essere non perfettamente asciutto. Per un tratto gli scalini si articolano tra gli uliveti. Dopo alcuni tornanti la ripidissima discesa si porta sul lungo costone che cala direttamente al minuscolo paese e al mare. È una frazione particolarmente assolata essendo esposta verso meridione e durante il giorno, anche in pieno inverno, le temperature sono sempre molto miti se non calde. Per un tratto la pendenza è superiore addirittura ai 50 gradi e voltandosi si apprezza come la scalinata sembri una ripidissima muraglia che crolla verso il mare. Cominciamo ad osservare, sotto la nostra verticale, il caratteristico Scoglio Montonaio. In breve raggiungiamo le primissime abitazioni di Monesteroli. La gradinata si sposta prevalentemente a sinistra delle case quindi, poco sotto, si obliqua a destra. Superate le ultime case caliamo ulteriormente in direzione della già visibile Spiaggia del Nacchè che viene raggiunta in nemmeno 15 minuti da Monesteroli. In tutto abbiamo disceso qualcosa come 1100 gradini e dalla partenza è trascorsa meno di un’ora e mezza di marcia.

Il rientro avviene forzatamente a ritroso ed è la parte più faticosa dell’avventura richiedendo la percorrenza, questa volta in salita, della ripidissima Scala Grande. Per il ritorno sono da pianificare circa 2 ore per un totale di quasi 3 ore e mezza complessive di cammino.

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