GROSSER MÖSELER (MESULE – m 3479)
Seconda più alta cima
delle Alpi Aurine dopo il Gran Pilastro, senz’altro una delle più ambite ed
imponenti del gruppo. Poco appariscente dal versante italiano, è invece una
calotta impressionante ed inconfondibile dal versante austriaco. La via di
salita avviene in ambiente estremamente impervio con spiccate
caratteristiche d’alta montagna. La via di salita suggerita è la più breve
ma risulta priva di punti d’appoggio. Richiede tempo ben stabile considerata
la quota molto elevata raggiunta. Difficile dare un giudizio sulla
difficoltà: in un’estate calda e arida, con pochissima neve si tratta di una
lunga camminata. Basta qualche ripido nevaio ghiacciato o fortemente
inclinato per trasformare l’escursione in un itinerario alpinistico che
richiede l’uso di materiale tecnico specifico (imbracatura, piccozza,
ramponi) Decisiva è quindi la presenza o meno di neve sul tracciato, che
può cadere anche in piena estate: si tratta infatti di un settore
caratterizzato da un’estrema instabilità delle condizioni atmosferiche
particolarmente nei mesi estivi: l’obiettivo dev’essere quello di effettuare
la salita in condizioni di cielo sereno e ottima visibilità.
Dati tecnici:
Dal Lago di Neves (m
1860): Difficoltà: itinerario alpinistico: F+/AD-
(Vai
alla scala delle difficoltà). Nessun problema fino
a m 3000 circa. Subito oltre la difficoltà è legata alla presenza o meno di
un consistente innevamento. E’ comunque consigliabile avere con sé piccozza
e ramponi oltre ad essere dotati di piede fermo per affrontare i ripidi
pendii nevosi. Segnaletica: totale sino ad Am Mösele. Ometti di pietra nel
successivo tratto sino al bordo del ghiacciaio (m 3000). Assente ma con
evidenti tracce sui nevai nel settore successivo. Dislivello assoluto: m
1619.
Accesso:
Si accede alla partenza dalla Val
Pusteria; in coincidenza della città di Brunico troviamo le indicazioni per
la statale della Valle Aurina (Ahrntal). La percorriamo per una decina di km
sino a raggiungere il paese di Molini di Tures. Abbandoniamo a questo punto
la statale della Valle Aurina per volgere a sinistra risalendo la valle di
Selva dei Molini; attraversiamo l'omonimo paese proseguendo sino a Lappago,
ultimo centro abitato oltre il quale la strada diviene strettissima e molto
ripida. La carrozzabile (a pedaggio negli ultimi km) si inerpica sino al suo
termine presso la diga artificiale di Neves (Neves Stausee) dove troviamo
numerose possibilità di parcheggio e alcuni punti di ristoro.
Descrizione del percorso:
Dal parcheggio sul Lago
di Neves procediamo sino all’estremità settentrionale del bacino
artificiale. Qui troviamo la deviazione, segnalata da cartello, che sale in
direzione del crinale su tracciato ripido ma facile e ben segnato. Dopo ore
1,30 di salita raggiungiamo la soprastante Neveser Höhenweg (Alta Via di
Neves). La seguiamo per un breve tratto (segnavia n° 1) verso destra
scavalcando l’impetuoso Ursprungbach (Rio delle Fonti) guidati da funi
metalliche fisse che aiutano nelle ore più calde quando la portata d’acqua è
massima. Procediamo in moderata salita sino al bel ripiano erboso denominato
Am Mösele (m 2540). Abbandoniamo a questo punto il segnavia 1 rimontando la
lunga cordonatura morenica che sale a sinistra. Si tratta della morena
glaciale del Östliche Nevesferner (Vedretta Orientale di Neves), purtroppo
in fase di forte ritiro. Gli ometti guidano in
progressiva salita proprio lungo il filo della morena mostrandoci una
vista sempre più spettacolare sui
crepacci
della
sottostante vedretta. Più
in alto scavalchiamo una serie di facili
terrazzi detritici con
fondo per lo più
roccioso; possiamo osservare verso destra un impressionante
panorama sulla
Cima di Campo e sul Dosso di Cavallo con i ghiacciai sottostanti.
Raggiungiamo infine il
margine inferiore di un lembo ghiacciato (circa m
3000). Superiamo la piccola vedretta risalendo
parallelamente alle guglie rocciose che dal Möselekopf scendono nel versante
italiano. Procediamo senza segnaletica, ma anche senza difficoltà
d’orientamento in ambiente grandioso d’alta montagna sino alla conca nevosa
ben evidente ai piedi della cima. Puntiamo ora alla marcata forcella che
divide la cima dal Piccolo Mesule (Kleiner Möseler). Per raggiungerla si risale un pendio
molto ripido alto 150 metri circa che può presentarsi completamente innevato
(piccozza ed eventualmente ramponi in presenza di neve gelata) o ricoperto
da detriti e residui di neve. Con molta attenzione raggiungiamo la
sella divisoria sulla cresta spartiacque (m 3319), qui particolarmente
sottile ed esposta con visione assai impressionante sullo
strapiombo che precipita nel versante austriaco. Verso sinistra
siamo sovrastati
dalla sommità del Mesule, che appare ormai a portata di mano. Risaliamo
l’ultimo tratto tra
instabili blocchi
rocciosi prestando attenzione ad eventuali residui di
neve e
ghiaccio che possono rendere l’ascensione da facile ad
impegnativa ed
esposta. Sconfinato il
panorama di vetta (m 3478 – ore 5,15 dalla partenza –
libro di vetta). Verso occidente notiamo il proseguo del crinale con, in
bella vista, la
Punta Bianca, il Gran Pilastro (massima cima delle Alpi Aurine) e Cima Grava.
Verso est notiamo il sottostante
Piccolo Mesule e l'elegante sagoma della Cima di Campo
con i grandi
ghiacciai crepacciati che calano nel
versante
austriaco; il crinale
prosegue nel Sasso Nero quindi, sullo
sfondo, possiamo scorgere infine le più alte cime del Gruppo del Venediger;
volgendo a sudest osserviamo, all'orizzonte, le Vedrette di Ries culminare
nel Collalto e nel monte Nevoso. Verso settentrione il panorama si estende
sconfinato in territorio austriaco e possiamo scorgere, a distanza
ravvicinata, il
lago artificiale Schlegeis Staussee. Il rientro avviene a ritroso prestando
ancora una volta attenzione all'esposta cresta sommitale.
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