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VIA FERRATA GIOVANNI
LIPELLA (TOFANA DI ROZES – m 3225)
Gruppo
montuoso: Dolomiti – Gruppo delle Tofane Grado di difficoltà globale: DIFFICILE (Vai alla scala delle difficoltà). Difficoltà tecniche: 3 Esposizione: 2 Impegno fisico: 4 Dislivello: m 1172 Tempo di
percorrenza: ore 7,30 – 8 circa
Punti di
appoggio:
Rifugio Dibona
Rifugio Giussani
Accesso: Punto di
partenza dell’escursione è il rifugio Dibona (m 2053) raggiungibile in
automobile deviando dalla strada che da Cortina conduce a Passo Falzarego, poco
a monte dell’abitato di Pocol (cartelli). Descrizione
ferrata: Dal rifugio Dibona il sentiero, chiaramente indicato da cartello in legno, sale tra il bosco rado di mughi sino a raggiungere la base dell’imponente parete sud della Tofana di Rozes. Qui si trova il sentiero 404 che prendiamo verso sinistra e che contorna completamente il versante meridionale della montagna mantenendosi, con scarsi dislivelli, tra la parete a destra e i pascoli a sinistra. Notiamo in lontananza, davanti a noi, la Marmolada col suo ghiacciaio, mentre siamo sempre sovrastati ,a destra, da poderosi strapiombi. Dopo ore 1-1,10 di cammino il sentiero piega a destra per portarsi in un anfratto roccioso dove troviamo l’attacco della via (m 2480). Dopo esserci imbragati saliamo due scale in ferro che conducono all’imbocco di una buia e ripida galleria di guerra dotata di fune metallica come corrimano (Attenzione: necessaria una fonte luminosa per persona. Possibilità di ghiaccio presso le due estremità del tunnel lungo circa 500 metri). Si esce dalla galleria elicoidale in coincidenza della Forcella di Rozes (m 2630 – 1,30 ore di cammino). Il tracciato procede in discesa per sentiero su ghiaione (possibili tratti innevati anche in estate) con splendida vista sulla Val Travenanzes, fino a portarsi ai piedi della parete ovest della montagna a quota 2510 m. Qui riprende la salita attraverso ripidi gradoni (targa) attrezzati con funi metalliche, alternati a tratti su cenge quasi orizzontali. Si contorna per stretta cengia un diedro che solca marcatamente la parete per poi riprendere la salita, ben assicurata con funi, sino al bivio delle Tre Dita (m 2680 – ore 2,30-3 di cammino dalla partenza). Qui termina la prima parte della ferrata; se le condizioni meteorologiche non sono propizie o si ha necessità d‘interrompere la salita, è possibile raggiungere senza alcuna difficoltà prendendo il sentiero a sinistra, il rifugio Giussani in 30 minuti circa, dal quale si scende in un’altra ora di cammino al punto di partenza (Rifugio Dibona). Se le condizioni, invece, sono propizie, si procede prendendo il sentiero a destra (indicazione “Cima” scritta con vernice sulla roccia) per affrontare la seconda parte della ferrata. Si traversa per cengia sino a raggiungere il grande anfiteatro roccioso ricadente dalla cima stessa. Quasi verticalmente le funi metalliche guidano per scoscesi salti rocciosi sino a raggiungere una serie di cenge inclinate ben gradinate che la via sfrutta per portarsi all’anticima dove ha termine la ferrata (m 3027 – 4,30 ore dalla partenza). Da qui si apre il panorama verso la Tofana di Mezzo e di Dentro. Ancora una volta è possibile scendere, in caso di nebbia o neve, al rifugio Giussani sfruttando la via normale che scende con traccia su ghiaioni alla sinistra. Se il tempo è invece favorevole, non restano che gli ultimi 40 minuti di cammino per risalire la sinuosa cuspide sommitale della vetta, innevata fino ad estate inoltrata. Ci scostiamo sui ghiaioni a destra della cresta nell’ultimo tratto prima di raggiungere la vetta (m 3225 – circa 5 ore dalla partenza - libro di vetta). Spettacolare il panorama sulle cime circostanti e, in particolare, ancora una volta, verso la Tofana di Mezzo e la Tofana di Dentro. Discesa: La discesa più comoda, come anticipato, consiste nel tornare all’anticima, da dove si segue la via normale tra gradoni rocciosi e ghiaie che conduce al Rifugio Giussani, ben visibile in basso sin dalla vetta (attenzione ai bolli blu. Possibili estesi campi di neve anche in piena estate). Dalla cima al rifugio occorre preventivare 1 ora e mezza circa alla quale va aggiunta un’altra ora per rientrare al rifugio Dibona. In tutto, l’escursione richiede 7,30 – 8 ore circa discesa compresa. Osservazioni – Caratteristiche della ferrata: Nel complesso, un itinerario assai impervio a differenza di altri nelle Dolomiti. A sorprendere è la lunghezza dell’intero itinerario e del tratto ferrato. Questa splendida escursione richiede ottimo allenamento, mentre le difficoltà tecniche restano complessivamente medie. Lungo le cenge della prima parte è sempre possibile la caduta di sassi, mentre la seconda parte della ferrata e la via normale che si sfrutta per la discesa risultano spesso innevate anche in piena estate per cui è sempre consigliabile informarsi alla partenza, presso il rifugio Dibona, sulla necessità di avere con sé piccozza e/o ramponi. E’ consigliabile una torcia a testa per il tunnel percorso inizialmente. Occorre
osservare che la vera salita comincia alle Tre Dita, mentre nel primo tratto di
ferrata si guadagna poco in altitudine in quanto la risalita della galleria e
dei gradoni attrezzati viene parzialmente compensata dal percorso degradante
delle cenge sfruttate dalla ferrata nel suo percorso iniziale. A differenza di
altre ferrate si presenta quindi piuttosto impegnativa nel settore superiore e
non subito nella parte iniziale, da qui l’importanza di valutare bene le proprie
condizioni dopo aver concluso la prima parte.
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