Gaviola

MONTE GAVIOLA (m 3025)

Il Monte Gaviola è l’ultima propaggine del sottogruppo montuoso di S.Matteo muovendo in direzione della Val Camonica. E’ un’evidente piramide rocciosa posta a destra del Passo Gavia per chi sale da Ponte di Legno e fronteggia il più alto ed appariscente monte Gavia che si trova sul lato opposto del valico. La quota particolarmente elevata del Passo Gavia permette di raggiungerne la cima con un breve ma splendido itinerario che impegna per meno di mezza giornata permettendo di respirare l’aria delle alte quote senza troppa fatica. Il percorso segue per gran parte una vecchia mulattiera costruita in tempo di guerra ancora oggi in ottime condizioni di conservazione. Solo nel settore superiore si incontra qualche breve passaggio lievemente esposto che richiede fermezza di piede. Inutile dire che, trattandosi della salita ad un “3000”, è bene considerarne l’ascensione nei mesi estivi, specialmente in agosto e in settembre quando eventuali residui di neve e ghiaccio sono ormai scomparsi.

L’escursione in breve:

Passo di Gavia (m 2621) – Monte Gaviola (m 3025).

Dati tecnici:

Partenza dal Passo Gavia (m 2621): Difficoltà: EE (Per gran parte E; un breve traverso su ghiaione in parte esposto richiede fermezza di piede con difficoltà EE) (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 404. Acqua sul percorso: assente.

Accesso alla partenza:

Si risale con la SS 42 l’intera Val Camonica superando Edolo e Vezza d’Oglio per raggiungere Ponte di Legno. Poco oltre il paese abbandoniamo la statale che procederebbe verso il Passo del Tonale per volgere a sinistra in direzione del Passo Gavia. La strada, a tratti molto stretta ma comunque asfaltata, risale sino ai 2621 metri del valico presso il quale sono presenti i bellissimi Lago Negro e Lago Bianco. Possiamo lasciare l’automobile nel parcheggio in coincidenza del passo sul lato destro della carreggiata. In alternativa si può accedere alla partenza dal versante opposto salendo da Bormio a Santa Caterina Valfurva per proseguire in salita sino al Passo Gavia. Rimarchiamo la pericolosità della strada tra Ponte di Legno e Passo Gavia a tratti strettissima e adatta solo ad utilitarie prestando comunque la massima attenzione ad eventuali incroci con altre auto. Il transito è proibito agli autocarri, agli autobus, alle roulotte e ai camper. Più agevole appare la salita da Santa Caterina Valfurva.

Descrizione del percorso:

Il primo, breve tratto di sentiero, ha inizio proprio in coincidenza del parcheggio ed appare visibilmente artefatto. Inizialmente camminiamo pressoché in piano con magnifici scorci sulle limpide acque del Lago Bianco. Complice la quota, il contesto panoramico appare già molto interessante. Al di là del lago e della statale svetta il roccioso Monte Gavia mentre verso est è il Corno dei Tre Signori a dominare la scena. Più distante possiamo osservare il Ghiacciaio del Dosegù. Spostandoci verso la sponda orientale del lago la vista si estende alla grandiosa struttura del Gran Zebrù e successivamente all’Ortles, massima cima delle Alpi Orientali.

Il nostro cammino prosegue sino ad una marcata biforcazione ben evidenziata dai cartelli. Tralasciamo il proseguo in direzione del Belvedere per volgere a destra verso il Monte Gaviola segnalato ad ore 1,20 di marcia. Il tracciato resta ampio e visibilmente costruito andando ad attraversare, in questa prima fase, macereti e prati d’altitudine restando pressoché in piano. Accostiamo le pendici del Gaviola e cominciamo a rimontarle in moderata pendenza con la vista che diviene progressivamente più ampia includendo Monte Gavia con l’omonimo passo ai suoi piedi e il Corno dei Tre Signori. Una fitta sequenza di tornanti permette alla mulattiera di guadagnare quota con il percorso che desta meraviglia per le eccellenti condizioni in cui si è mantenuto dopo oltre un secolo dalla sua costruzione. Il panorama si allarga ulteriormente includendo una parte del versante camuno del Passo Gavia compreso il Lago Negro posizionato poco a valle rispetto al valico. Da notare l’origine evidente del toponimo: il Lago Negro presenta acque di colore blu scuro diversamente dal Lago Bianco, presso il quale ha avuto inizio il cammino, che ben si distingue per la superficie turchese, nettamente più chiara del precedente. L’ampia mulattiera raggiunge la base della piramide sommitale. Appare evidente l’impossibilità di salire in cima per via diretta. Inizialmente i tornanti della mulattiera rimontano il pendio fin tanto che la pendenza non è troppo forte; quando ciò avviene il tracciato comincia ad obliquare verso sinistra tagliando in moderata pendenza le vaste pietraie che caratterizzano la fascia sommitale della montagna.

In vista del Corno dei Tre Signori aggiriamo la base di una rupe sino ad una scalinata rocciosa artificiale piuttosto esposta ma ben assicurata con fune metallica fissa. Si tratta di un passaggio lungo pochi metri al quale segue un tratto di sentiero in debole pendenza. Poco oltre siamo alla frazione più impegnativa della salita: tagliamo diagonalmente un pendio detritico piuttosto esposto che richiede fermezza di piede. Sempre in esposizione lasciamo alla nostra sinistra un caratteristico gendarme a seguito del quale la difficoltà decresce lasciando spazio ad un innocuo sentiero. Il pendio diviene ampio e rassicurante; risaliamo una vasta pietraia e arriviamo a scorgere, a breve distanza, il punto più alto della nostra salita. Ancora una volta non saliamo per via diretta verso la cima. Traversiamo sotto la vetta muovendo in diagonale verso sudest sino a guadagnare, in coincidenza di un evidente ometto di pietre, il crinale discendente dal punto più alto. La vista che si apre sul versante meridionale sorprende per ampiezza arrivando a scorgere all’orizzonte i ghiacciai della Presanella. Restano gli ultimi minuti di salita rimontando l’ampio e rassicurante crinale che punta verso l’evidente sommità. Il sentiero appare ben tracciato tra pietraie e detrito sino all’esile pianoro di vetta (m 3025 – ore 1,30 dalla partenza – cartello in legno con il toponimo della montagna).

Favoloso appare il panorama con ben visibile il sottostante Passo Gavia dove l’escursione ha avuto inizio e l’omonima cima a dominare il valico. Ribadiamo la visione dei laghi Negro e Bianco così come la visione, più in lontananza, dell’Ortles, del Zebrù e del Gran Zebrù. Magnifico lo scorcio, sebbene parziale, sul Ghiacciaio del Dosegù la cui visione è parzialmente occultata dalla sagoma piramidale del Corno dei Tre Signori. Adamello e Presanella, con le loro vedrette, occupano l’orizzonte meridionale e sovrastano la profonda valle dove è posto il paese di Ponte di Legno. Il rientro avviene forzatamente a ritroso per un totale di ore 2,30 di cammino.

Cenni sulla flora:

L’escursione offre, sviluppandosi per intero oltre i 2500 metri, una ricca flora d’alta quota. Segue una breve lista delle specie più rilevanti osservate in occasione della nostra salita avvenuta nel mese di agosto.

1)     Primula vischiosa (Primula glutinosa); bellissimo endemismo del nordest dai fiori violetti raccolti in piccoli grappoli. Colonizza i macereti d’altitudine e le rupi.

2)     Peverina dei ghiaioni (Cerastium uniflorum); è una pianta endemica dell’arco alpino dai magnifici fiori bianchi.

3)     Raponzolo minore (Phyteuma globulariifolium subsp. pedemontanum) endemico dell’arco alpino. E’ una pianta nel complesso rara presente nel tratto sommitale dell’escursione.

4)     Senecio della Carnia (Senecio incanus sbsp. carniolicum). Endemico delle Alpi Orientali è presente in abbondanza nella prima parte di cammino.

5)     Androsace alpina (Androsace alpina); una delle piante più rare e pregevoli osservabili lungo questo percorso. Endemica delle Alpi, colonizza i macereti alle quote superiori. E’ presente lungo questo itinerario nel tratto superiore compreso tra i 2800 e 3000 metri.

6)     Pedicolare di Kerner (Pedicularis kerneri)

7)     Azalea alpina (Loiseleuria procumbens)

8)     Sassifraga zolfina (Saxifraga bryoides)

9)     Sassifraga solcata (Saxifraga exarata)

10)   Veronica alpina (Veronica alpina)

11)  Margherita alpina (Leucanthemopsis alpina)

12)  Sassifraga rossa (Saxifraga oppositifolia)

13) Salice erbaceo (Salix herbacea)

14)  Silene a cuscinetto (Silene acaulis)

15)  Cardo spinosissimo (Cirsium spinosissimum)

16)  Spillone alpino (Armeria alpina)

17)  Acetosella soldanella (Oxyria digyna)

18)  Ambretta strisciante (Geum reptans)

19)  Campanula di monte (Campanula scheuchzeri)

20)  Eufrasia minima (Euphrasia minima)

21)  Piumino rotondo (Eriophorum scheuchzeri)

22)  Poligono viviparo (Polygonum viviparum)

23) Draba di Fladniz (Draba fladnizensis); questa specie così rara è presente proprio in prossimità della vetta.

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