Fringuello alpino

Non è difficile incontrare questo grazioso passero sulle più alte cime dolomitiche. Talvolta si avvicina agli escursionisti nella speranza di ottenere qualche cosa da mangiare. Il nostro incontro con il fringuello alpino è avvenuto proprio con queste modalità. Seduti in vetta al Piz Lech Dlace (Gruppo Sella) ne abbiamo ammirato un esemplare insolitamente temerario arrivato a sfiorare i nostri piedi. Vediamo qualche dato per imparare di più sulla specie.

Ordine: Passeriformes

Famiglia: Passeridae

Nome della specie: Montifringilla nivalis

Dieta: insetti, larve, semi. E’ specie opportunista che si avvicina ai rifugi, alle stazioni sciistiche e agli escursionisti sperando di ottenere briciole e scarti alimentari.

Distribuzione: E’ presente sulle più alte montagne europee di Spagna, Andorra, Francia, Svizzera, Liechtenstein, Germania, Austria, Slovenia, Repubblica Ceca, Serbia, Montenegro, Bosnia Erzegovina, Macedonia, Albania e Grecia. Risulta estinto in Croazia mentre isolate segnalazioni arrivano dal Portogallo e dall’Ungheria. In Asia è presente in Turchia, Russia, Georgia, Armenia, Azerbaigian, Kazakistan, Iran, Iraq, Kirghizistan, Uzbekistan, Afghanistan, Pakistan, India, Cina e Mongolia. In Italia è frequente lungo l’intero arco alpino mentre più raramente è segnalato sulle cime più alte dell’Appennino Centrale (Gran Sasso d’Italia e Majella)

Habitat: praterie sommitali, zone ghiaiose, margini di nevai e ghiacciai da 1400 a 3600 metri. Raramente si porta al di sotto del limite superiore dei boschi.

Caratteristiche fondamentali: E’ l’unico uccello alpino con ali e coda in gran parte bianche, caratteristica ben visibile mentre è in volo. Al suolo appare bruno sulle parti dorsali mentre inferiormente è color crema. Il capo è grigiastro. Nel collo degli esemplari adulti è presente una macchia nera più appariscente nei maschi. Il becco è conico, nero in estate, giallastro in inverno e negli esemplari ancora giovani. Le femmine presentano testa più brunastra.

Riproduzione: nidifica tra aprile e luglio oltre 1900 – 2000 metri negli anfratti delle rocce dove depone 4 – 5 uova bianche che vengono covate dalla femmina per 13 – 14 giorni. I giovani restano nel nido per circa 20 giorni. E’ la specie europea che nidifica alle temperature in assoluto più basse. Le parate nuziali sono caratteristiche: il maschio per attirare l’attenzione della femmina si alza in volo cantando per poi lasciarsi cadere “a paracadute”, sempre cantando, con ali aperte e coda sollevata mostrando l’appariscente livrea bianco/nera.

Altri dati: E’ spesso osservabile in stormi formati da decine di individui (sino ad un massimo di 300 esemplari). Al momento è una delle 10 specie più minacciate dal riscaldamento globale con l’areale progressivamente frammentato e ridotto alle vette più alte. Nell’Appennino Centrale, ad esempio, è un elemento relittuale ormai confinato alle cime maggiori.

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