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MONTE FOCONE (MONTE VE’ - m 487)
Mentre migliaia di escursionisti si ammassano sui sentieri che uniscono fra loro le Cinque Terre, molti meno sono invece quelli che decidono di portarsi alle estremità dell’area alla ricerca di luoghi meno noti. Tutto ciò risulta positivo per chi ama zone più appartate ma non per questo meno belle dal punto di vista panoramico. L’escursione che andiamo a descrivervi si sviluppa ad occidente di Monterosso ed unisce il paese di Levanto con la Punta del Mesco, considerata convenzionalmente il limite oltre il quale si estendono, ad oriente, le Cinque Terre. La salita al Monte Focone, posto subito a monte della punta, è un’ascensione per ogni buon escursionista, assolutamente consigliabile nella stagione fredda sebbene possa essere eseguita anche in primavera o in autunno; tutto ciò grazie al mite clima mediterraneo in grado di rendere neve e ghiaccio molto rari e di breve durata. La stagione estiva presenta invece troppo calore e un’umidità davvero insopportabile, soprattutto nelle ore centrali della giornata. Nel percorrere questi sentieri godrete di una vista sconfinata verso mare aperto sino a scorgere, nei giorni più tersi, la Corsica e l’arcipelago toscano. Da notare che il sentiero descritto non è il più veloce per guadagnare la vetta del Monte Focone ma è sicuramente il più bello in quanto si sviluppa per gran parte in vista del litorale. L’escursione in breve: Levanto (m 5) – Case Anselmi (m 108) – Casa Spianatta (presso Hotel Giada del Mesco – m 195) – Casa Giglio (m 212) – Case San Carlo (m 175) – Case Lovara (m 248) – Bivio S.Antonio (m 325) – S.Antonio al Mesco (m 304) – Bivio S.Antonio (m 325) - Monte Focone (Monte Vè – m 487) Dati tecnici: Partenza da Levanto (m 5): Difficoltà: E. (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 482. Acqua sul percorso: assente. Accesso alla partenza: Utilizzando l’autostrada A12 Genova – Livorno l’uscita più adatta è quella di Carrodano – Levanto dopodiché si segue la provinciale che in una decina di km, passando per la frazione di Montale, cala sino al paese di Levanto. Parcheggiamo l’automobile presso il lungomare orientale. Descrizione del percorso: Dal lungomare orientale di Levanto raggiungiamo l’inizio del sentiero caratterizzato da una lunga scalinata in cemento che sale al Castello di S.Andrea, costruzione risalente al XII secolo. Raggiungiamo il piazzale antistante l’antica costruzione. Poco oltre troviamo i primi cartelli indicanti Punta del Mesco: seguiamo una stradina acciottolata che diviene infine sentiero. Costeggiamo il retro del parco di Villa Agnelli, costruita all’inizio del XX secolo. Procedendo raggiungiamo dapprima un bed & breakfast quindi Casa Massola ove una lapide ricorda gli esperimenti che Guglielmo Marconi fece nel 1931 cercando di effettuare trasmissioni radio in onde corte tra Levanto e Santa Margherita Ligure. La mulattiera procede verso oriente sino ad affrontare una gradinata in cemento che si sviluppa tra ville, giardini e ulivi coltivati su terrazzamenti. Più in alto intercettiamo la strada asfaltata che, percorsa per circa 500 metri, conduce presso Casa Spianatta (m 195) dove sorge l’albergo ristorante Giada del Mesco. Da notare che questa località può essere raggiunta anche in automobile salendo da Levanto ed evitando così la parte iniziale appena descritta. E’ una soluzione vantaggiosa per chi ha poco tempo a disposizione o per chi ha bambini al seguito e desidera un percorso più breve. Il parcheggio è inoltre, diversamente dal paese di Levanto, del tutto gratuito e facile da trovare (nella stagione fredda). Ha ora inizio il tratto più spettacolare del nostro sentiero. Alle spalle notiamo un panorama notevolissimo che raggiunge la riviera di ponente e le lontane cime delle Alpi Liguri e Marittime mentre davanti a noi la costa appare articolata e in parte inaccessibile in quanto a picco nel mare. Passiamo in prossimità di alcune belle case in posizione panoramica verso il litorale (Casa Giglio – m 212) quindi le abitazioni lasciano spazio ad un fitto bosco sempreverde raggiungendo la parte più ombrosa e nascosta della Valle di San Carlo. Subito oltre risaliamo il pendio con una frazione particolarmente ripida e faticosa ma nel complesso piuttosto breve; la salita lascia quindi spazio ad un tratto in falso piano. La vegetazione si dirada lasciando vedere, sotto la nostra verticale, la bellissima falesia che, duecento metri più in basso, è battuta dalle onde del mare. Un punto panoramico ancora più bello è posto poco oltre: si tratta di un salto di roccia alto qualche metro posizionato immediatamente a destra del sentiero. Con molta cautela, prestando attenzione agli appigli e all’esposizione verso la costa, se ne guadagna l’esile sommità ammirando un panorama che desta sensazione, in particolare verso il Tigullio scorgendo facilmente il promontorio di Portofino. Si procede con il tracciato che volge verso sinistra completando l’aggiramento della base del Monte Focone. Scavalchiamo il modesto Fosso Lovara che presenta acqua prevalentemente in inverno e in primavera quindi risaliamo in direzione dei terrazzamenti prativi presso i quali sorgono due evidenti costruzioni. Le raggiungiamo in breve: siamo alle Case Lovara (m 248), un podere agricolo a picco sul mare recentemente restaurato dal FAI e accessibile solo per sentiero. Posto in posizione panoramica permette di immaginare quelle che dovevano essere le condizioni di vita dei contadini parecchi decenni fa, quando i collegamenti non erano affatto comodi e la gente viveva di ciò che coltivava. Superate le Case Lovara il sentiero diviene più ripido scavalcando alcune modeste roccette. Su fondo pietroso saliamo in lunga diagonale godendo di una vista quasi a picco sul sottostante litorale. I profumi della macchia mediterranea e una vista sconfinata attribuiscono a questo tratto un aspetto selvaggio ed impervio del tutto inusuale per una costa, quella ligure, fin troppo antropizzata. Il sentiero resta ben tracciato ed ampio sviluppandosi in un ambiente dove la natura riesce ancora ad avere i suoi spazi. Un tratto pianeggiante precede l’ultima breve, modesta salita, che immette direttamente al Bivio S.Antonio (m 325 – ore 2,20 dalla partenza), importante selletta nonché crocevia contraddistinto da alcuni cartelli segnalatori. Verso sinistra si sviluppa il sentiero che conduce alla Colla Bagari e che seguiremo per salire alla cima del Monte Focone. Suggeriamo tuttavia una breve digressione di pochi minuti per raggiungere la Chiesa di S.Antonio al Mesco, un punto panoramico straordinario. Volgiamo pertanto verso destra calando in uno stretto solco caratterizzato da rocce inclinate un po’ scomode. In breve siamo alla selletta dove troviamo, a sinistra, la mulattiera che cala a Monterosso. Restano gli ultimi minuti di cammino per raggiungere, volgendo a destra e con cartello segnalatore, le rovine della chiesetta di S.Antonio al Mesco. Poco prima della costruzione si apre a sinistra uno dei panorami più belli dell’intera escursione. La visione delle Cinque Terre è completa sino ad osservare, alla loro estremità orientale, l’isola di Palmaria e il promontorio di Portovenere. Dalla chiesetta (m 304 – ore 2,30 dalla partenza) il panorama è invece particolarmente interessante verso occidente e soprattutto verso meridione con visibile, nei giorni più tersi, l’isola di Gorgona e alle sue spalle l’Isola d’Elba, in pratica quasi allineate, mentre più a destra si scorgono le cime della Corsica. Terminata la digressione rientriamo a ritroso al Bivio S.Antonio (m 325 – ore 2,40 dalla partenza). Siamo ora in procinto di salire il Monte Focone. Per raggiungerne la vetta seguiamo inizialmente il sentiero 591 con cartello indicante Colla Bagari e Colla di Gritta. Il sentiero è caratterizzato da qualche saliscendi comunque poco faticoso. Si ripete, alle spalle, lo scorcio verso levante in direzione di Portovenere mentre Punta Mesco appare protesa verso il mare aperto. Procediamo nella macchia con la presenza di arbusti di mirto e di corbezzolo a testimoniare l’estrema mitezza del clima. Il paesaggio si apre nuovamente verso meridione abbracciando un vasto tratto di mare mentre ad ovest ricompare un settore del ponente ligure con le lontane cime delle Alpi. Accostiamo la base orientale del Monte Focone trovando a sinistra il bivio che conduce alla cima. Il sentierino non è troppo evidente: mancano cartelli indicatori, tuttavia è presente la scritta “Monte Focone” in vernice nera su un masso con segnavia bianco rosso. Il tracciato sale nella fitta macchia mediterranea. Il percorso appare quasi soffocato dalla vegetazione a testimoniare la scarsa percorrenza dello stesso. Gran parte degli escursionisti ne evitano la salita preferendo raggiungere Punta del Mesco o il sottostante paese di Monterosso. Ad ogni modo l’esile striscia di sentiero non presenta rilevanti difficoltà; qualche albero caduto si scavalca o si aggira agevolmente. Da rilevare il panorama alle spalle con particolare riferimento al promontorio prima salito per raggiungere la Chiesa di S.Antonio al Mesco. Alla sua sinistra ammiriamo un bel tratto di costa delle Cinque Terre. Incontriamo qualche pino marittimo a ricordare la mitezza del clima. In ultimo guadagniamo il ripetitore posto sulla vetta (m 487 – ore 3,15 dalla partenza). Il panorama di vetta appare parzialmente ostacolato dall’alberatura ma non impedisce di scorgere il paese di Levanto nonché un bel tratto di riviera in direzione del Tigullio sino a scorgere il Monte di Portofino. Nei giorni più tersi appare visibile la riviera di Ponente e le lontane Alpi Liguri e Marittime. Il rientro avviene a ritroso per un totale di 5 ore e mezza complessive di marcia.
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