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DOSSOBELLO DI DENTRO (HINTERE SCHÖNECK - m 3128) DOSSOBELLO DI FUORI (VORDERE SCHÖNECK - m 2908)
Posto sulla destra orografica del valloncello di Zay, il Dossobello di Dentro con le sue pendici detritiche è la vetta più vicina e raggiungibile più rapidamente dal sottostante Rifugio Serristori. Nonostante la relativa vicinanza al sottostante punto d’appoggio resta un “3000” di tutto rispetto con una via di salita che richiede, subito oltre il rifugio, piede fermo e assenza di vertigini con alcune frazioni attrezzate con funi metalliche. Il percorso che andiamo a proporvi è circolare e prevede, come discesa, la percorrenza della via normale alla vetta partendo dal paese di Solda che comunque non offre, a differenza della salita, alcuna difficoltà tecnica. Un percorso con grande panorama sulla famosa triade Gran Zebrù – Zebrù – Ortles in un ambiente per lo più ancora selvaggio e appartato nonostante la vicinanza al paese di Solda. Considerata la quota si tratta naturalmente di un percorso adatto ai mesi estivi con la possibilità di informarsi presso il Rifugio Serristori sulla percorrenza del sentiero. Dati tecnici: Dal Rifugio Pulpito (Kanzel Rest. m 2350): Difficoltà: EEA (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale, bianco rossa sino al Rifugio Serristori, gialla dal Rifugio Serristori alla cima, quindi di nuovo rossa nella discesa a valle. Dislivello assoluto: sfruttando la seggiovia m 778 in salita e m 1224 in discesa. Acqua: numerose possibilità nella prima frazione fino al Rifugio Serristori grazie alla vicinanza del torrente. Acqua assente nel tratto successivo: la presenza del rifugio elimina comunque ogni problema di approvvigionamento di cibo e liquidi. Accesso: Dal paese di Gomagoi si risale tutta la Val di Solda sino all’omonimo paese (m 1860), il più elevato centro abitato dell’Alto Adige. Presso il paese diverse funicolari permettono l’accesso ai rifugi della zona. La seggiovia Pulpito concede una comoda salita fino all’omonimo rifugio posto a 2350 m sulla destra orografica della valle. Descrizione del percorso: L’itinerario che andiamo a descrivere è di eccezionale bellezza per i panorami e la partenza non tradisce le aspettative: il terrazzo a fronte del Ristorante presso la stazione a monte della funivia permette già una visione eccezionale sulla famosa triade di cime Gran Zebrù, Zebrù ed Ortles. Come noto, l’Ortles con 3905 metri d’altitudine è la massima vetta del Trentino Alto Adige e delle Alpi Orientali. Nel fondo valle osserviamo il paese di Solda dove abbiamo abbandonato l’auto. Il segnavia segue a questo punto l’ampio e comodo sentiero n°12 che, attraverso pascoli e pietraie, si sviluppa sulla sinistra orografica della Valle di Zay. Il sentiero, percorso interamente, conduce con pendenza moderata ma costante direttamente al Rifugio Serristori (m 2721) in poco più di 1 ora di cammino. In occasione della stesura di questa relazione il sentiero 12 era tuttavia chiuso a poca distanza dalla partenza per una frana costringendoci ad una breve digressione comunque segnata che aggiunge non più di 20 minuti al cammino. Si segue in questo caso la deviazione a sinistra sul segnavia 12A con cartello indicante il rifugio (m 2413). Si perde debolmente quota passando attraverso alcune pietraie che vengono superate con ponticello in legno. Ci portiamo in lieve discesa sino al punto più basso in coincidenza del torrente Zay (m 2391). Questa posizione è particolarmente suggestiva grazie al limpidissimo corso d’acqua che viene scavalcato agevolmente con un altro ponticello in legno. In coincidenza del torrente la visione verso l’Ortles, il Zebrù e il Gran Zebrù è ancora più bella e suggestiva e vale ampiamente la deviazione anche se allunghiamo leggermente la camminata. Immediatamente prima del ponticello sul ruscello il percorso confluisce nel segnavia 5 che sale direttamente da Solda; subito oltre il corso d’acqua abbandoniamo questo idilliaco pianetto per volgere a destra in decisa salita e nonostante la pendenza il comodo sentiero conduce facilmente, tra pietraie e pascoli, sino al Rifugio Serristori (Düsseldorfer Hütte - m 2721 – ore 1,20 dalla partenza). Una sosta è d’obbligo per ammirare il bel ripiano dove, oltre al rifugio, troviamo il più grande dei Laghi di Zay (Zayseen – m 2714) immediatamente ai piedi della cima dell’Angelo Grande (m 3521). Alle spalle è ancora splendida la visione in direzione del Gran Zebrù e dell’Ortles. In effetti la semplicissima salita fino al rifugio, davvero adatta a tutti bambini compresi, è di per sé ampiamente meritevole soprattutto per gli amanti dei bei panorami e della fotografia con la sensazione d’essere immersi tra cime e ghiacciai in tutte le direzioni. Ha ora inizio la salita alla cima seguendo il cartello indicatore posto presso il rifugio stesso. La segnaletica (segnavia giallo) indica il sentierino che scavalca immediatamente con un ponticello in legno il torrente per portarsi nella desolata pietraia in pendenza che caratterizza il versante meridionale del Dossobello di Dentro. Le chiare indicazioni indicano l’evidente tracciato che taglia con alcuni tornanti il pendio permettendo di guadagnare prontamente quota con bella visione sui sottostanti Piani della Croderia (Wandelboden) sovrastati dal profilo inconfondibile dell’Angelo Grande. Procedendo nella salita il percorso taglia alcune pietraie quindi volge verso occidente divenendo progressivamente più stretto e affacciato sul sottostante salto. Comincia ad essere necessaria una maggiore attenzione, caratteristica che il sentiero manterrà sino in vetta per via del tracciato che decorre presso alcuni impressionanti salti. La visione si allarga nei giorni limpidi sino a cogliere a meridione la cima completamente ghiacciata del Cevedale e, proseguendo, il fondo valle di Solda. Procediamo a stretti tornanti in parziale esposizione sino alla prima breve frazione attrezzata: alcuni spezzoni di fune metallica si rivelano efficaci per scavalcare una breve scalinata sulla destra di grandi massi granitici. Subito oltre il sentiero procede tagliando il pendio erboso sino a guadagnare una spalla per lo più rocciosa sovrastata da articolate paretine. Il tracciato, ridotto a tratti ad un esile cengia, scavalca un passo più esposto nel vuoto assicurato da una provvidenziale fune per poi obliquare nuovamente a sinistra con vista aperta verso il Cevedale. Nuove brevi frazioni attrezzate agevolano il passaggio su alcuni tratti rocciosi più instabili con il sentiero che si porta nel settore superiore della montagna con paesaggio sempre più caratterizzato da instabili detriti rocciosi. Un piccolo solco interrompe la cengia: caliamo per qualche metro con prudenza, utilizzando la fune fissa che guida sui macigni quindi, dopo pochi metri di sentierino, guadagniamo la base dell’ultima paretina attrezzata del percorso. La fune è provvidenziale per scavalcare la scoscesa e ripida placca; questo potrebbe essere considerato il punto più impegnativo dell’ascensione: subito al di sopra la fune obliqua a sinistra con minore pendenza sino al termine di ogni difficoltà in un scarpata di grandi macigni accatastati caoticamente. Il segnavia guida, con il punto più alto ormai in vista, tra i lastroni rocciosi sino a guadagnare il soprastante crinaletto. Gli ultimi metri concedono una vista sempre più ampia sino ad accedere alla cima (m 3128 – ore 2,40 dalla partenza – ore 1,30 dal Rifugio Serristori). Grandiosa la vista ad oriente sulla Croda di Cengles, a sudest sull’Angelo Grande e, più a sud, su Cima Vertana. Rientro a valle: E’ naturalmente possibile rientrare a ritroso prestando la debita attenzione ai tratti esposti presenti sino al Rifugio Serristori. Tuttavia, ai fini di percorrere un bell’itinerario ad anello, consigliamo una diversa soluzione: scenderemo a valle sfruttando quella che normalmente è la via normale di salita al Dosso Bello di Dentro. Si tratta di un facile sentiero privo sia di esposizione che di passaggi tecnici: decidiamo pertanto di proseguire oltre la cima seguendo l’evidente tracciato segnato che comincia a calare tra le caotiche pietraie sommitali. Notiamo già, poco più bassa di noi, l’ampia sagoma del Dosso Bello di Fuori (Vordere Schöneck – m 2908); il sentiero ne scarta a sinistra la sommità: chi lo desidera può comunque guadagnare il punto più alto senza via obbligata abbandonando il percorso segnato e raggiungendo in pochi minuti la cima. Ritornando al nostro sentiero di discesa, procediamo su terreno che da roccioso e detritico diviene progressivamente erboso mentre perdiamo nel contempo quota. Senza difficoltà caliamo tra i pascoli con panorama sempre vasto ed avvincente sul fondo valle con il piccolo paese di Solda e sulla testata della Valle di Zay. L’uniformità del percorso è interrotta da un brusco cambiamento di direzione del sentiero che volge d’improvviso verso destra. Traversiamo con minori pendenze per poi calare nuovamente a sinistra raggiungendo così i primi alberi d’abete. Raggiungiamo infine la Kälberhütte (Malga dei Vitelli - m 2248), un bel punto d’appoggio gestito nella bella stagione in idilliaca posizione tra verdeggianti pascoli. Siamo anche in un importante crocevia di sentieri: per calare alla partenza scegliamo la comoda e ampia mulattiera segnata (contemporaneamente sentiero 18 e 19). Un breve tratto e lasciamo il segnavia 18 che cala nel bosco a destra. Manteniamo la carrareccia con alcuni scorci sul sottostante paese di Solda e sull’omonima vallata. In breve ci portiamo nel fondo valle sulla strada principale che attraversa il centro di Solda. Per rientrare alla stazione a valle della funivia del Pulpito seguiamo verso sinistra la strada per un breve tratto sino ad individuare il sentiero che a destra scavalca il torrente sino a riportarci presso la partenza (ore 5,30 complessive – 3 ore scarse dalla vetta del Dosso Bello di Dentro).
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