De Luca - Innerkofler

FERRATA DE LUCA – INNERKOFLER ( M.PATERNO / PATERNKOFEL – m 2746)

Gruppo montuoso: Dolomiti di Sesto

Grado di difficoltà globale: POCO DIFFICILE (Vai alla scala delle difficoltà).

Difficoltà tecniche: 2

Esposizione:         2

Impegno fisico:     2

Dislivello assoluto: m 426

Tempo di percorrenza: sino in cima al M.Paterno ore 2,50 (ore 1,20 la sola ferrata)

Il tempo globale dell’escursione dipende dalla discesa scelta: vi sono due opportunità.

Segue sotto la descrizione delle due vie con i relativi tempi di percorrenza.

Punti di appoggio: 1) Rif Auronzo. 2) Rif.Lavaredo. 3) Rif. Locatelli

Accesso:

In automobile, con strada a pedaggio, ci portiamo da Misurina sino al Rifugio Auronzo (m 2320) al cospetto delle Tre Cime di Lavaredo lasciando l’automobile in quello che, probabilmente, è uno dei parcheggi più grandi e frequentati delle Dolomiti. Da rilevare il paesaggio aperto ad occidente alla vista del Monte Cristallo con visibile, ai suoi piedi, un piccolo settore del Lago di Misurina. Dal grande parcheggio, affollatissimo d'estate, procediamo a piedi sulla larga strada bianca che si articola verso oriente lasciando alle nostre spalle il Rifugio Auronzo (segnavia 101). Contorniamo la base delle Tre Cime ammirandone le quinte rocciose caratterizzate da ardite guglie e torrioni. Da rilevare, sulla destra, lo scorcio in direzione di Auronzo con il suo lago artificiale. Si passa presso una piccola cappella (Cappella degli Alpini - m 2314 – ore 0,15 dalla partenza), proseguendo per un ampio ed ondulato altopiano erboso (Piani di Lavaredo), che precipita verso sud nel selvaggio Vallon di Lavaredo. Poco oltre siamo al Rifugio Lavaredo (m 2344 - circa 30 minuti dalla partenza). Sulla sinistra, in ripida ma breve salita, si stacca il tracciato che conduce alla ghiaiosa Forcella Lavaredo (m 2454) dalla quale si ammirano le strapiombanti pareti settentrionali delle Tre Cime in quella che forse è la più celebre visione delle Dolomiti.

Possiamo procedere su ampia mulattiera in direzione del Rifugio Locatelli, già visibile di fronte a noi. Perdiamo dapprima quota scendendo sino a m 2350 quindi risaliamo, tra ghiaioni e sfasciumi, sino a guadagnare la struttura, sempre aperta nella stagione estiva (m 2405 – ore 1,30 dalla partenza).  In alternativa si possono evitare i saliscendi di questa frazione seguendo il sentierino, a tratti un po’ stretto, che traversa tra detriti e ghiaioni la parete occidentale del Paterno. Dal rifugio abbiamo uno splendido panorama ravvicinato non solo sulle Tre Cime ma anche sul vicinissimo Monte Paterno meta della nostra ferrata. Da notare ad oriente la bella conca posta subito sotto al rifugio con in evidenza i bellissimi Laghi dei Piani (Bodenseen – m 2335).

Descrizione della ferrata:

Dal Rif. Locatelli (m 2405) seguiamo la cresta nord del Paterno passando alla base del caratteristico pinnacolo roccioso denominato “Salsiccia di Francoforte”. In moderata salita ci portiamo verso i ripidi appicchi ricadenti dal Paterno: osserviamo a distanza la pronunciata forcella del Camoscio subito a sinistra della cima e il solco che dalla sella scende diagonalmente verso destra: il nostro itinerario risalirà proprio questa caratteristica costola rocciosa sino al valico per poi volgere con un ultimo salto sino in vetta. Il nostro percorso lungo il crinaletto ci porta in breve all’ingresso delle due gallerie elicoidali scavate nella dolomia durante la prima guerra mondiale. La prima è caratterizzata da provvidenziali finestre nella roccia che permettono un po’ di luce all’interno e qualche splendido scorcio in direzione delle Tre Cime. La seconda galleria (Galleria Paterno) è più lunga (circa 300 m), ma soprattutto è completamente oscura e assai fredda; benchè molto ripida, è attrezzata con fune metallica come corrimano: con l’indispensabile ausilio di una torcia ne risaliamo gli scomodi gradoni sino all’uscita all’aperto con splendida vista alle spalle sui Laghi dei Piani sovrastati dalla tozza mole del Lastron dei Scarperi. Siamo a questo punto all’attacco della ferrata vera e propria. Un ripido e scosceso gradone di roccia esposto segna l’inizio della via, dopodiché proseguiamo, sempre in forte salita, lungo il costone roccioso a sinistra rispetto alla parete del Paterno. Con difficoltà minori rimontiamo il canalino detritico che avevamo osservato dal basso (funi fisse) sino all’uscita in coincidenza della Forcella del Camoscio (m 2650 – ore 1 dal Rif. Locatelli – ore 2,30 dalla partenza – attenzione all’eventuale presenza del nevaio ad inizio stagione). Impressionante il panorama alle spalle lungo la cresta settentrionale del Paterno appena risalita con il Rifugio Locatelli sovrastato dal Sasso di Sesto e dalla Torre di Toblin. Verso sud osserviamo invece l’ampia mole e le guglie che caratterizzano la Croda del Passaporto con, alla sua sinistra, un profondo vallone inciso tra le pareti.

A destra siamo sovrastati dal salto terminale che ci porterà in vetta. Seguiamo infatti le funi sino al punto chiave: una paretina alta circa 15 metri che costituisce il punto più difficile della via. Il tratto è esposto ma ben gradinato; subito oltre le attrezzature hanno termine; segue un ultimo breve tratto di sentiero (ometti e segnavia) e in breve siamo in cima (m 2746 – libro di vetta – ore 0,20 dalla Forc. Del Camoscio – ore 2,50 dalla partenza). Splendido il panorama in direzione delle Tre Cime di Lavaredo, della Torre di Toblin e del Rifugio Locatelli con i laghi dei Piani.

Osservazioni – Caratteristiche della ferrata:

Una via con poche difficoltà tecniche anche se a tratti assai esposta e avventurosa. Il salto finale, che dalla Forcella del Camoscio conduce alla sommità, è il tratto più impegnativo. E’ un itinerario anche per neofiti, a patto che siano accompagnati da una persona esperta del tracciato. Assolutamente indispensabile è la torcia per la percorrenza delle lunghe e buie gallerie di guerra. Da non dimenticare qualche indumento pesante: all’interno dei tunnel regna una temperatura assai bassa anche in piena estate e non è raro, a inizio stagione, trovare le estremità delle gallerie ancora ghiacciate.

Possibile seguito dell’escursione:

PRIMA POSSIBILITA’ (Ferrata delle Forcelle)

Difficolta: via ferrata FACILE (Vai alla scala delle difficoltà).

Dalla sommità del Paterno ritorniamo, prestando attenzione all’esposizione, alla Forcella del Camoscio (m 2650). Seguiamo ora la via ferrata delle Forcelle che si sviluppa sulla cresta orientale del M.Paterno; questa via, più facile della De Luca – Innerkofler, sfrutta cenge in gran parte orizzontali. Si alternano brevi saliscendi toccando le numerose forcelle che danno nome alla via e in coincidenza delle quali si hanno splendide viste in direzione del Rif. Locatelli, sui Laghi dei Piani e, più a nord, verso le Alpi Austriache. Si scavalcano due profondi spacchi con l’ausilio di altrettanti ponticelli in legno, per il resto vi sono unicamente cengette con fune come corrimano e brevi salti rocciosi sempre ben gradinati e attrezzati. Raggiungiamo una piccola gola rocciosa che viene discesa e risalita con scaletta e funi. Subito oltre, la ferrata ha termine lasciando spazio ad un lungo sentiero che, a mezza costa tra detriti, conduce alla Forcella Pian di Cengia (m 2522 – ore 1,30 dalla Forcella del Camoscio – ore 4,40 dalla partenza).

Da notare il panorama, in coincidenza del valico, aperto verso nord in direzione del Lastron dei Scarperi mentre a meridione spicca l’elegante sagoma della Croda dei Toni. Siamo ad un importante crocevia di sentieri. Scegliamo di calare a destra, sul segnavia numero 104, marciando tra magri prati d’altitudine ed affioramenti rocciosi. Ignoriamo il sentierino che si separa a sinistra salendo in direzione del Passo del Collerena proseguendo invece nella discesa su ampia e comoda mulattiera. Cominciamo a scorgere il sottostante Lago di Cengia mentre sullo sfondo appaiono le guglie dei Cadini di Misurina, la struttura del Monte Cristallo, la Croda Passaporto e la più piccola delle Tre Cime. Volgiamo a destra calando rapidamente sino allo specchio d’acqua (m 2324), davvero magnifico nei giorni sereni grazie alla particolare colorazione cerulea. Il sentiero ne segue la sponda di destra per poi procedere oltre, calando con alcuni tornanti, nella conca sottostante. Lasciamo alla nostra sinistra un altipiano ondulato dove troviamo tra i prati piccoli ristagni d’acqua e alcuni affioramenti rocciosi. Raggiungiamo la quota minima dell’escursione (m 2215) quindi il sentiero aggira l’imponente Croda Passaporto riprendendo nel contempo a salire di quota lungo il fianco meridionale della montagna. Saliamo ripidamente, tagliando in diagonale alcuni ghiaioni, con fondo sostenuto a tratti da alcune traverse in legno. Superata la frazione più faticosa il tracciato finalmente spiana sino a guadagnare la modesta conca che accoglie il piccolo Lago Lavaredo (m 2405) dal quale appare imponente la più orientale delle Tre Cime di Lavaredo. Proseguiamo ancora per poche decine di metri sino a chiudere il nostro anello in prossimità del Rifugio Lavaredo (m 2344 – ore 1,30 dalla Forcella Pian di Cengia). L’ultima mezz’ora di cammino ricalca a ritroso il sentiero di andata seguendo l’ampio e frequentatissimo segnavia 101 rientrando infine al parcheggio presso il Rifugio Auronzo (tempo totale dell’intera escursione: ore 6,40).

SECONDA POSSIBILITA’ (Sentiero attrezzato Forcella del Passaporto)

Difficoltà: EEA. I tratti esposti sono ben attrezzati con funi metalliche fisse. Una via spettacolare e senza ulteriori difficoltà tecniche per chi ha risalito la ferrata De Luca - Innerkofler.

Dalla sommità del Paterno ritorniamo, prestando attenzione all’esposizione, alla Forcella del Camoscio (m 2650). Dalla sella scendiamo a destra per il canalino detritico, seguendo i segnavia (triangoli rossi) e affrontando qualche elementare roccetta. Il nostro percorso si sviluppa in direzione della marcata forcella del Passaporto che divide l’ampia struttura della Croda del Passaporto dalle pendici del Paterno. Risaliamo sulla destra attraverso uno spettacolare sistema di cenge rocciose e un piccolo ponticello di legno sino a guadagnare lo stretto intaglio della Forcella del Passaporto (m 2530 – ore 0,45 dalla Forcella del Camoscio). Passiamo sul versante delle Tre Cime proseguendo per cengia orizzontale esposta ma mai difficile; in coincidenza di un canalino scendiamo e risaliamo il muretto di fronte (paretina di 2 metri) aiutandoci con le funi metalliche; subito oltre una breve galleria permette di scavalcare il costone. Il sentiero prosegue in piena parete ma sempre con scarsi dislivelli, in parte su cengia artificiale (muretti funi fisse) sino all’ultima breve galleria. Con la torcia, e prestando attenzione alla volta particolarmente bassa, il tunnel piega bruscamente a destra sino all’uscita ove ha termine l’avventurosa via attrezzata (targa metallica). Da qui, in pochi minuti, siamo alla Forcella Lavaredo (ore 1,15 dalla Forcella del Camoscio – ore 0,30 dalla Forcella del Passaporto) con vista a ritroso sulle cenge e le gallerie appena affrontate.

Il rientro alla partenza avviene ora seguendo a ritroso il percorso d’accesso.

(Tempo totale dell’intera escursione: circa 5 ore)

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