Cusna

CUSNA (m 2121)

LA PIELLA (m 2071)

Il Cusna è la seconda cima più alta dell’Appennino Settentrionale nonchè dell’Emilia Romagna. Non è posto sul crinale principale dell’Appennino Tosco Emiliano ma, al pari della vetta più alta della catena (Monte Cimone), è spostato più a nord, fuori dalla linea di displuviale. Sebbene superato in altitudine dal Monte Cimone, la sua salita appare decisamente più interessante complice una zona paesaggisticamente più naturale se si eccettuano gli impianti sciistici di Febbio (la più alta stazione sciistica emiliana). Il Cusna è posto all’interno del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano e non presenta nessuna via di salita breve o comoda. Quasi tutti i sentieri che ne risalgono le pendici richiedono almeno 3 ore di marcia per la sola salita. Un’eccezione è rappresentata dalla via che andiamo a suggerire ora (la più breve) per la quale sono sufficienti un paio d’ore di cammino a patto di portare la macchina sino a Passo Cisa seguendo una strada bianca piuttosto sconnessa e in generale in cattive condizioni. A parte questa scomodità è una grande cima soddisfacente caratterizzata da una flora a carattere spiccatamente alpino di grande interesse per gli amanti della natura.

Monte Piella è raggiunto in discesa dal Cusna ed è la quarta cima più alta dell’Emilia e dell’Appennino Settentrionale; si tratta di una montagna secondaria, occultata dal vicino Cusna, tuttavia l’escursione ora suggerita ne descrive il raggiungimento al fine di rendere il trekking più completo con una bella visione d’insieme della zona. Ricordiamo infine che in realtà è possibile raggiungere entrambe le vette in modo “inglorioso” quando la seggiovia che da Febbio conduce al Rifugio Emilia 2000 è aperta (in estate solitamente solo nei fine settimana d’agosto). In questo caso la salita al Cusna non impegna per oltre 45 minuti ma è un’evidente banalizzazione della cima che non consigliamo. L’itinerario ora suggerito risale la montagna in uno dei versanti non alterati dall’azione umana ed è un’escursione consigliabile non prima di maggio per la troppa neve e possibilmente non nelle ore più calde di luglio ed agosto quando le temperature sono troppo elevate.

Dati tecnici:

Dal Passo Cisa (m 1555): Difficoltà: EE. (Vai alla scala delle difficoltà). Suddivisione in base ai tratti: da Passo Cisa a Monte Cusna: E – Da Monte Cusna al Rifugio Emilia 2000: EE con passaggi di 1° grado che richiedono assenza di vertigini e piede fermo – Dal Rifugio Emilia 2000 al Monte La Piella: E. Segnaletica: totale. Dislivello: m 566. Acqua sul percorso: una sola fonte sulla via del ritorno circa 100 metri sotto la vetta del Cusna. Considerata l’assenza di rifugi è consigliabile fare buona scorta di liquidi prima di intraprendere l’escursione (il Rifugio Emilia 2000 è quasi sempre chiuso nel periodo estivo).

Accesso:

Da Febbio (m 1021), ci portiamo in auto alla piccola frazione di Monte Orsaro (m 1241) dove troviamo sulla sinistra la stradetta bianca che conduce al Passo Cisa. Dapprima battuto, il piano stradale diviene rapidamente sconnesso e a tratti solcato da buche e avvallamenti che richiedono attenzione guidando un veicolo basso. Con tutte le attenzioni del caso è una via che può comunque essere percorsa anche con un’utilitaria e permette di abbreviare notevolmente la salita alla cima. In coincidenza del passo, lungo la strada, non mancano le possibilità di parcheggio.

Descrizione del percorso:

Il sentiero 623 sale moderatamente seguendo a sinistra la carrareccia che si separa dal passo. E’ un inizio facile e comodo con un tornante della strada evitato dal sentiero con scorciatoia a destra che abbrevia ulteriormente il tracciato. Interessante la visione alle spalle sul Monte Cisa subito oltre l’omonimo passo. Proseguendo nella salita ci portiamo in meno di mezzora oltre il limite della faggeta su terreno ora aperto con ampia radura dalla quale osserviamo le pendici del Cusna. Possiamo facilmente intuire dove si svolgerà la via di salita osservando l’erboso crinale discendente dalla cima verso l’ampia sella posta alla sua destra. Il nostro percorso si sviluppa ora in direzione della suddetta sella solcando ampi pascoli con panorama sempre più ampio. In prossimità della forcella (località Le Prese – m 1775 – ore 1 dalla partenza), siamo anche in coincidenza di un importante quadrivio di sentieri segnalato dall’evidente segnaletica: abbandoniamo il segnavia 623 che prosegue davanti a noi così come il sentiero 625 che sale a destra ai Prati di Sara. La via di salita al Cusna volge sul sentiero 625 ma a sinistra, affrontando così l’ascesa che segue grosso modo la grande spalla settentrionale discendente dalla cima. Il panorama si fa notevole con vista che verso settentrione si apre davvero vasta in direzione della Pianura Padana con ben visibile la curiosa formazione rocciosa della Pietra di Bismantova. Il sentiero, a tratti piuttosto ripido, non offre particolari difficoltà e si riduce ad un’esile striscia tra i pascoli mantenendosi sul filo del crinale o subito a ridosso di esso aggirando sul lato sinistro i tratti più impervi. Salendo compaiono a sud le bianche rocce delle Alpi Apuane a chiudere l’orizzonte meridionale. Un settore caratterizzato da alcuni affioramenti rocciosi interrompe la continuità della salita: il tratto viene comodamente aggirato a sinistra per poi riportarsi in prossimità del crinaletto su fondo a tratti spellato dal vento che soffia spesso impetuoso sulle creste dell’Appennino Settentrionale. Alle spalle osserviamo il disegno del sentiero fin qui percorso a demarcare chiaramente il bordo dello spallone che stiamo risalendo. Nella parte superiore dell’ascensione guadagniamo un bel pascolo quasi in piano dal quale osserviamo il cocuzzolo sommitale ormai non più così distante. Il sentiero supera a questo punto un piccolo valloncello per poi volgere marcatamente verso destra aggirando la cima sul suo versante occidentale. Inutile dire che la vista, particolarmente verso le Alpi Apuane, diviene sempre più bella e vasta. In ultimo ci portiamo in prossimità del filo di cresta che precipita a destra in un grande salto e che conduce, sempre su fondo prativo, direttamente al punto più elevato (m 2121 – ore 2 circa dalla partenza – toponimo e quota scritti su un pilastro). Grandioso il panorama, aperto nei giorni più lipidi su gran parte del nord Italia con le Alpi a chiudere l’orizzonte settentrionale. Possiamo anche osservare il crinale appenninico con la sua sommità più elevata, il Monte Prado; ricordiamo infatti che il Cusna non è posto lungo la linea di displuviale.

Chi non ha molto tempo a disposizione e desidera un’andata e un ritorno senza alcuna difficoltà sarà senz’altro soddisfatto della salita al Cusna e potrà rientrare a ritroso. Suggeriamo tuttavia un prolungamento dell’escursione che permette di raggiungere la cima di Monte La Piella discendendo lo spettacolare filo di cresta che cala dal Cusna verso est. Questo tratto è consigliato ad escursionisti dotati di piede fermo e assenza di vertigini e può essere omesso da chi non ha la sicurezza necessaria. Volgiamo infatti sul sentierino che dalla cima volge a destra (sentiero 607) con panorama aperto sul lungo crinale in direzione del Sasso del Morto e di Monte La Piella. Scendiamo a sinistra per poi riportarci in falsopiano sul crinale orientale del Cusna in questo tratto ancora abbastanza ampio da escludere ogni difficoltà. Molto suggestiva appare alle spalle la vista delle stratificazioni rocciose che caratterizzano la sommità del Cusna nel suo lato orientale. Il sentiero, in falsopiano solo per un brevissimo tratto, si porta rapidamente sull’orlo di una scarpata piuttosto impegnativa: il proseguo è ora in brusca e ripidissima discesa su roccette a tratti impegnative che richiedono l’uso delle mani per mantenere l’equilibrio. Nonostante l’aspetto repulsivo di questo settore di crinale, seguendo i segnavia la difficoltà resta ragionevolmente contenuta (1° grado) e non mancano numerosi appigli più che sufficienti per un esperto escursionista: è comunque una frazione che deve essere evitata da tutti quelli che soffrono di vertigini e che richiede in ogni caso un passo ben fermo e sicuro. Questo breve ma impegnativo tratto permette di guadagnare la sottostante sella (m 1980) a termine di ogni difficoltà tecnica; sono trascorsi una ventina di minuti dalla cima del Cusna e non possiamo fare a meno di osservare, alle nostre spalle, il lungo e difficile crinale appena disceso. Presso la selletta un cartello segnavia indica a sinistra una variante facile per ritornare in vetta al Cusna; scegliamo naturalmente di proseguire verso destra in diagonale ascendente subito al di sotto di un bel costone per lo più prativo: il sentiero è semplice e ben marcato e permette di riguadagnare il crinaletto soprastante. Debordiamo a sinistra della sommità secondaria del Sasso del Morto (m 2010) per poi proseguire sempre a filo di cresta in direzione del già visibile Rifugio Emilia 2000 in debole risalita su comodo fondo prativo. Il transito presso il rifugio (m 2058 – ore 0,40 dalla cima del Cusna – ore 2,40 complessive) rappresenta l’unico punto dove sarebbe consigliabile che l’uomo intervenisse per eliminare qualcosa di davvero deturpante. La struttura in cemento armato, che funziona come arrivo della seggiovia che sale da Febbio, oltre ad essere quasi sempre chiusa in estate, è quanto di più antiestetico si poteva costruire; pazienza… chiudete gli occhi e procedete oltre: forse un giorno l’abbatteranno o la sostituiranno con qualcosa di più guardabile e decente. Al di là di questo il panorama resta grandioso e aperto verso la pianura con bella visione anche sul sottostante paese di Febbio. La nostra escursione volge ora alla conquista dell’ultimo obiettivo: in breve il sentierino prosegue oltre il rifugio e tra i pascoli raggiunge, in pratica senza dislivelli, l’ultima sommità rilevante del crinale, ovvero l’ampia e tozza sommità erbosa del Monte La Piella (m 2071 – ore 1 dal Cusna - ore 3 complessive). Subito oltre, procedendo, si perderebbe rapidamente quota in direzione del Passo di Lama Lite portandosi al di sotto dei 2000 metri; scegliamo di fermarci godendo della vista verso il Rifugio Battisti e in direzione del crinale principale con il monte Prado. Ha così termine il nostro itinerario che prevede a questo punto il rientro a ritroso con la possibilità d’evitare nel ritorno l’impegnativo tratto di cresta che porta in cima al Cusna. Per evitare di ripercorre questo tratto con difficoltà di 1° grado è sufficiente riportarsi alla selletta subito sotto alla cima. A questo punto invece di rimontare la difficile cresta si sceglie la variante a destra che traversa in falsopiano ben al di sotto della vetta. Si passa presso una fonte d’acqua (l’unica dell’intero trekking) per poi raggiungere il bivio con il segnavia 619. Volgiamo a sinistra su questo sentiero in salita molto ripida ma tutto sommato breve riportandoci in pratica sulla vetta del Cusna senza incontrare alcuna difficoltà tecnica. Dalla cima torniamo quindi alla partenza seguendo a ritroso il sentiero di salita (segnavia 625 sino alle Prese quindi sentiero 623 sino a Passo Cisa).

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