Croda della Calva (Kalfanwand)

CRODA DELLA CALVA (KALFANWAND - m 3061)

Posta alla testata della Val Martello a sovrastare il piccolo valloncello laterale di Peder, la Croda della Calva costituisce uno dei “3000” più facili della zona. Un sentiero ben segnato e un fondo privo di salti rocciosi e passaggi d’arrampicata, permette di raggiungere senza alcuna difficoltà uno splendido punto panoramico aperto sui ghiacciai di Cima Venezia, Cima Marmotta e del Cevedale. Un itinerario che permette di godere del meraviglioso silenzio della montagna selvaggia e non disturbata dallo scomposto turismo di massa. Le vecchie cartine escursionistiche non riportano ancora il facile sentiero che ne risale le pendici in quanto segnato relativamente di recente. Scegliete questa magnifica escursione per raggiungere un elevato punto d’osservazione senza l’ansia di superare passaggi tecnici o dover cercare labili tracce di sentiero. I mesi migliori per l’ascesa sono senza dubbio luglio, agosto e settembre sempre naturalmente che non sia appena caduta la neve nei settori sommitali. Nonostante il facile sentiero è bene infatti non dimenticare che si raggiungono i 3000 metri, una quota alla quale è sempre necessario essere equipaggiati dovutamente per far fronte ad un eventuale improvviso cambiamento del tempo.

Dati tecnici:

Dal Rifugio Genziana (m 2051): Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà). Dislivello assoluto: m 1010. Acqua sul percorso: si sfruttano i torrenti che si incontrano nel settore iniziale del percorso. Buon punto d’approvvigionamento alla partenza con il Rifugio Genziana sempre aperto in estate.

Accesso:

Si risale con la strada asfaltata tutta la Val Martello; raggiungiamo il lago artificiale del Gioveretto (Zufrittsee) quindi procediamo per l’ultimo breve tratto di strada sino a raggiungere il parcheggio a pagamento oltre il quale è proibito il transito. Siamo presso il Rifugio Genziana (m 2051) che costituisce l’unico punto d’appoggio del nostro percorso.

Descrizione del percorso:

Partendo dal parcheggio, per un brevissimo tratto arretriamo lungo la strada asfaltata sino a trovare sulla sinistra il bivio con indicazioni segnaletiche dei vari sentieri tra i quali il “nostro” segnavia 39 per la vetta della Kalfanwand. Nella prima frazione saliamo moderatamente su ampia carrareccia bianca nel luminoso bosco di conifere. Scavalchiamo con il ponte un impetuoso torrente quindi, sempre seguendo i chiari cartelli segnaletici, passiamo a sinistra su facile sentiero che entra decisamente nel bosco con salita più marcata.  Qualche schiarita permette alle spalle di scorgere le cime che circondano ad anfiteatro la Val Martello oltre ad osservare il non troppo distante Rifugio Corsi. Le vedrette che possiamo già scorgere lasciano intuire il meraviglioso panorama di cui godremo nella salita. Proseguendo nel cammino raggiungiamo la Stieralm (Malga Peder) posta in un meraviglioso pascolo che interrompe la continuità del bosco. La semplice struttura in pietra è posta in un balcone naturale che offre una veduta quanto mai idilliaca sulle montagne circostanti. In particolare possiamo scorgere per la prima volta la sommità del tutto rivestita dai ghiacciai del Cevedale. Presso la malga ignoriamo inoltre il sentiero 20a che interseca il nostro: procediamo di fronte a noi sul segnavia 39 (che per altro manterremo sino in cima), innalzandoci oltre la malga e attraversando settori prativi più aperti con l’alberatura che diviene rapidamente più rada lasciando spazio ai prati d’altitudine. Su fondo ben battuto risaliamo sino alla confluenza con il sentiero 33 che si separa a destra. Una breve digressione in questa direzione permette di raggiungere un pulpito dal quale si scorge il sottostante lago artificiale del Gioveretto (Zufrittsee). Riprendiamo la nostra marcia verso sinistra aggirando il modesto Dosso di Peder (Pederköpfl) con un breve tratto in discesa. Subito oltre riprendiamo ad ascendere su fondo ben battuto e sempre ben tracciato con l’alberatura del tutto scomparsa per via dell’altitudine ormai elevata. Intorno ai 2500 metri ignoriamo l’ultima deviazione del percorso: a sinistra si separa il tracciato (segnavia 33) che traversa in direzione della Val Peder e delle rovine della Schildhütte (Capanna dello Scudo); il nostro sentiero 39 prosegue attraverso desolate lande erbose alternate a vaste pietraie con rocce in parte ricoperte dai licheni. In salita ora più ripida e faticosa ma sempre facile e del tutto priva di frazioni esposte, guadagniamo quota lungo i caotici pendii sommitali. Tra sfasciumi e detriti, il sentiero si porta vicino al salto che precipita a sinistra sulla Valle di Peder. Mantenendosi a distanza di sicurezza dal salto si sale lungo il pendio sino al grande ometto di pietre che caratterizza il punto più alto (m 3061 – ore 3 dalla partenza). Vasto ed avvincente il panorama, in particolar modo verso oriente con in bell’evidenza la Cima Gioveretto (Zufrittspitze – m 3439) e le Cime Venezia e Marmotta ammantate da ampi ghiacciai crepacciati. A meridione si distende, sotto di noi, la Valle di Peder (Pedertal) nel cui fondo occhieggiano alcuni piccoli laghetti; sullo sfondo svetta scintillante la grande struttura del Cevedale (m 3769) mentre più ad occidente è impossibile non riconoscere l’aguzza e sottile lama che sembra indicare il cielo e che caratterizza il Gran Zebrù (m 3857), un altro dei colossi nell’immediato circondario dell’Ortles.

Il rientro avviene a ritroso ed impegna per non più di due ore grazie ad un fondo particolarmente comodo e adatto ad una discesa lesta e senza problemi.

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