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CIMA UNDICI (ELFERSPITZ - m 2926)
Una bella dorsale montuosa sovrasta la sponda sudoccidentale del Lago di Resia. Sono cime ben note a chi pratica lo scialpinismo. In estate la zona appare invece piuttosto trascurata e in rete troverete ben poche informazioni in lingua italiana che possano incoraggiare l’escursionista a scoprire queste pendici. E’ un oblio non spiegabile: i sentieri appaiono ben segnati, il paesaggio è favoloso raggiungendo nei giorni tersi i ghiacciai dell’Ortles e la zona dello Stelvio. Un ulteriore elemento paesaggistico è legato ai sottostanti laghi di Resia e della Muta ad impreziosire ulteriormente un’ascensione che vi sorprenderà donandovi orizzonti sconfinati e un magnifico ambiente d’alta quota. La presenza dell’impianto a fune che da San Valentino alla Muta sale all’omonima malga permette di ridurre considerevolmente il dislivello rendendo l’avventura più che abbordabile avendo a disposizione anche solo 4 – 5 ore di tempo. E’ un’escursione adatta in ogni caso ad escursionisti dotati di piede fermo per via della stretta ed instabile cresta sommitale; non si affrontano, nonostante ciò, tratti di arrampicata e con fondo asciutto le reali difficoltà restano contenute. Consigliamo l’ascesa tra metà luglio e fine estate per evitare frazioni innevate avendo comunque l’accortezza di prestare attenzione alle previsioni meteorologiche; siamo infatti prossimi al crinale principale di confine tra Italia e Austria, un’area molto soggetta ai temporali estivi e alla formazione di nebbie sui crinali. L’escursione in breve: Malga di San Valentino (Haider Alm – m 2120) – Roter Eck (m 2299) – Forcola della Muta (Hoaderschartl – m 2743) – Cima Undici (Elferspitz – m 2926) Dati tecnici: Partenza dalla Malga San Valentino (Haider Alm - m 2120): Difficoltà: EE (E sino alla Forcola della Muta quindi EE nel tratto successivo con fondo in parte instabile e a tratti un po’ esposto) (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 806. Acqua sul percorso: assente. Accesso alla partenza: Per raggiungere la partenza del percorso si risale con la statale l’alta Val Venosta guadagnando il paese di San Valentino alla Muta posto tra il Lago della Muta e il Lago di Resia. Una comoda cabinovia sale dal paese sino alla Malga di San Valentino (Haider Alm - m 2120) dove il nostro cammino ha inizio. Descrizione del percorso: La Malga di San Valentino, gestita nella bella stagione, è un importante crocevia di sentieri. Non ci sono in ogni caso problemi d’orientamento: la segnaletica indica il nome della cima e il sentiero n° 9 escludendo ogni errore. Il cammino ha inizio nei i prati retrostanti la costruzione. Su ampia mulattiera scavalchiamo un bel torrente quindi cominciamo a prendere quota tra bosco rado che non impedisce un primo scorcio sul Lago della Muta. Superiamo un breve tratto un po’ più ripido con la mulattiera che lascia spazio ad un buon sentiero e con la vista che si allarga verso meridione andando a scorgere le cime del Gruppo dell’Ortles. Ora il Lago della Muta appare evidente con il paese di San Valentino posto all’estremità settentrionale dello specchio d’acqua; compare inoltre il tratto più meridionale del Lago di Resia. Tra macchie di conifere alternate a modeste balze rocciose lasciamo alle spalle i prati che ospitano la Haider Alm raggiungendo il modesto culmine del Roter Eck (m 2299 – cartello segnalatore e panchina in legno – ore 0,15 dalla partenza). Segue un vasto pianoro in prevalenza erboso. La salita lascia spazio ad un breve settore quasi pianeggiante in ambiente vasto e luminoso sino a guadagnare un’importante biforcazione. Abbandoniamo il proseguo del sentiero sul vasto terrazzo prativo volgendo a sinistra (cartello segnalatore indicante Cima Undici). Il tracciato, esile ma ben evidente e segnato, volge deciso rimontando, dapprima in debole salita, il facile pendio. Ignoriamo la deviazione a sinistra per i laghi “Drei Seen”. L’alberatura è scomparsa lasciando spazio a prati e cespugli striscianti più adatti, per il loro portamento, a tollerare per molti mesi all’anno la copertura nevosa. L’incremento della quota permette di osservare, alle spalle, un bel tratto del Lago di Resia nonché il profondo solco vallivo della Vallelunga, mentre all’orizzonte meridionale si stagliano i ghiacciai del gruppo dell’Ortles. La salita procede moderata con la vegetazione che progressivamente va rarefacendosi lasciando spazio a caotiche pietraie d’altitudine in ambiente quanto mai ampio. Superiamo uno sbalzo un po’ più ripido al quale segue il raggiungimento di un’ampia conca sovrastata dalla grande sagoma di Cima Undici. Il profilo della montagna appare imponente e non è certo possibile una salita per via diretta. Il segnavia procede in direzione del crinale che si sviluppa a sinistra della vetta. Guadagnata ulteriore quota il sentiero volge con decisione verso nordovest riducendosi ad un’esile striscia tra i magri prati d’altitudine. Aperto in direzione delle Alpi Venoste, il percorso traversa ardito il pendio che a tratti appare esposto pur non presentando particolari difficoltà tecniche. Passiamo alla base di una spalla rocciosa procedendo nel traverso lungo il dirupato pendio che segue. Con tempo asciutto e buona visibilità si procede senza troppa difficoltà sino a portarsi sotto alla verticale della forcella che divide Cima Undici dall’elevazione secondaria denominata Plaschwerdakopf. Rimontiamo ripidamente il ripido canale che permette l’accesso diretto allo stretto giogo indicato nelle cartine come Forcola della Muta (Hoaderschartl – m 2743). Il panorama si apre grandiosamente sul versante opposto mentre verso meridione appare sempre ben evidente la sagoma dell’Ortles rivestita da ghiacciai perenni. Andiamo ora ad affrontare la frazione più impegnativa della nostra salita. La cresta che ascende alla Cima Undici appare assai esile e dirupata. Il percorso segnato ne ricalca grosso modo il filo sviluppandosi tra rocce affioranti e canali detritici. Non vi sono da rilevare passaggi su roccia impegnativi occorre comunque piede fermo per via del fondo a tratti molto instabile e con il crinale per lo più sottile ed esposto su entrambi i versanti. Inutile dire che il tracciato molto aereo permette una spettacolare visione delle valli circostanti con in evidenza il Lago della Muta (Haidersee) ed una piccola frazione del Lago di Resia (Reschensee). Superiormente la difficoltà decresce con la vista ora estesa alla Vallelunga (Langtauferer Tal) e alla vetta della Palla Bianca. Guadagniamo la cresta sommitale: appare già visibile il punto più alto con la ripida salita che lascia spazio, in ultimo, ad un’innocua traccia in debole pendenza tra detriti e fioriture d’alta quota. Ometti di pietre e segnavia conducono in breve sino alla vetta (m 2926 – ore 2,20 dalla partenza – libro di vetta). Il vastissimo paesaggio abbraccia tutto il settore sommitale della Val Venosta con il Lago di Resia disteso sotto la nostra verticale. Verso meridione, oltre al prima citato Ortles, notiamo le grandi vedrette che caratterizzano il profilo del Cevedale nonché le altre cime che fanno da quinte alla Valle di Solda. Verso settentrione la vista supera il Passo di Resia estendendosi al versante austriaco delle Alpi. Il rientro avviene a ritroso per un totale di 4 ore di cammino prestando ancora una volta la massima attenzione nel tratto compreso tra la cima e la Forcola della Muta. Cenni sulla flora:
Abbiamo eseguito questa salita nella prima parte del mese di luglio riscontrando la presenza di una ricca flora d’alta quota. Segue un breve estratto delle principali specie osservate. 1) Nigritella comune (Nigritella nigra) 2) Silene rupestre (Atocion rupestre) 3) Astro alpino (Aster alpinus) 4) Genziana bavarese (Gentiana bavarica) 5) Genziana punteggiata (Gentiana punctata) 6) Genziana nivale (Gentiana nivalis) 7) Semprevivo montano (Sempervivum montanum) 8) Azalea alpina (Loiseleuria procumbens) 9) Campanula barbata (Campanula barbata) 10) Sassifraga alpina (Saxifraga paniculata) 11) Sassifraga zolfina (Saxifraga bryoides) 12) Soldanella della silice (Soldanella pusilla) 13) Silene a cuscinetto (Silene acaulis) 14) Senecio della Carnia (Senecio incanus subsp. carniolicum), endemico delle Alpi Orientali. 15) Raponzolo minore (Phyteuma globulariifolium subsp. pedemontanum) endemico dell’arco alpino. 16) Androsace gelsomino (Androsace obtusifolia) 17) Primula vischiosa (Primula glutinosa); bellissimo endemismo del nordest dai fiori violetti raccolti in piccoli grappoli. Colonizza i macereti d’altitudine e le rupi. 18) Cardo spinosissimo (Cirsium spinosissimum) 19) Ranuncolo dei ghiacciai (Ranunculus glacialis) 20) Rododendro ferrugineo (Rhododendron ferrugineum) 21) Piede di gatto (Antennaria dioica) 22) Trifoglio alpino (Trifolium alpinum) 23) Mirtillo rosso (Vaccinium vitis-idaea) 24) Nontiscordardime (Myosotis alpestris)
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