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CIMA DURMONT (m 1837) MONTE CARGADURSI (m 1870)
Due cime poste all’estremità sudoccidentale del Gruppo Brenta. Il nome di questo famoso gruppo dolomitico evoca nella mente degli amanti della montagna la visione di grandiose cime, guglie rocciose e vedrette. Completamente atipiche e del tutto trascurate sono invece le sommità minori delle quali andiamo a parlarvi. Si tratta di elevazioni anonime agli occhi della maggioranza che offrono invece i loro doni se risalite con animo non superficiale e sapendo gioire del grandioso panorama che offrono sulle circostanti cime. Le vette di Cima Durmont e Monte Cargadursi sono infatti uno spettacolare terrazzo spalancato sui ghiacciai e sulle vette del Carè Alto, dell’Adamello e della Presanella. Notevole è inoltre la vista sulla sottostante Val Rendena. Sconsigliamo questa escursione nelle calde giornate estive per via della quota contenuta; molto più spettacolare è invece la percorrenza del percorso descritto in primavera, quando la neve ricopre ancora le circostanti montagne. Altrettanto spettacolare è il periodo autunnale quando il panorama si dipinge dei caldi colori di fine stagione. Dati tecnici: Da Passo Daone (m 1290): Difficoltà: E (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale anche se a tratti discontinua e poco evidente nel tratto compreso tra Cima Durmont e Monte Cargadursi. Dislivello assoluto: m 580. Dislivello reale superiore per via dei saliscendi di crinale presenti fra le due cime raggiunte: m 770 di dislivello realmente coperto considerando la sola andata; m 935 rientrando a ritroso. Acqua sul percorso: una sola fonte presso la partenza. Accesso alla partenza: Utilizzando l’autostrada del Brennero l’uscita più adatta è “Rovereto Sud – Lago di Garda Nord”. Si segue la statale per Riva del Garda superando Loppio e raggiungendo Nago. In coincidenza di un’ampia rotonda ignoriamo la discesa per Torbole e il Lago di Garda volgendo, più a destra, su strada che, passando per Bolognano, cala ad Arco. In coincidenza del paese di Arco seguiamo le indicazioni che guidano, verso settentrione, in direzione di Dro e Sarche. Raggiunto quest’ultimo paese le indicazioni da seguire divengono quelle per Madonna di Campiglio. Procediamo lungamente sino a portarci ad un km circa da Tione di Trento. Abbandoniamo a questo punto il proseguo per la Val Rendena seguendo, sulla destra, una stretta stradina di montagna che, passando per Preore, sale al piccolo comune di Montagne. E’ l’ultimo paese prima di entrare nel territorio del Parco Regionale Adamello – Brenta; la carreggiata si inerpica ripidamente sino ad accedere al Passo Daone (m 1290) dove troviamo un rifugio sempre aperto e diverse possibilità di parcheggio. Descrizione dell’itinerario: La nostra escursione ha inizio, come detto, in coincidenza del Passo Daone, valico poco conosciuto caratterizzato da bellissime abetaie. Da notare la presenza dell’unica fontana utile per approvvigionarsi d’acqua oltre a tavoli e panche in legno per un eventuale pic-nic. Il nostro cammino ha inizio seguendo a destra il cartello con indicazioni per Cima Durmont. Il primo brevissimo tratto è su strada asfaltata, quindi volgiamo ulteriormente a destra su sentiero (altro cartello indicatore) con facile e comodo cammino che si sviluppa nel fresco del sottobosco. In moderata pendenza saliamo sino ad una radura prativa che interrompe la continuità del bosco di conifere (località Dotor). E’ presente una vecchia casa e il panorama si apre verso le montagne poste a meridione. Procediamo in breve sino ad intercettare una curva dell’ampia strada forestale che sale da Binio. La seguiamo verso sinistra raggiungendo ripidamente i Masi di Pramarciù (m 1397) posti in uno splendido contesto prativo. Proseguiamo in salita nel bosco mantenendo la forestale per portarci infine in località Stavel (m 1492 – ore 0,35 dalla partenza); anche in questo caso troviamo alcuni masi posti in una radura prativa dell’abetaia. Soprattutto possiamo godere del primo grandioso panorama dell’escursione: il nostro occhio è attratto verso occidente dall’inconfondibile sagoma rocciosa del Caré Alto e dai ghiacciai che ne rivestono le pendici. Abbandoniamo a questo punto la strada bianca passando definitivamente su sentiero: il cartello indica a destra il percorso che sale ripido nell’ombrosa boscaglia. La salita diviene decisamente più marcata sebbene del tutto priva di difficoltà. La vegetazione diviene progressivamente più rada sino alla definitiva uscita all’aperto, immediatamente alla base di alcune pareti rocciose che caratterizzano il versante meridionale di Cima Durmont. L’uscita dal bosco permette inoltre una grandiosa veduta dell’Adamello con le sue vedrette. Il sentierino aggira a destra le ripide rocce per poi volgere deciso verso la soprastante cima ormai non lontana. Saliamo su percorso scavato nella prateria sommitale e con un ultimo sforzo raggiungiamo la croce con libro di vetta. Non ci troviamo ancora sul punto più elevato tuttavia la posizione è già molto panoramica: da notare in particolar modo lo scorcio in direzione delle Dolomiti di Brenta. Il pulpito panoramico raggiunto è inoltre facilmente riconoscibile anche dal basso, ad esempio dal paese di Montagne, mentre la cima vera e propria non è visibile da sud in quanto occultata proprio dall’anticima stessa. Per guadagnare il punto più alto non restano che pochi minuti di marcia seguendo il facile crinaletto accedendo così all’ampia sommità erbosa (m 1837 – ore 1,30 dalla partenza). Nonostante la quota contenuta il panorama di vetta offre una sorprendente varietà. La montagna si manifesta infatti nelle sue molteplici forme: a destra le grandi pareti di dolomia che caratterizzano il Brenta, a sinistra la roccia silicea e i ghiacciai del Caré Alto, dell’Adamello e della Presanella; sotto i nostri piedi i prati sommitali di Cima Durmont e in basso, verso la Val Rendena, i grandi boschi di conifere. Un panorama grandioso ed imponente per una cima escursionistica all’altezza d’ogni camminatore. Per rendere l’escursione più appagante e completa suggeriamo ora il logico proseguo verso settentrione mantenendo grosso modo il filo di cresta per andare a raggiungere la già visibile Cima Cargadursi. Quest’ultima è facilmente riconoscibile in quanto presenta il crinale densamente boscato a contrastare con il versante che scende a destra che appare invece più spoglio con isolati gruppi di alberi in un contesto in prevalenza prativo. Appare altrettanto evidente che per guadagnarne la sommità bisognerà per un lungo tratto perdere quota sino alla sella divisoria oltre la quale si risale sino alla vetta. Passiamo così ad intraprendere il facile cammino lungo l’ampia e facile cresta erbosa in un tratto di grande suggestione grazie al vasto panorama sulle montagne circostanti. In lontananza arriviamo a scorgere, nella parte superiore della Val Rendena, il grande abitato di Pinzolo posto grosso modo alla confluenza con la tributaria Val di Genova. Il sentiero asseconda la linea di crinale cominciando a perdere quota. Abbandoniamo momentaneamente le magnifiche visioni dell’Adamello e del Brenta per calare nuovamente, tra larici ed abetaie, nel fresco del sottobosco. Da questo punto in avanti è bene prestare particolare attenzione ai segnavia, sempre presenti ma piuttosto scoloriti (autunno 2011). All’ombra dell’abetaia perdiamo rapidamente quota sino all’ampia sella del Passo di Campiol caratterizzata da una piccola schiarita prativa circondata dalle conifere (m 1672 – circa 25 minuti da Cima Durmont). Ignoriamo le indicazioni a destra per calare nella sottostante Val Manez. Manteniamo l’ampio crinale boscato riprendendo a salire di quota. I segnavia sono ancora più frammentari ed è più che mai necessario prestare attenzione a non perdere il percorso. Superato un tratto estremamente ripido la salita diviene più moderata e si attraversano frazioni di sentiero invase in parte dalla vegetazione. Una caratteristica “galleria” tra gli arbusti precede l’arrivo sul settore sommitale. Una breve deviazione a destra, non segnata ma evidente, conduce in pochi passi sino al bel pianoro sommitale di Cima Cargadursi (m 1870 – ore 1,10 da Cima Durmont – ore 2,40 complessive). Bellissimo il panorama di vetta: osservando a ritroso notiamo, a sud, la Cima Durmont potendo così apprezzare il percorso fin qui coperto. Ad oriente le grandi pareti dolomitiche del Brenta destano la nostra ammirazione; nello specifico osserviamo Cima del Vallon (m 2968) e il Cimon di Cresole (m 2855). Verso settentrione si distende il settore superiore della Val Rendena. Più ad occidente notiamo i grandi giganti che fanno da confine tra Lombardia e Trentino: da destra a sinistra notiamo infatti la Presanella, l’Adamello e il Caré Alto con cime comprese fra i 3400 e i 3600 metri; l’aspetto caratteristico di queste montagne è dato indubbiamente dalle vedrette che ne rivestono i settori sommitali e che contrastano con la nuda dolomia che caratterizza invece le pareti del Brenta. Il rientro avviene a ritroso. Alcune guide suggeriscono un rientro ad anello riportandosi al Passo di Campiol per poi calare in Val Manez rientrando alla partenza scendendo il solco vallivo sino a Manez. A questo punto si traversa a destra portandosi poco a valle dei Masi di Pramarciù. L’ultimo tratto di rientro coincide con l’andata. Nel nostro caso consigliamo invece il rientro a ritroso in quanto il panorama che si gode lungo la cresta di Cima Durmont è senz’altro più ampio ed avvincente rispetto al rientro per la Val Manez. Nel complesso sono da considerarsi circa 5 ore di cammino fra andata e ritorno al netto d’eventuali soste.
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