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MONTE CAMPODURO (SENTIERO ATTREZZATO PALA DEL FIEN - CRODA DE CIANPODURO - m 2244)
Posto all’estremità meridionale dei Cadini di Misurina il Monte Campoduro è una delle pochissime cime del gruppo ad essere raggiungibile dagli escursionisti e anche in questo caso è comunque richiesto piede fermo in quanto si sale in vetta con una breve via ferrata. Il lungo accesso dal lago di Misurina sino alla Forcella Maraia, dove ha inizio la breve ferrata che porta in vetta, potrebbe non apparire molto attraente trattandosi di un’ampia sterrata. Era quello che avevamo pensato anche noi se non fosse che, trovandoci sul percorso alla metà di ottobre, ci siamo resi conto di camminare in un lariceto in una straordinaria esplosione di colori. L’autunno trasforma il bosco, nelle giornate terse, in un incredibile caleidoscopio variopinto: dimenticherete ben presto la banalità del percorso lasciando che i vostri occhi si riempano delle mille tinte che precedono la fine della bella stagione. La breve frazione attrezzata renderà infine più frizzante l’escursione e con tutta probabilità, nel pieno della stagione autunnale, proverete la gioia di trovarvi in cima da soli: una montagna quasi sconosciuta ma tutta vostra. Lasciateci dire che più camminiamo e più ci rendiamo conto che la felicità maggiore la si prova nelle cime più neglette, negli angoli meno noti dove gli occhi possono volare tra cime e forcelle nel silenzio della montagna: speriamo di cuore possiate provare le medesime sensazioni. Inutile dire che il Monte Campoduro può essere salito da maggio sino a novembre ma, come detto, vi consigliamo vivamente di eseguire l’ascensione intorno alla metà del mese di ottobre per osservarne le pendici nella loro veste migliore. Per i bambini e gli inesperti è senz’altro consigliabile imbracatura e moschettoni come sicurezza lungo la breve ferrata. Il casco è vivamente consigliato a tutti per scongiurare il pericolo derivante dall’eventuale caduta di pietre e detriti nel tratto attrezzato. L’escursione in breve: Lago di Misurina (m 1752) – Rifugio Col de Varda (m 2115) – Bus de Pogofa (m 1943) – Forcella Maraia (m 2101) – Rifugio Città di Carpi (m 2110) – Sentiero attrezzato Pala del Fién – Monte Campoduro (Croda de Cianpoduro – m 2244) Dati tecnici: Partenza dal Lago di Misurina (m 1752): Difficoltà: EEA (T fino alla Forcella Maraia; EEA nel tratto successivo in quanto si affronta una breve ma esposta via ferrata). (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale. Dislivello assoluto: m 492. Acqua sul percorso: assente. Accesso alla partenza: La partenza è quanto mai comoda in quanto avviene presso la sponda meridionale del Lago di Misurina raggiungibile con la SR 48 delle Dolomiti salendo da Auronzo per chi arriva da sud. Chi proviene da Dobbiaco segue la statale 51 d’Alemagna sino a Carbonin dove la si abbandona passando a sinistra sulla SR 48 per salire sino al Lago di Misurina. Descrizione del percorso: Sin dalla partenza l’escursione regala eccellenti scorci di grande valore panoramico. Prima di intraprendere il cammino verso la cima oppure al termine della fatica è senz’altro consigliabile una sosta lungo il Lago di Misurina percorrendone eventualmente il periplo avendo un po’ di tempo in più. La limpidezza dello specchio d’acqua offrirà splendidi scorci da immortalare e ricordare così come la visione, verso sud, delle imponenti pareti rocciose del Sorapiss. Attorno al lago il panorama è dominato dai lariceti d’altitudine. Passiamo ora alla descrizione del percorso. Come anticipato, all’estremità meridionale del laghetto una breve strada lunga appena un centinaio di metri transita presso un grande stabile giallo: si tratta di un centro per la cura delle malattie respiratorie (Istituto Pio XII). Lo lasciamo alla nostra destra trovando, subito oltre, l’ampio parcheggio dove abbandoniamo l’automobile. Possiamo poi seguire l’ampia sterrata chiusa al traffico con cartello indicante Col de Varda e il Rifugio Città di Carpi (segnavia 120). Trattandosi di una forestale il cammino è senza dubbio privo di qualsiasi difficoltà, adatto anche ad anziani e bambini. In moderata pendenza saliamo ad osservare il lago da posizione più elevata mentre alle nostre spalle si stagliano i contrafforti del Monte Cristallo e la vicina parete del Monte Popena Basso. Il tracciato si articola a tornanti mantenendosi essenzialmente nel lariceto e potendo godere, nella stagione autunnale, dei colori accesi della natura. Di fronte a noi cominciano a stagliarsi le rocce dei Cadini di Misurina. Intercettiamo alcune piste di sci riconoscibili come dei canali erbosi che interrompono la continuità del bosco. Sempre in progressiva salita, volgiamo verso sudest e tra le conifere si osservano nuovi orizzonti: verso nord il Picco di Vallandro e, alla sua destra, la sommità appiattita del Monte Piana. Verso sudovest appare la slanciata ed imponente sagoma della Tofana di Rozes nonché le sagome dell’Averau, del Nuvolau e sullo sfondo la Marmolada con il suo ghiacciaio. La carrareccia prosegue comoda sino ad un evidente bivio segnalato da cartelli: il tracciato principale procede verso sinistra mentre a destra si separa la mulattiera per il Rifugio Città di Carpi. Consigliamo, prima di procedere in direzione del Rifugio Città di Carpi, la digressione a sinistra raggiungendo, in una decina di minuti dal bivio, la struttura del Rifugio Col de Varda (m 2115 – ore 1 dalla partenza). Il panorama che si gode nei paraggi è di indubbio interesse concedendo l’ultimo scorcio sul sottostante Lago di Misurina mentre verso settentrione si staglia una breve tratto del crinale delle Alpi Aurine con i ghiacciai che ne rivestono le pendici. Ritornati a ritroso sino al bivio procediamo ora sulla mulattiera in direzione del Rifugio Città di Carpi con il tracciato che per un breve tratto perde debolmente quota sino a raggiungere una pronunciata curva verso sinistra. Si dirada nel contempo il bosco lasciando spazio ad una grande apertura verso meridione: oltre al Sorapiss notiamo le principali cime del Gruppo delle Marmarole mentre sulla destra si scorge, distante, la Marmolada con il suo ghiacciaio. Procediamo verso oriente traversando alla base dei grandi ghiaioni posti ai piedi delle cime dei Cadini. Il pino mugo sostituisce parzialmente il bosco di larici con il risultato che il paesaggio resta inizialmente piuttosto vasto. Il percorso si sviluppa quasi in piano andando a bordeggiare, per un breve tratto, un settore franoso che da pochi anni è stato interessato da un incendio. Immediatamente oltre si perde debolmente quota, dapprima nella mugheta quindi, nuovamente, tra i larici. E’ una frazione che potrebbe risultare noiosa specie se percorsa nella stagione estiva. Nel mese di ottobre l’esplosione dei colori autunnali trasforma l’ambiente in un arcobaleno in grado di emozionare anche l’escursionista più esigente. Guadagniamo il punto più basso del settore in località Bus de Pogofa (m 1943) dove ignoriamo la deviazione a destra per Casera Maria e Maraia Bassa. Il cartello indica il proseguo della mulattiera in direzione del Rifugio Città di Carpi. Riprendiamo quota intravedendo tra le conifere le slanciate guglie di dolomia dei Cadini. Una breve frazione più ripida immette in un bel pianetto dove il lariceto lascia spazio ad un ampio appezzamento prativo. Compare di fronte a noi, per la prima volta, la tozza struttura rocciosa del Monte Campoduro. Il bosco va diradandosi concedendo scorci alle spalle di rara bellezza sull’imponente bastione roccioso del Sorapiss. Un’ulteriore apertura concede una visione ancora più vasta specie in direzione delle Marmarole culminanti nel Cimon del Froppa. Aggiriamo a destra uno sperone di dolomia quindi usciamo definitivamente dal bosco in coincidenza dei prati che caratterizzano la Forcella Maraia. Guadagniamo l’ampia sella dopo un ultimo breve strappo (m 2101 – ore 1,15 dal Rifugio Col de Varda – ore 2,15 complessive). Immediatamente a sinistra del valico si erge il Rifugio Città di Carpi, sempre aperto nella stagione estiva e talvolta anche inverno grazie al fatto che la zona è assai battuta dagli amanti delle ciaspole. Dal terrazzo in legno del rifugio osserviamo il paretone occidentale del Monte Campoduro. Notiamo un grande conoide erboso “appoggiato” al bastione. La nostra via di salita si svilupperà proprio lungo questa dorsale. Lasciamo alle spalle il rifugio e la Forcella Maraia rimontando la spalla prativa. E’ una frazione oltremodo panoramica potendo godere di una grande vista verso le Tofane e il Monte Cristallo mentre alla nostra destra dominiamo la profonda valle percorsa dal Torrente Ansiei. Risaliamo il dorso su evidente traccia di sentiero sino ad accostarci al grande paretone roccioso che ci sovrasta. Siamo ora all’unica frazione impegnativa del nostro percorso. Una breve ma ripida via ferrata (Sentiero attrezzato Pala del Fién) permette di salire il soprastante salto per circa un centinaio di metri di dislivello, un ostacolo che sarebbe invalicabile se non fosse per le attrezzature. La difficoltà resta molto contenuta per un esperto di vie ferrate: appoggi e appigli non mancano di certo, l’esposizione appare tuttavia sempre marcata ed è consigliabile l’imbracatura per i meno esperti. Il tracciato sale per via quasi diretta è quindi bene prestare attenzione a non smuovere pietre e detriti che andrebbero inevitabilmente a colpire chi si trova sotto di noi. Indossare un caschetto minimizza il rischio che può derivarne. In ultimo l’esposizione decresce e il percorso si fa meno ripido affrontando una diagonale su roccette con qualche balza erbosa. Accediamo, a termine di ogni difficoltà, al vasto tavolato sommitale, caratterizzato da una fitta vegetazione a pino mugo. Il percorso attrezzato lascia spazio ad un innocuo sentierino scavato nella mugheta che aggira a sinistra una croce in legno non posta tuttavia sulla cima vera e propria; la traccia prosegue infatti serpeggiando tra i pini mughi, sfruttando le facili ondulazioni che caratterizzano l’ampio terrazzo sommitale. Compare poco distante, alla nostra sinistra, il pendio roccioso debolmente inclinato delle cosiddette Pale di Menotto. La nostra traccia esce dalla fitta mugheta per traversare, quasi senza dislivello, nei prati che la montagna rivolge in direzione della valle del Torrente Ansiei. Colpisce il salto roccioso ricadente in questa direzione. Senza fatica guadagniamo in breve il punto culminante del Monte Campoduro (Croda de Cianpoduro – m 2244 – ore 0,40 dal Rifugio Città di Carpi – circa ore 3 dalla partenza). Il panorama è di grandiosa vastità. Oltre alla parte centrale dei Cadini di Misurina osserviamo molti altri gruppi dolomitici più distanti. Verso nord godiamo di uno splendido colpo d’occhio sulle Dolomiti di Sesto arrivando a scorgere due delle Tre Cime di Lavaredo. Volgendo verso est altre vette del gruppo attirano l’attenzione fra cui le Crode Fiscaline e soprattutto la Croda dei Toni sullo sfondo della vicina diagonale delle Pale di Menotto. Il Monte Campoduro è inoltre uno splendido balcone sulle Marmarole e sul Sorapiss, subito al di là della profonda Valle dell’Ansiei. Volgendo verso occidente ribadiamo la visione delle Tofane e del Cristallo mentre la Marmolada è, in questa angolazione, quasi del tutto occultata dalle propaggini del Sorapiss. E’ davvero sorprendente come una delle cime più basse dei Cadini di Misurina possa offrire un panorama a 360° di insospettabile ampiezza. Il rientro avviene a ritroso con la raccomandazione d’essere particolarmente cauti nel discendere la ripida frazione attrezzata del Sentiero Pala del Fién (ore 5,30 complessive tra andata e ritorno).
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