VIA
FERRATA CAMPANILI DEL LATEMAR
Gruppo
montuoso: Dolomiti – Gruppo del
Latemar
Grado
di difficoltà globale: POCO DIFFICILE
(Vai
alla scala delle difficoltà).
Difficoltà tecniche: 2
Esposizione: 2
Impegno
fisico: 3
Dislivello: circa 600 metri
Tempo di
percorrenza: ore 6 - 7 circa delle quali ore 1,20 di ferrata
Punti di
appoggio: Alla partenza nell’abitato di Obereggen e, con una breve
deviazione, al Rifugio Torre di Pisa.
Accesso:
La
ferrata Campanili del Latemar permette una bella avventura in un gruppo
montuoso per gran parte ancora poco noto agli escursionisti e ai ferratisti.Si
parte dal paese di Obereggen (m 1550) dove prendiamo la comoda seggiovia che
conduce a Oberholz (m 2090). Dalla stazione di arrivo seguiamo il sentiero
(segnavia 18) che sale dapprima con tornanti, quindi in ambiente roccioso,
alla Forcella del Camoscio (nei giorni limpidi splendida visione delle Alpi
Centrali). Il sentiero non presenta particolari difficoltà ad eccezione del
canalino che permette l’accesso al passo, comunque attrezzato con funi
metalliche. Dalla Forcella del Camoscio (m 2620 - 2 ore dalla partenza)
osserviamo verso nord la cresta principale del gruppo del Latemar. Prendiamo
il sentiero che punta in questa direzione scendendo brevemente nel selvaggio
altipiano carsico della Valsorda (m 2530), ignorando così il tracciato che
dalla forcella conduce verso sud al rifugio Torre di Pisa. Raggiunto il
bivio nel
brullo altipiano saliamo a sinistra alla pronunciata
Forcella dei
Campanili (m 2590 – 50 min dalla forcella; 2,50 ore dalla partenza) dove per
la prima volta possiamo affacciarci sul
versante nord del Latemar.
Descrizione ferrata:
Indossata l’imbragatura affrontiamo in salita obliqua la parete gialla sulla
destra; si prosegue con funi quasi
orizzontali che lasciano spazio a lunghi tratti di sentiero normale. Il
tracciato per cenge viene interrotto da due marcate
forcelle che vengono discese e
risalite con l’ausilio di
funi fisse. Si prosegue per il pendio
roccioso, quindi per larghe cenge attrezzate con funi d’acciaio (troppo
lente e lunghe – estate 2003) fino al bordo di un ultimo impressionante
appicco che viene disceso per mezzo di una
lunga fila di
staffe metalliche in
grande esposizione. Si risale in breve sulla ripida paretina
soprastante per poi discendere definitivamente, con le ultime funi d’acciaio
della ferrata, alla Forcella Grande, in coincidenza della quale sorge il
Bivacco Mario Rigatti (m 2620 – 1,20 ore dall’inizio della ferrata – 4,10
ore dalla partenza). Bello scorcio in direzione del
Karersee (Lago di Carezza).
Ritorno
alla partenza:
Tolta l’imbragatura,
per rientrare nel modo più rapido, scendiamo per pochi minuti nel ghiaione
sotto la Forcella sino a individuare i segnavia che, in breve risalita a
destra, ci portano a traversare lungamente al di sotto del tracciato della
ferrata.
Su sentiero
normale (segnavia 18) si riguadagna il bivio nella conca di Valsorda. Il
sentiero prosegue ora seguendo a ritroso il tracciato dell’andata,
transitando quindi per la Forcella del Camoscio e scendendo rapidamente fino
alla stazione d’arrivo della funivia (Oberholz)
Osservazioni – Caratteristiche della ferrata:
Occorre osservare che l’intero percorso è esposto a mezzogiorno quindi,
nonostante la quota elevata, può essere molto caldo nelle giornate estive
più serene. Da rilevare anche la totale assenza d’acqua sull’intero
percorso: occorre quindi partire con una buona scorta. Il tracciato, se
paragonato con altre ferrate delle Dolomiti, risulta assai impervio,
probabilmente per la lunga marcia necessaria per raggiungere l’attacco. Non
crediamo quindi che potrà mai divenire un percorso molto popolare. Il
percorso come da noi proposto è l’unico infatti che permetta la percorrenza
della ferrata in un solo giorno senza dover forzare eccessivamente con i
tempi.
Abbiamo
purtroppo rilevato (agosto 2003) il pessimo stato degli infissi in alcuni
punti posizionati troppo in basso rispetto a dove necessario; si osservano
inoltre lunghi tratti di fune (8-10 metri) privi di ancoraggi intermedi
rendendo così illusoria l’autoassicurazione.
Tra i pregi
della via, occorre osservare che il tratto attrezzato non è troppo lungo.
Davvero spettacolari gli scorci verso nord offerti dalle numerose forcelle
che caratterizzano la ferrata. Nel complesso una ferrata a prevalente
sviluppo orizzontale (il dislivello coperto dalla ferrata è quasi nullo),
tecnicamente di moderata difficoltà anche se a tratti piuttosto esposta. La
consigliamo anche a ferratisti con poca esperienza. Più importante della
tecnica è, in questo percorso, la resistenza fisica al cammino, nel
complesso piuttosto lungo.
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