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MONTE CAPO NOLI (m 276) BRIC DEI CROVI (m 382) BRIC DEI MONTI (m 410)
I dintorni di Noli, splendida località del ponente ligure, offrono diverse possibilità agli escursionisti. Il paese è posto infatti alla base di una serie di modeste elevazioni collinari in grado tuttavia d’offrire magnifici scorci panoramici sul prospiciente litorale. Il Monte di Capo Noli è inoltre caratterizzato da grandi rocce calcaree in parte strapiombanti ad attribuire per assurdo un aspetto alpestre ad un itinerario ad un passo dal mare. Apprezzerete senz’altro i panorami a vasto respiro offerti dell’escursione con l’unico consiglio di pianificare la camminata nella stagione fredda o al massimo nelle mezze stagioni. In estate le temperature e soprattutto l’umidità sono troppo elevate mentre d’inverno ghiaccio e neve sono molto rare in una zona nota per la sua mitezza come testimoniato dalla rigogliosa vegetazione sempreverde. L’escursione in breve: Noli (Chiesa di San Paragorio) - Chiesa di S.Lazzaro / Lazzaretto - Chiese di S.Margherita e S.Giulia - Eremo del Capitano Enrico D'Albertis - Grotta dei Briganti o Antro dei Falsari (m 90) - Monte Capo Noli (m 276) – Bric dei Crovi (m 382) – Terre Rosse – Bric dei Monti (m 410) – Pra Antonio (m 440) Dati tecnici: Partenza da Noli (m 5): Difficoltà: E. (Vai alla scala delle difficoltà). Segnaletica: totale sebbene a tratti confusa per la presenza di segnavia differenti fra loro tracciati negli anni da diverse associazioni. Dislivello assoluto: m 440. Acqua sul percorso: assente. Accesso alla partenza: La partenza avviene dal paese di Noli, località ligure della Riviera di Ponente. Chi utilizza l’Autostrada dei Fiori (A10) e proviene da Genova supera Savona per uscire a Finale Ligure, quindi segue la statale Aurelia (SS 1) fino a Noli. Si parcheggia presso la Chiesa di San Paragorio, all’estremità occidentale del paese. Descrizione del percorso: I cartelli indicanti la “Passeggiata dantesca” indicano la stradina che, all’estremità del parcheggio, si sviluppa verso sud tra le ultime case del paese di Noli. In breve la carreggiata diviene un piccolo vicolo quindi risaliamo una lunga scalinata cementata. Al di sopra il percorso si trasforma in una comoda mulattiera che attraverso i primi uliveti sale in moderata pendenza permettendo un bel colpo d’occhio alle spalle sul lungomare di Noli e sulla non distante Isola di Bergeggi. Appare ben visibile il Castello di Monte Ursino le cui mura dominano dall’altro il paese rivierasco. In circa 20 minuti di cammino siamo ad un marcato bivio: tralasciamo il proseguo a destra del “Sentiero Amico” che permetterebbe una salita diretta al Monte di Capo Noli; passiamo invece a sinistra raggiungendo in breve i ruderi della Chiesa di S.Lazzaro e del Lazzaretto: quest’ultimo fu edificato nel 1250 per i naviganti di Noli che rientravano a riva ammalati e bisognosi d’isolamento. Procediamo nella macchia in debole pendenza sino ad un nuovo bivio nel bosco, ben indicato dalla segnaletica. Ancora una volta ignoriamo la deviazione a destra per il Monte di Capo Noli proseguendo al contrario lungo l’evidente mulattiera. Praticamente in piano, il tracciato prosegue semplice e ben evidente tra gli alberi d’ulivo; il proseguo porta ad una breve salita che immette al bel terrazzo che ospita i ruderi della Chiesa di S.Giulia e S.Margherita. In gran parte distrutta ed incendiata dai tedeschi nella parte finale del secondo conflitto mondiale, restano della chiesa le absidi in stile romanico. La posizione appare particolarmente felice essendo protesa verso le limpidissime acque del sottostante Mar Ligure; alle spalle osserviamo non solo il paese di Noli ma anche il più distante abitato di Spotorno. In coincidenza delle rovine della chiesa troviamo il cartello indicante il proseguo del sentiero che volge in salita verso destra. Suggeriamo tuttavia una breve digressione per godere di un panorama eccezionale: subito a sinistra del proseguo del sentiero segnato dal cartello notiamo una modesta traccia nella vegetazione che cala per pochi metri passando subito oltre alla base di alcune poderose paretine calcaree; la seguiamo guadagnando in breve, tra i lecci, le rovine in stato di abbandono dell’Eremo del Capitano Enrico d’Albertis. Costruita alla fine del 1800 in stile coloniale, la costruzione è posizionata in coincidenza dell’estrema propaggine di Capo Noli. Una sorta di terrapieno in cemento in prossimità delle rovine è proteso verso il mare offrendo una visione straordinaria. Il pendio precipita esposto sul sottostante litorale osservando dall’alto il tracciato della Statale Aurelia che in questo tratto si sviluppa tra la costa e la falesia. Siamo inoltre sovrastati dal punto culminante del Monte di Capo Noli caratterizzato da rocce calcaree di colore chiaro. Dopo una meritata sosta per godere del paesaggio torniamo a ritroso rientrando in qualche minuto sino al pianetto che ospita la Chiesa di S.Giulia e S.Margherita. Riprendiamo il sentiero segnato che affronta ora una breve salita sino alla biforcazione ben segnalata dai cartelli per la Grotta dei Falsari. Si tratta di una nuova digressione, assolutamente da non perdere, che conduce in quello che potremmo definire un antro eroso dal mare e non una vera e propria grotta carsica. Per raggiungere la cavità abbandoniamo pertanto il sentiero principale calando molto ripidamente a sinistra. In qualche minuto raggiungiamo una spalla dove la vegetazione lascia spazio ad un grandioso paesaggio verso il mare aperto. Un occhio attento potrà scorgere la non distante Punta Crena, subito al di là della falesia, caratterizzata da un’evidente torre di avvistamento nel suo punto più alto. Ripreso il sentiero caliamo ancor più ripidamente guadagnando in breve l’ingresso dell’antro, subito a destra del percorso. Spettacolare la finestra aperta in direzione del Mar Ligure che offre la possibilità di realizzare splendide fotografie. Per entrare all’interno della grande volta naturale seguiamo la freccia in vernice rossa che indica il breve passaggio sotto un arco di roccia, accediamo quindi all’immenso antro, aperto ad uno scorcio di eccezionale bellezza verso il mare aperto. Notiamo la presenza di alcuni muretti a secco, probabilmente d’epoca romana. Curioso il nome della cavità legato alle tradizioni locali che narrano come la Grotta dei Falsari abbia in passato ospitato un gruppo di contrabbandieri che nascosero qui le loro merci rubate. Dopo un’irrinunciabile sosta rientriamo a ritroso (il sentiero scenderebbe altrimenti sino alla statale Aurelia) risalendo faticosamente, tra la macchia, sino al sentiero principale. Possiamo ora riprendere il cammino, sempre in salita ma con pendenza moderata, aprendoci ad un ottimo paesaggio in direzione di Noli, Spotorno e l’Isola di Bergeggi. Incrociamo il sentierino (segnavia cerchio rotondo tagliato) che seguìto verso sinistra conduce direttamente alla sommità del Monte di Capo Noli in coincidenza del quale troviamo il cancello della Caserma dei Carabinieri (m 276 – ore 1,30 dalla partenza). Il percorso procede lungo l’ampio ed evidente stradello in terra battuta che muove verso l’entroterra. Poche decine di metri ed incontriamo una biforcazione; ignoriamo il sentierino che si separa a sinistra con cartello indicante la Torre delle Streghe (segnavia una “X” rossa); manteniamo la sterrata che, poco oltre, esce dalla vegetazione aprendosi verso destra ad un grandioso paesaggio esteso, nei giorni tersi, al levante ligure. In debole dislivello torniamo nel folto. Restiamo sull’ampia forestale ignorando le varie deviazioni per lo più non segnalate che si incontrano specialmente sulla destra. Facciamo lo stesso poco oltre in coincidenza di un importante quadrivio questa volta indicato dai cartelli: a destra si cala a Noli mentre a sinistra si raggiunge Varigotti. Anche in questo caso ignoriamo ogni biforcazione restando sulla forestale. Procediamo in debole salita godendo nuovi scorci in direzione di Spotorno e della vicina Isola di Bergeggi. Siamo quasi al termine della frazione su ampia sterrata: la abbandoniamo poco oltre in coincidenza di un vigneto ben evidente posto a sinistra della carraia. Sulla destra si separa infatti un esile sentiero con vecchio, malconcio cartello in legno indicante il Bric dei Crovi (autunno 2018). Il sentiero, seppure stretto, appare ben scavato nella vegetazione; una coppia di stretti tornanti in salita ne interrompe la linearità. Nel tratto che segue la pendenza decresce con il panorama che si allarga permettendo uno scorcio in direzione di Albenga e Capo Mele. Accediamo infine ad un bel pianoro panoramico con cartello in legno indicante il Bric dei Crovi. In realtà la cima vera e propria dista ancora un paio di minuti di cammino. Siamo infatti sovrastati dall’evidente sommità che raggiungiamo abbandonando il sentiero per rimontare su evidente traccia il crinaletto. In breve siamo sul punto più alto caratterizzato da un palo di ferro (m 382 – ore 1 dal Monte Capo Noli – ore 2,30 dalla partenza). Appare notevole il panorama con in particolare evidenza il paese di Noli, l’Isola di Bergeggi e l’ormai distante sommità del Monte Capo Noli. L’escursione procede riprendendo la sterrata tornando a ritroso per un paio di minuti oppure proseguendo lungo il crinale sino a ritrovarne il tracciato. L’itinerario prosegue in veloce discesa su fondo che diviene scomodo per l’affioramento di rocce e pietre aguzze. Tra grandi arbusti di corbezzolo caliamo ad un importante quadrivio in posizione panoramica dove ignoriamo il proseguo su sentiero per mantenere la sterrata che abbandona il crinale scendendo verso sinistra. In breve intercettiamo la provinciale che unisce la frazione di Voze all’Altopiano delle Manie (ore 0,15 dal Bric dei Corvi – ore 2,45 dalla partenza). Attraversiamo la strada trovando il cartello in legno indicante il proseguo del sentiero in direzione del Bric dei Monti. Il tracciato si riporta per un breve tratto nel folto sino a confluire in breve in un’ampia carraia. La seguiamo verso destra per un centinaio di metri sino ad un ulteriore bivio. A destra si rientrerebbe in breve alla sottostante, ben visibile provinciale delle Manie. Nel nostro caso volgiamo a sinistra raggiungendo, sempre su strada, una casa abitata presso la quale si ha un eccellente visione di Noli; ne bordeggiamo il muro di cinta aggirandola a sinistra quindi saliamo in breve ad un marcato tornante a seguito del quale il tratto stradale ha termine in coincidenza di un ulteriore abitazione (località Fornace). Proprio in coincidenza del tornante si abbandona l’ampia carraia per volgere a sinistra su esile sentierino quasi senza dislivello dapprima poco visibile quindi ben tracciato e scavato nel manto erboso. Ad una frazione in falsopiano ne segue una in breve ma ripida discesa sino ad immetterci in una stretta mulattiera. Sarebbe consigliabile l’aggiunta di qualche cartello indicatore, volgiamo infatti verso destra calando per pochi metri sino all’ulteriore biforcazione dove passiamo a sinistra. Nonostante i due bivi non siano evidenziati da cartelli segnalatori sono comunque presenti i segnavia di colore verde-azzurro dell’Alta Via del Golfo dell’Isola ad eliminare eventuali ambiguità. Si procede rimontando lo stretto e ripido solco inciso dall’acqua piovana. E’ una frazione particolarmente scomoda e sconnessa a seguito della quale la salita diviene più lieve e soprattutto con un fondo migliore. Non ci lasciamo sviare da un bivio verso sinistra, per altro non segnalato, in coincidenza di un’apertura nella vegetazione, Proseguiamo ancora in pendenza significativa sino ad uscire dalla boscaglia in coincidenza dell’ampio pianoro che contraddistingue la sommità del Bric dei Monti (m 410 – ore 0,50 dalla provinciale Voze – Altipiano delle Manie – ore 3,35 dalla partenza). Il panorama che si apre verso la costa appare grandioso: in primo piano notiamo Spotorno e la prospiciente Isola di Bergeggi. Il nostro percorso è quasi giunto alla conclusione. Restano gli ultimi minuti di cammino proseguendo oltre la cima con il sentiero che si sviluppa verso sinistra in debole discesa sino a confluire dopo poche decine di metri in una larga mulattiera. La seguiamo verso destra con cartello indicante Pra Antonio. Si tratta di un’ampia radura erbosa che guadagniamo in nemmeno 10 minuti di cammino dal Bric dei Monti e che permette l’ultima grande visione panoramica della nostra avventura. Spostandosi infatti verso l’estremità a destra del prato guadagniamo il ciglio di una scarpata aperta ancora una volta verso il Mar Ligure (m 440 – ore 3,45 dalla partenza). Il rientro a ritroso appare molto lungo, può essere allora consigliabile usufruire di due automobili portandone una lungo la provinciale Voze – Manie nel tratto attraversato dal nostro itinerario. Dalla località Pra Antonio si ritorna infatti alla provinciale in circa 40 minuti per un totale complessivo di 4,15 ore di marcia.
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